7 Ottobre 2024
Cinema

L’inferno freddo di Winding Refn – Francesco Boco

Valhalla Rising è un film di Nicholas Winding Refn del 2009 che narra in modo del tutto personale la scoperta del Nord America da parte dei Vichinghi. La pellicola è dominata da un’atmosfera straniante, inquietante e minacciosa che si sviluppa in tutto il suo carico di violenza nel crescendo conclusivo.

Sin dalle prime battute è chiaro che i fatti si svolgono in un momento storico di passaggio, quando cioè la fede cristiana inizia a diffondersi tra i pagani e a rimpiazzare i vecchi culti. Un gruppo di zelanti missionari in procinto di partire per Gerusalemme convince il protagonista One Eye e il giovane ragazzo che lo accompagna a seguirli nel loro viaggio.

Come nella maggior parte dei film di Refn, il protagonista è un personaggio estremo, un uomo ai margini della società, un reietto. In Valhalla Rising One Eye è uno schiavo monocolo, un feroce guerriero muto e solo che comunica con gli altri attraverso un ragazzino, l’unico in grado di comprenderlo. Di lui si sa, attraverso le parole del bambino, che proviene dall’inferno e che questo posto si trova dall’altra parte dell’Oceano.

Il viaggio verso la Terra Promessa si trasformerà in un incubo soffocante. Per lunghi minuti Refn dilata il tempo e avvolge la nave e il suo equipaggio in una impenetrabile coltre di nebbia. Inizieranno a intravedersi i primi segni della follia mortale che lentamente sterminerà l’intera missione una volta a terra. La nebbia spettrale si dirada solo nel momento in cui gli uomini raggiungono una terra vergine e florida, che naturalmente non è la Terrasanta che stavano cercano. Il capo della spedizione scorgerà in questo un segno della Provvidenza e della volontà divina di diffondere il Verbo anche lì.

In realtà risulterà ben presto chiaro che la lunga traversata non li ha condotti al regno dei cieli o a una rigogliosa terra promessa, ma è stata piuttosto una navigazione sull’Ade verso la terra dei morti, il luogo da cui è emerso One Eye con la sua sete di vendetta. Le tribù selvagge che assediano i pellegrini rappresentano palesemente delle forze oscure e telluriche portatrici di morte e follia. Ben presto i nuovi arrivati si trovano assediati dai misteriosi abitanti nascosti nelle foreste circostanti e il gruppo finirà decimato a causa del drammatico precipitare della situazione.

Lo stile espressionista di Refn e il suo utilizzo di colori violenti e contrastati esalta non soltanto il senso di oppressione e di minaccia incombente, ma anche i momenti in cui One Eye riesce a prevedere il futuro, quasi attraverso una sorta di seconda vista, più profonda e allargata.

La figura di One Eye non è insomma monodimensionale e abbozzata. Nonostante il suo mutismo, il protagonista riesce a comunicare l’essenziale allo spettatore e, nella sua ermetica essenzialità costituisce senza dubbio una scelta registica coraggiosa e originale. Il pagano One Eye, il solo a pregare ancora gli antichi dèi tra gli uomini di quella missione, rappresenta una sorta di figura odinica, accentuata dal fatto di vedere da un solo occhio, ma soprattutto dalla sua capacità quasi abbozzata di prevedere il futuro e di cogliere la realtà nella sua profondità immateriale. Si spiegano così alcuni cenni visuali altamente evocativi e allo stesso modo si spiega un finale che forse può apparire oscuro a uno spettatore poco attento.

Il cinema di Refn è fatto di dettagli e allusioni e Valhalla Rising, per quanto si tratti di un film tra il thriller e l’horror retto su una trama tutto sommato semplice, non fa eccezione e anzi può essere letto nel suo significato integrale solo cogliendo il lato simbolico della pellicola.

One Eye è una sorta di divinità pagana che comunica attraverso un puro, il ragazzino, e la sua voce può essere udita solo da persone non più legate al mondo degli uomini. Significativa a questo proposito la scena in cui il vichingo che era stato catturato dai selvaggi torna “trasfigurato” dai suoi compagni e dice: «Non lo sentite? Lui parla…». Il misterioso protagonista sembra inoltre essere a conoscenza sin dall’inizio dell’esito di quell’infausto viaggio, ciononostante lui andrà e alla fine sacrificherà la sua vita per salvare quella del giovane. È un finale altamente evocativo e dall’alto contenuto etico.

Il senso del titolo può essere letto come il sorgere del mondo dei morti, il Valhalla, che fagocita ad uno ad uno i missionari fanatizzati dalla fede cristiana. Dall’altro lato, alla luce del finale, il Valhalla che sorge è il regno dei guerrieri a cui il semi-dio One Eye consegna una terra consacrata dal suo stesso sacrificio. In tutti i casi, le forze selvagge e oscure si placano una volta morto One Eye, e lasciano vivere il giovane quasi svanendo. Non è dato sapere quale sia il seguito, ma non è assurdo pensare che il titolo stesso del film suggerisca qualcosa a riguardo.

Come già nei film Pusher II, Driver e Only God Forgives Refn l’eroe è raffigurato, anche nella sua umana imperfezione, come colui che salva l’infante, che con moto di nobile autosacrificio si espone per salvare una giovane vita. È un tema ad esempio evidenziato dalla canzone A real hero presente in Driver e che in una realtà nichilista e violenta lascia scorgere ancora una luce fatta di coraggio e amore.

Valhalla Rising è un film brutale, duro ed essenziale che richiede un’attenta visione che non si limiti ad apprezzare il lato estetizzante dell’arte di Refn, ma ne colga le allusioni e la metanarrazione stratificata e trasmessa attraverso giochi d’immagini spesso stranianti e inquietanti.

Francesco Boco

4 Comments

  • andrea consonni 9 Giugno 2017

    straordinario regista.
    Ho trovato bellissimo anche il suo ultimo film, The Neon Demon

  • andrea consonni 9 Giugno 2017

    straordinario regista.
    Ho trovato bellissimo anche il suo ultimo film, The Neon Demon

  • Gregorio Bardini 20 Giugno 2017

    Nicholas Winding Refn e’ un genio assoluto!

  • Gregorio Bardini 20 Giugno 2017

    Nicholas Winding Refn e’ un genio assoluto!

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