11 Ottobre 2024
Punte di Freccia

L’Occidente oltre l’Occidente – Mario Michele Merlino

Tre tesi, punti di riferimento, bersaglio del domandare e del rispondere. Senza il dibattito cosa rimarrebbe? Il monologo. Saggio erudito elegante modulato. Una comunità, però, esiste confrontandosi e tentando di crescere insieme. Perché noi e l’ISIS siamo l’un contro l’altro armati, rigettando anacronistiche crociate e guerre di religione. Perché dobbiamo riflettere, volgerci indietro, verso la cosiddetta ‘primavera araba’. Perché, combattendo l’ISIS l’avvertiamo punta di un più vasto iceberg, andando alla ricerca di cause altre ed altri nemici in agguato. Premessa breve: mi si è chiesto d’introdurre la serata del giovedì ultimo del mese dedicata ai ‘tagliagole’ dell’ISIS. Forare il sistema protettivo in cui mi sono ritagliato regno e prigione.

Lo faccio, sì, ma a modo mio. Da fottuto intellettuale, piccolo borghese forse, da aristocratico anarchico come preferisco dirmi. Io che da tempo pubblico articoli intorno alla filosofia e libri dove la narrativa ha preso il posto del saggio. Io che non affermo più quel ‘tutto è politica’, a cui alcuni di noi credevano prima che divenisse banale slogan del ’68 e dintorni e lo credono tuttora. Né credo più che ogni cosa porti in sé il carisma del sacro, come pensavano ebbri i nostri antenati greco-romani, o rendere la vita ‘opera d’arte’, come seppero essere gli artisti del Rinascimento che si rinnovarono in scrittori quali Dostoievskij e Gabriele D’Annunzio.

Io credo oramai che la vita sia solo malattia, sua medicina e maschera la menzogna, in eterno contrasto tra l’arroganza e la presunzione dell’Essere in decomposizione e il Nulla che, tramite il Chaos, riafferma i suoi diritti… Già detto già scritto già vissuto. Di questa guerra in cielo che, nel tempo, si esprime nella storia, in terra sui mari imperi che sorgono altri che crollano rovine macerie muta testimonianza.

E l’Europa, oggi? Abbiamo il dovere di svegliarla dal suo letargo, dalla cappa mefitica sotto cui soggiace dal ’45 quando un’Idea finì tra le rovine di Berlino in fiamme? Lasciare che la sua agonia, questo disagio, si renda stato comatoso e che non se ne parli più oppure che i ‘tagliagole’ dell’ISIS incidano le sue carni e ne strappino con violenza il tumore… Oltretutto sono gli unici che ancora innalzano vessilli e si vestono di nero e per noi, da sempre, ‘nero è bello!’.

Oppure, no. E, allora, parliamone cercando di dominare l’ira ed estrarne le ragioni. Così, tanto per dare un incipit, ci vuole un inizio in ogni conversazione (‘C’era una volta un re…’ così davano cominciamento tante fiabe), vi racconto un aneddoto tratto dalla tradizione islamica del misticismo sufi. Autentico. ‘Quando il grande maestro e martire Mansur el-Hallaj venne esposto alla folla accusato di apostasia ed eresia, non mostrò alcun segno di sofferenza quando gli furono mozzate le mani pubblicamente. Quando la folla lanciò pietre che producevano profonde ferite non mostrò alcun segno di sofferenza. Uno dei suoi amici, un maestro sufi, si avvicinò a lui e lo colpì… con un fiore. Mansur gridò come sotto tortura’.

Vogliamo trovare la morale? L’ignoranza può perdonarsi; la conoscenza, no. O forse molto di più è il suo significato, ma a noi basta che qui si apra un dibattito, si tenti chiarezza e approfondimento, che i nostri stati d’animo si confortino e trovino base con le ragioni della nostra scelta. Dovremmo ripercorrere la storia, di secoli, ma oggi il professor Merlino è un pensionato e noi s’è qui per stare insieme e fare onore alla cucina di Claudio, che mai ci delude. Non è da tutti, reduci, avere piacere di ritrovarsi con alle spalle mezzo secolo di militanza. Allora torniamo indietro, non troppo. E abbandoniamo l’età delle Crociate e Federico di Svevia quando era ospite del governatore di Gerusalemme e Renè Guenon in Oriente e Occidente prima della conversione all’Islam.

Ricordate la crisi del Golfo? Sono trascorsi appena 25 anni e un mondo sconvolto, reso di macerie, di stati in frantumi, di identità violate, di guerra di tutti contro tutti, s’è levato da quel Medio Oriente che, nonostante l’occupazione feroce di Israele sui territori palestinesi, sembrava proporsi in precario forse, ma pur sempre equilibrio.

Qui, in Italia, poche furono le voci che discordavano sull’intervento Usa e, succube, poi della NATO, che non si lasciarono irretire dal paragone Hussein-Hitler o di un intervento, l’ennesimo in armi, per regalare libertà democrazia e togliere una spina al fianco di Israele. Come la mela stregata di Biancaneve, bel regalo! Noi eravamo fra quei pochi e n’è testimone ‘Iraq contro’, quel volumetto a cura della Publicondor. E, fra quelle pagine, ci sembrò opportuno riportare la lettera aperta di intellettuali magrebini e pubblicata su ‘Il Sole 24 ore’. Essi, fra l’altro, ricordavano come l’attacco all’Iraq avesse rinnovato un antico entusiasmo, sopito ma mai distrutto, verso l’Islam e la sua concezione espansiva verso e contro l’Europa.

Il fuoco re-iniziò a covare sotto le ceneri e piccola fiamma produce grande incendio, come ricordava Dante. Fin qui scontro di civiltà – due monoteismi in lotta l’un contro l’altro armati. Tutto semplice, tutto collocato nell’alveo placido e chiarificatore della storia. La spada del crociato contro la scimitarra; la croce contro la mezza luna, ma… qual è la spada dell’Occidente (cosa abbiamo noi da spartire con questa Europa che ha scelto di definirsi Occidente quale estensione oltre-oceano, con Israele sua onnivora appendice?) e dove riposa la croce, in quale Europa dove domina scetticismo falsa tolleranza buonismo all’ombra di bandiere arcobaleno? La fortezza d’antiche certezze va forse sbriciolandosi? E non sarebbe male…  

Me 2

Poi il ‘fiorire’ della ‘Primavera araba’ – così l’hanno definita e la definiscono – nata – ci hanno raccontato la favola bella che ieri ci illuse, che oggi ci illude (molto meno) – dal prepotente desiderio delle masse arabe del Nord Africa di democrazia partecipativa e tramite il potere telematico della comunicazione, in primo luogo facebook. Tunisia Egitto Libia e, subito con l’immediato uso delle armi, attraverso quella opposizione costruita nelle segrete stanze del Pentagono e del Mossad, contro la Siria di Assad.

Non bastavano gli errori e gli orrori in Iraq, a quanto pare… Abbiamo assistito ad un crescendo di ferocia di distruzioni di instabilità – l’assassinio in diretta di Geddafi rappresenta in modo osceno (e non tutte le sequenze sono state trasmesse dalla TV italiana) quanto si andava predisponendo – i ‘tagliagole’ dell’ISIS hanno avuto buoni maestri nei sodomizzatori e scannatori al servizio dei servizi segreti francesi di Sarkozy. E le forniture di petrolio, il loro controllo (e mentre Berlusconi era costretto a mettere a disposizione le basi aeree nell’illusione di salvare la poltrona la presenza dell’AGIP in Libia veniva compromessa a beneficio della Sogemi – con De Benedetti a fregarsi le mani)…Avevo intenzione d’essere breve, mi sto dilungando. Tanti certo si offrono gli spunti…

E da quei confini, stabili in apparenza e fluidi di fatto, ecco l’assalto all’Europa attraverso il ventre molle del Mediterraneo (già Churchill volle lo sbarco in Sicilia nel ’43) Italia Grecia ed ora la rotta terrestre dei Balcani. Fuggono dalla guerra – i siriani, però, sono appena il 15/00 – ma lasciano le donne e i bambini in preda al vincitore quale bottino di guerra (le donne di Colonia e di altre città sono appetibili compensazioni!). Una fuga forsennata, frutto della disperazione dei più o pilotata, sfruttando concetti di solidarietà mano d’opera accoglienza? (Ricordate le intercettazioni su ‘mafia capitale’ ove Buzzi indica come sui migranti si ricava un guadagno superiore al traffico di droga). Il contrasto evidente tra quanto si spende per i ‘migranti’ e quanto non si spende per i più deboli i diseredati del proprio paese. Una sorta di sudditanza psicologica, un bisogno di compensare l’età del colonialismo, in Germania questo senso radicato di colpa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale gioca facile… Basta, però, questa spiegazione?

Non sembra o, meglio, su questo ordine di elementi ‘sentimentali’, di facile umanitarismo, altre ci appaiono le cause ed altri i fini. Senza spolverare vecchi e nuovi complottismi – essi sono spesso alibi incapacitanti e rinunciatari. Chi non conosce la complessità degli scacchi o le mosse della dama può illudersi della casualità del disordine di pezzi variegati collocati – chissà perché – in riquadri neri e bianchi,

E l’ISIS irrompe – dando di sé immagine di scheggia impazzita – e si diffonde a macchia di leopardo, recluta mozza teste fa scempio di gioielli dell’arte universale trova adepti gioiosi e feroci nel cuore stesso dei paesi europei, islamici di terza generazione a Parigi Londra Bruxelles, ereditando quanto rimaneva di Al-Qaeda o mettendosi in sua concorrenza, trasformandosi da milizie foraggiate (USA Israele e dintorni) contro la Siria nazional-socialista di Assad in soggetto esplosivo a catena e caotico. Il suo carattere primo la spettacolarità della ferocia, ingenerare la paura.

E, quando la casa brucia, non si ragiona sulle cause dell’incendio ma si cerca di spengerlo e di salvare la vita e i beni più preziosi. Si richiede a gran voce l’ausilio dei pompieri, anche se indossano le uniformi con lo stemma stelle e strisce o la croce a sei punte. Leggo su Face-book proclami di guerra, inni alle armi e alle virtù romane – temo, però, che assomiglino a quel ‘No pasaran!’ che ebbe ingloriosa fine davanti a Madrid -. A Colonia, ad esempio, ho il sospetto che molte di quelle giovani donne fossero accompagnate da fidanzati ed amici, ma non mi risulta che vi siano stati malmenati eroici difensori… (E’ vero che non c’è Giulio chiuso nel bunker da difendere con nelle mani il panzerfaust né dai tetti di Firenze i giovani e giovanissimi franchi tiratori per farsi fucilare poi su i gradini di Santa Maria Novella). L’Europa anestetizzata terrorizzata svilita in agonia ormai ridotta ad essere pallida ombra di se stessa?

Difendersi, comunque. Perché, sarà retorico, combattere per alcuni di noi è un destino. Insomma vogliono portarci la guerra e la guerra dobbiamo essere pre-disposti a dare loro, ma non simili a soldatini di piombo – inconsapevoli e obbedienti -, senza chiederci perché come e chi sono il vero nemico. E, se dubitiamo ad una reale islamizzazione del nostro continente – i paesi dell’Est scalpitano si rifiutano alzano la testa (forse poca cosa, ma comunque un segnale timido e reattivo) – non vorremmo trovarci ancor di più oppressi dal tallone, impercepibile nell’ intento, proprio per questo più subdolo ed efficace, di una dilatazione di Israele non soltanto economica (la rispettabilità del Fronte Nazionale in Francia è passata quando si è schierato pro Israele). E ogni potere che è per sua natura internazionale e negatore d’ogni identità nazionale (altra cosa sono le differenze, la ricchezza del mettersi a confronto) non può che essere, prioritariamente, nostro avversario… L’idea di Imperium (il solco che apre il cammino e la spada che ne protegge il tratto) non si nasconde nelle lobbyes di Wall Street di Londra di Tel Aviv. Qui gli eredi dei cambiavalute calvinisti contano il denaro e ne fanno carta straccia. Il resto, pro e contro, al dibattito. Tanto scritto e tanto rimane…

4 Comments

  • LUCA 26 Gennaio 2016

    Eccellente, come sempre, il professore!
    Tra le poche penne-voci che riescono a tracciare, nei sogni lucidi durante questa infinita notte.

  • LUCA 26 Gennaio 2016

    Eccellente, come sempre, il professore!
    Tra le poche penne-voci che riescono a tracciare, nei sogni lucidi durante questa infinita notte.

  • mario michele merlino 26 Gennaio 2016

    troppo buono, luca, mi confondi con un sonnambulo pericolosamente attratto dai cornicioni tetti gatti in amore squarci di luna – non di mezza luna -. la mia cultura è più prossima al funambolo che, come ricorderai, fece una brutta fine nello zarathustra… ahahah…

  • mario michele merlino 26 Gennaio 2016

    troppo buono, luca, mi confondi con un sonnambulo pericolosamente attratto dai cornicioni tetti gatti in amore squarci di luna – non di mezza luna -. la mia cultura è più prossima al funambolo che, come ricorderai, fece una brutta fine nello zarathustra… ahahah…

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