8 Ottobre 2024
Livio Cadè Società

Ma non c’è un Dio? – Livio Cadè

Tolstoj, accompagnato dal suo carrettiere, vide un giorno dei contadini intenti a scannare un maiale. L’animale ferito cercò di sfuggire ai suoi carnefici. «Vidi un corpo roseo, come quello di un uomo, e udii urla disperate. Il maiale fu ripreso, rovesciato, finito. Quando le sue grida cessarono, il carrettiere sospirò profondamente e disse: “ma non c’è un Dio?”».

Lo scrittore visitò anche il moderno mattatoio di Tula, rinomato per accelerare i processi di macellazione minimizzando le sofferenze degli animali. Così Tolstoj vede un bue frettolosamente stordito a colpi di mazza e scuoiato mentre ancora respira, geme e si agita. «Infine l’animale fu trascinato verso la carrucola e appeso. Allora solamente la bestia non diede più segno di vita». Ma a sconvolgerlo è anche la noncuranza degli assassini. «Il giovane macellaio, continuando a parlare, afferrò con la sinistra la testa dell’agnello e gli tagliò la gola. L’agnello si contorse, la piccola  coda divenne rigida e cessò di muoversi. Il ragazzo, mentre il sangue colava, si riaccese una sigaretta, l’agnello sussultava ancora».

Dice Ovidio che la crudeltà sugli animali è tirocinio a quella sugli esseri umani. Tale concetto può esser rovesciato: il riguardo per gli animali è propedeutico al rispetto degli uomini. Ad esempio, sospendere la tradizionale strage di agnelli pasquali, cuccioli innocenti cui nessuno promette una resurrezione, sarebbe un gesto magnanimo e preliminare a quella virtù negletta che è il rispetto in senso lato della vita. Tuttavia, insuperabili ragioni sembrano impedirlo.

In primis, una banale frustrazione alimentare. I più non vedono motivo di privarsi dell’abbacchio per fisime idealistiche e delicatezza d’animo. La pietà per gli animali è per loro come la musica per i sordi. Altri possono essere teoricamente d’accordo, ma rinunciare per motivi etici a mangiare ciò che piace è per loro una scelta prossima all’eroismo e al martirio. E poiché la natura non li inclina a tali virtù, se ne sentono esentati. Vanno poi messi nel conto i profitti dei macellai e del settore ovino. Vi sono infine ragioni astratte, e per questo più potenti: l’offesa alla tradizione, il danno simbolico, il tradimento di un’identità culturale.

La pratica di sgozzare agnellini ci appartiene infatti fin da tempi remoti, quando i fumi dei teneri corpi salivano alle nari di un Essere irascibile che, disdegnando le offerte di vegetali, pareva gradire effluvi di carne bruciata, e che era d’uopo ingraziarsi. «Questo è il sacrificio consumato dal fuoco che offrirete al Signore; agnelli dell’anno, senza difetti, due al giorno, come olocausto perenne». È probabile che in tempi arcaici le vittime fossero umane, e che l’offerta propiziatoria di agnelli, tori o altri animali rappresenti l’adeguarsi del rito a una società fattasi eticamente più problematica.

L’uccisione d’un animale era infatti moralmente insignificante. Come dice san Tommaso “la divina provvidenza li ha dati (gli animali) a uso dell’uomo nell’ordine naturale, onde l’uomo se ne serve senza colpa, uccidendoli o adoperandoli in altra maniera. … Le piante son fatte per gli animali e gli animali son fatti per l’uomo”. Ragionamento chiaramente apodittico, che non serve dimostrare. La dieta carnivora non è vincolata alla necessità alimentare ma al superiore status metafisico dell’uomo, cui Dio ha concesso sovranità su ogni altra creatura. Tesi in parte smentita dal fatto che alcuni animali, forse per non aver letto la Summa Theologiae, non si sentono affatto sottomessi all’uomo e avendone l’occasione non esitano a mangiarlo.

Potremmo vedere, nella supremazia dell’uomo sugli animali, un’allegoria dell’intelletto che domina gli istinti e le passioni. Ma lo spirito pratico, digiuno di simbologia, non rinuncerebbe a una bistecca letterale per una metaforica. Inoltre, non possiamo metter in discussione l’idea di un “ordine naturale” in cui il superiore può, a suo piacere e senza colpa, disporre dell’inferiore, senza sconvolgere gli assetti e le geometrie della nostra civiltà. E sorprende che il principio che ci dà potestà sulle specie di più basso livello ontologico non ci abbia da tempo condotti al cannibalismo.

Una volta ratificata l’appartenenza di negri e indios a “razze sub-umane”, perché i coloni bianchi non ne fecero salsicce o spezzatini? Fu incoerenza filosofica, paura del paradosso, o forse la rimozione di un impulso inconscio. In fondo, dell’uomo s’è sempre fatta carne da macello. La Chiesa stessa, nel nobile sforzo di diffondere i principi evangelici e l’amore del prossimo, non ha mai trovato paradossale l’uso della violenza. Così, i cristiani hanno ammazzato ebrei e musulmani, i cattolici han potuto torturare e bruciare i protestanti, i protestanti hanno scannato i cattolici ecc., gareggiando in atrocità. Questo dimostra che, ad maiorem Dei gloriam, gli uomini possono, e talvolta devono, divorarsi fraternamente tra loro.

Ma a giustificare l’indifferenza verso le sofferenze degli animali v’è anche il crederli semplici automi biologici, dotati al più di un’anima volgare, destinata a scomparire con la morte del corpo. Ciò li segna con un degradante handicap metafisico, privandoli di quella dignità che compete solo alle anime immortali e che riteniamo privilegio esclusivo dell’uomo. Secondo l’Aquinate la prova evidente della loro caducità è che gli animali non desiderano una vita eterna. Tommaso non dice come può sapere cosa desideri un cane o un cavallo, forse reputando ovvio che l’anima di una bestia brami solo beni materiali. Tuttavia, non è ovvio che per essere qualcosa si debba desiderarlo. D’altro canto, l’aspirazione a essere immortali non equivale a esserlo realmente, come il desiderio di volare non fa di noi degli uccelli. E io conosco persone cui non importa affatto dell’eternità.

A favore della dieta carnea si citano anche incontestabili dogmi scientifici, secondo cui le proteine animali sarebbero necessarie all’accrescimento della massa muscolare. È vero che gli esseri più grandi e possenti sulla terra sono vegetariani, ma ciò dipende forse dalla loro ignoranza della scienza alimentare. Gli stessi gladiatori si nutrivano di cereali, ma oggi a che pro aver bicipiti e pettorali come quelli di un gorilla? Non dobbiamo più sopraffare il nemico in un rude corpo a corpo. Basta premere un pulsante per ammazzare milioni di persone.

Si può quindi dubitare degli argomenti su cui l’uomo poggia il diritto naturale o metafisico di maltrattare gli animali, e tale dubbio può avere certo implicazioni sentimentali, ma non per questo è irrazionale. “Bisogna riconoscere che è barbaro farli soffrire; è certamente solo l’abitudine che può diminuire in noi l’orrore naturale che nasce dallo sgozzare un animale che abbiamo nutrito con le nostre mani” scriveva Voltaire. Da Zoroastro a Schweitzer, molti hanno insegnato quel rispetto della vita che trascende le discriminazioni di specie. Non è però dalle dottrine moralizzanti o dai ragionamenti astratti che impariamo l’orrore e la pietà, ma solo dall’esperienza, da sussulti biografici, rovesci della coscienza.

A diciott’anni non mi peritavo di mangiar carne, né avevo mai pensato alle sofferenze racchiuse in una bistecca o in uno stinco di maiale.  Avevo allora un enorme alano tedesco, Bluto. Un giorno andai al macello dov’ero solito comprar frattaglie per lui, senza immaginare cosa m’attendesse. La compassione è una Dea che ti afferra quando non l’aspetti! V’era là un tale che, con modi brutali, spingeva un vitello verso il mattatoio. Il povero animale recalcitrava, gridava in modo straziante, sembrava implorare pietà, come avesse sentito l’odore della morte e intuito il suo destino. Nel suo sguardo si confondevano la tipica tenerezza dei cuccioli e il terrore. L’uomo, spazientito, afferrò un randello e cominciò a menargli tremende legnate, ma il vitello continuava a rinculare. Arrivò un altro che, legatagli una corda al muso, si mise a strattonarlo con violenza mentre il compare lo bastonava. Finché, tra bestemmie e muggiti pietosi, lo trascinarono in quel luogo di supplizi dove, vinta ogni resistenza, poterono finalmente abbatterlo, scuoiarlo, squartarlo.

Mi chiesi quale necessità, quale ragione potesse giustificare un simile orrore. Quel vitellino era dunque venuto al mondo solo per essere strappato alla madre, immobilizzato in una gabbia grande quanto una bara e infine fatto a pezzi, trasformato in fettine di carne morbida e anemica sul banco di una macelleria? Forse me ne avrebbero venduto i visceri. Sepolto nel ventre di qualcuno, la sua anima si sarebbe persa nel nulla senza ritorno. Era questa la ragione per cui un vitello nasce, per cui Dio lo crea? In realtà, questo lo pensai dopo, a freddo. È difficile dire cosa mi passò allora per la testa. Anch’io, come il carrettiere di Tolstoj, fui scosso da una domanda cui non trovavo risposta. Il calvario di quel cucciolo mi aveva disarcionato sulla via di Damasco, destato rudemente dalla mia apatia. Fu allora che vidi per la prima volta il valore sacro d’ogni vita, anche di quella che ci sembra insignificante o spregevole.

Una sera, avendo messo un ciocco nella stufa, vidi un tarlo uscire da una fenditura del legno di cui, evidentemente, aveva fatto la sua casa. Si guardò intorno, colonne di fuoco lo circondavano. Si mise a correre, si fermò davanti a un muro bruciante, arretrò, cercò un’altra strada. Le fiamme gli bloccavano ogni via di fuga. Fu questione di secondi, ma quanto durano pochi istanti di terrore nella vita di un tarlo? Mentre calzavo il guanto refrattario per togliere il ciocco vidi l’insetto raggiunto e inghiottito dalle fiamme, e me ne sentii tristemente colpevole. Da allora, prima di buttar legna nella stufa, mi accerto che non vi abiti nessuno, con uno scrupolo che i più troveranno ridicolo.

Poi, invecchiando ho capito che l’orrore è uno dei volti di Dio. Il nostro cuore è un campo crematorio, dove si bruciano i sogni e le illusioni. Ma è proprio da questa terra riarsa che miracolosamente nasce il fiore della compassione. Ogni essere vivente porta il marchio della fame e della paura, del dolore e della morte. Tutti veniamo dall’Invisibile, dall’abisso originario, creature di un fiat misterioso. L’intuizione di questa fratellanza, che unisce l’uomo all’animale, genera la pietà come un’eco profonda e spontanea. In ogni vivente vediamo un effimero universo di emozioni, affetti, pensieri. Un verme non può scrivere poesie o esser teologo, ma non esiste essere, per quanto piccolo e umile, che non soffra e non desideri vivere. E ogni vita, ogni sofferenza, merita la nostra devozione.

Alcuni, il cui modello di vita son forse i grandi predatori, giudicano effeminato, sintomo d’una debolezza d’animo, concedere quest’attenzione alle pene degli animali. Chiudere il cuore dentro una fredda corazza è per loro segno di virilità. Questi apprendisti stoici, che sanno accettare coraggiosamente il dolore e la morte degli altri, diranno che compatire un vitello o un insetto è ubbia buona per giainisti come Gandhi, sognatori e idealisti. Il loro spirito realista insegna che a regolare il corso delle cose è la competizione, la legge del più forte. È questa la lex communis della nostra aggressiva, inclemente società. Perciò adoriamo l’Onnipotente Dio degli eserciti, il Baal dei sacrifici orrendi.

La misericordia divina attende, per manifestarsi, la nostra tenerezza. Scoto Eriugena dice che nell’uomo si compendiano tutte le creature. Rispettandole, l’uomo rispetta sé stesso. E la sua crudeltà su di loro colpisce la sua stessa anima, perché siamo “unità sostanziale”. Non si tratta di farne un estremismo ideologico, incuranti del reale e delle sue necessità, ma di sentire che è indegno dell’uomo togliere ad altri la possibilità di godere della vita e della libertà, anche quando gli altri sono maiali, vitelli o tarli.

Si dirà che con quel che succede nel mondo è assurdo preoccuparsi di agnelli sgozzati. Come se questo mondo, con la sua empietà, non fosse specchio fedele dei nostri atti, dei nostri pensieri. Siamo così assuefatti alla violenza da crederla naturale e necessaria. Troviamo umano ciò che è disumano. Quel giorno vidi l’ordinaria ferocia dei macellai, ma quella crudeltà veniva da lontano, dalla sorda indifferenza della gente, dal cinismo, da una ragione senza cuore. Quel vitello torturato non mi fece dubitare di Dio ma dell’uomo e di me stesso. Perché non è l’esser sapienti, potenti o immortali che ci rende umani, ma l’aver compassione. Per questo, quando quelle grida cessarono, pensai:  “non c’è dunque un uomo?”.

59 Comments

  • Michele Franceschini 9 Aprile 2023

    >Perché non è l’esser sapienti, potenti o immortali che ci rende umani, ma l’aver compassione

    Ritengo questo pensiero frutto di un’ispirazione superiore perché con gli esempi che abbiamo di fronte ogni giorno con gli orrori di guerre e atrocità, la conclusione più comune è esattamente il contrario.
    Ringrazio e auguro Buona Pasqua.

  • Giuseppe 9 Aprile 2023

    . “È vero che gli esseri più grandi e possenti sulla terra sono vegetariani, ma ciò dipende forse dalla loro ignoranza della scienza alimentare. ”

    Caro Lei, gli animali sul nostro pianeta hanno la ventura di nascere erbivori, carnivori, onnivori. Lei sembra riferirsi agli elefanti, che sono erbivori. Nei mari vi sono alcuni mammiferi molto più grandi e possenti degli elefanti, che però sono carnivori, le balene. Il punto non credo sia cosa mangia l’animale più possente e grande della terra.
    Le confesso di non essere riuscito a leggere tutto il suo scritto.
    Mostra un profondo disprezzo per la complessità della vita .
    Si occupi dei diritti LGBT dia retta.

    • Livio Cadè 9 Aprile 2023

      Lei ha ragione, mi riferivo agli elefanti, ma anche a rinoceronti, bufali, bisonti, tori, gorilla, oranghi, animali di terraferma che han fama di esser i più grossi e forti, nonostante l’alimentazione vegetariana. Credevo fosse evidente che non mi riferivo ad animali marini. Forse avrei dovuto specificarlo. Ma avrà capito che il tono della mia osservazione non voleva essere scientifico e tassonomico…
      Mostro un profondo disprezzo per la complessità della vita? Cosa vuol dire? Un mio amico, eminente matematico e scienziato, diceva che neanche sotto tortura avrebbe ammesso che la realtà è complessa. Sono d’accordo con lui. Ma ben diverso è il caso di una vita complicata. Questa non la disprezzo, la vivo.
      I diritti LGBT? Non capisco di cosa parli.

      • Giuseppe 9 Aprile 2023

        Mi scusi , ho tralasciato per ovvie ragioni , di esprimermi ulteriormente sulla questione che Lei sollevava.
        Il punto non è l’alimentazione degli animali terrestri o marini più forti e possenti. Il punto è che esistono tre tipologie, che si definiscono in base al tipo di alimentazione. Erbivori, carnivori, onnivori. Lei appartiene agli onnivori. Dovrebbe accettare che alcuni suoi simili conservino tale tipo di alimentazione. Giunge in ritardo, il sermoncino animalista, tra le ultime tale Brambilla , lo ascoltiamo da anni in questo periodo. L’ invito ad interessarsi ad un’altra causa nobile , diritti LGBT , si confà con il suo sentire riguardo i diritti degli animali.
        Gates trova la soluzione compassionevole.
        Tumori cresciuti in laboratorio. Etici e sostenibili. Ricordi che gli erbivori emettono gas! Non vorrà forse condurci verso una dieta vegetariana che farà dei 7 miliardi di umani un gregge capace di compromettere il clima sula terra ? È etico mangiare pesci ?? Soffrono i pesci ?? Le piante soffrono ??
        La complessità della vita è incomprensibile .

        • Livio Cadè 10 Aprile 2023

          Quindi, io sarei per decreto naturale o divino, un animale onnivoro e perciò tenuto a mangiar carne? Anche se posso farne benissimo a meno? Mi permetto di dubitarne.
          O almeno, dice Lei, dovrei accettare che altri miei simili mangino carne, senza impicciarmi dei loro gusti e delle loro convinzioni? Ma io non voglio convincere nessuno, e tanto meno posso obbligare qualcuno a cambiar dieta. Mi limito a una riflessione che per me ha un’urgenza spirituale. Per me e forse per qualcun altro. Non sono onnisciente. Ma neanche Lei deve pensare che il suo ragionamento sia l’unico possibile.
          Definire ‘nobile’ la causa LGBT è per me incomprensibile come per Lei la complessità della vita, quindi sorvolo.
          Anche Gates e i suoi progetti, non c’è nessun nesso con quello che scrivo.
          Sulle altre Sue domande, sarebbe lunga, ma in sintesi, i pesci soffrono? Sì. Le piante no. È etico mangiare i pesci? Per Lei sicuramente sì, per altri no. A me porre un sistema di regole etiche non interessa. La vita è già abbastanza complicata.

    • Tiziana Giuseppa Crisafi 10 Aprile 2023

      Io ho voluto leggerlo fino in fondo, ma ho provato amarezza. Ho sempre letto e apprezzato gli scritti e le riflessioni di Cadé, ma ahimè, qui siamo precipitati nel pensiero che ci vuole deboli, facili da manipolare e pure con sessualità indefinita. Sono una donna che ha i muscoli che mangia carne e non per questo non rispetto e non amo animali e natura.

      • Paola 10 Aprile 2023

        Signora, mi scusi, perché “deboli, facili da manipolare e pure con sessualità indefinita”? Glielo chiedo senza polemica, vorrei solo capire. Soprattutto gli ultimi due punti. Grazie se mi risponderà.

      • Livio Cadè 10 Aprile 2023

        Anch’io provo amarezza nel leggere certi commenti. Che nesso ci può mai essere tra il rispetto della vita che troviamo in Zoroastro, Pitagora, Buddha, Plutarco, Porfirio o più vicino a noi in Leonardo, Tolstoj, G. B. Shaw, Gandhi, Schweitzer ecc. e “il pensiero che ci vuole deboli e manipolati, la sessualità indefinita”?
        Mi pare vi siano anche molti atleti vegani, e non per questo più deboli, manipolabili o sessualmente incerti.
        Muscoli, forza fisica, aggressività, sono veramente queste le qualità più desiderabili in un essere umano?
        Non facciamoci prendere dalla retorica rozza del ‘guerriero’. Aver la forza di ribellarsi al sistema attuale, alle sue menzogne e alle sue atrocità, non dipende dai muscoli.

  • joseph b. Mirabile-caruso 9 Aprile 2023

    Livio Cadè: “Il maiale fu ripreso, rovesciato, finito. Quando le grida cessarono, il carrettiere sospirò profondamente e disse: “Ma non c’è un Dio?”.

    “Quel vitello torturato non mi fece dubitare di Dio, ma dell’uomo e di me stesso. […] Per questo quando quelle grida cessarono, pensai: “non c’è dunque un uomo?”.
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    A me sembra, egregio Cadè, che il suo “non dubitare di Dio” non si accordi né con la domanda del carrettiere, né con la domanda che lei pone a se stesso.

    Se è vero – come è fuor di discussione che sia – che Dio non può essere dubitato – allora non ci rimane che noi – una parte di noi Umani – dobbiamo dubitare di noi stessi! A meno che non vogliamo avventurarci nell’assurdo cammino che ci porta a concludere che una parte di noi Umani siamo più “compassionevoli” di Dio: una vera bestemmia contro di Lui!

    Qual’è la strada, quindi, che conduce all’armoniosa coesistenza di noi Umani commiserevoli con Dio?!

    • Livio Cadè 10 Aprile 2023

      Che io non dubiti di Dio non significa che sia indubitabile. Per il resto, mi scusi se prima di rispondere alla Sua domanda Le chiedo di farmi capire meglio. Stiamo parlando di animali massacrati quotidianamente. Secondo Lei astenersi da queste stragi sarebbe una bestemmia? Perché equivarrebbe a pensare che noi uomini siamo più ‘buoni’ di Dio? Ma perché? Perché Dio uccide gli animali, quindi anche noi dobbiamo farlo? Ma Do, se lo vediamo in questo modo, uccide anche gli uomini, vecchi e bambini senza differenza. Scatena terremoti, inondazioni, cataclismi, manda pestilenze ecc.. Bisognerebbe intendersi su cosa significhi ‘Dio’.
      Lei infatti chiede anche qual è la strada per “coesistere con Dio”. Ma anche questa è un’espressione che non capisco.

  • Paola 9 Aprile 2023

    Che tristezza certe parole lette sopra. Che nausea. Che vomito. Non so se Dio ci sia…mah…Tuttavia, so con chi sostituirei le povere creature portate al macello. E no, non mangerei i sostituti. Li macellerei per il mero gusto di farli sparire.

    P.S. neppure io ho capito la storia dei diritti lgbt…cmq la vastità del ***** che me ne frega.

    • Paola 9 Aprile 2023

      * ovviamente non mi riferivo certo all’articolo. Ma meglio precisare, visto il tenore.

      • Paola 9 Aprile 2023

        Fra l’altro, definire “sermoncino animalista” una riflessione profonda…bah…non mi pare sia neanche un articolo di stampo estremista o esaltato…bah…e neppure una esortazione a nutrirsi della poltiglia sintetica che i nasoni hanno prodotto in laboratorio…bah…chi lo desidera, ovviamente, si mangi agnelli e carne fino a scoppiare…ma rispetti le riflessioni/la sensibilità altrui.
        Ah…chi evita i cibi carnei non sposa automaticamente la causa lgbt etc…precisazione dovuta, vista la bizzarra associazione.

        • Giuseppe 10 Aprile 2023

          Eterogenesi dei fini. Si , è bizzarro ,ma sovente accade, nonostante le migliori intenzioni.

          • Paola 10 Aprile 2023

            Non generalizzi. Forse il Suo osservatorio è limitato.

            Buona giornata.

          • Paola 10 Aprile 2023

            …per contenere il rischio di estremismo…io, ogni tanto, mangio il pesce. Cerco di non mangiarne molto e valutarne la provenienza…certo, i pesci soffrono. Ma ci sono vari livelli di sofferenza e condizioni di vita incomparabili con la non vita di creature destinate al macello. È un criterio arbitrario, lo so…purtroppo.
            L’urlo dei vegetali non l’ho ancora sentito. Anche se uno studio dei soliti nasoni confermerebbe lo strazio di pomodori & co…ma continuerei a cibarmene. Forse perché non colgo emozioni nel volto del pomodoro, del carciofo etc…arbitrario, certo. Ma tant’ è.

          • Giuseppe 10 Aprile 2023

            S’ ignora ! Cosa intende dire con osservatorio? Intende dire una sorta di colle dell’infinito? A dire il vero vedo mare e monti. Lì, tra le altre cose coltivo e allevo allo stato brado. Sono un mostro perché mangio gli animali che allevo ? Sono privilegiato certo, compatisco non solo gli animali allevati industrialmente, ma anche i poveri consumatori onnivori , costretti ad avvelenarsi con quella carne. Molti di voi dovrebbero alzarsi le maniche . Almeno farsi l’orticello, poi parlare . Fare crescere un bambino senza proteine animali e poi parlare.
            Sappia che le piante sono la coscienza acquatica del minerale.
            A quella verità sono giunto negli anni . L’autorizzo a farla sua e divulgarla.
            Le piante e i funghi ,sono esseri animati, che attraverso una sensibilità a noi sconosciuta comunicando tra loro, vivono in comunità collegate.
            Lei forse dipende da altri per il suo sostentamento e la produzione di cibo, vivendo lontana dal naturale . Come può sentirsene parte? Capisco il suo livore .” Facci “qualche gita fuori porta , si pianti e cerchi di germogliare avendo cura di non diventare cibo per erbivori prima di essersi riprodotta.

          • Paola 10 Aprile 2023

            Intendo dire osservatorio su campioni di umanità. Cmq ho smesso di mangiare carne tardivamente, troppo. Con l’età aumenta la consapevolezza. E non facevo discorsi su nutrimento bambini etc…
            Sono lieta per Lei e per la Sua privilegiata (e frutto di sacrifici, per carità) vita bucolica. Ergo, non capisco il Suo livore. Stia sereno (semicit.).

          • Paola 10 Aprile 2023

            …sicuramente le piante hanno una “loro” sensibilità. Ma, per evitare di nutrirmi di sassi, faccio una scelta. Empatica, per così dire. E guardo gli occhi di un agnello. Mi perdonino l’asparago, il fungo e gli altri.

        • Paola 10 Aprile 2023

          E su “Dio compassionevole”…bah, tema quantomai complesso, per essere succinti…sicuramente non affermabile (e liquidabile) con arrogante e granitica certezza.

  • Livio Cadè 10 Aprile 2023

    Per rispondere a Paola evitando l’eccessiva verticalità…
    Istintivamente non mi piacciono gli estremismi ideologici e nemmeno l’assoluta coerenza. Anch’io ogni tanto, raramente, mangio un po’ di pesce. Credo anch’io vi siano livelli diversi di sofferenza e che quelli relativi agli allevamenti intensivi e alla macellazione degli animali terricoli siano i peggiori immaginabili. Mi pare che la loro mostruosità dovrebbe essere evidente a ogni essere umano ragionante. Almeno teoricamente. Le scelte comportamentali sono un’altra cosa e in esse giocano tanti fattori diversi.

  • Elia 10 Aprile 2023

    “L’ostilità, la possessività e ogni tendenza a trovarsi diversi dagli altri, estranei a loro, derivano dal fatto che l’essere umano si è allontanato da quello stato di perfezione in cui tutti gli spiriti, identificati nello Spirito divino, sono uno. Nell’unità, non compare mai la minima manifestazione ostile. Certi esseri sono andati talmente lontano nell’esperienza dell’unità che si sentono vibrare all’unisono con tutte le creature: non vi è più separazione, tutte le anime e tutti gli spiriti vibrano all’unisono, e recepiscono ciò che accade agli altri come se accadesse a loro stessi. È proprio questo lo scopo della Scienza iniziatica:riportare gli esseri verso la coscienza dell’unità”. (Omraam Mikhaël Aïvanhov)

  • Fabio Litantrace 10 Aprile 2023

    Buongiorno, grazie per il bellissimo articolo. Le vorrei chiedere se, secondo lei, è ragionevole pensare che l'”età dell’oro” o “satya yuga” e simili in tutto il mondo siano state età in cui era massima la quantità delle persone “vegane”, e poi via via con il procedere dei cicli siano diminuite sempre di più fino ad arrivare al pazzo mondo di oggi.

    • Elena 10 Aprile 2023

      «Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei pasti a base di carne ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca di fibre e di secrezioni maleodoranti della carne degli animali […].
      Gesù Cristo, che venne quando fu compiuto il tempo, ha collegato la fine con l’inizio. Pertanto ora non ci è più consentito di mangiare la carne degli animali.
      (…) Dicearco, nei suoi libri sull’antichità greca, riferisce che sotto il segno di Saturno, quando la Terra era ancora spontaneamente fertile, nessun uomo mangiava carne, vivendo tutti di frutti e legumi che crescevano naturalmente».
      (San Girolamo, dottore della Chiesa).

      • Paola 10 Aprile 2023

        Grazie, Elena. E grazie per la riflessione e la domanda di Fabio L.

    • Livio Cadè 10 Aprile 2023

      Scusi se Le rispondo in ritardo. Mi era parso che la risposta di Elena fosse più che sufficiente. Comunque, sì, penso vi sia stata un’età dell’oro in cui gli uomini erano frugivori, e che il cibarsi di carne sia effetto di una involuzione. Penso anche che tornerà un’età di convivenza pacifica tra noi e gli altri animali.

  • Livio Cadè 10 Aprile 2023

    Come al solito, quando mi capita di accennare alle sofferenze degli animali, mi trovo di fronte ad alcune tipiche obiezioni. Eccone un elenco, per quanto molto sbrigativo.
    I Semplicisti. “Da sempre gli uomini mangiano gli animali. Non vedo dove sia il problema”.
    Risposta: A) Non è vero, B) Forse devi guardare meglio.
    Gli Edonisti (o Menefreghisti). “Cosa me ne frega se la mucca soffre. A me piace la chianina”.
    Risposta: nessuna risposta.
    I Nutrizionisti. “La carne è indispensabile perché contiene proteine nobili e vitamina B12”.
    Risposta: c’è chi vive benissimo senza.
    I Catechisti. “Astenersi dalla carne, a parte ragioni di penitenza, è un’eresia contraria all’Ordine voluto da Dio. Negli Atti degli apostoli è scritto… Sant’Agostino dice…” .
    Risposta: è inutile rispondere, essendo un’obiezione basata sulla fede e l’autorità . Bisognerebbe parlarne semmai con gli Apostoli, Sant’Agostino ecc.
    Gli Evoluzionisti. “Che l’uomo uccida e mangi gli animali è il manifestarsi di un Ordine naturale, in cui il più forte sopravvive a spese del più debole”.
    Risposta: ammesso che sia così, perché un’etica? Perché non limitarsi alle leggi della foresta?
    Gli Storicisti. “Vi fu un’era glaciale in cui gli uomini dovettero per necessità adattarsi a mangiar carne” .
    Risposta: visto che i ghiacciai si sono ormai ritirati, non si può cambiar quell’antica abitudine?
    Gli Economicisti. “Lo sfruttamento degli animali crea un immenso mercato, che ha leggi inviolabili e che dà lavoro, profitto e benessere a milioni di persone”.
    Risposta: vedi risposta agli Evoluzionisti.
    Gli Antropologisti. “C’è stato il periodo dei cacciatori, poi quello degli allevatori, e tutta la nostra civiltà e cultura si è formata intorno allo sfruttamento degli animali”.
    Risposta: e non ci potrebbe essere un periodo di pacifica convivenza con gli animali?
    Gli Esoteristi. “Vi sono profonde ragioni cosmiche e metafisiche che giustificano il sacrificio degli animali”.
    Risposta: mah… Mi ricorda tanto chi cita tantra e kundalini per legittimare cupidigie sessuali.
    I Totemisti. “Mangiare animali è sostituzione simbolica del pasto totemico, momento fondamentale della civiltà in cui il Padre viene ucciso. Rifiutare la carne è quindi l’illusione, l’utopia di rimuovere da sé una colpa inconscia e collettiva”.
    Risposta: può darsi, ma mi piacciono le utopie.
    I Filantropisti. “Attraverso le sofferenze degli animali si cerca il bene dell’umanità. Per esempio, la vivisezione, che ha permesso alla medicina di progredire e salvare tante vite umane”.
    Risposta: è sempre la logica del sacrificare l’inferiore. Logica che, se applicata coerentemente, implica scenari orribili. La violenza è un albero che dà sempre i suoi frutti. Una medicina crudele produce, a breve o lungo termine, effetti disastrosi.
    I Benaltristi (o Retorici). “C’è ben altro di cui preoccuparsi”.
    Risposta: cioè guerre, fame nel mondo, vaccini? Ma pensiamo all’impatto di un grosso asteroide sulla Terra. Cosa sono le nostre guerre in confronto? Si può sempre trovare un “ben altro” di cui preoccuparsi, per il quale non possiamo fare nulla, e quindi non far nulla.
    Gli estremisti. “E la lattuga, il pomodoro, il grano, non hanno una coscienza, non soffrono? Dovremmo allora astenerci anche dai vegetali”.
    Risposta: io credo che tutto abbia una coscienza, quindi che anche i vegetali ne abbiano una (sui generis) ma che non provino dolore. Quindi mangio cereali o frutti. (N.B.: chi pone questa domanda sa benissimo che gli animali soffrono e non pensa in realtà che la lattuga soffra, ma lo trova un buon argomento per continuare a mangiare animali).
    I Tradizionalisti. “Vegetarianismo, veganismo, new-age, LGBT, uteri in affitto, farine di insetti ecc., fan tutti parte di uno stesso piano di distruzione della civiltà e della tradizione occidentale”.
    Risposta: non diciamo ‘bestialità’. Il rispetto degli animali nasce prima della civiltà occidentale.

    Forse vi sono altre obiezioni, ma al momento non me le ricordo…

  • upa 14 Aprile 2023

    Ottimo scritto Sig. Cadé..da pubblicarsi Urbi et Orbi per diffondere la notizia che il pensiero esiste ancora e viene coltivato da qualcuno.

  • Gaspar 14 Aprile 2023

    È bene sempre però operare dei distinguo. La carne non è tutta uguale. Vi sono modalità infami di procurarla e maniere che possiamo, per così dire, definire rispettose.

    Bisognerebbe senza remora alcuna cancellare la vergogna degli allevamenti intensivi ed in generale tutte le pratiche inutilmente nocive al benessere degli animali. Mi sento di dire che i frutti di tali abomini – la carne ed anche il pesce – rappresentino le uniche forme il cui consumo è da rifuggire per ovvie ragioni sia coscienziali sia salutistiche e senz’altro relative all’inquinamento degli ecosistemi.

    Non sono da esecrare tout court la carne da allevamento tradizionale al pascolo e altresì la selvaggina cacciata con criterio arrecando le minori sofferenze possibili agli animali, perché costituiscono una risorsa importante, invece. In particolare l’allevamento al pascolo è una pratica insostituibile in seno ai cicli produttivi agricolo – soprattutto – e del settore zootecnico; come ben sapevano i popoli tradizionali che infatti sacralizzavano queste attività ed i prodotti derivanti.

    • Paola 14 Aprile 2023

      Anche se non mi potrei più cibare di carne, apprezzo la pacatezza garbata e articolata del Suo commento. Opinioni espresse con chiarezza, educazione e senso logico. Finalmente.

      • Gaspar 15 Aprile 2023

        La ringrazio. Questo è un tema assai importante ed è doveroso provare ad analizzarlo con calma ed equilibrio.
        Neppure io comprendo certi toni usati in alcuni commenti, gli scritti di Cadè essendo ben fatti e dai toni posati non credo meritino giudizi inutilmente polemici.

  • nachtigall 14 Aprile 2023

    Ritengo corretto l’atteggiamento di chi riflette sull’argomento come fa il Cadè, piuttosto di quello di chi lo ignora completamente o cerca di liquidarlo in maniera semplicistica. Non ne condivido necessariamente le conclusioni.
    Sono stato vegano per anni, ho praticato anche il digiuno per un breve periodo della mia vita; vi ricorro ancora nei momenti piu’ difficili, per la chiarezza di pensiero che dona (e’ il mio modo di pregare). Poi per indifferenza sono tornato a mangiare uova e latticini e infine oggi di tanto mangio carne e pesce. Sinceramente ne farei forse a meno, se vivessi tra miei simili, ma quando me li trovo nel piatto non lotto piu’ e li mangio. Ammiro la rigidita’ della dieta kosher. Di mio non compro ne’ carne ne’ pesce, ma in famiglia teniamo delle galline, mi fa piacere che il gatto mi elimini qualche topo di torno (se no provvedo con trappole), e ai cani (a cui tolgo le zecche e le uccido implacabile) compro del cibo in cui il produttore afferma di aggiungere della carne vera…
    Al ristorante, quando capita di andarci, non sto piu’ a ricercare il piatto senza questo o quell’altro. Credo che la vita su questo pianeta sia un continuo rubarsi le energie a vicenda, dalla donna che si veste per attirare gli sguardi degli uomini, al filosofo o al commentatore che scrive un pensiero per il piacere di condividerlo e attirare su di esso l’attenzione (l’energia) di chi legge.
    Le piante soffrono, di questo sono convinto. Ci sono in rete molti esperimenti degli effetti di certa musica su di loro. Provano a modo loro gioia e tristezza o dolore: ne sono convinto. Non e’ una scusa per dire che tutto fa brodo, voglio dire che anche camminando ci e’ impossibile evitare tutti gli insetti, qualcuno lo ammazzeremo: e’ un mondo costruito cosi’. Non voglio dire nemmeno che allora tutto e’ permesso, ci mancherebbe.
    Alcuni allora ne deducono frettolosamente che Dio e’ cattivo. Io credo al contrario che tutto questo sia un test (e questa idea me la sono fatta anche leggendo la Bibbia)… siamo qui per imparare la disciplina in un ambiente a noi ostile. Ma la vita e’ anche piena di cose belle. Bene e Male lavorano assieme, come Dio e Satana nel libro di Giobbe, ‘perché con il fuoco si prova l’oro, e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore’. Il mondo non va cambiato ma trasceso. Facile dirlo.

    Sulla risposta degli esoteristi… ci sono varie filosofie. Si trovano anche quelli che dicono che bisogna praticare una dieta vegetariana perche’ cio’ aiuta ad affinare certe capacita’ latenti in noi o a migliorare la connessione con i piani alti – quindi per motivi tecnici e non necessariamente etici.

    Sul tantra e kundalini si gioca ovviamente col fuoco (con il rischio di scottarsi e anche molto peggio) ma lo scopo e’ sempre la perfezione, benche’ ottenuta attraverso la realizzazione di tutti i desideri, quindi forse quasi per ‘noia’. Capisco anche chi dice che siano tutte scuse per legittimare cupidigie sessuali. Sotto ‘tantra’ e ‘kundalini’ finisce un sacco di roba… Osho era con tutta evidenza un criminale, ad esempio. Ma questo non sposta il principio.

  • upa 16 Aprile 2023

    Secondo te Osho era un criminale, mentre secondo me era un grande Maestro ..e come dice il proverbio “a ognuno il suo”. che il mondo è vario.

    • Livio Cadè 16 Aprile 2023

      Forse né criminale né grande maestro. Più probabilmente uno straordinario affabulatore.

    • nachtigall 16 Aprile 2023

      Nel mio universo predisse un diluvio universale per gli anni ’80/’90 (con terremoti, eruzioni vulcaniche etc.) che NON si verifico’. Per questo lo definisco terrorista e ciarlatano.
      Il ‘guru della vagina’ , come veniva affettuosamente chiamato, raccomandava ai suoi discepoli la sterilizzazione e sognava (come il famoso figlio di rabbini e parente dei Rothschild, Karl Marx) di abolire la famiglia e la proprieta’ privata (degli altri). Per questo lo definisco comunista o davosiano (e’ la stessa cosa).
      Per l’uso che fece delle droghe, senza alcun ritegno, lo definisco drogato.
      Come si vede, sono definizioni tecniche (da vocabolario), senza alcun giudizio da parte mia.
      Nei suoi deliri arrivo’ a dire che non siamo altro che chimica, in questo essendo perfettamente concorde con una certa ‘scienza’.
      Violento con le donne (nella sua comune avvennero diversi stupri), va detto a suo merito che quantomeno riconobbe (a parole) nell’omosessualita’ una deviazione… I bambini sono un’altra storia.
      https://thetiltedglass.com/channel/netflixs-wild-wild-country-is-garbage-covers-up-osho-rape-culture/
      Amante del lusso, fini’ con il mandare in bancarotta la sua comune.
      Durante le elezioni nella contea di Wasco (Oregon), Rajneesh ordino’ ai suoi (sudditi?) di recuperare barboni da tutte le grandi citta’ americane per “truccare” le elezioni in suo favore. Alcuni furono drogati per esser piu’ docili. Il Maestro e i suoi tentarono anche di avvelenare i cittadini di The Dalles.
      https://en.wikipedia.org/wiki/1984_Rajneeshee_bioterror_attack
      Fu poi arrestato per aver violato delle leggi sull’immigrazione, mentre cercava di svignarsela con il suo jet e infine espulso dagli Stati Uniti. Per questo lo definisco criminale. E’ una definizione da vocabolario, senza giudizio da parte mia.
      Ne fece molte altre ma non ho voglia di continuare. Basterebbe vederlo in faccia.
      Altro che affabulatore, chiamiamolo con il suo nome: Maestro.
      Del crimine.

      Questa mia risposta e’
      “Dedicata a quelli di questa comunità che durante l’invasione e l’occupazione di Rajneesh del 1981-1985 rimasero, resistettero e ricordarono…”
      https://www.flickr.com/photos/whsieh78/43112950732

      • Livio Cadè 16 Aprile 2023

        Non ho seguito le vicende giudiziarie di Raineesh. Ho solo letto, più di quarant’anni fa, alcuni suoi libri. Sulle sue attività criminose sospendo dunque il giudizio. Ricordo però che a chi lo voleva incriminare rispose “andrò al martirio in Rolls Royce” o qualcosa di simile.
        Resto del parere che fosse un abilissimo affabulatore, grande miscelatore di suggestioni mistiche e liberazioni sessuali, con i suoi frullati a base di zen, taoismo, tantra, sufismo…

        • nachtigall 16 Aprile 2023

          Capisco e non voglio invitare nessuno a perdere ulteriore tempo con personaggi del genere. Ma se qualcuno leggendomi si facesse venire dei dubbi sull’argomento e volesse approfondire per comprendere meglio il fenomeno della new age, sappia che la documentazione esistente e’ veramente enorme e io ho appena sfiorato la superficie.

          Sul fatto che fosse abilissimo non ci sono dubbi e lo riconosco senza problemi. Invidiabile il suo successo.
          Sono gli stupri rituali perche’ la donna doveva dire di si’ alla vita che mi lasciano un po’ perplesso… Motivi terapeutici…
          Comunque per carita’ non voglio farne un cattivone su cui esorcizzare il male a mo’ di Hitler, ci vuole veramente poco a perdere il controllo quando si raggiungono certi livelli di potere. Non mi interessa minimamente condannare l’essere umano Osho (non sono certo nella posizione di farlo), ma sentirmi dire che sia un Maestro con la maiuscola addirittura… e’ troppo.

  • Nino 16 Aprile 2023

    Provo a partire da un punto di vista diverso: ci dobbiamo nutrire.
    La scienza e la scienzah forniscono risposte e bisognerebbe assumere che le risposte stesse non siano asservite ai finanziatori di turno: arduo.
    Per cui mi sembra che rimanga una via da percorrere che richiede lo sviluppo di una coscienza individuale in primo luogo.
    Poi, ognuno secondo natura e, e forse soprattutto, misura.

    • Paola 16 Aprile 2023

      Vero.

  • upa 16 Aprile 2023

    Tornando al cibo, ognuno mangia quello che si merita con risultati conseguenti.
    Tutte le morali applicate al cibo non funzionano, perché alla fine bisogna seguire il nostro percorso volenti o nolenti; e a un maiale è inutile mettere la cravatta.
    Il cibo, oltre a farci sopravvivere, può anche essere una via iniziatica verso l’equilibrio frutto delle passioni domate, e capace di creare il terreno giusto all’evoluzione sia fisica che psichica.
    Assecondare le passioni è la “discesa ad inferi” e per tornare a riveder le stelle il viaggio è lungo perché noi lo facciamo lungo attardandoci a osservare le pene che ci affliggono e ci provochiamo.
    Dante aveva Virgilio, che è arrivato al momento del bisogno, come nel momento del bisogno arrivano tanti Virgili che si offrono a farci da guida magari non richiesta: a un bisogno vero arriva un Maestro vero..a un bisogno fasullo arriva un maestro fasullo, per cui..

    guarda com’ entri e di cui tu ti fide
    non t’inganni l’ampiezza de l’intrare

    E di chi bisogna fidarci se non di noi stessi se l’intento è nobile e il nostro cuore puro? Poi comincia l’inferno e l’attrezzatura non ci manca, quello che manca è la voglia di uscirne, perché il diavolo è così furbo da trovarci un angolino appartato fatto su misura per imprigionarci con tutte le comodità.

  • upa 16 Aprile 2023

    Bè..vedo che dopo quarant’anni dalla Sua morte Osho suscita ancora emozioni..che poi era proprio quello che voleva.
    Una volta chiesero a Gurdjieff perché non parlasse mai di Gesù, al che rispose “io non c’ero ” come a dire che la gente parla sempre di quello che non conosce e lui si asteneva dal farlo.
    Chi parla male di Osho semplicemente non lo conosce e si lascia abbindolare da quello che oggi si chiama “propaganda”..cosa facile a farsi visti anche gli sviluppi che conosciamo negli ultimi tempi..
    Conoscere una persona non significa sapere quante volte è andata al cesso, ma significa rinvenirne un’essenza e comprenderla perché parte di noi stessi e quindi indubitabile.
    La differenza tra sintesi e sincretismo è questa: quando tutti i messaggi tendono alla stessa realtà che è già nostra solo in attesa di essere svelata, abbiamo la sintesi..mentre se i messaggi sono pezze che legittimano istanze più o meno nobili siamo nel sincretismo…e vedere in Osho un poeta o un criminale significa muoversi alla superficie degli cose..senza considerare questo un biasimo, ma solo un risuonare interiore di avvenimenti che abbiamo osservato e gli abbiamo dato la rilevanza che per noi meritavano.
    Per il Sig Cadé, Osho era un poeta e affabulatore, forse più affabulatore che poeta, mentre per altri era un semplice criminale..
    Per me era un Illuminato con la vocazione di fare il Maestro, e visto che è riuscito a illuminare le tenebre che a quell’epoca mi avvolgevano, la Sua vocazione era più che legittimata..perché si rivolgeva a chi non ha mai creduto in Dio neppure quando aveva cinque anni ed era conseguente al detto di Sartre che diventare condottieri di popoli o finire in osteria era uguale se Dio non c’è..ed io avevo scelto la seconda ben più facile.
    Se la madre mi ha dato la vita materiale, Osho mi ha dato quella spirituale..e visto che ciò è mia esperienza diretta, ne faccio semplice testimonianza..così..per pareggiare e mostrare un’altra campana.
    Mi piacerebbe che tutti la pensassero come me..ma poi penso che sarebbe una cosa mostruosa, noiosa e che dovrei pure lavorare per vivere, cosa per me inconcepibile visto che vivo nella foresta da un bel pezzo..quasi da sempre e con la ciotola che oggi si chiama bancomat.(hahaha)

    • nachtigall 17 Aprile 2023

      Beh… vedo che dopo quarant’anni dalla Sua (maiuscolo per carita’) morte Osho suscita ancora emozioni… che poi era proprio quello che voleva. Ci sono persone che sono state programmate proprio bene se ad oggi e’ impossibile elencare una serie di fatti di dominio pubblico senza suscitare la reazione ‘illuminata’ dei seguaci (non puo’ essere vero, se sono cose brutte e’ propaganda)… Che come si vede sono qui ora vivi e vegeti, motivo per cui NON e’ inutile parlare di queste cose.

      Upa.
      Ti faccio notare che sei stato tu a sentirti in dovere di reagire ad una mia banalissima osservazione su Osho. Non girare la frittata.
      Nel merito di cio’ che ho detto, poi, non c’e’ assolutamente nulla nella tua risposta, per cui direi che possiamo chiuderla qui.
      Ti sei limitato a dire ‘propaganda’, ma ti faccio notare che i libri di Osho li vende quella stessa propaganda, addirittura negli autogrill e negli aeroporti… Insieme alla biografia di Elensky, qualche romanzo “romantico”/erotico e qualche guida per fare soldi.

      Ognuno giudichera’ da se’, non penso che il Maestro Osho abbia bisogno di avvocati…
      https://www.oregonlive.com/rajneesh/

  • upa 18 Aprile 2023

    Senti.. potrei scrivere un libro su tutte le baggianate che vengono dette su Osho, ma non ho tempo e non mi interessa farlo.
    Gli uomini sono diversi e seguono approdi differenti, e ciò che per me è rivelativo, per te una sciocchezza, ma nondimeno voglio farti comprendere una cosa che forse ci arrivi, senza offesa ma tanté..
    Un Maestro si valuta dalla capacità di svegliare i discepoli e non di farli addormentare che a questo ci pensano le religioni ufficiali.
    Osho non cercava seguaci che lo seguissero, ma gente pronta a ragionare con la propria testa di fronte a ostacoli o prove la cui funzione era farti uscire dal torpore delle abitudini mentali.
    Se eri capace imparavi la lezione e uscivi dalla prigione delle tue false certezze, e se non eri pronto scrivevi un libro di offese per dimostrare che non avevi imparato nulla.
    Un giorno parlava bene di Gesù e un giorno dopo ne parlava male..e così ti metteva di fronte a te stesso e a quello che pensavi veramente, quello che era farina del tuo sacco o quello che invece era un giudizio degli altri che avevi fatto tuo.
    Se capivi l’andazzo, te ne andavi, avendo recuperato la capacità di pensare, che è il primo passo nel viaggio interiore..e grato che Qualcuno te lo abbia fatto capire.
    Se non lo capivi..bèh, nessuno ti ha obbligato a diventare un sannyasin
    e forse hai sbagliato maestro.
    Osho non ha fondato nessuna religione, non ha dato nessun credo e nessuna liturgia, ma solo tecniche di meditazione e la Sua presenza.
    Sfrutta le due cose e poi allontanati come quando vai al ristorante e ti alzi dal tavolo dopo aver mangiato, e se il cibo non ti piaceva almeno dovevi capire che dovevi cambiare ristorante.
    Questo è quanto, e tutte le scempiaggini narrate da chi non aveva capito nulla della situazione per me valgono zero..
    In coscienza
    Upa

  • nachtigall 18 Aprile 2023

    Praticamente Osho usava le stesse tecniche dei nostri politici… Un giorno dicono una cosa, quello dopo un’altra e poi ne fanno a sorpresa una terza.
    Probabilmente stanno tentando un disperato risveglio di tutta Italia. Chi capisce l’andazzo se ne va (dove?)… Poi ci sono quelli che non capiscono e pensano che siano dei semplici paraculo e piu’ che mettersi a scrivere libri di offese prendono atto di tutta una serie di (mis)fatti.
    C’e’ anche chi accecato da tanta illuminazione non riesce a vederli neanche se glieli indichi. E’ del resto un fatto noto a qualsiasi automobilista che una luce troppo abbagliante impedisce di vedere le cose piu’ basilari. Maestro Salvini, Maestra Meloni, Maestr* Schlein: grazie di cuore per i vostri insegnamenti.

    Ad ogni modo stiamo parlando di cose diverse. Tu parli di risveglio, io pensavo invece ai genitori, ai figli, alle mogli o ai mariti, agli amici di chi si e’ suicidato, di chi e’ stato internato in un istituto psichiatrico o in carcere, ai bambini abbandonati, agli stupri, alla gente chiusa in cliniche psichiatriche, allo sfruttamento della prostituzione (come documentato in India).
    Le due cose mica sono in contraddizione. Cosa risveglia piu’ della Morte? La Morte e’ il risveglio per eccellenza, nella filosofia malata di chi odia la vita e la Creazione.
    Le camere a gas (della cui esistenza oggi non si puo’ dubitare… per Legge… e’ perche’ c’e’ liberta’ di parola, stessa tecnica di Osho) sono state equivocate dalla solita letteratura sionista… Una tesi che vale ben un libro, se lo scrivi saro’ il primo a comprarlo.

    Il bello e’ che scrivi pure ‘in coscienza’!
    A presto

  • Livio Cadè 19 Aprile 2023

    L’orsa del Trentino, esempio di quanto sia difficile il problema del rapporto uomo-animale. E di come il modo più ovvio di risolverlo sia per noi ammazzare l’animale. Mi auguro che certi politici dagli istinti assassini abbiano vita breve (intendo come politici).

    • Paola 19 Aprile 2023

      Territorio volutamente ‘ripopolato’…E così ben gestito, vero? Ricordate Daniza? Ora la scelta tra morte o lager Casteller…splendido. Femmina coi cuccioli nel suo habitat. Splendido…stavo guardando (urge antiemetico) la foto del satrapello locale…ah, Lombroso…Cmq non posso rendere esplicito il trattamento che gli farei (al satrapello, va da sé)…sebbene la natura lo abbia già colpito…l’ho brevemente sentito anche mentre tentava di articolare dei suoni. Nella sua miserrima pochezza esteriore e interiore, tuttavia, è ostinatamente, ossessivamente crudele…soffre per il suo stato?

      • Paola 19 Aprile 2023

        …ci sono tante ‘aggressioni’ in Italia…non hanno i cuccioli, non sono nel loro habitat. Abbattimento o Casteller?

      • Paola 19 Aprile 2023

        A scanso di equivoci. “Tentava di articolare dei suoni (il satrapello)” non perché il putridume non gli uscisse dall’orifizio superiore, ma perché putridume. Lurido e arrogante. Non voce.

        • Livio Cadè 19 Aprile 2023

          Come non ammirare la forza icastica di queste espressioni?
          Però trovo poco equo prendersela solo col satrapello, il quale per altro, come è stato rilevato, porta già su di sé i segni di una natura matrigna..
          .

          • Paola 19 Aprile 2023

            Vero, c’è la pressione di tanti. Minisatrapelli locali, istituzioni varie, popolazione autoctona, sostenitori italici etc…Ma lui (?), cioè “la cosa”, ci mette la faccia (o è il retro?), il putridume dell’orifizio superiore e la firma (oddio, non so se “la cosa” firmi, cmq un segno).

          • Paola 19 Aprile 2023

            Segno di sentenza. Che in ogni caso sarà atroce. Al Casteller gli orsi stanno in loculi di cemento e acciaio, 12mq ciascuno, ora d’aria a rotazione in una sorta di piazzale. Ora ce ne sono 4 nel lager, mi sembra. Li sedano. Solo un trasferimento altrove sarebbe auspicabile. Ma visto il clima da “tricoteuses”, ne dubito.

  • upa 19 Aprile 2023

    Io, invece, metterei in gabbia chi ha ripopolato il territorio di lupi ed orsi che prima non c’erano e si viveva tranquilli.
    Le vipere almeno ti lasciano tranquillo se non le calpesti..gli orsi e i lupi ti inseguono pure se gli aggrada.
    Aspetto che branchi di lupi ed orsi affamati invadano i paesi e sfondino porte per banchettare nelle cucine, svuotando frigoriferi e crani di chi se lo merita per colpevole accettazione e passività su scelte demenziali.
    Se poi ci piace consegnare i boschi alle bestie feroci, vuol dire che ci piace stare in casa e contemplare la natura in TV.
    Diverso per i cinghiali, che sarebbero una vera risorsa per risolvere il problema rifiuti al mondo indiano: cinghiali liberi che mangiano tutti gli avanzi commestibili sanificando il marciume della monnezza non smaltita.
    Conghiali in città, orsi e lupi nei boschi..e zanzare a casa propria..(hahaha)

    • Paola 19 Aprile 2023

      Scelta demenziale per come è stata gestita. Anzi, criminale. Ma nei confronti degli orsi. Questo è il mio punto di vista, ci mancherebbe. Ah, ci aggiungo anche i 3 cuccioli, definiti “autonomi e autosufficienti”…ho sentito ora che probabilmente non è così. Cmq, ripeto, punti di vista. Io sarò pure veemente nell’esprimere il mio…Ma così è. E mi sono trattenuta.

  • Paola 19 Aprile 2023

    Olè! Altro abbattimento firmato…letto ora. Che dire? Non gli sia lieve la terra.

    • Livio Cadè 20 Aprile 2023

      Nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica. Bene, ora saremo tutti più sicuri…
      Però è il caso a questo punto di ricordare l’ovvio, cioè che ogni anno abbattiamo un miliardo e mezzo di maiali, trecento milioni di mucche, mezzo miliardo di pecore ecc. ecc.
      Sembra siano 170 miliardi di animali all’anno quelli abbattuti dall’uomo per cibarsene.
      Solo in Italia ammazziamo in un anno un milione di vitelli – come quello di cui parlo nell’articolo – e due milioni di agnelli, di cuccioli che ci inteneriscono quando li vediamo, ma la gola ha i suoi diritti.
      Un giro di soldi enorme, certo, lavoro per tanti, ma nessuna vera necessità che giustifichi un simile massacro.
      Abbattere questo orso (per sicurezza??) è un atto criminale e indegno, ma non meno criminale e indegno che uccidere un maiale o un vitello (per gola).

      • Paola 20 Aprile 2023

        ASSOLUTAMENTE D’ACCORDO. Questo caso sta occupando le cronache e smuove (parzialmente e temporaneamente) le coscienze. Per tutti gli altri c’è il silenzio. E il loro strazio continua. Il massacro per “gola” è atroce.

  • upa 20 Aprile 2023

    E la messa in sicurezza?
    Ci hanno sfracassato per anni con misure di sicurezza su tutto. e adesso non vietano alla gente di passeggiare nei boschi?
    Per un cinghiale morto di malattia hanno chiuso intere zone, e per lupi ed orsi vivi non fanno niente?
    No..adesso chi viene aggredito da un animale è lui stesso responsabile e non la bestia..mentre se volontariamente mi curo da un ciarlatano, il responsabile è il ciarlatano e non chi lo sceglie in libertà.
    Libertà che viene tutelata se liberamente passeggiamo in zone dove essere aggrediti da animali è frequente.
    Perseguire per il suo bene chi non mette cinture e casco, mentre ripopolare con animali feroci spazi che ne erano privi, è questa la sicurezza che impongono?
    Il povero orso femmina imprigionato fa tenerezza..soprattutto se la sua vita è in mano al TAR..e in fin dei conti l’orso voleva difendere il suo spazio e i cuccioli..che ne sapeva che esistono i runner?
    L’orso è sovranista a modo suo, non tollera estranei sconosciuti e non va tanto per il sottile..per questo non condanno gli animali..ma chi ce li ha messi seguendo chissà quali fisime, senz’altro meno convincenti di quelle dell’orso che ha semplicemente ubbidito al suo istinto..cosa naturale, a differenza di altri che dovrebbero avere la ragione per guida e non qualche astrusa considerazione ecologica o meno.

  • Angela 21 Giugno 2023

    La leggo sempre con grande interesse e ammirazione.
    Dopo questo scritto La venero.
    Vegana per amor loro

    • Livio Cadè 22 Giugno 2023

      La ringrazio per le parole gentili. La mia canonizzazione però mi sembra prematura…

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