Lunedì 12/9 il caro amico Fabio Calabrese ha pubblicato su queste pagine la trentacinquesima parte della sua serie “Ahnenerbe casalinga” che sicuramente i lettori di EreticaMente ormai conoscono bene come interessante spazio, divenuto praticamente una rubrica periodica, dedicata ai temi delle nostra storia remota.
Nel suo articolo Fabio Calabrese ha voluto spendere qualche parola di apprezzamento, di cui lo ringrazio, per un’iniziativa che di recente è partita su Facebook, ovvero la creazione del gruppo “MANvantara. Antropologia, Ethnos, Tradizione” focalizzato sulle Origini e le Radici dell’Uomo e delle sue Razze; Fabio ha anche auspicato una mia sintesi di quanto finora vi è stato pubblicato dai partecipanti, invito che ovviamente apprezzo molto. Tuttavia, non nascondo che la cosa sia di attuazione piuttosto difficile a causa di una certa eterogeneità del materiale che è stato messo a disposizione dagli amici: link ad articoli, note e considerazioni varie, domande ed interventi su argomenti anche abbastanza distanti tra di loro. Di conseguenza, ritengo più agevole fare piuttosto un sunto di quelle che vorrebbero essere le finalità ispiratrici dell’iniziativa e le coordinate tematiche entro le quali cercare di mantenere i contributi di tutti; anche se va detto che ciò non è… così semplice, vista la – peraltro lodevole – “proattività” di molti degli iscritti, che giustamente manifestano il piacere di condividere materiale di vario tipo, comunque sempre molto stimolante.
Venendo al nome del gruppo, se “Antropologia, Ethnos, Tradizione” rappresentano concetti che presumo siano sufficientemente chiari ai lettori di questo sito, la parola “Manvantara” è forse un po’ meno conosciuta in quanto è un termine presente nella Tradizione indù e si riferisce al ciclo completo, dall’inizio alla fine, di un’umanità: ciclo a sua volta suddiviso in quattro “Yuga” (Satya, Treta, Dvapara e Kali -Yuga) o anche, secondo un’ottica più occidentale, nelle cinque Età menzionate dal greco Esiodo (Età dell’Oro, Argento, Bronzo, Eroi, Ferro). In ogni caso, per sottolineare il focus tematico dell’iniziativa, “MAN” è volutamente scritto in maiuscolo, quale radice indoeuropea che, più o meno direttamente, rimanda al concetto di Uomo.
L’approccio culturale di base che vorremmo seguire si snoda lungo itinerari distanti dalle riduttive visuali materialistico-evoluzioniste e si propone di sviluppare, fondamentalmente, due filoni di riflessione: uno che potremmo definire “storico” ed uno “metastorico”.
La linea “storica” intende dedicarsi soprattutto alla dimensione temporale – la Preistoria umana – secondo una prospettiva ciclico-involutiva preferibilmente appoggiata alla cornice cronologica e concettuale proposta dal metafisico francese Renè Guenon, ma attingendo anche dalle elaborazioni di Julius Evola e di altri pensatori, “tradizionalisti” in senso stretto o meno, che possano fornire spunti ripresi dal Mito: in un’ottica, in ultima analisi, di Origini Boreali della presente forma umana. Quindi Thule, Hyperborea, ma anche Arioeuropei e, via via, Atlantide, Lemuria, cioè ragionando attorno a tutte quelle terre, quei sotto-cicli e quelle migrazioni – assieme etniche e simbolico-spirituali – che dagli arcani eventi dell’Antropogenesi iniziale hanno portato all’attuale quadro della diversità umana.
La linea “metastorica”, invece, intende collocarsi in una dimensione meno condizionata dalla temporalità e pertanto più “essenziale”, adottando una visuale maggiormente orientata all’analisi tradizionale delle strutture costitutive dell’Uomo (microcosmo: Corpo, Anima, Spirito) e, di riflesso, anche dei suoi aggregati (mesocosmo: Razze, Etnie, Caste). Quindi approcciando temi quali, a titolo di esempio: la posizione dell’Uomo in rapporto ad Archetipi e Manifestazione, i nessi Macrocosmo/Microcosmo, il tema della differenziazione delle Razze ed il loro rapporto con le Caste e le Etnie, la concezione tripartita della Razza in Julius Evola, il significato dell’ancestralità e degli atavismi, ecc…
Ma, oltre ai contributi di carattere tradizionale, entrambi i filoni di riflessione – che ovviamente possono tra loro interferire e sovrapporsi – sono aperti anche a tutti gli spunti utili provenienti dalla ricerca accademica, sempreché correttamente interpretati, traendo elementi dalle più svariate discipline. Ad esempio: paleoantropologia ed archeologia (focus sui ritrovamenti riconducibili a Homo Sapiens, anche di inattesa antichità; classificazioni morfologico-razziali; culture litiche; ecc…), genetica e paleogenetica (il rapporto tra DNA e forma biologica; epigenetica ed eredità; i legami molecolari tra le popolazioni mondiali; ecc…), glottologia (il dibattito sull’origine e la natura del linguaggio; il tema degli “universali linguistici”; l’etnogenesi delle grandi famiglie linguistiche ed i macro-rapporti tra di esse; ecc…), antropologia culturale e filosofica (il controverso tema degli “universali culturali”; la “peculiarità” del fenomeno umano; la tensione “Natura/Cultura”; i fondamenti dell’Identità etnica; ecc…), etologia e psicologia (le strutture comportamentali profonde; il rapporto con l’istintualità; ecc…), ma anche mitologia comparata, biologia, paleodemografia, paleoclimatologia e quant’altro ritenuto attinente.
Un’area, quindi, che come si può notare è al tempo stesso molto ampia ma anche molto specifica (da cui l’anzidetta eterogeneità del materiale finora pubblicato e la difficoltà a farne un riassunto generale). Ampia, cioè, negli spunti e nell’approccio interdisciplinare di partenza, ma specifica e focalizzata su un unico filo conduttore e sulla sintesi finale: una riflessione sulla storia del nostro Ciclo e sulla “topografia” interna dell’Uomo e di questa Umanità.
Per ulteriore chiarezza, terrei a precisare che l’ambito di interesse del gruppo non vorrebbe, preferibilmente, comprendere segmenti preistorici o forme viventi non relazionabili, in qualche modo, alla forma Sapiens, ma nemmeno la Protostoria troppo recente, che mi sembra un campo già ben presidiato da una platea piuttosto vasta di gruppi Facebook e dei quali quest’iniziativa non vuole essere un inutile doppione. E nemmeno tematiche, a mio avviso più discutibili, come quelle “ufologico-fantarcheologiche”, improntate da un certo sensazionalismo oggi molto in voga ed in fondo riconducibile all’alveo dello stesso materialismo denunciato sopra.
Infine, per quanto ovvio, sottolineo che non è assolutamente necessario essere antropologi o accademici per aderire al gruppo (io non lo sono) e che il livello di partecipazione può spaziare dall’articolo scritto in prima persona, al link segnalato, al libro suggerito, alla breve (o lunga) considerazione proposta o anche alla semplice domanda rivolta ai partecipanti per chiarire un dubbio o avviare una discussione. Nessuno insegna e tutti impariamo.
Chi, dunque, ha un’utenza Facebook attiva ed è interessato anche solo ad alcune delle tematiche riassunte sopra, non esiti a cercare il nostro gruppo nel social (attenzione: tra le ricorrenze per “Manvantara. Antropologia, Ethnos, Tradizione” oltre al nostro gruppo appare anche la mia pagina FB, che ha la stessa denominazione con la sola aggiunta del mio nome e che tengo come archivio di parte del materiale pubblicato; ovviamente siete invitati a visitarla). Sarà un piacere confermare la vostra richiesta di iscrizione.
Un cordiale saluto
Michele Ruzzai
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