Oh la bellezza della lingua italiana, perché distingue perfettamente il “dire” dal “parlare”!
Nei 15 giorni precedenti l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica Italiana e anche in quelli immediatamente successivi nella televisione pubblica italiana e pure in quelle private c’è stata una lunga maratona di trasmissioni e di ascolto, la quale ha finito col configurarsi come un autentico e grandioso “trionfo del parlare”: politici, giornalisti, opinionisti, perpetui partecipanti alle innumerevoli rubriche televisive, non hanno fatto altro che parlare, parlare, parlare, ma molto spesso senza “dire” proprio nulla.
Molti di loro esprimevano i loro pareri come se stessero esponendo e rivelando le più elevate e più difficili verità di carattere politico, sociologico e pure metafisico. E alcuni dimostravano codesta loro convinzione anche elevando gli occhi al cielo, come se stessero svelando le verità sublimi ma nascoste nella mente della Divinità.
E poi facevano discorsi su discorsi, sempre complicati, complessi, difficili, attorcigliati, anche per esprimere fatti e concetti che pure appartengono alla comprensione del comune mortale. Sì, la politica è una cosa difficile, ma non è poi del tutto lontana dal comune pensare dell’uomo normale, se è vero – come è vero – che essa viene fatta ed attuata da comuni mortali, non da individui tutti geniali e tutti superdotati.
Ed invece i “parlatori” facevano intendere di conoscere certe cose che il comune mortale neppure immagina né immaginerà mai.
Stupisce poi che i conduttori delle rubriche di approfondimento insistano nel richiamare individui che nelle precedenti puntate hanno fatto autentiche figure barbine. Ed è stato pure rispolverato qualche politico di lunghissimo corso, il quale in realtà non aveva fatto altro che collezionare una lunga serie di figuracce.
E dopo, ad elezione effettuata del Presidente, quale spettacolo grandioso e commovente e quasi unanime, quello del tentativo di “salire sul carro del vincitore”! Quanto numerosi “parlatori” hanno presentato e continuano a presentare il nuovo Presidente quasi fosse un “Santo”: lodi, elogi, osanna a non finire! E sicuramente verranno subito fuori anche numerose “biografie agiografiche” del Presidente Santo.
In seguito però, alla prima semplice scivolata o anche semplice tentennamento del Santo Presidente, i medesimi “parlatori”, politici, giornalisti, opinionisti non faranno a meno di “cambiare musica”, adoperando però non più i violini, bensì i tromboni e le grancasse….
Un pò di serietà, Signori, un pò di moderazione! E trattenetevi alquanto e soprattutto siate coerenti!
Massimo Pittau