Va letto questo libro di Marco Ramperti, meravigliosa figura di scrittore e uomo libero, morto in povertà per non essere il servo di nessuno: nessun editore-mercante, direttore di giornale a sua volta diretto, committente e padrone che non fosse anche Signore. Va letto perché ci fa capire in che mondo viviamo. Di che razza sono fatti gli apologeti dell’oggi. Perché sui giornali che oggi ardono di pathos civile scopriamo ogni giorno quei giuggiolosi editoriali – e sui libri tante righe piene di artefatta bonomia, e sui testi scolastici. Montagne di zucchero, di melassa, di falsa modestia. E se invece, a Roma, comandasse Benito I imperatore? Se l’aborrito Duce del fascismo, grazie a un’atomica sganciata un giorno prima degli americani, avesse vinto la guerra? Li leggeremmo lo stesso quei giuggiolosi editoriali? Le ascolteremmo lo stesso quelle lezioni di vita e pace e bene da parte dei paladini dell’uguaglianza e della democrazia? Ve li immaginate i maître e le maîtresse à penser di oggi rischiare la vita per contraddire Benito I imperatore? Figuriamoci. Ma non ci penserebbero nemmeno.