Il mondo terrestre e il mondo spirituale, la scienza e il mito hanno un elemento comune, una entità di fuoco reale e pensante: il velo segreto, quel monstrum che ha il vantaggio di profferire in anticipo la situazione. Il Monstrum nell’antichità indicava essenzialmente un segno divino, un prodigio e derivava dal tema “monere”: avvisare, ammonire, apparire, mostrando all’improvviso qualcosa di straordinario che vìola la natura e che è un ammonimento e avvertimento per l’uomo. In questo lavoro dedicato all’acqua, l’argomento sarà affrontato in tutti gli aspetti e in maniera ambivalente: la scienza da una parte e lo studio di frontiera dall’altra: il logico e il “metalogico”, scritto in corsivo, che andrà oltre la semplice parola poiché l’apparente non senso che ha senso stimola la mente a trovare altre soluzioni. Siamo proprio sicuri che il “metalogico” non sia il vero linguaggio originale e quindi più vero? Nel mondo arcaico si era in presenza di una società naturale dove la vera realtà era quella del cosmo e della natura. Nel mondo moderno al contrario siamo in una società simulata dove le leggi di riferimento sono una invenzione dei dogmi umani e leggi statistiche, il cui linguaggio non ha rispondenza con le leggi naturali, quindi viviamo il paradosso che tutto ciò che è giudicato irrazionale fa al contrario parte di una logica universale che riunisce il molteplice all’Uno e tutto ciò che è riconosciuto come logico è il mero frutto di una società artificiosa.
LA MATER ACQUA
“In principio era l’acqua”. Già dalla sapienza greca, da Talete, Anassimandro, Anassimene e dallo stesso Eraclito, sappiamo che “tutto scorre”, quindi l’acqua è stata sempre vista come l’elemento fondamentale, necessario e insostituibile, legato alla genesi, quindi capace di guarire il corpo e l’anima poichè da Lei ebbe origine tutto ciò che è vivente. Non a caso l’inizio della trasformazione, per ogni religione, avviene proprio attraverso l’immersione nell’acqua, ossia grazie al contatto con la sostanza della vita e nel contesto di una “coppa” battesimale.
Se leggiamo su qualsiasi dizionario è scritto che: l’acqua è il composto chimico in cui sono presenti due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, incolore, inodore, insapore; costituente fondamentale degli organismi viventi. E’ presente in natura allo stato liquido (fiumi, laghi, mari), allo stato solido (nevi, ghiacci), allo stato aeriforme (vapor acqueo), nubi.
Ma l’acqua la dobbiamo considerare solo dal punto di vista scientifico come una semplice, seppur essenziale, sostanza liquida, gassosa e solida, oppure anche qualcos’altro? Come afferma Fulcanelli, cos’è che rende irriproducibile l’acqua? La risposta è: lo Spirito. Ed ecco che l’acqua ha due aspetti quello scientifico ma anche spirituale e sempre di più anche il mondo scientifico si rende conto che la mera scienza si rivela lacunosa e incapace di fornire tra le sue formule, una spiegazione logica sui molteplici e mirabili fenomeni associati all’acqua. Un giorno forse sarà chiaro per tutti che l’acqua accoglie il principio universale che anima la materia. Perché si dice che l’acqua brucia? Dove si nasconde dunque questa fiamma invisibile? Perché tutte le chiese antiche venivano costruite su sorgenti di acqua?
MONSTRUM: Che sia Luce! E’ il tempo che dà vita alla Natura e Lei lo riflette. Tutto ciò che oggi ci appare è diverso da quel che è: come nel guardare una volta stellata, misteriosa e sconosciuta, come nel valutare il nostro Io, poiché lo abbiamo dimenticato rimanendo perciò nascosto alla maggior parte degli uomini.
L’ intero mondo assume fisionomia irreale, ideologica, non vera. Ma è proprio ciò che non conosciamo che potrebbe salvarci, è proprio ciò che ci fa male di noi che potrebbe rischiarare la propria vita. Sembrerà strano affermarlo ma è proprio quando stiamo per andare dritti all’ “inferno” che dovremmo considerare ciò il momento di svolta per il Superiore. Ed è bene che questa crisi emerga durante la vita, lungo il corso dell’esistenza. Dobbiamo passare per il nostro inferno terreno altrimenti dovremmo farlo in punto di morte e sarebbe troppo tardi, poiché allora costretti a desiderare ciò che non potremmo più avere. Bisogna affermare la morte in vita, che è lampo, poiché il tempo che intercorre nella vita fisica tra nascita e morte è breve rispetto al tempo che intercorre tra una morte ed una nuova nascita. Quindi “morire” nel pieno vigore della propria esistenza non è qualcosa di straordinario bensì legato all’origine della nostra storia umana, ovvero alla nostra tradizione spirituale, ove tutto quel che ci serve è già dentro di noi. Bisogna solo riscoprire le nostre radici fin dalla mitologia: chi siamo, da dove veniamo, in quanto, la realtà quindi anche l’uomo, non è unica ma composta di vari elementi, come il principio della Natura che cambia ad ogni istante per la ragione della Luce. Questa appare delineando qualsiasi tipo di forma, che è parte dell’etere, respiro di ogni idea. Tutte le cose prendono corpo da Madre Natura e ne sono integrazione, i suoi segreti sono racchiusi nella mitologia, nel disegno caratteristico di ogni fantasia individuale, derivante dalla più alta verità celeste. Questo modo di pensare dell’uomo arcaico si cristallizzò nei templi, negli idoli, nei monumenti tombali, nella poesia, nei simboli. Quello che visse l’uomo arcaico, l’uomo antico lo replicò attraverso la trasmissione di simboli visibili a tutti, ma il cui significato fu occultato nei riti segreti. I simboli sono glifi di figure viste nell’estasi, la cui immagine concettuale si ridesta attraverso la contemplazione, essa riattiva le griglie mentali originarie, descritte dal mito. Il mito è espressione quindi dell’anima di una civiltà, dei suoi valori più profondi e vissuti. Come già scritto il mito è rete d’informazione del nostro cervello, che è mediazione tra i nostri più bassi istinti e il sistema del cosmo. Simboli per eccellenza sono i fiori, che rappresentano un piccolo universo: la direzioni dei loro petali non è mai casuale e gli assi delineati si completano in base al piano cosmico-elettromagnetico. Per esempio la Rosa, assimilata alla Sapienza, è stendardo di completezza, di realizzazione della Grande Opera, coronamento dei sette giorni, come le sette sorelle sacerdotesse di ogni mito che danzano e si susseguono tra giorno e notte, tra solstizi e cicli planetari: fondamenta e mattoni di ogni edificio di cultura legata al tempo. Il nostro microcosmo riflette il macrocosmo, come sopra cosi sotto. Se consideriamo infatti la forza esplosiva ed implosiva di tutto ciò che è unito ed unisce, arriviamo all’ apice della nostra creazione: l’attimo del Big Bang, unico centro di assoluta energia che è il riverbero di ogni cosa riflessa a noi umani, attimo nel quale il firmamento ha iniziato i nostri passi evolutivi disegnandoli nella fantasia, come avviene nei nostri occhi. Se intendiamo la pupilla come punto di massima forza, possiamo capire come in quel punto convergano tutti i colori, entrando nel dark supremo che è l’ infinito, lo spazio, la dimensione in cui l’ energia esplode, rilasciando una mescolanza di tinte che delineano e completano quel disegno divino che è la visione oculare. Nel cosmo, come nell’uomo, c’è l’eterno ritorno in cui tutto implode ed esplode, come in un sacro respiro. Questo significa che la manipolazione della Natura, ordita dagli esseri senza cuore, interrompe il collegamento cosmico traducendo il tutto in energia inversa. E’ proprio quel che sta succedendo oggi, poiché l’uomo, staccandosi da Madre Natura, soffre, si perde, compie azioni mostruose contro di Essa e di conseguenza contro se stesso.
L’ACQUA NEL MONDO ARCAICO
L’Acqua è fin dalle origini considerata sacra, poiché fonte di vita, guarigione, fertilità, ma anche in grado di distruggere e corrodere ogni cosa. L’acqua è la semenza della Madre e la sostanza primordiale dal quale ha avuto origine la terra; ricordiamo che per le sacerdotesse e le giovani vergini, il bagno rituale era considerato molto erotico, un atto di sottomissione sessuale.
Gli antichi templi si costruivano su sorgenti d’acqua poiché essa amplifica la tensione energetica della terra, tanto che possiamo affermare che il tempio costruito in prossimità dell’acqua costituisca idealmente una enorme cassa armonica, capace di vibrare ai canti e alle preghiere dei fedeli, così da collegare idealmente la terra con il cielo. Pensiamo a Chartres, un sito sacro per le popolazioni celtiche e galliche che veneravano la “Mater Aqua” all’interno della grotta; queste utilizzavano le acque che ivi sgorgavano per i loro rituali di fertilità. Ricordiamo che il culto più importante per gli antichi sardi era quello dei pozzi sacri delle acque, l’adorazione più frequente si rivolgeva soprattutto all’acqua di vena, a “sa mamma” ‘e “s’abba” (mamma dell’Acqua), dove “ab” significa acqua per i sumeri e simboleggia il seme che feconda. La forma stessa dei pozzi sacri, simile ad un utero, indicava che, nascosto sotto i veli dell’acqua, c’era un essere femminile. Per gli Antichi, i pozzi erano luoghi dove il Sole penetrava per fecondare la Terra. L’acqua era ad un tempo il seme e il latte della Terra. Gli Antichi pensavano che l’acqua potesse guarire tutte le malattie, soprattutto l’acqua di quelle vene che scorrono fra le querce. Era in quei luoghi che gli anziani scavavano e costruivano i pozzi sacri. La quercia, per gli Antichi, era la Signora, la dèa della vegetazione, fonte di ogni alimento. Ancora oggi, secondo le tradizioni contadine, l’acqua delle sorgenti o quella raccolta in piccole pozze carsiche, ha notevoli poteri curativi, i rituali relativi si sono tramandati integri alle generazioni successive, alla sacra “coppella” si è sostituito il “pozzo dei desideri” nel quale al posto di statuette votive ora si lanciano delle monetine. In ogni luogo sacro ci sono acque miracolose. Più l’acqua è piena di fuoco e tendente al rosso, più guarisce nel corpo e nello Spirito. Ricordiamo i pozzi sacri in Sardegna, la tomba dei Giganti, l’Acqua della Madonna del Pozzo a Roma (probabilmente costruita sul tempio della Regina del Sole), l’Acqua di Collevalenza, l’Acqua del Santo Raggio ad Assisi dove raccontano che fin dalla notte dei tempi il luogo fosse oggetto di pellegrinaggio poiché ricco di un’acqua miracolosa che guariva dai calcoli e non solo. Non a caso Assisi, molto tempo prima della venuta di San Francesco, era una città santa poiché legata a Sorella Acqua; tutte le fonti erano dedicate alla dèa Minerva (Menerva etrusca) e l’acqua del Santo Raggio risorgeva in prossimità e sotto la chiesa di Santa Chiara, luogo nelle cui vicinanze ci sono resti etruschi.
MONSTRUM La nostalgia viene da lontano, Amore, ripeti con coscienza l’alta e bassa marea dell’oceano primordiale. Entra con la tua semenza, orgasmo ricordo di tua Madre. Ama l’umido trionfo di vita, memoria beata e ventre di Lei, latte di Afrodite in cui l’umano si è evoluto. La Madre è acqua della caverna uterina, che si rinnova nell’amplesso. Mangiarsi indisturbati in un’eclissi di luna.
Queste acque sacre, capaci di guarire ferite nel corpo e nell’anima, è come se andassero a colloquiare con l’acqua contenuta nel nostro corpo, attivando un processo di rigenerazione delle cellule malate e delle nostre emozioni. Gli Antichi sapevano riconoscere questi luoghi carichi di memoria e vi costruivano templi dedicati alla Madre divina. In generale quindi l’acqua è lo strumento chiave, simbolo dei percorsi iniziatici e spirituali, per togliere la donna e l’uomo (attraverso l’archetipo femminile), dalla propria prigione interiore. La prigione è un corpo imperfetto, soggetto iniziale della Grande Opera nel quale la propria acqua si trova imprigionata; Questo corpo per la maggior parte è materia oscura. Parmenide scrive: “Natura gioisce della natura, natura supera la natura e natura contiene la natura. Perché quest’acqua rinchiusa si rallegra col suo amico che la vuole liberare, si vuole mischiare insieme a lui e poi trasformando la suddetta prigione in essi e rigettando ciò che è loro contrario, cioè la preparazione, sono convertiti in acqua mercuriale e permanente”. Quindi quella che abbiamo dentro di noi è un’acqua che ha bisogno di essere trasformata. E’ la chiave, la Luce, la Madre che rischiara le tenebre della notte. Perché essa è l’ingresso di tutta l’Opera, la porta che illumina ogni uomo.
INTERVISTE AL MONDO SCIENTIFICO
Grandi scienziati italiani che si sono dedicati all’elettromagnetismo dell’acqua sono stati Giuliano Preparata, scomparso, ed Emilio Del Giudice da me intervistato, oggi scomparso anche Lui, che rispondendo alla domanda di come risolverebbe il problema energetico, ha asserito che “Lo spettacolare energetico che avviene sulla superficie terrestre (a parte i fenomeni nucleari) è il fulmine, che è prodotto da goccioline di acqua pura. All’origine del fulmine c’è una nuvola, un insieme di goccioline d’acqua sospese. Questo fenomeno evidenzia correnti energetiche gigantesche. E’ possibile quindi addomesticare il fulmine e produrre una fonte energetica la cui materia prima sia l’acqua? Non ci sarebbe niente da estrarre (gas petrolio…) né consumare, oltretutto l’acqua non si consuma con la manifestazione del fulmine e produrremmo energia attraverso un’altra strada molto più ragionevole. Due secoli fa si scrisse che il carbone non brucia senza una quantità minima di acqua ed era vero. Infatti se si tenta di bruciare il carbone in un’atmosfera perfettamente secca non ci si riesce. La presenza di umidità è fondamentale perché la fiamma si produca, quindi anche nella combustione del carbone l’acqua, gioca un ruolo importante.
Lei ha compiuto studi importanti sull’elettromagnetismo dell’acqua, in sintesi?
Che l’acqua avesse delle proprietà strane si è scoperto fin dall’antichità. L’acqua è l’origine della vita, mentre se vediamo gli studi dei biologi molecolari , notiamo che questi, studiano Dna, vitamine ed altro ignorando l’acqua, che costituisce l’80 per cento del nostro corpo. Le molecole d’acqua non sono coinvolte in reazione chimiche considerate biologicamente significative e l’acqua viene trascurata, in realtà l’acqua gioca un ruolo fondamentale: la chimica è importante per la biologia, però bisogna anche organizzare gli incontri tra molecole, perché le reazioni chimiche che avvengono nell’organismo vivente, non accadono a caso, non sono reazioni prodotte da incontri casuali, questi incontri vengono guidati da uno schema dinamico, cioè le molecole si muovono tenute per mano, non si muovono a caso. E chi le tiene per mano? E’un governo generato dai campi elettromagnetici indotti dall’attività collettiva prodotta dalle molecole d’acqua. E questo per molto tempo è stato dimenticato, non valutato. Per molto tempo i biologi sono riusciti a non capire la differenza tra materia vivente e materia non vivente, ciò perché hanno ignorato il ruolo dell’acqua.
Oggi molti scienziati stanno ristudiando l’acqua ma già nelle ritualità arcaiche, si pensi alla Sardegna ed al culto dei pozzi sacri, rappresentava l’aspetto più alto nella vita dell’uomo e delle sacerdotesse.
Giovan Battista Vico diceva: “gli esseri umani prima sentono, poi avvertono con animo perturbato e commosso, indi riflettono”. Prima della scienza c’è la poesia, c’è l’arte, una conoscenza emotiva che è premessa della conoscenza razionale, senza l’emozione che la motiva, la ragione non può sorgere. Un’altra frase di Vico diceva che il vero poetico è più vero del vero fisico. E noi scienziati diciamo “ah, quello che dicevano i poeti, non è poi così sbagliato”.
Ritornando all’acqua, ad Epidauro, dove c’era il tempio del dio Asclepio, i malati più gravi venivano messi in delle grotte umide, nelle quali l’acqua trasudava dalle rocce, quest’acqua aveva una funzione curativa quasi miracolosa.
La memoria dell’acqua allora professore esiste?
Non lo so se l’acqua si ricordi qualcosa, il problema è questo che nell’acqua avvengono processi non casuali, processi di organizzazione collettiva in cui le molecole oscillando in fase, producono dei segnali elettromagnetici, questi hanno effetti sulle molecole nel loro cammino, si. In questo senso si può parlare di memoria, che è un termine suggestivo ma può essere frainteso. L’acqua è capace di avere eccitazioni elettromagnetiche di lunga durata, che possono essere indotte ad un certo istante da eventi molecolari che accadono nell’acqua e possono essere utilizzati, molto tempo dopo tale eccitazione, da altre molecole che passano lì e vengono influenzate da questi campi elettromagnetici.
Ma le acque sono tutte uguali o assorbono le sostanze di un luogo. Lei crede alle acque sacre?
L’acqua è un oscillatore collettivo. Nell’acqua liquida, ci sono grandi aggregati di molecole, domìni di coerenza. Questi aggregati sono capaci di oscillare in fase, a ritmo, come un corpo di ballo, dando luogo a campi elettromagnetici di frequenza ben definita, che possono cambiare nel tempo, di conseguenza c’è assorbimento di energie di origine chimica dalle reazioni chimiche che avvengono in loco. Lei supponiamo abbia un telefonino che trasmette tutte le voci che vuole, quindi se il telefono sta in mano alla voce A trasmette una voce A, se invece sta in mano a B, trasmetterà B e così via. L’acqua è una sorta di telefonino universale che parla con la voce delle molecole con cui è in contatto, quindi abbiamo tante acque. In un determinato posto c’è un’acqua che comunica le sue oscillazioni elettromagnetiche ad altra acqua che si trova in quell’ambiente e l’acqua “parla” con quella voce. In questo senso si può parlare dello spirito del luogo comunicato dall’acqua. Nell’antichità i templi venivano costruiti su vene d’acqua ed adesso forse possiamo cominciare a capire il perché. Luc Montagnier è lo scienziato che scoprì a suo tempo il virus dell’AIDS, ultimamente ha fatto degli esperimenti molto interessanti. Io e i miei colleghi abbiamo interpretato e pubblicato un lavoro comune con lui, lavoro in cui racconta i fatti e noi diamo delle interpretazioni. Lui prende delle sequenze di DNA estratte da microrganismi, le sospende in una provetta di acqua, aggiunge altra acqua, quando si raggiungerà una soglia di diluizione appaiono delle oscillazioni elettriche che vengono registrate, poi per evitare sospetti di contaminazione molecolare, vengono spedite via internato ad altro laboratorio che sta molto lontano. In questo secondo laboratorio questo segnale, arrivato per via telematica, viene applicato ad un’altra bobina dentro la quale c’è una provetta contenente acqua pura. Dopo un’ora che è stata dentro la bobina, la provetta viene estratta e dentro vengono fatte cadere le materie prime di cui è fatto il DNA. Che cosa accade? Che in un tempo di 1/6 ore queste molecole si aggregano, dando luogo precisamente allo stesso DNA di partenza che stava lontano a centinaia di chilometri. Questo esperimento ripetuto più volte ci dice che l’acqua è capace di registrare i segnali elettrici magnetici, questi danno alle molecole le istruzioni sul come incontrarsi e reagire per dar luogo al DNA. Quindi cosa vuol dire? Che nella dinamica biologica le molecole fanno gli incontri molecolari e l’acqua, attraverso i segnali elettromagnetici che è capace di conservare e di riprodurre, dà le indicazioni su quali molecole si debbano incontrare, quando e come. In questo senso lei può parlare di memoria dell’acqua.
Si può tornare indietro nel tempo essendo veicolati dall’acqua?
Shakespeare diceva “il sole in cielo e in terra, Orazio, più cose di quanto la tua filosofia possa spiegare”. Molte cose sono possibili e molte cose impossibili si rivelano possibili. Quegli scienziati che dicono in modo secco che una certa cosa è impossibile, si espongono al rischio di avere torto. Cito un a frase di A. Einstein: ”Chiunque nel campo delle conoscenza si metta in una posizione di autorità è destinato a naufragare nella risata”.
Note
1) Vedi, www.giulianapoli.it, Dio è Femmina? Alla Ricerca delle radici patrilineari del divino, Finis Terrae, Lugano 2014. Emilio del Giudice: fisico, Ricercatore dell’Istituto Nazionale di fisica nucleare e dell’International Institute of Biophysiscs di Neuss (Germania). Il 31 Gennaio 2014, ci ha lasciati anche Emilio Del Giudice, rimarrà sempre nel mio cuore, la sua simpatia ironica, la grandezza di chi rende tutto semplice e la sua immensa profondità di uomo di scienza e di filosofia… “Emilio, che tu riceva in dono tutti gli onori del cielo”! (Continua).