Dell’etimologia od origine e significato del toponimo Milano si sono interessati parecchi autori. Più esattamente essi hanno cercato la esatta origine e l’esatto significato della sua antica forma latina Mediolanum. Per essa tutti si sono trovati in pieno accordo sul suo significato effettivo e lo hanno indicato in quello di “città mediana o centrale”, dato che questa è la sua reale posizione nella Valle Padana, all’incrocio di strade e di fiumi dell’intera zona circostante. Le discordanze fra gli autori hanno invece riguardato la struttura linguistica e fonetica di Mediolanum.
L’ultima spiegazione che sembra avere trovato l’accordo fra tutti è quella che G. B. Pellegrini (TopIt 110) ha sintetizzato nel seguente modo:
«Si tratta di un composto gallico con medio ‘mezzo’ (cfr. lat. medius, got. midjis e lanum, equivalente di planum (IEW 806), con la nota perdita di p– iniziale tipica del celtico».
Nonostante l’alta stima che io avevo per questo egregio collega e caro amico, io muovo le seguenti obiezioni alla sua spiegazione:
- I “toponimi composti o compositi”, costituiti cioè di due parti, la prima di una lingua (es. il lat. medius) e la seconda di un’altra (es. il celtico o gallico (p)lanum) certamente esistono, ma sono piuttosto rari.
- Anche in linguistica tra due o più ipotesi si ha il dovere o almeno l’interesse ad optare per quella più semplice e più ovvia. Ed una ipotesi più semplice e più ovvia di quella del Pellegrini io sono per l’appunto in grado di presentare qui di seguito.
- Siccome è quasi certo che gli Etruschi abbiano dilagato all’inizio del secolo VIII a. C. nella Valle Padana e nelle valli dell’arco alpino, fondandovi od occupando città come Modena, Mantova, Parma, Bergamo, Varallo Sesia, Chiavenna, Verona, Belluno, Vipiteno ecc., è assurdo ritenere che essi non abbiamo provato interesse anche all’importantissimo centro abitato di Milano molto prima dei Galli, che invece sono arrivati nella pianura padana due secoli dopo, cioè all’inizio del VI sec. a. C. (T. Livio, Ab Urbe condita libri, V, 34).
Premesso tutto ciò, mi preme ricordare il frequente fenomeno linguistico dello scambio dei toponimi con gli antroponimi, cioè dei nomi di luogo coi nomi di persona e viceversa: ad es. i cognomi italiani Ferrara, Modena e Verona derivano dalle rispettive città di cui i titolari erano originari; i toponimi Cécina, Cesena e Ravenna derivano dai cognomi degli originari proprietari di un predio o un cascinale o una officina o una fabbrica.
Ciò fatto presento il prenome e il gentilizio femm. etrusco LARΘI MEΘLNA, ΘANA MEΘLNE (ThLE²), il quale si può interpretare senz’altro come l’etnico femm. Mediolanensis «(Lartia) Mediolania» e «(Thana) Mediolania» oppure anche come «Medioleia», femm. del gentilizio lat. Medioleius (RNG). Ebbene, faccio osservare e sottolineo che fra il lat. Mediolanum e l’etr. MEΘLNA esiste una totale uguaglianza dei fonemi, che sono ben sei e pertanto è molto consistente nelle comparazioni etimologiche di più vocaboli (È ben conosciuta la corrispondenza etrusco-latina Θ/D; LLE norma 4).
E non soltanto, ma è pure degna di nota ancora la uguaglianza di cinque fonemi tra Mediolanum e l’appellativo lat. medulla «midolla», la quale va ovviamente spiegata come «sostanza mediana o centrale dell’osso».
Come si vede facilmente la consonante iniziale /p-/ del celtico planum non compare per nulla in questo mio discorso.
E la conclusione logica del discorso mi sembra che debba essere questa: Mediolanum non è affatto un toponimo composito, costituito cioè da una parte latina e da una parte celtica, ma è un toponimo unitario, anche se di formazione etrusca e latina, prima etrusca e dopo latina. E soprattutto nel toponimo non c’è proprio nulla di celtico o gallico.
Si deve fare un’ultima ma importante considerazione: a me sembra molto probabile che la “denominazione” della città di Milano sia da attribuire agli Etruschi invasori della Valle Padana; la “denominazione”, ma non la “fondazione” del centro abitato, la quale invece poteva essere stata effettuata da qualche altro popolo precedente (Camuni o Leponzi o Liguri ?). Il fatto che la denominazione degli Etruschi si sia imposta e affermata è una circostanza del tutto congruente col ruolo di grandi acculturatori che gli Etruschi hanno esercitato in tutta Italia, anche nella Valle Padana; basti dire che hanno esportato dappertutto la lingua etrusca o almeno la scrittura etrusca. Ed è del tutto certo che sempre e dappertutto la scrittura contribuisce enormemente alla stabilizzazione e alla conservazione dei toponimi. Vedi Belluno, Bergamo.
BIBLIOGRAFICA CON SIGLE
IEW Pokorny J., Indogermanisches Etymologisches Wörterbuch, I-II, Bern-München 1959-1969, Francke Verlag.
LLE Pittau M., Lessico della Lingua Etrusca – appellativi antroponimi toponimi, Roma, Società Editrice Romana, 2012.
RNG Solin H. et Salomies O., Repertorium nominum gentilium et cognominum Latinorum, Hildesheim-Zürich-New York 1988.
ThLE Thesaurus Linguae Etruscae, I Indice lessicale, Roma 1978; I Supplemento, 1984; Ordinamento inverso dei lemmi, 1985; II Supplemento, 1991; III Supplemento, 1998. Seconda edizione, Pisa-Roma 2009.
TopIt Pellegrini G. B., Toponomastica Italiana, Milano 1990, editore Hoepli.
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