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2 Febbraio 2025
Libreria Recensione

MISHIMA. Acciaio, Sole ed Estetica di Riccardo Rosati. Recensione a cura di EreticaMente

Riccardo Rosati, orientalista, critico d’arte e studioso di lingue, teatro e cinema, e con un pregevole catalogo di pubblicazioni alle spalle, attraverso questo agile e condensato libello per i tipi del Cinabro – storica casa editrice che trova ispirazione sul fronte della Tradizione – come in un affascinante film narrativo, ripercorre la vita artistica, spirituale e militare di Yukio Mishima, in una nazione da riscattare, per riportare in auge i valori del Giappone antico contro una visione occidentalista e decadente, imposta a suon di bombe atomiche dagli americani.

La vita dell’ultimo vero samurai fu un continuo battersi per il prestigio dell’Imperatore, esautorato dai trattati postbellici che umiliavano la sovranità nazionale e le forze armate.

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Poeta, letterato, guerriero, nazionalista: Mishima è una personalità poliedrica che con la sua azione politico-filosofico-idealista, culminata nel rito del seppuku, incarna il tentativo disperato di risvegliare la coscienza di un Giappone giunto ormai all’apice della sua disillusione per la modernità.

Il nostro Autore con questo bellissimo testo ci aiuta, ci agevola, ci incanta, nell’esegesi di questo affascinante personaggio, alla riscoperta e per la salvaguardia dello spirito tradizionale giapponese, la Kultur nipponica, fatta di spirito romantico, di eroi, di onore, di stile, di estetica, di Aristocrazia guerriera. Temi ormai desueti, se non maltrattati, nell’ambito della videogiocheria mondialista, in una società sempre più distante dai fasti di epoca medievale, in un clima forzatamente velleitario, saturo di un inclusivismo di maniera e da salotto, che nulla ha a che vedere con i rigidi e rispettosi canoni della proverbiale generosità nipponica.

Proprio questa inarrestabile colata a picco Mishima mette in evidenza: la contesta, la combatte, l’affronta come un samurai che «non vuole essere testimone, e di conseguenza complice, dello sfaldamento della millenaria nobiltà del Giappone».

I Valori millenari di Bellezza, Ordine, Estetica rappresentano per Yukio Mishima una uniforme non per ‘banali ragioni politiche’, piuttosto perché “degna di un corpo perfetto”, inteso come un Atanor capiente di quegli elementi che arricchiscono l’anima del proprio corpo, lui che piccolo di statura si manteneva costantemente in forma, forte dell’idea che essere fisicamente preparati non fosse meno importante dell’avere un intelletto elevato.

Mishima è un intellettuale antiborghese, rifiuta preconcetti di sorta, scopre in se stesso una vena provocatoria inaspettatamente simile a quella «di un dandy alla maniera di Oscar Wilde, utile per stigmatizzare i paradossi e le ipocrisie di una società avvizzita e senza princìpi».

La visione estetica dell’azione, esaltata e sublimata da Mishima nel gesto estremo e plateale del seppuku, lo ammanta dei panni di un uomo d’onore, nella cui mistica della Morte si innalza l’ideale imperituro dell’amor patrio, sentimento insito nella cultura stessa del Giappone, che, se già era in decadenza cinquant’anni fa, oggi possiamo considerare addirittura putrefatta.

Continua l’Autore ad affermare che «prendere un uomo di cotanto spessore solo in superficie equivale a ridurlo a un cliché di comodo». “La Via in Mishima è quella di una bellezza apollinea, capace di canalizzare le vitali forze dionisiache”, ed il suo ideale artistico è in sincrono con un nichilismo attivo di tipo nietzschiano, secondo il quale la morte deve essere prematura ed eroica, così da impedire che gli anni logorino la tonica magnificenza di un corpo giovane.

L’esegesi di Rosati ripercorre la vita e le opere di Mishima, quasi come Il Cammino del Cinabro di evoliana memoria. Questo saggio, giustapponendo sentimenti personali a raffinatezze estetiche, è una impareggiabile sintesi descrittiva delle migliori opere mishimiane. Un prezioso, brillante lavoro, questo di Riccardo Rosati, che consigliamo vivamente di sostenere per la ricchezza di contenuti. Una biografia intima di colui che tra Eros e Thanatos, tra patriottismo e maniacale fedeltà all’Uomo storico giapponese, ci consegna di quell’uomo stesso una fotografia nitida, mai ingiallita e sempre profumata di fiori di ciliegio.

Eugenio Barraco
🇯🇵Redazione🇯🇵

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