STEFANO ARCELLA, studioso dei culti gentilizi in Roma arcaica e delle spiritualità misteriche nel mondo greco-romano, ha esteso i suoi interessi al pensiero esoterico “tradizionale” del Novecento in Italia e in Europa, pubblicando molteplici studi in materia. Per i tipi di Controcorrente ha già dato alle stampe: I Misteri del Sole. Il culto di Mithra nell’Italia antica (2002), L’insegnamento del Buddha, in Autori Vari, Il Maestro della Tradizione. Dialoghi su Julius Evola (a cura di Marco Iacona, 2008), Un culto della Fecondità nei Quartieri Spagnoli di Napoli, in Autori Vari, Centralità Marginali. Cinque saggi di antropologia urbana (2010) ed ha curato e introdotto il testo di Julius Evola La Via della realizzazione di sé secondo i Misteri di Mithra, pubblicato nel 2007 con la Fondazione Julius Evola.
Fra le altre sue opere ricordiamo: Religiosità e presenza politica degli Orazi fra il VI e il IV secolo a.C., in Ricerche sull’organizzazione gentilizia romana, II, (a cura di G. Franciosi, 1988); I Fabi e la tradizione annalistica in Ricerche III (a cura di G. Franciosi, 1995); La gestione dei beni culturali, 2000; L’enigma della Grande Orma e Il mistero di Rumon in Autori vari, Esoterismo e fascismo (a cura di G. De Turris, 2006); Pio Filippani Ronconi fra Zarathustra e Mithra, in Autori vari, L’orientalista guerriero. Omaggio a Pio Filippani Ronconi, 2011.
Per la Fondazione Julius Evola ha curato : Lettere di Julius Evola a Benedetto Croce (1995); Lettere di Julius Evola a Giovanni Gentile (2000).
In questa occasione vogliamo presentare ai nostri lettori il suo nuovo libro “Misteri Antichi e Pensiero Vivente” per le Edizioni Controcorrente di Napoli.
Aristotele spiegava che nei Misteri non si trattava di apprendere ma di provare un intenso stato interiore. Per gli Antichi il sapere astratto, cerebrale, non aveva molto senso. Il Sapere era davvero tale solo se investiva la totalità della vita e della natura dell’uomo e lo trasformava completamente. Era appunto questo il fine dei Misteri: che l’uomo, per effetto della Conoscenza, divenisse completamente diverso da ciò che era prima, quando ne era privo.
Questa istanza di nobilitazione e di elevazione era il filo d’oro che univa le varie spiritualità misteriche del mondo antico, al di là delle varie forme rituali e delle varie vie praticate per conseguire l’unione col divino: dai Misteri di Eleusi a quelli di Apollo, dalla corrente orfica a quella dionisiaca, dai Misteri di Samotracia a quelli di Cibele e Attis, fino ai Misteri di Iside e Osiride, per giungere poi ai Misteri “pagani” nel Rinascimento.
Adoperando il metodo “tradizionale”- che privilegia l’attenzione per il mito e il simbolo – e integrandolo con l’approccio alle fonti secondo il metodo scientifico, l’Autore legge i miti fondanti delle varie correnti misteriche sotto l’aspetto dell’interiorità dell’uomo.
Nel capitolo finale viene affrontato il tema della possibile attualizzazione del retaggio misterico in forme adatte alla mutata costituzione interiore e mentale dell’uomo occidentale contemporaneo, richiamandosi alla lezione di Rudolf Steiner e alla Via del Pensiero Vivente.