Si è svolto ieri, nel sontuoso salone dei congressi dell’Agenzia Internazionale EU (Estorsione & Usura) il primo Congresso nazionale del neonato Partito Democritico. Nella grande sala erano presenti nomi illustri della grande impresa, della finanza internazionale, della politica, della Chiesa, dell’esercito, dello spettacolo, dell’arte, della cultura e della criminalità organizzata (cui si deve l’efficiente servizio di ordine e sorveglianza).
Momento centrale del congresso è stato l’intervento del neo-eletto Segretario Nazionale, il conte David Maria Carofiglio De Bonadonna, il quale ha aperto la sua prolusione ricordando l’afflato internazionalistico del nuovo Partito. Ne è dimostrazione “l’impulso e la vocazione comune” che animano le omologhe “Demokritische Alternative fur Deutschland” e “Alliance Democritique Française”, con le quali “abbiamo stretto rapporti basati su profonda intesa e feconda cooperazione”. Ma qual è la ragion d’essere di questa nuova forza politica, quali i suoi capisaldi programmatici?
Per citare le stesse parole del Segretario “il democriticismo incarna la volontà spirituale di disegnare una nuova ontologia e una nuova metafisica della società. In tal senso, è atteggiamento critico verso ogni pretesa di porre nelle mani di una inqualificata volontà popolare i destini della nazione, e come rifiuto di poggiare il futuro su assurdi fondamenti democratici”. Secondo il Carofiglio De Bonadonna “la voce del popolo non è la voce di Dio ma solo dell’ignoranza e dei più bassi istinti. Occorre restituire alla società la sua dignità di struttura razionale, retta dai migliori, dai più forti, dai più illuminati”. La stessa ricchezza economica e finanziaria “in quanto conferisce potere, deve essere vista come forma di elezione al comando, di predestinazione naturale o divina a una reggenza responsabile”. È “profondamente illogico” che la gente comune disponga di facoltà decisionali che possono condizionare la vita dello Stato. La Nuova Società Razionale dovrà quindi, come primo atto, abolire il sistema delle votazioni, “questa inammissibile ingerenza popolare nella gestione della res publica, pericolosa espressione dell’incoscienza della massa e dei suoi insensati desideri”. Questo passaggio del discorso è stato lungamente applaudito.
Il Segretario, ha insistito sull’importanza “di passare dall’idea alla prassi, imponendo un più logico e scientifico paradigma di equità e giustizia sociale, nel quale il popolo ritorni a essere quello cui la natura, la storia, la ragione lo destinano: una ‘forza-lavoro’ subordinata al volere delle classi dirigenti e dominanti”. Il Carofiglio De Bonadonna vede in ciò “una sorta di rivoluzione copernicana, ribaltamento da un sistema democentrico a uno élitocentrico”. Questa rivoluzione tuttavia non è altro che “il rimettere le cose al giusto posto”.
Come si presenterà dunque la società del futuro, rifondata secondo un disegno democritico? L’intento è di “dar corpo a una Nuova Società Razionale, articolata in quattro classi o caste sociali: la classe degli Olocrati, con mansioni decisionali e direttive, quella dei Tecnosofi, responsabili della ricerca scientifica e del progresso tecnologico, quella dei Mediologi, il cui compito sarà di plasmare il pensiero e il sentimento popolare secondo una rappresentazione del mondo e delle cose che favorisca gli interessi del Sistema, e infine quella dei Guardiani, apparato poliziesco-militare la cui funzione è di mantenere l’ordine pubblico attraverso un’opera di sorveglianza e repressione”.
Grazie a “una nuova e basilare demarcazione antropologica” i Lavoratori diverranno una sorta di “fuori-casta, soggetti la cui unica ragion d’essere sarà assolvere quei compiti che non potranno esser svolti da dispositivi automatici e intelligenze artificiali, garantendo così alle Classi dominanti il livello di benessere necessario a svolgere le loro mansioni”. Ma, ha ricordato il Segretario, “obiettivo ultimo e auspicabile è rendere le macchine in grado di sostituire totalmente il lavoratore umano, sì da rendere quest’ultimo ontologicamente superfluo, realizzando un consistente risparmio economico”.
La Nuova Società Razionale si incaricherà anche di “liberare le masse lavoratrici dalle complicazioni della proprietà privata”, disponendo l’esproprio di tutti i loro beni mobili e immobili. In questo modo, “forme passive di risparmio e possessi superflui saranno convertiti in investimenti utili”. Sarà il Nuovo Governo Razionale a “concedere ai Lavoratori l’uso temporaneo e alienabile di alloggi, e a fornir loro cibo e indumenti corrispondenti alle effettive necessità, secondo criteri di responsabile contenimento delle spese”. Il Carofiglio De Bonadonna ha qui faticato per tacitare l’entusiasmo suscitato nell’aula dalle sue parole.
Tra gli obiettivi essenziali enunciati dal Carofiglio De Bonadonna v’è anche la soppressione della sanità pubblica. Il lavoratore che intenda fruire di una qualsiasi prestazione medico-terapeutica “dovrà offrire come contropartita un adeguato surplus lavorativo”. Per quanto concerne la scuola, il Segretario ha detto che “il Partito democritico crede nei benefici derivanti dall’analfabetismo delle masse”. A suo avviso “i media potranno surrogare la vecchia scuola nell’esercitare una didattica coerente con i programmi del sistema, avocando a sé il compito di indottrinare e manipolare la coscienza delle masse svolto finora dalla scuola pubblica”. L’istruzione e la conoscenza diverranno così privilegi esclusivi dell’élite destinata a compiti di governance politica o di gestione tecnico-scientifica della popolazione.
Il Carofiglio De Bonadonna è passato quindi a illustrare quello che ha definito “il presupposto ineludibile del disegno democritico”, ovvero “il problema urgentissimo di ridurre drasticamente la popolazione umana”, ossia di passare dagli oltre 8 miliardi attuali a “una più ragionevole presenza umana”, calcolata in 300 milioni circa di persone. Tra gli strumenti utilizzabili per realizzare questa grande opera il Carofiglio De Bonadonna ha citato: sterilizzazioni di massa, pandemie ben pianificate, vaccini, farmaci, tele-medicina, radio-frequenze patogene, inquinamento ambientale, armi biologiche e nucleari, carestie programmate, depauperamento delle risorse vitali, vari cataclismi artificiali, LGBT+ e pedofilia. Il Segretario, con significativo paradosso, ha sottolineato “l’importanza vitale del diffondersi di una cultura-prassi che moltiplichi e acceleri i processi della mortalità naturale e, per converso, inibisca la riproduzione della specie”.
In tono pacato ma deciso, consapevole dell’aspetto “grandiosamente innovativo” di tale progetto, il Carofiglio De Bonadonna ha fatto tuttavia presente la necessità di procedere al de-popolamento tenendo conto delle “difficoltà oggettive di tale transizione e delle possibili reazioni avverse delle masse”, le quali potrebbero creare “impedimenti e intralci al raggiungimento dell’obiettivo”. Ha perciò lanciato un appello ai media perché “orientino l’opinione pubblica verso forme di accettazione passiva o ancor meglio di fattiva collaborazione alle varie iniziative di ristrutturazione demografica”. A tal fine potranno adottare “pretesti di sicurezza, di salute pubblica, la falsa rappresentazione dei fatti, e tutti quegli artifici di dissimulazione cui le nobili finalità del progetto conferiscono valore positivamente etico”.
Quest’opera di “rimodellamento della coscienza collettiva” deve infatti “aderire a criteri di pragmatica opportunità”, perché “il vero democritico non teme d’essere ipocritico, ovvero di nascondere i suoi scopi reali dietro la difesa di diritti sociali e civili o qualsiasi altra fittizia motivazione, pronto a invocare, se necessario, gli stessi principi di libertà e democrazia contro i quali si batte”. Parallelamente, e sempre attraverso un’opera scrupolosa di censura e di indottrinamento mediatico, occorrerà procedere a una “marginalizzazione e criminalizzazione del dissenso, che preveda severe condanne e sanzioni nei confronti di soggetti regressisti e anti-sistemici, estirpando una volta per tutte la piaga del libero pensiero”.
Il Segretario ha poi chiesto alle autorità religiose e agli esponenti della cultura, dell’arte, dello spettacolo, di “perseverare nel loro fondamentale impegno pedagogico, in quanto Mediologi di alto profilo, custodi di una dottrina di sottomissione e ubbidienza all’autorità che infonda nelle masse modelli di comportamento coerenti con l’ordine e la stabilità sociali”. In conclusione, ha auspicato che “il virgulto democritico possa crescere e portare a compimento la storica missione che il destino oggi gli affida”.
Cessati i lunghi e calorosi applausi, il Carofiglio De Bonadonna ha invitato i presenti nella lussuosa Sale dei ricevimenti, dove l’Agenzia Internazionale EU (Estorsione & Usura), ospite dello storico avvenimento, ha offerto un ricco rinfresco. Molti i confronti e gli scambi di vedute avviati in modo informale tra i buffet traboccanti di raffinatezze gastronomiche. “Gli insetti lasciamoli ai lavoratori” ha detto il Segretario, suscitando l’ilarità dei commensali.
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