Spero che la Potenza Divina non si adonti e mi perdoni la blasfemia, sapendo che qui, nelle tre volte umanissime del si puote (non nella sostanza), i nomi sono purissimi (pur putissimi) accidenti e vorrebbero non sollevare (…e non solo per furbizia ma almeno per poter solo approcciare un percorso mentale) come perlopiù e purtroppo accade, riflessi narcisistici e motilità pavloviane. Stiamo quindi all’empireo, terrestrizzato dal ragionamento, ma non quello romano, genialmente relazionale, quanto quello greco, coinvolgentemente umano troppo umano…
Qualcuno osserva (persino sgomento) parabole dorate che hanno morso tutto (…e lungi da noi ogni invidia, non ne saremmo stati comunque capaci… per vocazione) dalla vita: riconoscimenti sperticati, collusioni teoricamente avverse spesso affascinate, denaro – in ogni caso – più che bastante, cariche istituzionali prestigiose, incensi accademici, successo raffinato, diffuso, persino grossolano, amori prevedibilissimi di donne e uomini, per interi decenni d’usualità e criptopolitiche spesso concretissime ma sempre ammantate da una cortina di lateralità spavalda, alternativa, cassandresca ed a volte ribalda, persino di gossip il più becero, passando epocalmente ma brillantemente dai contigui del terrore ai rinnegati del terrore (alla Caillois), ridotte in pochi mesi (qualcuna persino in pochi giorni) in cenere, spietatamente schiacciate da una spaventosa potenza di fuoco amico e nemico, poco platealmente messa in mostra fino a qualche anno fa. Hanno inaspettatamente provato, giustamente scandalizzandosene, ma finalmente sulla loro pelle, cosa significhi stare in minoranza epocale. Prima non serviva – evidentemente – granché, metterlo in atto, al potere, ma quando i suoi figli discoli e viziati si permettono rumorosamente di protestare… la faccenda cambia. La scossa grossa l’ha data – ultimo ma veramente primo scombussolato atto di un rivolgimento straniante all’interno di un sedicente processo secolare – il manifesto contro la Cancel culture…
Non che il potere (non certo quello degli impotenti… contraddizione in termini per chi osi ragionare e qui s’indeboliscono le visioni semplicistiche dei complottardi in sedicesimo, fatti sempre salvissimi le centinaia di servizi segreti, che pur qualcosa istituzionalmente devono pur… metterci dentro), non abbia sempre voluto operare così (…la traccia metafisica, innegabilmente, anche sotto il costrutto teologico, in Dante). La differenza è che ora, ci sono mezzi tecnologici che rendono possibile la virtualizzazione sopra ed oltre ogni materialità. La materialità, come è giusto, è rimasta ai grezzi, anche se non guasta mai, di necessità… Non che tale virtualizzazione sia però invisibile. Anzi. Diciamo che la visibilità si conforma ai segni dei tempi, in fine velocior, tutto passando dal “…non dice non occulta ma dà segno”, alla più nuvolosa ma miserevole evidenza. Verità segrete esposte in evidenza. Di cui non prende atto solo chi è ormai, più o meno consapevolmente, cieco. Non è più il caso, stante lo svelamento incessante ed in parte inarrestabile, sia pur estremamente minoritario, degli irriducibili e la tracotanza immediata, rafforzata dalla caduta definitiva delle remore psico-sociali, dei persuasi, che ci si tenga dietro le quinte. La quinta essenza negativa, la pesanteur, è allo scoperto, meravigliosamente terrificante, nella sua capacità spavalda di sospingere le masse globalizzate, verso un crinale oltre il quale potrebbe esserci anche solo il baratro.
Si crede forse che per dire questo noi si abbia la verità nella saccoccia? (soprattutto verso il futuro?) No. Noi siamo solo degli straordinari osservatori, molto ben addestrati dalle battiture mai finite, i marginal/differenziati (o emarginati – tanto nulla cambia – come più o meno ci definivamo già dagli anni Settanta del secolo scorso), dall’impotenza attiva ed a volte sfrenata e sempre serpeggiante e spesso persino capaci di vedere e non solo guardare, di anticipare e non solo seguire, di creare uno stile e non solo portare le mode altrui e proprio per questo paradossalmente salvaguardati e posti, alla fine di un percorso che rovinosamente trascina tutto e tutti, nella condizione – in parte generazionale in parte ciclica – di poter meglio comprendere. Questo percorso esemplare, al di là dei nostri stessi meriti, ci pone ora in una condizione stranissima ed unica: potremmo avere la rabbia del revenant, ma l’abbiamo già consumata nei decenni precedenti, a vuoto, e quindi ora siamo, come direbbe il vulgo, “risolti”, …almeno al proposito della rabbia, prova n’è che si arrabbiano – spesso oltremisura e decenza – gli altri, gli ex-persuasi… e che da noi si pratichi troppo spesso – evitare comunque le mode! – una ironica superiormente incongrua, applicata anche alle cose sacrosante. Quindi non abbiamo quella rabies. Magari quella metafisica/metapolitica.
Ma questo non significa che il nostro zoccolo duro non si presti per gli anni a venire a fornire nerbo e struttura alle più impensabili avventure. Diciamo impensabili e diciamo avventure, ragionandoci sopra. I piani ed i progetti infatti si fanno con i dati alla mano: quante divisioni ha il Vaticano, etc, etc… (e sono proprio difficili, infatti li azzeccano in pochissimi), ma poi una Solidarność qui, una rabbia impotente di fondo là, uno scoramento dell’intelligence in aggiunta, il buon lavoro di fondo delle intelligenze avverse, una scivolata nell’illusione plasticata ma luccicante, uno scatenamento della finanza dappertutto, una presa d’atto del fallimento nei cuori più o meno impavidi, una molla troppo a lungo tesa che si rompe negli apparati di convincimento e mille altre innumerevoli frane conseguenti… e forse qualche Altra cosa e… tutto precipita miserevolissimevolmente. Da un attimo all’altro.
Non soddisfa il nostro lucido progettare??? Può darsi, ma considerate le vere, immani, forze in gioco. Dopo un inevitabile reseat ce ne saranno altri sempre più duri ed efficaci. Al di là di chi manovra dietro c’è chi capisce dietro, magari tardi ma è questa la grande lezione dell’oggi (ed ancor di più del domani). Tutti siamo più o meno deficitari, a parte i progetti ed i sogni, ma funziona il cervello automatico per chi se lo può permettere (per noi no, sicuro) e la guida automatica, non sarà cesarea, ma comporta molti meno rischi per l’elitaria classe globalista ed elimina soprattutto le derive narcisistico individualistiche gruppettare, sempre deviabili ma con grande spreco e ritardo e quindi operate e/o cavalcate solo in stato d’estrema necessità, quando la marea del dissenso arriva a livelli giudicati (dal potere) insostenibili. Per il potere è enormemente più conveniente una guida automatica della guida carismatica a cui s’aggrappano sempre (disgraziatamente e costretti) coloro che affogano. La lezione potentissima è questa: inganna mai frontalmente ma sempre lateralmente e subdolamente, metti tutta la tua potenza nel sembrare buono e dedito al bene (necessario) comune, consenti con gli istinti più profondi (ed anche infimi, spregevoli, persino schifosi) degli uomini (e dei popoli) …ne avrai impensabili ma ragionevolissime risposte di consenso. I discorsi iperuranici (non parliamo nemmeno dello stato etico) saranno inevitabilmente perdenti (non ovviamente in sé… ma in re), perché opera comunque la maya in divinis (ed il ciclo non sapremo mai quando possa davvero svoltare – non spetta a noi se non la consapevolezza di esserci dentro). Chi nega poi non solo il ciclo, ma la ciclicità, allora merita davvero di essere portato via dalla corrente. Ma il potere ha capito benissimo la ciclicità, se pur s’atteggi a linearista, e prova ne è che sa piegarsi, quando inevitabile, al vento (che soffia dove vuole), per quel tanto che basti… magari pensa persino in ritardo ma ultimamente accelerando, che tutto conviene avvenga il più possibile progressivamente e spinge e decelererà a bisogna, a seconda del collaudo resistenziale, e provvede(rà) sempre sapientemente a pentole e rane.
Questo – da parte nostra – implica resa? Mai. E non quia absurdum… (…quia impossibile). Il rivolgimento ci sarà, comunque, prima o poi. E… non per usare una formula, ma perché è inutile qui ripetersi a iosa, un’altra modernità… è perseguibile. Implica diffondere consapevolezza crescente, complessa ma penetrante (…la retorica riscalda i cuori ma non le menti, la lucidità il contrario), rendendo ancora più performante il nostro motore immobile. Conservatori di futuro.
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