18 Luglio 2024
Querelle

Non c’è speranza per quest’uomo…

C’è un anziano signore che invece di godersi in santa pace la pensione della sua operosa vita di commerciante di indumenti intimi, reputa che sia meglio impiegare il tempo nel cercare di cancellare i peccati di gioventù, che devono essere innumerevoli e gravissimi, prendendosela con un filosofo morto 40 anni fa e con i suoi “seguaci”, senza essere minimamente provocato, e con un linguaggio non degno di un gentiluomo genovese e di un cristiano. Credessimo nella psicoanalisi gli consiglieremmo caldamente una serie di sedute per cercare di rimuovere una volta per tutte questo senso di colpa che si porta dentro da decenni. Ma forse sono troppo costose. Altro non si può dire dopo aver letto quanto scrive Piero Vassallo in un articolo comparso su “Riscossa Cristiana”, rivista on-line, il 15 giugno 2014.

Preliminarmente, è necessario chiedersi le ragioni di tanto accanimento nei confronti di un pensatore come Julius Evola che egli ritiene, man mano che il tempo passa, vieppiù pericoloso per una Destra, peraltro definita morta e sepolta (e quindi che importanza avrebbe?). Forse, per rispondere al quesito, non bastano le ragioni legate al senso di colpa, cui sopra si accennava. Vuoi vedere che il nostro si è accorto che gli sforzi dei tanti vu inizià (accidenti! Non considererà mica questi ultimi dei paria, con atteggiamento da razzista gnostico?) per “accreditare” il Maestro, hanno sortito, nel corso degli anni, dei frutti significativi? Vuoi vedere che i suoi sogni sono turbati dai dati di vendita delle opere di Evola, dai molti saggi critici prodotti da insigni accademici, dal numeroso, appassionato e attento pubblico che ha partecipato ai convegni durante i quali, nello scorso mese di giugno, è stato commemorato il quarantennale della sua scomparsa fisica da questo mondo?
Il raffinato censore è forse animato, nella sua eterna vis polemica, nientemeno da quel sentimento dell’invidia, esaltato da quell’ateo impenitente di Nietzsche come tratto saliente dell’animus pagano? E’proprio vero, il primo amore non si scorda mai! Potrebbe, quindi, il fine grammatico aver compreso che se si vuol ripartire, come egli stesso dice esser necessario dopo il ventennio finesco, è proprio all’anti-italiano (sic!) Evola che bisogna guardare? Il pensiero del filosofo romano, animato da un’irrefrenabile volontà di “rettifica” è infatti risultato indigeribile prima al fascismo e poi alle varie destre del dopoguerra, proprio per questo oggi “…morte e sepolte”. Altro che nefasta egemonia culturale evoliana! E’ stata l’indifferenza culturale e spirituale delle classi dirigenti delle destre nei confronti del magistero evoliano ad aver prodotto il disastro sia esteriore sia soprattutto interiore. Il Potere logora chi ce l’ha, a differenza di quanto pensava Andreotti.
Inoltre, sappia l’elegante censore che i vu inizià non hanno mai teso ad essere accettati nei “salotti buoni” della cultura italiana, non hanno mai provato alcun risentimento cristian….uccio, uccio, uccio (coerentemente vivo, al contrario, nell’anima del nostro pensatore), nei confronti di Guénon o di altri, e non hanno mai ambito a sposare alcuna causa della sinistra “post-comunista”. Chi invece trancia giudizi, a proposito di Evola, molto simili a quelli pregiudiziali di certa sinistraguardia bianca dei confini del politicamente corretto, è proprio il nostro probo uomo in compagnia di qualche amico. Infatti, chi sostiene esservi parentela tra il tradizionalismo di Evola ed il satanismo, evidentemente vive davvero in un mondo onirico, dal quale magari, tra le altre letture, potrebbe essere utile al risveglio, Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo (come una certa quantità di documenti dell’Archivio Centrale di Stato, molti dei quali ormai noti, a proposito della pretesa anti-italianità di Evola, e naturalmente si dovrebbe precisare su che piano…). Inoltre, sicuramente Vassallo, che è un onesto cristiano, non si sarà inventato certi suoi sarcasmi e certe sue accuse, quindi ci dirà da quale fidata e documentata fonte ha saputo che gli evoliani siano stati indotti “a supplicare i banditori adelphianidell’ultramoderno a depenalizzare l’opera del loro maestro, immaginario depositario di valori profondi e attuali”. Sicuramente ha prove-provate di quanto ha scritto.
Ma, come si sa, i vu inizià, perfettamente consci del senso del tragico, lasciano volentieri ad altri quello del ridicolosenza speranza alcuna di redenzione. Ecco perché quello di Piero Vassallo, che ipocritamente non ama chiamare per nome e cognome tutti quelli con cui polemizza quasi stesse scrivendo un suo eterno romanzo filosofico, è ormai più un caso umano che culturale. Dopo un intervento scombiccherato e senza nesso logico alcuno (se ne sono accorti anche i rari interventi a commento di esso in Rete) è il caso che qualcuno si occupi della sindrome ossessivo-compulsiva dell’ anziano mistico venditore di guepièrescome venne definito dalla Nuova Destra. Son trascorsi trent’anni e più e il caso si è aggravato. Provveda chi di dovere.
Fondazione J. E.

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