13 Ottobre 2024
Giornalismo

Note su Giulietto Chiesa, pensieri sparsi – Stefano Cordari

La morte di Giulietto Chiesa ha lasciato tutti molto sorpresi in quanto essa è giunta come un fulmine a ciel sereno. Non era estraneo, sul piano del pubblico che lo seguiva, al mondo alternativo anche a destra, nelle sue formazioni più radicali o nazionalrivoluzionarie; la qual cosa non aveva lasciato inosservata la sua fede politica di sempre, ovviamente. Ciò ha creato un dibattito a tratti interessante ed a tratti polemico, sicuramente la sua morte ha ravvivato delle antiche discussioni e divisioni nel mondo delle destre politiche. Non pochi, a destra come a sinistra, avevano malvisto il suo impegno politico a tutto campo, fuori schema, in ambiti tradizionalmente estranei al classico mondo comunista e post-comunista dove lui, storicamente, era originato. Attivo su Byoblu, creatore di Pandora Tv, intervistato da vari canali alternativi ed antagonisti, Giulietto Chiesa era diventato una specie di figura tipizzata di tutto quel mondo che, diviso dalla storia e dalle vicissitudini epocali, si ritrovava magari casualmente in coda a canali di Youtube a commentare fatti ed teorie espresse circa il mondo di oggi e tutta la sua devastante evoluzione.

Col tempo lo si ascoltava al di là di chi fosse stato e di cosa pensasse politicamente sul piano personale, al di là di qualsiasi considerazione di tipo schematico. Mondialismo, Caos economico, complotti dell’Alta Finanza Apolide, Globalizzazione, guerre di civiltà, misteri vari (sue anche delle ricostruzioni molto anticonvenzionali sulla vicenda dell’11 Settembre), qualsiasi avvenimento recente di tipo tragico o previsione sul prossimo futuro delle Oligarchie di potere, lo si poteva vedere e sentire impegnato in dibattiti e ricostruzioni di fatti con dati, fonti, pareri sempre molto convintamente espressi. Come spesso accade quando si ascoltano questi dibattiti si cerca una propria via di interpretazione per capire come orientarsi in questo labirinto non sempre comprensibile che vede il mondo intero addentro ad una sorta di videogioco tragico che incrocia il Risiko con Monopoly, volendo farci una pesante ironia. Negli anni aveva saputo crearsi un auditorio del tutto trasversale, senza una teoria iniziale di tipo trasversale ma sulla base di affinità elettive quanto occasionali che, ad un certo punto, ed al di là del giornalista stesso, hanno incrociato persone molto diverse tra di loro ed anche figure dell’attivismo “rosso” con il mondo “nero”. A differenza di altri periodi storici dove qualcuno teorizzava un superamento degli opposti ed un fronte articolato trasversale di tipo rivoluzionario qui non c’erano teorie, dottrine, tigri cavalcate o disintegrazioni sistemiche messe per iscritto. Qui c’era solo l’informazione ed il giornalismo di controinchiesta e la rete mercuriale per eccellenza: il Web,con questo miracolo strano che vede persone conoscersi dal basso, magari per caso, perché finalmente si può ascoltare una persona in chiaro nel suo pensiero originale o in un dibattito con un pubblico che scrive ed interviene.

Si scopre così che esiste una dimensione che non guarda ai Rossi, ai Neri, ai Cattolici, ai Musulmani, etc ma una realtà in cui ci scopriamo tutti schiavizzati e scontenti. Una realtà dove conta avere una carta di credito solvibile, dove conta essere dentro qualche meccanismo e non fuori, dove se sei nato nella parte sbagliata della società sei, semplicemente, fottuto e se nasci nella parte sbagliata del mondo puoi trovarti una bomba intelligente che trapassa l’edificio in cui vivi lasciandoti vivo per miracolo ma senza casa, o senza genitori o senza figli. Questo viene in mente di scrivere, di getto, dalla vicenda umana di Giulietto Chiesa poiché altri si stanno dividendo su di lui ed il suo passato prossimo e remoto ed altre diatribe di natura minimale, a parere di chi scrive, a fronte della situazione che stiamo vivendo attualmente e che si è , oramai, palesata inverando le peggiori fantasmagorie del pessimismo politico ed esistenziale. Giulietto Chiesa era parte dei quel mondo di persone che hanno vissuto scrivendo del mondo e viaggiando nel mondo, da giornalisti “ab initio” di titolate testate giornalistiche ma poi giunte su lidi di nicchia, marginali, scomodi. Giulietto Chiesa ha diviso l’area politica di provenienza, quella comunista, ma ha anche creato malumori nell’area politica anticomunista trovando una malcelata repulsione nelle destre più propriamente dette ma una diffusa accondiscendenza e curiosità nel mondo del pensiero non conforme della destra più radicale e terceirista.

Tutto ciò molto in modo assolutamente spontaneo. Eppure, ad un certo punto, le casuali convergenze hanno iniziato a prendere forma in modo più coraggioso, forse per ragioni epocali: ed è così che abbiamo visto Giulietto Chiesa a CPI a parlare di Putin e della Russia, la sua seconda patria da tanti punti di vista prima e dopo la caduta del Muro di Berlino. Abbiamo visto Giulietto Chiesa nel suo ultimo intervento con il filosofo russo alternativo Alexander Dugin, parlare in termini molto dinamici di categorie politiche nuove rispetto alle vecchie contrapposizioni della politica del Novecento. Fece scalpore, nel corso del suo ultimo intervento pubblico , la sua affermazione che recita, inequivocabilmente e categoricamente che : “termini come capitalismo, comunismo, liberalismo e persino nazismo erano obsoleti e andavano comunque ridefiniti per capire la realtà odierna per riaprire il cancello del nuovo totalitarismo”. Oppure quando riconfermò questo pensiero dicendo: “Per lungo tempo abbiamo usato parole che hanno cambiato il loro significato”, a testimonianza del fatto che un’era nuova e assolutamente diversa era oramai inverata in tutta la sua potenza fattuale e che ogni tentativo di affrontarla secondo ricette e schemi di contrapposizione del passato fosse destinato a fallire. Queste frasi, prese dal suo ultimo intervento pubblico reso visibile da Affari Italiani solo nel giorno della sua morte, non sono nuove a chi lo seguì a vario titolo, al di là della sua identità ideologica mai dissimulata.

Per alcuni quelle parole sono un testamento politico inedito ma, chi scrive lo può dire senza problemi, è noto a chi lo vide dal vivo che egli si pronunciò in modo identico in altri consessi anche molto ben definiti come l’evento sulla Sovranità Nazionale organizzato dal Circolo La Terra dei Padri, in Modena. In quell’occasione egli parlò a lungo e molto dettagliatamente della vicenda del colonialismo antieuropeo e della vicenda della presenza politica della Superpotenza USA in Italia, illustrando varie teorie sulle attuali frizioni in Medio Oriente e sulle passate vicende dalla Siria, all’Irak allo Yemen. Giulietto Chiesa fu molto chiaro in merito agli schemi storici del Dopoguerra e le sue parole sono state assolutamente identiche a quelle riportate da Affari Italiani in quel video inedito summenzionato. Non per questo si può pensare che egli abbia cambiato identità politica, era Comunista di nascita e non aveva mai rinunciato alla sua storia che declinava sul piano delle dottrine rivoluzionarie di liberazione nazionale e di autodeterminazione di tutti i popoli, con accezioni tipiche di quel terzomondismo che in molti hanno conosciuto a sinistra, ma parzialmente anche a destra. Non fu tenero rispetto all’esperienza fascista in Italia, spese parole critiche su Benito Mussolini ma non scendendo su piani di insulto o di pretestuosa polemica; semplicemente il suo parere sul Fascismo fu che Mussolini ebbe cattivi consiglieri e che si mise in mano ad una casta di potere che pensava di potere dominare e controllare ma che, all’opposto, avrebbe poi tradito il Regime con le note vicende belliche, al fine di consegnare l’Italia ad una vera e propria gestione neocoloniale in un quadro di sovranità limitata. Il pubblico interloquì con lui in modo molto pacato, lui ebbe a dire che era assolutamente convinto di essere lì, proprio lì in quella sede ed aggiunse: “io sono qui non perché abbia cambiato idea, ma proprio in quanto fedele alle mie idee di sempre”. Dopo l’evento si è soffermato a parlare con il pubblico in modo molto dettagliato e con chi scrive, parimenti, ha avuto un dialogo sulle prossime elezioni americane illustrando la sua tesi sul Deep State nei cfr di Trump e la natura insidiosa del potere reale delle oligarchie statunitensi, agganciate sia alla famiglia Bush che al Partito Democratico, avendo scelto quest’ultimo come assoluto e privilegiato vettore per proseguire il progetto neoimperialista dell’Ordoliberismo. Chiesa si era ripromesso di tornare in quella sede a presentare il suo ultimo libro sul Muro di Berlino, da quel che si è saputo di recente.

Ma non sono mancati attestati di stima da parte di persone come Franco Nerozzi che lo conobbe molti anni fa in Afghanistan ed in occasione di convegni sull’occupazione sovietica in sedi universitarie. Non sono mancati ricordi di Adriano Tilgher, di Maurizio Murelli, di Attilio Carelli, di Luca Spada di Radio Spada che con lui ebbe uno scambio di messaggi in cui Giulietto Chiesa espresse parole di apertura sul mondo cattolico tradizionalista in merito alla vicenda del Mondialismo e della sua natura di distruttore dell’indentità spirituale dei popoli. Non è nostro compito stabilire se le sue idee fossero assimilabili ad un progetto politico vero e proprio di tipo trasversale, non sappiamo se ciò fosse possibile per come lo pensava lui o se lo sarebbe in futuro, magari in altre forme. I tempi non sono favorevoli ad una elaborazione politica così complessa, vivendo un’epoca di grande ignoranza ideologica e di passioni determinate da istinti o da interessi materiali. Non ci sono sicurezze in un’epoca così fluida come questa e non possiamo pensare che una storia politica come quella di chi fu comunista in modo inequivocabile, con accezioni filosovietiche e staliniste, in epoche diverse, avrebbe avuto la stessa attenzione verso aree di pensiero così lontane, una volta che l’URSS fosse stata ancora in piedi in tutta la sua potenza. Questa è, almeno, una critica che gli viene fatta da alcuni: la prendiamo con beneficio di inventario. I critici non gli perdonano il suo passato e le sue carriere in ambiti elettorali al Senato con il PCI agli ultimissimi appuntamenti con il suo simbolo storico, era il 1987, e con le Europee del 2004 con una lista civica di sinistra con il binomio Occhetto/ Di Pietro; decisamente più post-ideologica. D’altronde lui credette nell’URSS ed era comunista, quindi aderì anche alle direttive di Berlinguer quando fu ordinato di seguire la parabola di Gorbaciov e quindi la parabola della Perestroijka con il disastro finale di tutto il Patto di Varsavia. Però è indubbio che se abbiamo iniziato a capire qualcosa di quella che non fu certo la “nuova era” per l’ex URSS ma uno dei periodi più buii dell’Europa con la messa in piedi di una mostruosa operazione di saccheggio economico e finanziario operata dal sistema mondiale avverso la Russia, la fu proprio per l’opera di controinformazione di Giulietto Chiesa che ci raccontava che razza di “liberazione” fosse avvenuta in Russia e quali fossero i nuovi ricchi e gli astri nascenti del potere secondo le tesi della liberaldemocrazia occidentale. Sulla Russia è stato ed è accusato di tradimento dai comunisti filosovietici più ortodossi, parimenti è denunciato come stalinista dagli anticomunisti più accesi e indisposti a rimettere al passato le vicende belliche della Guerra Fredda.

Al di là di questa diatriba vogliamo ricordalo in modo imparziale ma con una certa gratitudine perché è stata una figura indubbiamente interessante e di spessore politico, specialmente per ciò che ha saputo creare sul piano del pensiero e del giornalismo negli anni più recenti su temi indubbiamente scomodi. Aveva 79 anni, non sappiamo quanto sarebbe potuto andare avanti ancora ma è certo che ci avrebbe sorpreso in positivo e vogliamo pensare che molta parte di ciò che fu il suo ultimo percorso di vita non lo abbia cambiato ideologicamente, d’altronde non ci interessano pentiti o dissociati ma, bensì, evoluti. Vogliamo altresì pensare che la sua vita abbia visto momenti di grande crisi personale, dolorose prese di coscienza ed un travaglio interiore a fronte del crollo di un mondo in cui credeva convintamente; travaglio che lo ha sicuramente portato a scelte molto alternative rispetto a vecchi schemi, travaglio di cui dobbiamo avere rispetto se vogliamo essere uomini liberi. Sicuramente ha lasciato un valore umano molto più tangibile di molti suoi detrattori.

Stefano Cordari

2 Comments

  • stelvio dal piaz 3 Maggio 2020

    io ho espresso il mio pensiero su di Lui nel sito dell’unione socialismo nazionale, rivendicando una amicizia personale da Fascista repubblicano

  • Giuseppe Biamonte 3 Maggio 2020

    Condivido quanto espresso nell’articolo. Ho seguito anch’io con una certa costanza il pensiero e l’azione di Giulietto Chiesa in questi ultimi anni dellè sue battaglie contro la dittatura mondialista del pensiero unico dominante.
    Pur provenendo da esperienze politiche e ideali diverse dalle sue, ho condiviso le sue battaglie e ne ho sempre apprezzato l’onestà intellettuale, la sua grande serietà professionale, il suo profondo e appassionato impegno politico, la sua incredibile capacità di sintesi e d’analisi. Sicuramente una grande perdita culturale, intellettuale e politica, in una società sempre più spettrale votata alla disumanizzazione e alla mediocrità.
    Ciò che a mio avviso mancherà di più di lui agli uomini dotati di un minimo di capacità critica e di dignità sarà la sua intelligenza e la sua capacità di rapportarsi con gli altri, al di là degli steccati e dei logori schemi ideologici.

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