9 Ottobre 2024
Speciale Notre-Dame

Notre-Dame: storia e simbolismo esoterico – Luigi Angelino

Il recente rogo divampato nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi mi ha colpito profondamente, non solo per il danno artistico/culturale ad uno dei “templi” più famosi d’Europa e del mondo, ma soprattutto per il valore simbolico di natura apocalittica che un tale evento può costituire: il crollo dell’alta ed imponente guglia, più o meno in diretta su quasi tutti i tabloid del mondo, è segno di un inesorabile declino ideologico che si accompagna alla velocità sempre più sostenuta dei mezzi di informazione. Parlare della cattedrale di Notre-Dame mi coinvolge emotivamente, trattandosi di un “luogo sacro” a me molto caro, e all’aggettivo “sacro” non attribuisco esclusivamente

il contenuto di “religioso”, ma il significato originario, classico che colloca tutto ciò che è “sacer” in una linea di confine tra il mondo tangibile e quello metafisico. Quando penso alla cattedrale di Notre-Dame, mi viene spontaneo pensare a diversi momenti della mia vita che associo alle numerose visite che si sono succedute nel corso del tempo a partire dall’adolescenza. Ed ecco che, quasi in maniera inconsapevole, quel luogo mistico e diacronico mi conduce nell’alveo di un percorso iniziatico ed evolutivo, non meditato e non scontato.

Proviamo, allora, a delineare una breve sintesi sulle caratteristiche principali della cattedrale di Notre-Dame che sicuramente saprà risorgere dalle proprie ceneri, come vessillo di un’Europa da sempre travagliata, preda tuttora di una crisi culturale di certo profonda, ma non irreversibile. Notre-Dame è un capolavoro gotico e mi piace partire dalla leggenda delle sue serrature che nasconde una storia veramente inquietante, emblema della complessità e della sovrapposizione di strutture diverse che hanno lasciato e lasceranno il visitatore senza fiato (1). La tradizionale leggenda racconta che, all’inizio del XIV secolo, le serrature di Notre-Dame furono commissionate ad un bravo fabbro di nome Biscornet che, pur essendo onorato della designazione, era al tempo stesso preoccupato per il gravoso compito ricevuto. A questo punto decise di stringere un patto con il diavolo che gli assicurò la buona riuscita dell’opera in tempo utile per l’inaugurazione. Quando arrivò il fatidico giorno, in molti andarono a cercare il fabbro, perchè era il solo a conoscere il modo di aprire le serrature della chiesa, ma lo trovarono svenuto accanto alla forgia. A quel punto per aprire le serrature della chiesa fu necessario utilizzare acqua benedetta che provocò l’ira del diavolo che fece tremare la cattedrale. E’ ragionevole pensare che questa leggenda sia stata favorita dalla presenza di ben 54 “gargoyle”(2) sui tetti di Notre-Dame, ovvero quelle figure demoniache che traggono ispirazione dalle Sacre Scritture, ma soprattutto dalla relativa interpretazione medievale. In realtà, si tratta di un vero e proprio falso storico, in quanto, contrariamente a quanto si possa pensare, furono sostituite o aggiunte soltanto nel XIX secolo e nulla avevano a vedere con l’originario progetto gotico della cattedrale.

Notre-Dame si trova nella parte centrale orientale dell’Ile de la Citè, il nucleo più antico di Parigi, fondata dai Romani come Lutetia Parisorum. Accurati studi hanno rivelato che, nel luogo dove ora sorge la cattedrale, era collocato un tempio pagano dedicato a Giove, fatto edificare da Giulio Cesare dopo la vittoria su Vercingetorige del 52 a.C.. All’inizio dell’epoca cristiana, nell’ottica di sostituire tutti gli antichi templi pagani con quelli della nuova religione, fu eretta una chiesa dedicata a Santo Stefano, in una posizione più ad ovest rispetto all’attuale cattedrale, con annesso un battistero dedicato a San Giovanni Battista, con il nome di Saint-Jean-le-Rond, i cui resti sopravvissero fino al diciottesimo secolo. Quando Parigi, a metà del dodicesimo secolo, con Filippo I diventò capitale del regno di Francia, imponendosi come importante centro commerciale e culturale, su iniziativa del vescovo e teologo Maurice de Sully, si pensò a promuovere la costruzione di una cattedrale più ampia e spaziosa, anche perchè quella precedente stava andando in rovina e non poteva più costituire un motivo di vanto per il prestigio dei regnanti. La prima parte fu costruita tra il 1163 ed il 1250 (3), a partire dal coro, a cui fu aggiunta la struttura a cinque navate con doppio deambulatorio intorno all’abside. Il primo grande evento storico legato alla cattedrale risale al 1185, quando nel corso della prima celebrazione, il patriarca di Gerusalemme Eraclio di Cesarea convocò la Terza Crociata. Notre-Dame assunse la struttura odierna a metà del XIV secolo, quando le facciate, in precedenza elaborate in stile romanico, furono convertite in un marcato ed imponente stile gotico. Dall’epoca rinascimentale fino al XVIII secolo, alla cattedrale furono apportati restauri non di grande portata, con l’aggiunta di decorazioni corrispondenti alle esigenze del periodo di riferimento, ad eccezione della sostituzione dell’altare maggiore, voluta dal re Luigi XIV verso la fine del XVII secolo che dedicò la Francia alla Madonna (4). Il nuovo altare maggiore si presentava in maniera spiccatamente barocca con una cancellata in ferro battuto e decorazioni in oro. Durante il decennio successivo alla Rivoluzione francese, la cattedrale fu devastata e tutti gli oggetti preziosi furono inviati alla zecca per essere fusi. Nello scellerato clima del Terrore, il 10 novembre 1793 fu organizzata una celebrazione laica, durante la quale la chiesa fu consacrata come “Tempio della Ragione”. Tuttavia la cattedrale tornò alla Chiesa Cattolica, in base al Concordato del 1801 firmato da Napoleone con papa Pio VII. Ed il 2 dicembre 1804 lo stesso Napoleone fu incoronato come imperatore dei Francesi, al termine di una Messa celebrata dal papa. Nella prima metà del diciannovesimo secolo, la cattedrale versava in pessime condizioni ed un importante ruolo nella sensibilizzazione per i restauri fu assunto dallo scrittore Victor Hugo (5) che, con la diffusione del suo romanzo, Notre Dame de Paris, pubblicato nel 1831, favorì il coinvolgimento dell’opinione pubblica. I restauri della seconda metà del diciannovesimo secolo mirarono a riportare la chiesa alle primitive caratteristiche dell’epoca medievale, cercando di rendere unitaria la fitta trama di diversi stili che si erano sovrapposti nel corso dei secoli. Gli ultimi grandi interventi risalgono al 1966, quando furono installate le vetrate policrome e nel 2004, quando venne realizzato il nuovo presbiterio.

Ma la simbologia racchiusa in questa straordinaria cattedrale è vasta e profonda, al punto da rappresentare un vero e proprio “monumento filosofale”, non a caso definita da Victor Hugo come “un geroglifico completo, la sintesi più soddisfacente della scienza ermetica”. Notre-Dame, in realtà, può essere letta come un libro, a partire dalla sua facciata occidentale che, in sintonia con le torri campanarie gemelle, raffigura la lettera “H”. Si tratta della lettera “eta” in greco, iniziale del dio solare Helios e della lettera “het “ ebraica, iniziale del nome Elia. Entrambi i personaggi sono accomunati dal simbolo del carro di luce e di fuoco, la Merkabah (6) dei Cabalisti che favorisce l’ascensione al cielo. Secondo questa visione, il tempio terreno non è altro che la base per consentire all’uomo di raggiungere la vera elevazione spirituale (7). Di grande pregio e di notevolissimo interesse è il portale del Giudizio Universale, costruito tra il 1120 ed il 1230, al centro della facciata occidentale, gravemente danneggiato nel 1771 che, pur avendo perso gran parte dei simboli originari, conserva spunti interpretativi di indubbio fascino. Sul pilastro centrale sono abilmente scolpite le allegorie delle scienze medioevali, tra cui l’alchimia, che viene raffigurata come una donna assisa su un trono, con la fronte alzata verso il cielo, recante uno scettro nella mano sinistra (sovranità) e due libri nella destra, uno chiuso per indicare la conoscenza esoterica, l’altro aperta per significare la conoscenza essoterica (8). Ancora più emblematica è la presenza, fra le sue ginocchia, di una scala di nove gradini che termina proprio all’altezza del cuore. Essa rappresenterebbe la scala philosophorum che conduce verso i vari passi della trasformazione dello spirito. Il registro inferiore del timpano è ornato con la vera e propria rappresentazione del Giudizio Universale. E’ stato osservato come la scena appaia molto simile a quella riportata nella carta XX dei Tarocchi, uno degli arcani maggiori: un angelo suona la tromba e molti defunti risorgono dai sepolcri. Oswald Wirth (9), attento studioso del simbolismo delle carte, ha voluto scorgere in tale scena una chiara allusione al risveglio iniziatico che conduce l’adepto, attraverso un percorso interiore, verso una rinnovata esistenza, Verso l’apice del bassorilievo, si notano Michele e Satana che pesano le anime su una bilancia, compiendo la ripartizione e rivelando la tradizione di origine tipicamente egizia della psicostasia. Non a caso, una delle interpretazione di Paris, è quella di città cara ad Iside e la stessa cattedrale di Notre-Dame viene considerata il vascello di Iside (10). Ma, osservando con attenzione la precitata scena, sembra che il diavolo miri a falsare l’esito della pesata, mentre il bonum risulta allineato sia all’esterno che all’interno. Anche in questo caso, si tratta di un chiaro riferimento alla simbologia alchemica: Satana rappresenta la metafora della potenza creativa sulla materia volgare, mentre Michele simboleggia colui che eleva la materia ad elemento perfetto, il cosiddetto rebis filosofale (11). L’alchimista Fulcanelli, nella sua opera Il mistero delle cattedrali (12), definiva la cattedrale di Notre-Dame, una dimora filosofale, dove gli Ermetici durante il XIV secolo erano soliti incontrarsi con cadenza settimanale. Emblematico è il portale di sinistra, chiamato portale “della Vergine”, ricco di simbolismo soprattutto legato all’Astrologia, con una serie di bassorilievi che raffigurano lo Zodiaco, mentre sul pilastro centrale è posta la statua della Madonna col bambino e, al di sopra di essa, è scolpita l’arca dell’alleanza, mentre sotto i suoi piedi è raffigurata la tentazione di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Un elemento molto particolare colpisce l’attenzione del visitatore: sull’albero di melo, al posto della solita immagine del serpente, compare in maniera straordinaria una figura femminile che si riferisce a Lilith, un mitico personaggio della tradizione ebraica, presente nella letteratura apocrifa e non in quella biblica. Lilith sarebbe stata la prima moglie di Adamo, poi ripudiata perchè colpevole di non aver obbedito al marito e, per punizione, poi trasformata in un demone notturno. A circa 50 metri dall’ingresso della Cattedrale, sul pavimento della piazza, si scorge una borchia dorata di forma ottagonale, con all’interno la Rosa dei venti, Su ognuno dei quattro quadranti di essa, è riportato un frammento della frase point zero des routes de France (punto zero delle strade di Francia)(13). Si tratta di un marcatore che segnala il punto esatto dal quale è possibile calcolare le distanze chilometriche tra le città francesi. Ma, a parte la discutibile utilità pratica di tale sistema, il punto zero di Parigi ha un’eminente valenza simbolica. L’ottagono, infatti, è una figura geometrica considerata intermedia, tra il Quadrato, espressione della dimensione terrestre ed il Cerchio, simbolo della dimensione celeste e di tutto ciò che è divino. L’ottagono, pertanto, si pone come mediatore tra l’umano e il divino. A ciò si può aggiungere che, secondo alcune dottrine di derivanza gnostica, questo principio non è altri che Sophia, la sapienza divina, il principio femminile chiamato Femminino sacro.

L’incendio del 15 aprile scorso, a parte gli evidenti danni al patrimonio artistico mondiale, ha rappresentato un simbolo escatologico di grande impatto. Il crollo della fleche, la guglia alta 45 metri e 96 dal suolo, costruita in legno e con un peso di ben 750 tonnellate circa, ha provocato sentimenti di angoscia in tutto il mondo. Non serve richiamare le discutibili profezie di Nostradamus sul destino dell’Europa ed, in particolare, della Francia da cui, secondo il controverso personaggio, sarebbero partiti i segnali del declino definitivo della nostra civiltà (14). Gli esperti, in maniera cauta, affermano che non è semplice valutare i danni, anche se, fortunatamente, sembra che la struttura complessiva della cattedrale sia salva. E’ ancora ignota la situazione dei rosoni e delle antiche vetrate policrome, mentre le prime immagini dell’interno hanno mostrato sezioni della volta crollate. Le alte temperature causate dall’incendio potrebbero aver compromesso la stabilità della pietra e del marmo che potrebbe tendere a calcificarsi e a sbriciolarsi. In Europa e in tutto il mondo si è aperta una gara di solidarietà per la raccolta di fondi destinati a facilitare la ricostruzione della splendida costruzione gotica. Ci auguriamo che ciò possa avvenire in tempi brevi, per restituire alla Francia, all’Europa ed al mondo intero uno dei più grandi simboli di arte e di cultura. E mi piace concludere questo breve scritto con un ricordo personale che mi lega alla cattedrale di Notre-Dame, quando, in un pomeriggio del tardo autunno di molti anni fa, cercai di scorgere il contorno esatto della costruzione dall’isola di Saint Louis, che insieme alla Citè, forma il nucleo più antico di Lutetia.

Nonostante la pioggia cadesse abbondante, non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla cattedrale. Quando decisi di desistere, mi ripromisi che avrei tentato la stessa impresa in una giornata di sole e attraversai la Senna per scaldarmi in un caffè vicino al Louvre (15). Da allora sono tornato più volte a Parigi, ma il mistero è rimasto irrisolto.

Note:

1 – Cfr. sul tema Jurgis Baltrusaitis, “La Quete d’Isis”, Ed. Flammarion, Parigi 185; Graham Hancock e Robert Bauval, “Talismano, le città sacre e la fede segreta”, Ed. Corbaccio, Milano 2004.
2 – Nella lingua italiana “garguglia” si può tradurre come “doccione”, anche se con lo stesso termine si è passati ad indicare la figura fantastica, a prescindere dalla sua funzione effettiva di doccione;
3 – La prima grande pietra per la fondazione di Notre-Dame fu posata alla presenza di papa Alessandro III, che soggiornò a Parigi nella primavera del 1163;
4 – Cfr., Jean Francois Blonder, Il Medioevo delle Cattedrali, Ed. Arkeios, Roma 2010;
5 – Victor-Marie Hugo (1802-1885), scrittore, poeta e drammaturgo, è considerato il principale esponente del Romanticismo francese. Il suo capolavoro è il romanzo “Notre-Dame de Paris”, un romanzo storico fortunatissimo che ha come sfondo la famosa cattedrale;
6 – Si tratta di una corrente mistica ebraica indicata come “merkavah” o appunto “mervabah”;
7 – Cfr. Giuseppe Gangi, Misteri esoterici. La tradizione ermetico-esoterica in occidente, Ed. Mediterranee, Roma 2005;
8 – “Essoterico” dal greco exotericòs, cioè esterno, indica quelle dottrine che non hanno carattere segreto o riservato e la cui conoscenza è accessibile a tutti. Si contrappone a “esoterico”, dal greco evsotericòs che, invece, indica una conoscenza riservata agli iniziati. Carattere essoterico ed esoterico possono coesistere nell’ambito di una stessa dottrina;
9 – Oswald Wirth (1860-1943), esoterista, astrologo e scrittore svizzero;
10 – Iside era venerata con l’appellativo di “Pharia”, come signora del mare; Cfr. sul tema, Selene Ballerini, I sette volti di Iside la nera, Ed. Akkuaria, Catania 2004;
11 – “Rebis”, dal latino “cosa doppia” è un termine alchemico per indicare la pietra filosofale, intesa come unione degli opposti;
12 – Il testo fu scritto nel 1922, ma pubblicato soltanto nel 1929;
13 – Cfr. H. Raczymow, La Parigi di Marcel Proust, Ed. Excelsior, Roma 2011;
14 – La quartina di Nostradamus a cui si fa riferimento è la seguente :  Che cosa si può attendere dalla congiunzione di Ariete, Giove e Saturno, Dio eterno? Dopo un lungo secolo il mare ricompare. A quale emozioni saranno sottoposte Francia e Italia?
15 – Si tratta di una frase contenuta nella canzone Viali di solitudine (1986), interpretata da Alice.

Luigi Angelino

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