di Luigi Cardarelli
Scherzando con gli amici al bar, spiegavo che una volta gli affamati derelitti assaltavano i palazzi o la Bastiglia; mentre oggi poveretti s’ammazzano dementi tra di loro, donde il Re truce ed aguzzino può morir soltanto di colesterolo o di risate grasse. E poi si dice che non cambia nulla!
Eccoci dentro una seriale escalation di violenze e suicidi, di padri che accoppano i figli e che si buttan giù dai ponti o sparano alle mogli, che il nostro moderato paladino Silvio fa lo chansonnier alla ricca cena elettorale di Alemanno. Visto non lo hanno invitato a Sanremo.
Ma per non essere da meno la blasonata icona progressista di nome Matteo Renzi, si lascia fotografare nella sua posa più appropriata, quella dello sciocco Fonzie. Forse un dì lontano degli insigni sociologi o dei lucidi filosofi, riusciranno a spiegarci perché una gens sveglia ed antica come noi, sia riuscita per decenni a farsi gabbare ed indebitare da certi patetici e squallidi figuri. Senza alcuna resistenza,, senza nessun ritegno: osannandoli, incensandoli, pronandosi di fronte a loro tal che fossero dei olimpici. Parafrasando Cèline il divino romanziere, “morte a debito”.
Ma smettiamola orsù di ciarlare seriamente di queste ridicole ed infide facce toste di bronzo. Mara Carfagna e Renata Polverini sarebbero la destra, invece Boldrini e Finocchiaro incarnerebbero quel poco o niente che resta di sinistra. Vale a dire giusto il caviale. Al massimo queste signore qua, potrebbero essere le griffate esponenti di due correnti d’una mai defunta democrazia cristiana. Credere che costoro abbiano a cuore non le loro sfarzose carriere bensì le sorti del paese, è come essere convinti che Ruby nelle cene di Arcore disquisisse intorno ad Hegel o che la Minetti sia stata candidata per i suoi molti masters in economia. Oppure che il politburo cinese non dorma di notte pensando al sommo bene della minoranza tibetana.
Sostiene Davila, “lo Stato moderno fabbrica le opinioni che poi raccoglie rispettosamente sotto il nome di opinione pubblica”. Ci sarà però un giorno la parola fine, a questa nostra era oscura in cui gli italici destini assomigliano tanto ad un alveare brulicante di beoti. Col popolo fesso che invece di lottare, scambia imbelle un flagello per la Divina Provvidenza.
Allora lo spirito degli uomini forti, se ne frega di codesta democrazia tutta allucinogeno, tossicodipendenza e ludopatia.