Il 26 giugno del 363 a Maranga in Mesopotamia moriva l’Imperatore Romano FLAVIO CLAUDIO GIULIANO, passato alla storia, per rozza imposizione cristiana, come l’Apostata, per aver ripudiato il cristianesimo impostoGli con la violenza sin da piccolo ed essersi dichiarato Pagano nella maturità.
Egli fu il più grande Restauratore del Paganesimo della Storia, in un periodo in cui rifiutare deità del Sinai, Yhavèh e Gesù e rimanere fedeli agli Dei Indoeuropei significava la morte, spesso tra torture stomachevoli. Il ridicolo termine “apostata” dedicatogli dai cristiani non fu applicato all’assassino Costantino, che da Pagano divenne cristiano in punto di morte. Assassino perché trucidò la propria moglie (incinta!…) ed il proprio figlio Crispo .
I cristiani lo trasformarono in “santo”.
Disperata fu l’azione politica e religiosa di Flavio Claudio Giuliano, poiché il comunismo delle anime evanglico ed il democraticismo cripto bolscevico del cristianesimo avevano inesorabilmente minato lo Stato Pagano Romano e distolto il suo Popolo dagli Dei Protettori della Romanità.
L’impressionante odio che il cristianesimo dell’epoca nutriva contro ROMA IMPERIALE -il disprezzo per ROMA ora è tipico dei cristiani leghisti – serpeggiava ovunque, ed il paragone con Roma come Prostituta era tra i più educati per gli scrittori fedeli al difensore della TORA’, Cristo.
L’Imperatore cercò nel suo brevissimo tempo di governo, di ripristinare e difendere il Culto degli Dei, poiché l’aristocrazia Romana, quasi totalmente ancora Pagana, vedeva il democraticismo e cosmopolitismo cristiano il seme distruttore dell’Impero. I cristiani –quelli si coerenti- si rifiutavano di prendere le armi per la difesa dell’Impero perché “il loro regno non è di questo mondo” e “porgevano l’altra guancia”.
Poi, sappiamo di cosa furono capaci nella Storia di compiere sulle carni innocenti dei Popoli. Basti pensare che il primo campo di concentramento della Storia, sorse a Skytopolis in Siria nel 359 d.C. ad opera dei cristiani: qui venivano concentrati i Pagani per la tortura e l’esecuzione.
UNA VERGOGNA NON RICORDARLO.
Giuliano ripropose nelle scuole dell’Impero lo studio della Filosofia con riferimento alla Spiritualità Pagana, il ripristino dei Culti Pagani ed il ritorno delle Statue degli Dei nei Templi sembravano il presupposto al rinsaldamento dell’Eternità di Roma.
Coraggiosissimo in guerra, egli morì il 26 giugno del 363 contro i Persiani.
Circolò da subito il sospetto che ad ucciderlo fosse un cristiano Romano, in odio verso Colui che non voleva consegnare l’Impero Romano ed i suoi Popoli al Rabbi Gesù, Bibbia ,Vangelo.
Lasciò alcuni Suoi scritti, tra cui lo splendido “DISCORSI CONTRO I GALILEI” (Egli definiva i cristiani “galilei” perché sorsero in Galilea), devastante atto d’accusa contro il cristianesimo –religione rivelatasi atto preparatorio del Marxismo- e lucidissimo Manifesto del Paganesimo Indoeuropeo, oggi pubblicato dalle Edizioni di AR (www.edizionidiar.com) che ci sentiamo in dovere di ringraziare.
I Suoi scritti, dopo la morte, subirono il rogo – edificante abitudine cristiana – ed il disprezzo dell’apologetica della cristianità. Fu paragonato a Satana in un delirio di oltraggi alla Sua Memoria.
Che questo libro non manchi nella biblioteca di ogni Indoeuropeo.
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