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Accademia Platonica,
Mosaico da Pompei
(Villa di T. Siminius Stephanus)
Napoli, Museo Archeologico.
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Una delle dottrine fondamentali, tanto per fare un esempio lampante e poco noto, è quella della discesa/ascesa delle anime e della reincarnazione, dottrine che quasi tutti associano alla sapienza della Tradizione Induista ma che, in realtà, vengono trasmesse anche dai sacerdoti ed iniziati di quella Ellenica. Infatti, ricollegandoci al discorso su Omero come teologo, ritroviamo questa dottrina nei suoi poemi (Ps. Plut. Vita e poesia di Omero, 125-126): “a questo consegue anche l’altra dottrina di Pitagora, quella della trasmigrazione delle anime dei morti… neppure questo concetto è estraneo al pensiero di Omero… la trasformazione dei compagni di Odisseo in porci o altri animali simili allude a questa verità: che le anime degli uomini stolti trasmigrano in specie di corpi ferini (non si deve necessariamente intendere una reincarnazione in forme animali, contestata da autori notevolissimi come Giamblico: si può anche leggere “ferino” come riferimento alla ‘bestialità’ degli esseri umani che si sono allontanati dagli Dei, i “cani senza ragione” degli Oracoli), cadendo nella peregrinazione attraverso il tutto, la quale egli (Omero) chiama Circe… (cfr. “facendo passare tutta l’anima dal vagabondaggio della generazione alla vita felice, che pregano di ottenere anche i seguaci di Orfeo quando sono iniziati a Dioniso e Kore: “e di essere liberati dal cerchio e di risollevarsi dalla sventura.” Pr. In Tim.III 296, 7)… l’uomo assennato (colui che possiede la sophrosyne), invece, Odisseo stesso, non subì tale trasformazione, in quanto ne ricevette l’immunità da Hermes, ossia dal logos” (da non dimenticare che Hermes è collegato alla Verità, ed il corrispondente stile di vita è quello del Filosofo – Proclo Theol. Pl. III 18).
e come analoghe all’autorità che si riceve dai propri maestri, e il poter condurre altri alla stessa contemplazione (infatti, per analogia, i celebranti/sacerdoti indossano sempre le corone e sono mistagoghi nei confronti degli aspiranti). Ed il quinto grado è la più perfetta felicità che ne sorge e, secondo Platone, assimilazione alla divinità, per quanto sia possibile per un essere umano.” Concludendo la serie delle analogie fra Filosofia ed Iniziazione, riporto dei versi ‘profetici’, lasciatici da due Ierofanti, uno in Eleusi, l’altro in Atene:
“Lì aleggia un fulgore iperuranio, immortale, che prorompe dalla festa di un Tiaso, fonte di luce infuocata.” (Marino, Vita Procli § 28)
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