“Il Nazionalsocialismo ebbe il merito di costringere la cultura neutra a una resa dei conti. Esso, molto più del regime italiano, ebbe la coscienza di rappresentare un’autentica visione del mondo, violentemente ostile a tutte le putrefazioni e le storture dell’Europa contemporanea. La mostra dell’arte degenerata, il rogo dei libri ebbero, se non altro, un significato ideale rivoluzionario, un carattere di aperta rivolta contro i feticci di un mondo in decomposizione.”(Adriano Romualdi)
Proprio sulla concezione organicistica dello Stato interpretato come una unità vivente posta a custodia della giustizia, del bene comune e della salute della stirpe si focalizzava l’interesse manifestato da parte degli intellettuali nazionalsocialisti, che non esitarono a riconoscere nell’identità strutturale platonica di teoria e prassi una delle principali fondamenta dell’organicismo comunitario popolare propugnato dal Nazionalsocialismo.