La fisica quantistica e la sua meccanica, in una parola, la “visione del mondo” a cui fanno accedere è simile in guisa sorprendente al significato profondo di tutta la tradizione filosofico-sapienziale platonica. La “conoscenza” galileo-newtoniana di natura empirica e/o empiristica, che nasce dai sensi, si ferma al “compatto”, al “solido”, al “materiale”, afferma, come tutta la cultura moderna, che solo esso è reale e quindi vero, e che solo ciò che si può dedurre e riprodurre, argomentare e provare su di esso ed attorno ad esso, mediante l’esperimento, che possiamo definire una sorta di “incidente probatorio” della fisica classica, è il campo esclusivo della conoscenza, poiché è l’unica “cosa” che si può conoscere, essendo l’unica realtà. L’approccio epistemologico della fisica dei quanti e delle particelle subatomiche, essendo il medesimo di quello su cui poggia il Timeo di Platone, è ovviamente del tutto differente, in quanto ribalta integralmente, revocando in dubbio il soggettivismo sensista moderno, tale punto di vista. Esso afferma che tutto ciò non è altro che “opinione”, nel senso che è conoscenza ingannevole, in quanto, fermandosi alla superficie “dura” e “compatta” di quello che, con i sensi, giudichiamo e definiamo “materia“, non giunge a conoscere la essenziale e autentica natura, profonda, della realtà; natura profonda nel senso di vera, che non è solidificazione temporanea di “qualcosa” d’immutabile ma è “qualcosa” d’immutabile che è la stessa natura nella sua essenza, come realtà intima. Quindi, andando oltre la “compattezza” e la “materialità”, a cui si ferma lo spirito volgare e superficiale, atteggiamento spirituale tipico dell’uomo moderno, si giunge alla Phýsis che nella sua veste-involucro è Energia (in quanto E = mc2; e se l’energia è uguale alla massa -“compattezza” – “materialità”, allora la massa -“compattezza” è solo energia), ma, al di là dell’involucro, ciò che “tiene” l’involucro, ciò che rende progettuale il fotone, che è particella-vettore di luce-energia, è il Progetto – il teleologico, il Pensiero, l’Intelligenza nella loro ampiezza Cosmica – che ha per finalità la Forma-Idea ente (tanto nel micro quanto nel macro). Pertanto, secondo la teoria dei campi gravitazionali, concetto questo identico a quello della chòra platonica (Heisenberg, infatti, vi giunse per intuizione quando, da giovane liceale, leggeva appassionatamente il Timeo di Platone…) la vera natura delle cose (noi e il mondo) non è ciò che appare ai sensi e che si “conosce” con i sensi, bensì ciò che non si “conosce” con i sensi ma solo con il Pensiero che, essendo la medesima essenza delle cose (con insegna Hegel, sviluppando la Tradizione Platonica), individua, esso solo, gli effetti di esso solo cioè della Intelligenza e quindi vede il Progetto. Possiamo dire che l’Idea-Forma-Ente è (la convergenza-effettivita dell’)Intelligenza; noi possiamo vedere esclusivamente con la Mente-Pensiero solo (gli effetti del) il Pensiero, che sono le Idee-enti, ma non possiamo vedere e conoscere la Causa di questi effetti poichè essa è l’Uno-Bene e cioè il Grande Progetto che consente all’ente di essere esso stesso progetto; cioè
Il medesimo “principio di indeterminazione”, scoperto da Heisenberg nel 1927, non fa che palesare e confermare indiscutibilmente tutto ciò! Infatti, secondo tale rivoluzionaria scoperta, che demolisce alla radice la grossolana ed ingenua visione della fisica classica galileo-newtoniana, fondata essa stessa sul dualismo cartesiano, il soggetto conoscente ed indagatore nell’osservare la particella subatomica, la fa essere e muovere (e l’essere, in senso “ontologico”, qui è effettuale al suo movimento nonché al tipo dello stesso…) in guisa conseguenziale alla sua stessa osservazione: cioè il soggetto e l’oggetto interagiscono in guisa tanto contestuale, unitaria e riflessiva, un sull’altro e l’altro sull’uno, quasi specchio uno dell’altro, che gli stessi non sono che Uno; ciò vuol dire, in termini epistemologici ed in tema di Visione del Mondo, che il soggetto che osserva e conosce non può che acquisire una determinata conoscenza dell’oggetto che è necessariamente e istantaneamente, proprio nel momento della visione dello stesso, effettuale nonché della stessa natura del medesimo soggetto, non solo ma il soggetto stesso, con il vedere e con il conoscere, anzi a causa di ciò, determina letteralmente l’essere e l’esistere nonché il muoversi medesimi della stessa particella, la quale apparirà e sarà all’occhio ed alla Mente del soggetto, proprio come egli l’ha determinata ed egli medesimo avrà e sarà Conoscenza di tale “oggetto” (non essendo infatti un oggetto…!) assolutamente simili ad esso medesimo, cosicché di essi (soggetto ed oggetto) si può dire ciò che proprio il Platonismo nonché il Sapere di Hegel hanno insegnato: “il simile è conosciuto solo dal simile!”; principio che equivale a dire: “si conosce ciò che si è e si è ciò che si conosce!”. E se si rammenta che questi principii, che sono Verità dello Spirito e della Natura, unitariamente concepiti, sono i medesimi posti a base della stessa Tradizione Ermetica (basti pensare alla cosiddetta “proiezione” della natura spirituale Aurea che letteralmente costruisce l’Oro…!) appare tutto più chiaro ed esplicito.
Pertanto è conseguenziale concludere che noi siamo Idea-Forma-Ente che è la presenza visibile del Progetto-Pensiero in quanto tale Pensiero è presente in noi come impronta della sua paternità (Plotino) e siamo quindi la stessa natura profonda dell’Universo tutto: Pensiero, Intelligenza…, Energia che è programmata dall’interno, dall’Intelligenza ad essa Immanente. Ed il Circolo è chiuso, perfetto, come l’Uroboros!
Bibliografia essenziale
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