Per i lettori di EreticaMente presentiamo una recente pubblicazione che si caratterizza per tutta la sua particolarità. Polemos evolve dalla sua origine di riferimento prettamente musicale e di connessa cultura estrema, per divenire una raccolta di testi che solo apparentemente si dispiega tra riferimenti eterogenei, ma che, in realtà, presenta una comune e ben precisa visione del mondo. L’archetipo radicale è il conflitto, appunto Polemos, come inteso da un Eraclito, quale fonte polare di ogni manifestazione della vita, dell’esistenza, la quiete essendo la traccia o di un dissolvimento alienante oppure la realizzazione di un stato di più che vita, in cui il dinamismo ritrova la propria origine:
“La distruzione del mondo ad opera degli invasori barbari provoca una rottura e prepara l’edificazione di una civiltà più sana e forte” (p. 47)
Nel Manifesto dell’opera, gli autori, F. Boco e A. Anselmo, citando Konrad Lorenz evidenziano come la società contemporanea sia patologicamente afflitta dalla prima tipologia di quiete precedentemente descritta, quella che non sublima la componente vitalistica e divina dell’uomo, ma che, al contrario, ne annichilisce tutte le proprie potenzialità, risultando l’avversione a qualsivoglia tipologia di conflitto un’evidente segno di debolezza interna, la mancanza di un spirito volitivo che centrifugamente dovrebbe sospingere verso la ricerca di sfide e pericoli che nietzschianamente, se non uccidono, glorificano le anime.
Rimodulando per il presente, la ferrea disciplina spartana, si comprende come la dinamica del terrore e del conflitto non è afferente ad una confusa tendenza all’irrazionale o al confuso, ma, esattamente, si esprime un intendimentro inverso. Polemos è radice della vita, Ares il suo Nume tutelare, ed è proprio tramite la vita che si supera la vita, attuando una lotta per la riconquista ontologica di se stessi:
“…l’essere umano è diventato ciò che è precisamente superando le asprezze del mondo circostante, disciplinando prima di tutto se stesso e poi l’ambiente al fine di sopravvivere e realizzarsi nel corso delle generazioni” (p. 59)
In merito, la sezione Vox Maiorum, con scritti di Spengler, Lovecraft e Redbeard, non fa che perpetuare tale visione prospettica e di virile e volitiva predisposizione. E’, in sintesi, una consapevolezza pragmatica che si presenta innanzi al lettore, in cui le fantasmagorie romantiche, vagamente pietistiche, filantropiche e illusoriamente pacifistiche trovano il doveroso esaurimento, perchè poste innanzi semplicemente alla realtà.
La sfida eroica, quale spirito che modula l’intero testo, diviene saetta e poesia nella sezione Vette e Rovine, e non è casuale se, in conclusione, tra le letture consigliate da Anselmo, compaia il testo di Jùnger “La battaglia come esperienza interiore”, in cui si ritrova il viatico per la pragmatica comprensione del conflitto, che ripolarizza l’uomo moderno e lo desta dal torpore globalizzato che lo incatena:
“Dinanzi a tale potente perpetuo rifluire verso la battaglia, tutte le opere si annichiliscono, tutti i concetti si svuotano e si coglie un che di elementare e grandioso che è sempre stato e sempre sarà, anche quando non ci saranno più nè uomini nè guerre” (p. 155)
Polemos è assolutamente un siero vitalistico per il militante del Fronte della Tradizione, senza sofismi, senza intellettualismi, senza accademismi inutili: è un ottimo breviario di lotta e vittoria!
A cura di Luca Valentini
Presentazione p. 7;
Genealogie del conflitto – Polemos – Manifesto p. 11;
Radici del terrore sacro – Autodistruzione p. 79
Il Demonio p. 89;
Vette e rovine p. 97;
Vox Maiorum
La pace mondiale è possibile? (O. Spengler) p. 107;
La rinascita della virilità (H. P. Lovecraft) p. 109;
L’uomo – il carnivoro (R. Redbeard) p. 113;
Visioni, Suoni e Parole
Mad Max – Fury Road p. 119;
Visioni del contrasto p. 122;
Suoni p. 127;
Interviste – Infamous p. 137;
Akitsa p. 147
Letture
Ernst Jùnger, La battaglia come esperienza interiore p. 153
Introduzione all’opera di Otto Hofler p. 157.