Il suicidio dell’Europa
Unico al mondo si è appena concluso con la premiazione dei vincitori il “Premio Divoc 2023”, istituito dalla casa editrice “Audax” e dedicato agli autori che in epoca pandemica hanno messo in discussione la narrativa vaccinale, ovvero accettato di essere estromessi dalla vita sociale e culturale del Paese pur di esercitare il proprio libero arbitrio. Privi del lasciapassare digitale denominato “super green pass” costoro sono stati messi alla porta dal Sistema, ma, anziché darsi per vinti, ne hanno approfittato per dedicarsi con rinnovato impegno a ciò che sanno fare meglio nella vita: scrivere.
Consapevole dell’esistenza di questo fitto sottobosco culturale la “Audax Editrice” ha voluto dissotterrare e portare alla luce alcuni di questi tesori con l’istituzione di un Premio dedicato, da taluni considerato “discriminatorio” in quanto non accessibile a tutti. In controtendenza chi scrive rivendica invece la validità della propria decisione pensando che discriminante sarebbe stato trattare gli esclusi alla pari degli ammessi alla vita sociale, e ritenendo altresì che minimizzare il furto dei diritti civili equivalga a muovere il primo passo verso la rassegnata accettazione di ciò che verrà, e difatti sta per arrivare. Presidente di Giuria di questo concorso furi dalle righe è Angelo Tonelli, grecista, già premio Montale e leone contro ogni ingiustizia civile.
Per formazione culturale, morale e filosofica la “Audax Editrice” considera un atto grave calpestare la Costituzione e le Dichiarazioni internazionali dei Diritti dell’Uomo, conquistate dalle generazioni che ci hanno preceduto al prezzo di immani sacrifici. Con i principi fondamentali che regolano la vita umana non si scherza né si scende a patti, un valore condiviso dagli oltre cento autori che quest’anno hanno inviato alla direzione del Premio le loro opere, tutte di notevole spessore:
- 1° classificato: Rita Remagnino con l’opera “Il suicidio dell’Europa”
- 2° classificato: Joseph Barnato con l’opera “Sciocchezze e Irriverenza”
- 3° classificato: Mariangela Ceci con l’opera “Volti della Nuova Era”
Muovendosi con disinvoltura tra il passato e il futuro Rita Remagnino con l’opera vincitrice “Il suicidio dell’Europa” ha condotto un discorso ragionato sulla profonda insoddisfazione che affligge ormai da decenni i cittadini europei, sempre in bilico tra le belle parole e i fatti discutibili che certo non vanno a vantaggio della «collettività», una parola svuotata di senso e divenuta una convenzione lessicale per indicare atomi umani saltuariamente messi insieme per fini economici.
Quali diritti fondamentali ha protetto e quali disatteso la Carta Europea dei Diritti Fondamentali, nata a Strasburgo il 12 dicembre 2007? Quali nuovi elementi ha introdotto il Trattato di Lisbona entrato in vigore nel 2009 che ha esteso il potere del Parlamento Europeo alla co-legiferazione con gli Stati membri in materia di agricoltura e sicurezza? Cosa è rimasto dei diritti fondamentali compresi nel documento: dignità (artt. 1-5); libertà (artt. 6-19); uguaglianza (artt. 20-26); solidarietà (artt. 27-38); cittadinanza (artt. 39-46); giustizia (artt. 47-50)? Quali sono le prospettive della visione geostrategica del conglomerato euro-atlantico a guida statunitense?
Su queste domande di vitale importanza per chiunque s’interroga, cercando di dare qualche risposta, il saggio “Il suicidio dell’Europa” di Rita Remagnino, la quale sottolinea come le istituzioni europee pressate dalla preoccupazione di dichiararsi nelle sedi più disparate «europeiste» dimentichino puntualmente di essere in primo luogo «eurasiatiche». Eppure con i cugini dislocati ad est del continente-madre esse condividono un patrimonio inestimabile di storia e di cultura, di lingua e di genetica, di abitudini e di tradizioni che non possono essere gettate via solo per assecondare le mire imperialistiche dello Stato Profondo.
Fino ad oggi il dramma esistenziale dell’Europa è stato affrontato sotto molti aspetti (economici, politici, sociologici) ma solo sporadicamente vi è stata una lettura degli accadimenti in chiave storico-culturale, cioè umana. Questo piccolo libro pieno di cose da leggere scritto da Rita Remagnino nel periodo del confinamento tenta un approccio in questa direzione partendo dal presupposto che “raccontare” sia un dovere civile, oltre che rivoluzionario, poiché al netto della propaganda i fatti guardati in profondità non sono mai indottrinamento bensì conoscenza.
Nessuna norma ha la forza di estirpare le radici di un popolo. Leggi e regolamenti sono fattori transitori mentre l’umanità resta, persino in un secolo visceralmente “anti-umano” come il Ventunesimo. Non disperino dunque gli Europei, mediamente più ricchi di beni dei loro antenati eppure caduti in una profonda crisi. Un crollo che si fa evidente prendendo in esame la generazione dei nati digitali, completamente posseduti dal «capitalismo della sorveglianza», o «totalitarismo liberale», che sviando la loro attenzione li svuota di senso.
Le pagine del saggio di Rita Remagnino “Il suicidio dell’Europa” avanzano l’ipotesi che il malessere diffuso dipenda in larga misura dal fatto che l’Europa ha perduto la coscienza di ciò che è: un pezzo di Eurasia. Affascinati come spesso accade ai deboli dal bullo di turno (gli Usa), gli Europei non hanno più un ancoraggio affettivo e ideale con la propria storia, cioè con le proprie radici. Dov’è finita l’Europa che ha guidato per secoli popoli e paesi, che ha avuto le migliori e più prestigiose università del mondo, che ha elaborato i concetti di libertà, dignità umana e giustizia?
Intenzionalmente allontanate dall’istruzione la Storia e la Geografia stanno scomparendo dai radar, sarà meglio riacciuffarle prima che sia troppo tardi. Senza legami con il passato e l’ambiente naturale non c’è più identità, né le persone, solo un gregge anonimo e impaurito disposto a tutto in cambio della vaga promessa di protezione che al momento opportuno verrà puntualmente disattesa. Proprio adesso che l’Eurasia sta diventando un’entità integrata, vogliamo chiamarci fuori dal cambiamento? Sempre ci saranno tra le varie realtà territoriali differenze e contraddizioni, liti e riappacificazioni, ma nel gigantesco crogiolo di scambi e di idee bolle la vita. Così è sempre stato.
Disconoscere la Storia dell’Europa significa rimanere ignoranti in tutto, qualsiasi cosa si sia imparata nel frattempo. Ci si condanna alla generalità, al messaggino preconfezionato, al discorso vago, al dogmatismo, assecondando le intenzioni del potere che sta dappertutto senza che sia visibile da nessuna parte. Date queste premesse la “Audax Editrice” ha voluto condividere quest’anno con l’autrice Rita Remagnino, vincitrice del “Premio Divoc 2023”, il motto “vivi l’attimo presente senza dimenticare il passato che ti ha preceduto e pensa al futuro delle tue azioni”. Un principio applicabile sia all’individuo che a un’intera società coerente con se stessa e rispettosa dei propri valori fondanti.
Udine, 31 luglio 2023