Nel 1852 l’HMS Birkenhead naufragò in prossimità di Danger Point, in Sud Africa. Il capitano Robert Salmond ordinò che venissero salvate prima le donne ed i bambini, visto che a causa dell’urto contro uno scoglio buona parte delle scialuppe andò persa. Da allora è uso marinaresco garantire prima l’evacuazione di donne e bambini e poi quella degli uomini.
Al di là dell’uso cavalleresco è da comprendere una logica atavica in un simile atteggiamento. Infatti l’istinto di prosecuzione della specie prevede la salvaguardia e protezione delle donne: più se ne salvano maggiore sarà il numero dei figli che potranno nascere. Per semplificare la cosa possiamo dire: un uomo con mille donne può fare mille figli, ma una donna con mille uomini fa solo un figlio.
Ma quando questo sentore atavico viene meno, quando gli uomini prendono a picchiare le donne per passare avanti, proprio come è accaduto pochi giorni fa sulla Norman Atlantic! Che cosa sta accadendo? Si sta manifestando il prodotto di una società che ha snaturato gli individui, che li ha confusi alterando completamente i loro ruoli. Purtroppo uomo e donna non sono biologicamente uguali, anche nelle loro funzioni, e di ciò bisogna tenerne conto, particolarmente nei momenti di emergenza. E’ notorio che la donna, quando si giunge al momento critico di un pericolo, si abbandona alla situazione, mentre l’uomo cerca di mantenerne il controllo. E’ come quando, arrivata nel momento critico di un incidente stradale la donna chiude gli occhi e/o lascia il volante, mentre l’uomo cerca di non distogliere mai l’attenzione. Inoltre l’uomo è più forte e resistente e quindi per quando la situazione precipita è più facile che si salvi un uomo rimasto sul ponte piuttosto che una donna od un bambino.
Ma il coraggio di quei soldati che nel febbraio del ’52 rimasero fermi sul ponte mentre le loro donne scendevano con le scialuppe in mare non si è ripetuto oggi: perché in quest’epoca l’uomo non è più tale, non ha più valori, non ha più virtù, non ha più forza interiore: egli è stato reso semplicemente un animale d’acquisto che vive per produrre la ricchezza di un sistema biecamente capitalistico che non vuole uomini forti ma individui deboli, più facili da gestire e sfruttare. E così la religione corrente dice all’uomo che è imperfetto e la cultura politica è pronta ad appellare come “fascista” ogni sentimento ed atteggiamento di virilità, ma senza la virilità, senza il controllo maschio, il caos prende facilmente il sopravvento ed ogni regola viene calpestata a discapito di ogni debole e di ogni raziocinio. Riusciremo mai a riavere uomini maschi nella nostra società?
Senza uno pseudo-perbenismo catto-comunista potremmo riuscirci, ma solamente riscoprendo quei valori che in passato incarnavano uomini veri, insomma ritorniamo sempre alla solita soluzione: servirebbe un po’ di Vis Romana per rifare Viri (uomini di virtù) in sostituzione di quegli Homines (uomini di fango) che oggi ci soffocano.
Giuseppe Barbera – presidente ATP