11 Ottobre 2024
Attualità

Quella vecchia, perfida Albione – Umberto Bianchi

A guardarla bene Mrs. Teresa May, sembra uno strano incrocio tra una vecchia frequentatrice di lerci e dismessi circoli Pickwick d’Oltremanica ed una versione per così dire, sull’ “usato”, “trash”, invecchiata per il caso, della fu- Lady Diana. I capelli a caschetto e la faccia un po’ oblunga, rendono onore ad una somiglianza, prontamente deformata da un’acidità e da una puntigliosità verbale, vicini ad un’uterina isteria. E dunque, la nostra Vispa Teresa, nel suo ruolo di First Lady, stagionata ed inacidita a dovere, strilla, conciona, minaccia. Dietro a lei il silenzio più assoluto. Una corte di imbecilli, chiamata Comunità Europea, le sta dietro, annuisce, fa ammuina e poi si accoda supinamente alle sue demenziali sparate. 

Un disertore russo, uno che ha cercato di vendere il proprio paese al miglior offerente, generosamente ospitato (chissà perchè …), in quel di Albione, in una ridente località chiamata Salisbury, un bel giorno mentre sta con sua figlia, ti subisce un’aggressione al gas nervino ed ambedue finiscono all’ospedale. Apriti cielo! I media e le autorità albionesche subito strillano al complotto! Ma sì, sono loro, i Russi-ex-Rossi, i cattivacci di sempre, quelli che la Lady di Ferro, (quella vera s’intende, non questa versione inacidita e macchiettistica, non la nostra Vispa Teresa…), al secolo Margareth Tatcher, avversava fieramente, digrignando i denti e mostrando i muscoli, nel suo ruolo di icona della reazione e dell’imperialismo mercantilista ed usuraio angloamericano(come nel caso dell’Argentina, con le isole Malvine..) , assieme al suo coetaneo e “compagno d’avventure”, lo yankee Ronny Reagan.  Ma allora c’era l’Unione Sovietica. Altri tempi. A farla da padrone, ad andar di voga, non erano insipidi burocrati dai capelli cotonati, ma tipi alla John Wayne di “Berretti Verdi” che dovevano giuocarsi il dominio del mondo con i Soviet di Breznev e Andropov, in una lotta muscolare dagli esiti incerti e senza esclusione di colpi…Oggi, defunto il Sol dell’Avvenire, in tempi di Globalizzazione incipiente, i soliti “occidentali”, capeggiati dall’immarcescente duetto Usa-Gb, colti da un’insensata euforia neoliberista, han creduto di tutto poter disfare e sparigliare, a proprio piacimento.

E così, tra perestrojke, movimenti arancioni, guerrette balcaniche e primavere arabe varie, ci si credeva che l’intero orbe terracqueo si sarebbe presto adeguato al Nwo/Nuovo Ordine Mondiale, tanto strombazzato dai Bush padre e figlio e dai loro succedanei. In quel del Medio Oriente poi, le cose sembravano tutte volgere in favor di Lor Signori: Iraq, Libia, Tunisia, Egitto, Afghanistan, Yemen, cadevano come frutta mature nella saccoccia globalista. Il marketing della “democrazia d’esportazione” funzionava, eccome…mancava solo la Siria e dopo con l’Iran, si sarebbero potuti regolare i conti in santa pace.  Ma, il destino volle che, a capo della Federazione Russa si fosse, da tempo, insediata una personalità dal notevole intuito e talento politico, dal nome di Vladimir Putin che, altro non aspettava che render la pariglia a coloro che nel nome della democrazia “d’importazione” di cui sopra, avevano cercato di fare della Santa Russia una potenza sotto tutela Usa. Una specie di gigante dai piedi d’argilla, circondato dai Paesi Baltici alla Cecenia, dal Turkmenistan, al Mar Nero, da missili Nato e dalla minaccia dei vari integralismi, che ne rendevano friabili le frontiere. Strumento principe di Lor Signori, quegli integralismi di cui sopra, da costoro coltivati e foraggiati nei laboratori sauditi, pakistani, afghani, bosniaci e chi più ne ha, più ne metta…

In Siria bisognava far crollare l’ultimo “dittatore”/leggi Presidente, di uno Stato Nazionale Laico e Socialista. Anche stavolta, il conflitto scatenato sembrava volgere in favore degli scarafaggi “ribelli” e dei loro sponsor “occidentali” ed invece, l’improvviso intervento russo in favore del Presidente Assad, ha mandato a monte i piani di Lor Signori. Fine del sogno. Niente più “cintura strategica” con la quale sbarrare la strada a Iran, Russia e Cina. Niente più Caos, con cui giustificare chissà quali altre balzane idee interventiste…

A dire il vero, la Russia un primo, severo smacco all’arroganza globalista Anglo-Usa, l’aveva dato con la questione dell’autodeterminazione della Crimea e del Donbass. Anche lì, tutti gli sforzi per imporre una lobby di affaristi ucraini, corrotti e sporcaccioni, alla guida di un’intera area di vitale importanza per la Russia ( in quanto sbocco sul Mar Nero, sic!), erano andati a ramengo. E questo nonostante lo spregiudicato uso di formazioni paramilitari ultranazionaliste e simil-nazi-fasciste, amorevolmente teleguidate dai soliti noti.  Passi per il Donbass, ma con la Siria è stato troppo! Per gli Usa, abituati a cantarsela ed a suonarsela da decenni, ma anche per la nostra Vispa Teresa May che, dismessi i panni dell’Euroscettica da operetta, ha invece mostrato quelli a lei più consoni di Euroscettica-filo-Usa, senza se e senza ma. Non esiste alcuna prova materiale che, ad avvelenare i due di Salisbury, siano stati i Servizi di Mosca. Anzi. Alle pressanti richieste russe di fornire i risultati degli esami tossicologici, per verificare di cosa si stesse parlando, se quel gas provenisse o meno dai propri arsenali, la bisbetica di Downing Street ha risposto picche, scatenando invece un’offensiva diplomatica senza precedenti, contro la Federazione Russa. Ringhia e sbava come un vecchio e spelacchiato cane da guardia agli interessi atlantici, la nostra Vispa Teresa. Quegli interessi oggi sempre più in bilico, tra il debito stellare cumulato con la Cina, le ultime novità di cui abbiamo poc’anzi parlato in politica estera e poi, “last but not least”, la crescita esponenziale in Europa di quei movimenti populisti, a volte così pericolosamente vaghi ed ondivaghi e che, con le loro pulsioni identitarie e sovraniste, non promettono nulla di buono agli sponsor dello sdilinquito universalismo globalista.

Comunque sia, sanzioni e tensioni, non gioveranno alla nostra già debole economia, anzi. L’Europetta del circo equestre di Bruxelles, ci sta portando verso l’ultimo capitolo di una lenta e rovinosa agonia. Le criminali politiche neoliberiste ed il loro corollario di cronici sbalzi e di instabilità economico-finanziaria, la sostituzione etnica tramite l’invasione migratoria, le folli spese militari estere ed ora, il contrasto con l’unico paese che ha ancora il coraggio di perseguire una politica autonoma dai diktat globalisti, non promettono nulla di buono.  I movimenti “populisti” in Italia, ma anche in Europa, hanno, in questo frangente come non mai, un’occasione d’oro per dimostrare l’attendibilità delle loro promesse elettorali e la reale consistenza di quei principi identitari e sovranisti di cui si sono, sinora, fatti entusiasti portatori.

Umberto Bianchi

2 Comments

  • stelvio dal piaz 4 Aprile 2018

    …….isoletta di pescator albion ritornerai ! Stelvio

  • stelvio dal piaz 4 Aprile 2018

    …….isoletta di pescator albion ritornerai ! Stelvio

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