di Giovanni Sessa
Quale gradita sorpresa è stata la mattina del 7 febbraio scorso, leggere sulla rivista telematica “Riscossa cristiana” un articolo dal titolo “Andrea Emo e Massimo Cacciari, seminatori del delirio teologico a destra”. Infatti, l’incipit del pezzo in questione è dedicato ad un mio libro, La meraviglia del nulla. La filosofia di A. Emo, non ancora uscito per i tipi dell’editore milanese Bietti e che sarà nelle librerie solo fra qualche mese. Quale onore, mi son detto!
Solitamente, come è noto, non solo non godo di buona stampa, ma ahimè la stessa sorte condivido con quanti, certamente studiosi più seri e meritevoli di attenzione del sottoscritto, non sono inseriti nei circuiti editoriali gestiti dall’establishment culturale del nostro paese. Passata l’iniziale sorpresa provocata dalla vanità intellettuale che, come ben sa l’estensore del pezzo di “Riscossa cristiana”, contraddistingue noi frequentatori dei salotti guénoniani-adelphiani (sic!), ho cominciato ad interrogarmi su come l’autore potesse parlare di un libro che non è stato ancora pubblicato e che quindi non può ancora aver letto. Scorto il suo nome alla fine dell’articolo, l’arcano è stato immediatamente risolto…. Piero Vassallo.
I casi sono due, ho pensato: 1) in questo studioso cattolico, visti i trascorsi evoliani, la conversione non è riuscita a cancellare del tutto il retaggio profondo della cultura d’origine. Pertanto deve essere sopravvissuta, nelle profondità inconfessate del suo spirito, una vocazione “magica” che gli ha permesso di leggere il non pubblicato. Oppure: 2) come in ogni convertito che si rispetti, la volontà di proselitismo e di affermazione della nuova fede, gli ha fatto leggere il mio libro con gli straordinari ma fuorvianti occhiali del pre-giudizio. Ciò lo ha spinto, niente più niente meno, a parlare, pensate un po’, di un titolo.
Del resto, l’incipit dedicato al mio studio “futuribile” sul filosofo veneto, gli ha fornito l’occasione di riciclare un suo scritto, pubblicato il 06/06/2006 sulla rivista telematica “Effedieffe”, nel quale aveva messo con chiarezza in luce la sua lettura totalmente a-teoretica del pensiero di Andrea Emo, protagonista di primo piano della filosofia del Novecento. Ma questo è un altro discorso che, per essere affrontato seriamente, deve prescindere dal livore pre-concetto. E’ quanto abbiamo cercato di fare nel libro La Meraviglia del nulla, al quale rinviamo i lettori, appena giungerà nelle librerie, perché giudichino e valutino. Non del nostro sapere, che è ben poca cosa (a differenza di Vassallo non ci sentiamo né Crociati, né tantomeno Templari) ma della proposta speculativa emiana, meritevole di attenzione e rispetto.