9 Ottobre 2024
Tradizione

Ricominciamo da capo – terza parte – Antonio Filippini

Anche un bambino si rende conto che una pietra è molto differente da un albero e da un animale, noi siamo talmente abituati a questa differenza da non rendercene conto e darla per scontata, senza sapere bene che cos’è che rende così differenti questi elementi. Lo scientista moderno, che procede su basi quantitative, formula teorie basate esclusivamente sul suo invasamento atomista e meccanicista, e sostiene che la differenza sta tutta nella diversa composizione atomica e strutturale, che significa sostenere che ciò che tiene in piedi un albero, un animale, un uomo, sono le relazioni e le reazioni chimiche e elettriche fra i suoi costituenti elementari. Questa è solo una piccola e banale verità secondaria che risulta dal punto di vista quantitativo, una spiegazione francamente assurda che non spiega nulla, ed è come sostenere che ciò che tiene in piedi un edificio è la solidità dei suoi mattoni. Grazie tante, però questo nulla ci dice che cos’è realmente l’edificio, perché esiste e chi lo ha costruito, tutti quesiti che possono essere risolti solo volgendosi al fattore qualitativo e quindi indirettamente all’Essenza.

Si è già detto che l’approccio al reale e la sua comprensione devono avvenire tramite metodi e logiche differenti, che fanno capo alla costituzione ternaria umana: Spirito, Anima Corpo. Il Corpo appare; l’Anima fa apparire; lo Spirito è. La logica del Corpo: di che cosa è fatto, com’è fatto (analisi strutturale); la logica dell’Anima: come fa a funzionare (analisi dinamica); La logica dello Spirito: che cosa significa (senso sintetico iniziale). La logica dello Spirito è e deve essere dominante su tutto il resto, perché il “ciò che significa” è il motore principale e essenziale che giustifica tutto il resto, solo che il Mondo moderno, essendo una realtà capovolta, ha capovolto anche la giusta gerarchia, mettendo al primo posto il Corpo e la sua logica, da qui l’invasamento quantitativo atomista e meccanicista che ne è seguito e il suo inguaribile riduzionismo, secondo il quale, l’inferiore è il padre del superiore, quindi è stato l’atomo materiale a partorire l’intero Universo ed è stato il mattone a ideare e costruire l’edificio! Queste sembrano esagerazioni, ma non lo sono, perché sono, di fatto, implicitamente contenute nelle credenze dell’intero culturismo moderno.

Per recuperare una visione più profonda e metafisica della realtà, ci si deve fermare prima e non spingere fino in fondo, perché così si rischia di andare a fondo, nel suo duplice significato negativo di affogare e di raggiungere il limite più basso! Messi di fronte a un bel quadro, è da idioti sprecare il proprio tempo a chiedersi quale sia la composizione chimica dei suoi colori, si deve percepire ciò che il dipinto esprime, in modo diretto e palese o sottile e subliminale, questo non si può fare se si ingombra la propria mente con quesiti di tipo quantitativo. Di fronte a un albero, devi percepire il più direttamente possibile la sua essenza, ciò che l’albero è, prima di chiederti di che cosa sia fatto e come faccia a funzionare, anche se questi secondi fattori ti sembrano più precisi e decisivi del primo fattore, che sembra piuttosto sfocato e indefinito. Però si può notare che passando dal “come è fatto” al “come fa a funzionare” e al “ciò che significa”, gli orizzonti si ampliano sempre di più, quindi le cose devono essere percepite per ciò che effettivamente sono e non per come sono fatte, né per come fanno a funzionare. Lo spingere fino in fondo (alla quantità), questo porta alla pietrificazione e alla meccanizzazione integrale dell’esistente prima e alla sua dissoluzione poi, perché la pietrificazione è solo un breve momento di passaggio che non può essere mantenuto a lungo, serve solo a staccare la realtà dalle influenze superiori, per rendere così possibile l’inversione, la seconda fase dissolutiva, che è il rovesciamento dell’esistente o la sua realizzazione a rovescio.

Si è già visto che la forma esteriore c’è perché esprime un significato, ogni forma ha connaturato in sé un significato e non potrebbe nemmeno esistere senza di esso, poiché la Realtà manifesta poggia sulla doppia valenza: Qualità e Quantità, il significato e la sua espressione, che a loro volta rimandano all’Essenza e alla Sostanza originarie. Il fattore qualitativo, che procede dall’Essenza, discende dall’alto e così proietta sottomultipli di sé più limitati e meno liberi (di tipo gerarchico perché è qualità e non quantità); volendo ricorrere a una grossolana analogia, è evidente che l’articolazione spalla-braccio ha maggiori possibilità di movimento dell’articolazione gomito-avambraccio, questa ne ha di più rispetto a quella polso-mano, che a sua volta è superiore a quella mano-dito, che è più elevata di quella dito-falange, che a sua volta è superiore a quella falange-falangina. Ognuna di queste articolazioni ha una sua propria autonomia, che però è sempre più limitata e dipendente da quella che la precede, sarebbe comunque azzardato sostenere che è stata l’articolazione falangina-falangetta a costruire o dare senso a tutte le altre, è più logico l’opposto.

La spiegazione della differenza esistente tra la pietra e l’albero, tra il minerale e il vegetale, risiede esclusivamente nel fattore qualitativo, non a caso tradizionalmente si è sempre parlato dei “Regni della natura”. Nell’albero è intervenuto un fattore qualitativo superiore dotato di maggior autonomia, che in parte ha ceduto al minerale, appunto per questo il minerale si comporta in modo così inconsueto nel vegetale, inconsueto per la sua natura, perché isolato in sé stesso, non si sarebbe mai sognato di comportarsi così. L’albero o il vegetale si dimostra essere un fine tessitore, estrae l’acqua e i sali minerali dalla terra, assorbe l’ossigeno e l’anidride carbonica dall’aria, la luce dal sole, tesse fra di loro tutti questi elementi, formandosi con essi il proprio corpo, che è la sua apparenza esteriore. L’albero fa questo da sé, ciò implica la presenza in esso di un “potere” che è superiore al minerale, appunto per questo può direzionarlo a suo piacimento, questo potere superiore risiede nel nuovo fattore qualitativo intervenuto, che si crea un proprio spazio, si avrà così la manifestazione di un nuovo Ordine di Realtà, che è il Vegetale, che ha un significato più elevato del Minerale, perciò questo sarà ripreso e riordinato in questa realtà più ampia. La credenza evoluzionista capovolge tutto questo e fa derivare il superiore dall’inferiore, sarebbe stato il minerale a concepire il vegetale, invece il minerale ha reso solo possibile la manifestazione esteriore del vegetale; se non ci fosse stato il minerale, il vegetale non avrebbe potuto “apparire esteriormente”. Il processo si ripete di nuovo con l’intervento di un Ordine di realtà più elevato del Regno Vegetale, chiamato: Regno Animale. Qui le cose si fanno più dirette e anche più brutali, perché mentre là il vegetale si limitava ad assorbire i vari elementi minerali, qua l’animale erbivoro “mangia” letteralmente il vegetale, lo introduce in sé, così come gli animali carnivori mangiano gli erbivori e l’uomo mangia tutti i regni precedenti. Tutto questo obbedisce a una stessa logica, che è gerarchica, che dice che un ordine di realtà superiore si manifesta esteriormente, non direttamente, ma per mezzo, tramite, gli ordini di realtà inferiori e agendo su di essi. Il “mangiare” riguarda più che altro il mantenimento del corpo fisico, che diventa sempre più sofisticato man mano che si sale, e che comunque è costretto a sottostare alle stesse leggi del “manifestare”: il corpo vegetale si manifesta tramite il minerale, agendo sul minerale, il corpo animale si manifesta agendo sul vegetale e il corpo umano si manifesta agendo sull’animale. Dal punto di vista qualitativo, che rimanda alla logica essenziale, l’essenza superiore riprende e direziona le essenze inferiori, proprio perché l’essenza superiore è come se contenesse in sé e sia anche le essenze inferiori, tutto questo, proiettato nella logica quantitativa, si traduce nel fatto che il corpo del livello superiore introduce materialmente in sé il corpo dei livelli sottostanti, proprio perché poggia su di essi ed è fatto degli stessi.

Come faceva notare il Guenon, ogni Ordine di Realtà svolge la funzione di “essenza” verso il basso e di “sostanza” verso l’alto. L’Ordine di Realtà vegetale, per esempio, è “essenza” per il minerale ma è “sostanza” per l’animale. Per l’animale, il vegetale è sostanza da assimilare e così è per il vegetale nei confronti del minerale; ma per il minerale, il vegetale è un’“essenza” superiore e così è per il vegetale nei confronti dell’animale e di questo nei confronti dell’uomo. Si può dire che ogni Ordine di Realtà è soggetto a una duplice dipendenza: dipende dagli ordini inferiori per quanto riguarda il suo manifestarsi, ma dipende dagli ordini superiori per quanto riguarda il suo “essere”, la sua essenza. I “moderni” sono stati ingannati dalla dipendenza “in manifestazione”, essi hanno visto solo questa, anche a causa del loro invasamento quantitativo, mentre negano la dipendenza “in essenza” verso gli Ordini superiori, che per loro non esistono. Questo è un assurdo logico perché il dato di fatto parla chiaro: l’edificio dipende dal mattone solo per la sua esistenza materiale, mentre per il ciò che è, per il suo senso e significato, dipende da essenze e esseri superiori, quali possono essere l’intelligenza e la coscienza umane e l’uomo stesso, che a loro volta possono dipendere da intelligenze, essenze e esseri superiori di tipo divino. Perché la gerarchia degli Ordini di Realtà prosegue oltre, la gerarchia degli esseri non può fermarsi agli uomini, sicuramente prosegue oltre, allora resta da spiegare perché questi Ordini e questi Esseri superiori non si “vedono”, non appaiono esteriormente. I motivi principali sono due: il primo è che questi Ordini superiori poggiano su elementi più sottili e raffinati dei nostri, perciò i nostri sensi, modellati per percepire un certo tipo di realtà esteriore e più grossolana, sono inadatti per percepire qualcosa di più raffinato,sottile e interno; il secondo è che più ci si eleva in alto, più prevale il fattore “interno”, più tutto tende ad assumere i connotati del “non manifesto”, che significa che l‘”apparenza esteriore” tende a svanire perché appunto ci si è avvicinati di più alla Realtà non manifesta.

Dopo il primo quaternario interviene un certo “stacco” e una certa inversione, il non tenere conto di questo può portare a tutta una serie di equivoci, di incomprensioni e di errori di valutazione e di metodo. Gli attenti osservatori hanno constatato che il liquido è più mobile e meno denso del solido, il gassoso è più mobile e meno denso del liquido e il calorico o plasmatico è più mobile e meno denso del gassoso, allora si sono chiesti se questa rarefazione continui oltre mediante altri stati più raffinati e diversi. Può certo continuare oltre, ma a un certo punto interviene uno “stacco” che produce un’alternanza tra l’esteriore e l’interiore, perciò la logica, i metodi e gli strumenti che andavano bene per conoscere e rilevare il primo quaternario, sono inadatti per conoscere il secondo quaternario, poiché questo si è interiorizzato. La pretesa di rilevare strumentalmente la presenza dell’etere, per esempio, è una pretesa assurda e priva di senso, degna dei degenti degli ospedali psichiatrici, perché è come pretendere di afferrare l’aria con una pinza. La pinza, strumento concepito per stringere il solido, può “afferrare” solo questo e quindi può dimostrare l’esistenza solo di questo, per la pinza il liquido e il gassoso sono inesistenti. L’etere appartiene già al secondo quaternario che si è interiorizzato, perciò non si può provare la sua esistenza usando strumenti concepiti per “afferrare” la realtà oggettiva esterna, con questi si può al massimo rilevare la presenza di piccoli “effetti concomitanti” indotti nel primo quaternario dalla presenza del secondo. Per esempio: un sensitivo dotato di pendolo, sondando un’ostia consacrata e una no, ha rilevato delle differenze tra le due, nell’una era presente un qualcosa che nell’altra non c’era. Che la presenza di Gesù Cristo si possa rilevare col pendolo? Sicuramente no, il sensitivo ha percepito solo l’effetto concomitante indotto nella materia da una “presenza” che sicuramente ha una natura di molto superiore a quella della materia. I radioestesisti possono percepire solo questi “effetti concomitanti indotti” che si manifestano a livello inferiore, essi in realtà non sono mai usciti dall’ordine di realtà materiale, né possono provare l’esistenza di ordini effettivamente superiori a questa. Il metodo sperimentale e le prove da laboratorio hanno un valore puramente indicativo, è un errore dare loro un valore assoluto per quanto riguarda lo stabilire il vero e il reale.

Nel primo quaternario esteriore tende a prevalere la quantità e questo è abbastanza logico, perché tale quaternario è come se fosse il basamento e la struttura di sostegno di quel che poi seguirà, cioè dell’intera realtà manifesta. Nel secondo quaternario tende a prevalere la qualità e anche questo è abbastanza logico, perché questa modella la sostanza-quantità dandole forma. Questo secondo quaternario tende ad essere non manifesto rispetto al primo, per esempio: non puoi vedere l’estro creativo di un artista o il potere ideativo di un architetto andare in giro come se fossero esseri oggettivi esterni, essi sono “poteri” interni ad un essere e appartengono al suo aspetto essenziale, sai che ci sono soltanto per gli effetti che producono all’esterno, ma in sé sono “non manifesti” e tali devono rimanere se vogliono essere ciò che sono; esistono quindi dei fattori non manifesti che tali sono in sé e per sé e non possono apparire direttamente all’esterno. Si può dire che la forma esteriore poggiante sulla quantità contenga in sé un significato proprio interno ispirato in essa dalla Qualità.

Si è già visto l’assurdità della pretesa di provare l’esistenza del secondo quaternario interno usando degli strumenti che possono solo “afferrare” la realtà oggettiva esterna, però anche noi siamo dotati di un “interno” e perciò possiamo usare noi stessi come strumenti per “sentire”, più che provare l’esistenza di questo secondo quaternario. A livello organico noi siamo dotati di una sensibilità corporea che pare che poggi sull’etere, dato come quinto elemento oltre al fuoco, acqua, terra e aria, anche se da un altro punto di vista l’etere è il primo elemento del secondo quaternario. Oltre la sensibilità corporea, siamo dotati di emozioni, passioni, desideri che poggiano sull’astrale; più oltre ci sono i pensieri e i sentimenti, che poggiano sul mentale, e più oltre ancora c’è lo psichico superiore, che è il centro direzionale, più oltre ancora c’è lo Spirito, il supervisore di tutto, ma quello non è mai coinvolto direttamente nel processo creativo, ed essendo di per sé incondizionato, pur essendo il responsabile di tutto è come se non ci fosse. Lo Spirito è quasi tutt’uno con l’Incondizionato superiore e non è conteggiato nei vari quaternari, anche se li trapassa tutti, e questa prima ottava può avere diverse repliche più sottili e estese.

Qualcuno a questo punto potrebbe far notare che se si paralizza un nervo o si riceve un forte colpo in testa, si perde la sensibilità e anche la coscienza, ma questo dimostra solo una semplice dipendenza, analoga a quella che noi troviamo là tra l’edificio e il mattone. L’edificio in esistenza sostanziale e manifesta dipende dalla solidità del mattone solo per il suo manifestarsi o apparire in materia, ma ciò che esso è, il suo significato, la ragione per cui esiste e chi lo ha posto in opera, queste sono tutte cose che non dipendono affatto dalla solidità del mattone. Lo stesso vale per il sistema nervoso e cerebrale umano, che qua nell’organismo umano svolgono la stessa funzione che là svolgeva la solidità del mattone, servono solo a rendere possibile la manifestazione del quaternario interno a quel certo livello, ma non sono affatto i responsabili né i padroni di ciò che si manifesta.

La filosofia nel suo complesso è puro mentalismo (che è un fattore interno) e certi filosofi moderni danno come unico esistente e reale solo ciò che è manifesto, in questo modo si prostituisce l’interno all’esterno e il tutto è spacciato come unità, mentre si tratta di un rimescolamento orizzontale di fattori eterogenei. In questi maneggi si assegna allo psichico funzioni e possibilità che possono competere solo allo Spirito, per esempio, quella di essere di là da ogni complementarità, come quella tra esterno e interno, solo che lo Spirito è effettivamente di là da ogni complementarità perché le trascende tutte e non è fatto di esse, mentre il mentale o lo psichico non può farlo perché è solo l’“interno” e quindi la sua pretesa è solamente una prevaricazione che porta al pervertimento della sua natura.

 

Antonio Filippini

 

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