Arte e Filosofia in Julius Evola di Gian Franco Lami, adesso (2017) uscito tra i libri del Borghese, pei tipi di Pagine editrice in Roma, con una significativa prefazione di Giovanni Sessa, è la seconda edizione dell’Introduzione a Julius Evola che fece gemere i torchî per Volpe editore nel 1980, allora con la prefazione Un passo per la vita, un passo per il pensiero di Giuliano Borghi, qui naturalmente conservata. Per coloro i quali s’avvicinino ora all’opera di Julius Evola è consigliabile una lettura del saggio di Lami condotta in parallelo colle pagine autobiografiche dell’Evola ne’ Il cammino del cinabro, ristampate in terza edizione nel 2014 dalle Edizioni Mediterranee in Roma, corrette ed annotate da Giovanni Sessa, Gianfranco de Turris e Andrea Scarabelli; per quanti hanno consuetudine coi testi evoliani, comunque, le riproposte riflessioni del fondatore della Scuola romana di filosofia politica ben servono a contestualizzare l’insegnamento del pensatore tradizionalista. Gian Franco Lami, infatti, descrisse, innanzitutto, i fermenti artistici e culturali nella Parigi antecedente alla Grande Guerra europea del millenovecento, dai quali sorsero anche il futurismo marinettiano ed il dadaismo, movimenti in cui militò il giovane poeta e pittore aristocratico. Di qui la rottura rispetto un ambiente familiare cattolico romano, prima della guerra e la parentesi militare d’ufficiale d’artiglieria, e del cammino intrapreso lungo la via iniziatica tradizionale in seguito all’incontro con Arturo Reghini. Ogni lettore ricaverà da queste pagine, ricche ed intense, i sensi che percepirà la sua anima, le
incipî eterni, cioè posti fuori dallo spazio e dal moto, cioè il tempo, in un’altra dimensione. Tuttavia, il difetto d’ogni religione, e fonte di tutti i dogmatismi, sta nel ritenere che, in un dato momento posto come origine, ci sia stata una sorta d’intuizione fondamentale, irripetibile e sola tramandabile. Invece lo spirito umano è atto, se coltivato colla retta ascesi, ad illuminarsi in ogni tempo d’intuizioni verticali d’eterni principî, che la tradizione riceve fa suoi e tramanda, poiché non è statica, immobile. Senza questa possibilità, l’ascesi sarebbe un’illusione ingannevole, ed anche tutta l’opera d’un Julius Evola priva di senso; che invece l’ha, eccome!
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Recensione
Riflessioni sullo Julius Evola di Gian Franco Lami – a cura di Riccardo Scarpa
- by Ereticamente
- 29 Maggio 2017
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- 7 anni ago