27 Giugno 2024
monoteismi spoliazione Tradizione

S-Polia-zione

di Fabio Calabrese


Il concetto di tradizione può essere definito a più di un livello e in diversi modi: fra questi, quello di fedeltà alla propria identità, alla propria terra, ai propri antenati, è forse quello più intuitivo, anche se non ne esaurisce il significato. Accettato ciò, però, non è che tutti i problemi siano risolti, infatti gli antenati hanno avuto diverse consuetudini, pensato cose diverse, creduto cose diverse e in conflitto fra loro, la tradizione non esenta da un approccio critico nel senso etimologico della parola, che significa “scelta”, ma semmai lo richiede.
Se noi guardiamo indietro a quelli che sono stati i nostri antenati, li possiamo dividere approssimativamente in tre gruppi: quelli che in epoca pre-cristiana hanno costruito la più avanzata civiltà del mondo antico ed esteso l’ “imperium romanum” pressappoco all’intero mondo allora conosciuto, e non solo politicamente, ma esportando i suoi modi di vita, le sue leggi, i suoi dei, la sua lingua, la sua cultura, la sua civiltà; quelli che IN CONSEGUENZA DEL CRISTIANESIMO sono crollati da tale posizione fino a diventare “un volgo disperso che nome non ha”, stranieri e schiavi in casa propria, quelli che, TROVANDO NELLA CHIESA CATTOLICA UN’IRRIDUCIBILE OPPOSIZIONE hanno ridato all’Italia unità politica e dignità di nazione.
Naturalmente, se noi andiamo a vedere le cose più da vicino, ci accorgiamo che anche la lunghissima “età di mezzo” che va per noi dal 476 al 1861 non sono mancati momenti gloriosi e tentativi di far rinascere la grandezza passata, dal ghibellinismo medievale che ebbe la sua guida ideale nella figura di Federico II, a Machiavelli, alla sua invocazione di un “Principe” che guidasse l’Italia a rinascita, e tutti questi momenti e tentativi si sono posti sotto il segno di una comprensibile avversione se non necessariamente verso il cristianesimo, quanto meno verso la Chiesa cattolica e il potere clericale.
Quindi, proprio il concetto di tradizione inteso come “mos maiorum” ci dice una cosa molto chiara: noi non potremmo essere cristiani e meno che mai cattolici senza tradire quest’idea di tradizione, di continuità con gli avi, nemmeno se lo volessimo (e, chiaramente, non lo vogliamo).
Non sono concetti complessi: se tutti li avessero sufficientemente chiari, si sarebbe realizzata da un pezzo l’invocazione del grande Arturo Reghini:
“Quando si smetterà di inginocchiarsi davanti al genio distruttore del cristianesimo per rendere finalmente omaggio al genio creatore di Roma?”
Poiché, come insegnava Max Weber, “Le istituzioni tendono a creare uomini che credono in esse, ecco che sciaguratamente esistono anche i sostenitori dell’acqua asciutta, ovvero di quell’ossimoro che è chiamato “tradizionalismo cattolico”. Fra costoro, una figura che pare avere una certa importanza è tale Mario Polia, un personaggio in effetti degno di essere messo in compagnia di alcuni esemplari della stessa risma di cui mi sono occupato in passato: don Curzio Nitoglia, Adolfo Morganti (lo psicologo, ve lo ricordate, che malediva “le sette” senza accorgersi che di “una setta” il cristianesimo ha tutte le caratteristiche), eccetera, eccetera.
In uno scritto di alcuni anni fa, Polia affermava:
“ Una tradizione, del resto, non può essere definita solo in senso negativo, come opposizione ad un’anti-tradizione, ma richiede di essere definita principalmente in senso pos
itivo nei riguardi del messaggio che essa tramanda e dal quale trae il motivo e la legittimazione della propria esistenza”. (Mario Polia: “Che cos’è la tradizione”, “Minas Tirith” n. 13, Società Tolkieniana Italiana, Udine 2005).
Quale sia questo messaggio, per Polia è – evidentemente – quello cristiano-cattolico. Poiché a questo mondo ognuno è libero di credere anche le più lampanti assurdità, avrei in tutta franchezza evitato di occuparmi di lui se in un suo recente articolo non fosse comparso un attacco durissimo contro “il paganesimo”.
L’articolo in questione, apparso ultimamente sul sito “Forum giovani” e intitolato “L’equivoco del neo-paganesimo” è in realtà un estratto di un suo libro, “Il seme e la pienezza”.
Quando, come in questo caso, si tratta di un estratto da un testo più ampio, si può avanzare il dubbio che frasi citate fuori contesto possano travisare il pensiero dell’autore, ma un’eventualità di questo genere è qua impossibile, tanto i concetti sono espressi “a muso duro” e sarà il caso di rispondere altrettanto “a muso duro”.
Polia ci va giù pesante subito:
“Accennando alle perniciose conseguenze del sincretismo religioso, fra le tendenze e le mode del neo-spiritualismo moderno occorre menzionare le recenti posizioni di certo neo-paganesimo costruito “a tavolino” da intellettuali e studiosi d’oltralpe e nostrani. Questi negano al pensiero ed alla tradizione cattolica un legittimo posto nella storia d’Europa e ricercano le radici culturali e spirituali dell’Europa prima, oltre e contro il cattolicesimo”.
Quando si va giù con accuse così pesanti, sarebbe bene non restare nel vago e far capire subito a cosa ci si riferisce. In ogni caso, Polia ha perso un’occasione splendida per starsene zitto; sarà anche un antropologo, ma la storia delle religioni non la conosce ed è andato a toccare un tasto sul quale avrebbe fatto molto meglio a sorvolare; se c’è infatti una RELIGIONE COSTRUITA A TAVOLINO, infatti, questa è proprio il cattolicesimo. Fino al concilio di Nicea voluto e presieduto dall’imperatore romano rinnegato Costantino, difatti, non esisteva il cattolicesimo, e neppure – possiamo dire – “il” cristianesimo, bensì una varietà di cristianesimi in conflitto, alcuni dei quali piuttosto divergenti gli uni dagli altri. PER MOTIVI POLITICI, Costantino decise che il concilio avrebbe creato una religione KATHOLIKE’, ossia “universale” nel senso che sarebbe dovuta andare bene per amore o per forza, volenti o nolenti, a tutti i sudditi dell’impero. Fu dato qualche  contentino ai pagani: la nascita del presunto redentore fu fissata arbitrariamente al 25 dicembre già “compleanno” del dio Mitra e del Sol Invictus di Aureliano, fu inventato un episodio come l’Ultima Cena per introdurre la teofagia (mangiare simbolicamente la carne e il sangue del redentore) come avveniva nei misteri orfici. Dei molti vangeli, e ciascuna comunità pare avesse il suo, frutto di narrazioni orali di cui possiamo immaginare l’accuratezza, furono scelti, sempre in base a criteri politici, quattro che furono ampiamente rimaneggiati, mentre gli altri furono dichiarati apocrifi, cioèpiù che falsi non conformi ideologicamente.
Un esempio delle molte manomissioni contenute nei vangeli: l’episodio del Getsemani. Il racconto che ne abbiamo è una lampante assurdità: davvero occorreva scomodare un’intera coorte romana per arrestare un gruppetto di innocui predicatori? E’ molto più ragionevole supporre che essa sia stata impiegata per reprimere una rivolta, ma i vangeli sono stati purgati in modo da cancellare tutto ciò che poteva collegare il cristianesimo al messianismo insurrezionale antiromano degli Ebrei dei primi secoli. Insomma si è trattato non solo di una religione costruita a tavolino, ma della più grande truffa e confisca di verità di tutti i tempi, montata con l’inganno e imposta con la violenza.
Leggendo lo scritto di Polia, fortunatamente breve, occorre possedere una buona dose di autocontrollo, e viene di continuo il dubbio – che capita spesso quando ci si accosta agli scritti dei tradizionalisti cattolici – ma ci è o ci fa? Possibile che sia così palesemente disinformato, o non sarà piuttosto in malafede?
Vi cito ad esempio questo inciso:
“Non si “sceglie” in base a criteri sentimentali o intellettuali la tradizione, il mos maiorum cui appartenere e in base al quale operare le proprie scelte di vita: lo si accetta e lo si segue per un dovere di fedeltà verso i propri antenati (i maiores) e nei confronti della propria tradizione e della propria Patria, intesa come comunione di Terra, Sangue e Spirito.”
Queste parole che in bocca a chiunque non fosse un cattolico militante, esprimerebbero una verità sacrosanta, non possono non provocare irritazione e anche indignazione in bocca a uno di costoro. Forse che non è stato il cristianesimo a demolire l’impero romano? Forse che non è stato Costantino a smantellarlo per creare coi suoi cocci la tirannide sacrale bizantina basata sul cristianesimo e in pretto stile orientale? Forse che questo non ci è costato quindici secoli di disgregazione nazionale e invasioni straniere? Forse che i papi non sono stati sempre pronti a richiamare in Italia nuovi invasori e dominatori pur di salvaguardare il loro miserabile Stato della Chiesa? Forse che la Chiesa non ha combattuto con tutte le sue forze contro il movimento di rinascita nazionale dell’età risorgimentale? Forse che l’Italia non porta ancora oggi i segni evidenti, le cicatrici devastanti di questo passato di divisioni? Forse che la Chiesa oggi non è dalla parte dell’immigrazione e del mondialismo? Se Polia capisse o non facesse finta di non capire quello che scrive, gli sarebbe chiaro perché non possiamo essere cristiani né tanto meno credere a un Dio così parziale nei confronti della nostra Patria.
Ma il bello arriva poche righe più sotto. 
“Orbene, quando la tradizione sacerdotale è stata interrotta; quando le forme liturgiche, che obbediscono a norme precise fissate dalla tradizione, sono anch’esse dimenticate e scomparse; quando i riti sono stati smessi da secoli e da secoli obliate le norme che presiedono alla loro esecuzione; quando le divinità oggetto di culto, forme appartenenti alle tradizioni pre-cristiane, hanno cessato di essere adorate e sono state private dei culti loro tribuiti (…) chi, fra gli uomini, avrà il potere di aprire di nuovo il Cammino interrotto, di attingere alla Fonte da cui promanano tutte le tradizioni?”
Noi, naturalmente, sappiamo bene CHI e COME ha costretto i culti degli dei dei nostri antenati a un abbandono secolare, distrutto i templi, soppresso i sacerdoti, perseguitato nei modi più atroci coloro che volevano persistere negli antichi culti e nelle credenze dei padri. La verità storica è che il cristianesimo si è pochissimo diffuso in Europa attraverso le conversioni spontanee, ed enormemente di più con la violenza: le persecuzioni dei dissidenti e dei cosiddetti eretici, le campagne di sterminio come quelle di Carlo Magno contro i Sassoni e dei cavalieri teutonici contro gli Slavi. Nel XIII secolo fu indetta addirittura una crociata che devastò la Francia meridionale per sradicare il movimento cataro.
L’ho spiegato più volte nei miei articoli, e forse ora non è necessario insistervi troppo, ma sintetizziamo il discorso di Polia:
“Dovete per forza appoggiarvi alla nostra tradizione, perché tutte le altre sono estinte, perché NOI ABBIAMO ESTINTO tutte le altre”.
In poche parole, un ricatto in perfetto stile mafioso. 
Il problema che Polia solleva per assicurarci che non c’è via d’uscita, è un problema che io mi sono posto e suppongo anche voi vi siate posti molte volte. Ricostruire, le credenze, gli usi, i riti  non basta a renderli vivi, non è sufficiente un’adesione intellettuale, ma le cose non stanno in questi termini: l’esigenza di ritrovare un approccio spirituale che vada oltre il ricatto cristiano, l’esigenza di porsi di fronte al Divino non  inginocchiati e col capo chino e le mani giunte alla maniera semitica, ma in piedi con le braccia spalancate, da veri Ari indoeuropei, di una religione che non sia somministrata da ministri così ipocriti e “preteschi” per definizione, quella non l’abbiamo dovuta riscoprire o inventare, è nata con noi, ce la portiamo dentro da sempre.
E’ un’idea tipicamente abramitica che l’uomo non possa essere attivo ma solamente passivo nei confronti del sacro, che tutto dipenda dalla manifestazione arbitraria di un Dio del tutto privo di senso della giustizia, che concede la rivelazione e la grazia ad alcuni e condanna altri a suo capriccio, che elegge un popolo, un’insignificante tribù del deserto, ne da in pasto altri a quella stessa tribù (leggetevi l’Antico Testamento e constatate quanta ferocia e sciovinismo etnico contiene!), ne condanna un altro (noi!) a una schiavitù di quindici secoli.
Ma il paganesimo è poi estinto? Sono mai riusciti davvero a estinguerlo? Forse che non è giunto fino a noi in mille rivoli che sfuggivano all’attenzione della cultura dominante? Nelle tradizioni popolari, nei gruppi esoterici, incrostato in mille modi nella stessa cultura della religione divenuta dominatrice come oro misto al fango, nella ricorrente ribellione di alcuni grandi intellettuali: Federico II, Machiavelli, Filelfo, Nietzsche, Reghini, Evola, per redigere un elenco non certo esaustivo.
L’anima europea, ha detto qualcuno, è naturaliter pagana, e l’unico modo per far scomparire davvero il paganesimo, sarebbe quello di sopprimere gli Europei, cosa però che con la decadenza demografica, l’immigrazione, il meticciato, non è poi tanto lontana dal realizzarsi.
Polia non fa che ribadire il concetto di mos maiorum, ma naturalmente non ha idea di che cosa significhi, è un concetto forse più ampio di quello di tradizione, tutto ciò che i nostri antenati ci hanno trasmesso come cultura, valori etici, modi e stili di vita, e sicuramente non si limita alla consuetudine di andare in chiesa la domenica e far finta di ascoltare il prete come se fosse una persona autorevole e avesse qualcosa di importante da dire.
Per comprenderlo appieno, forse la cosa migliore è fare il confronto con chi, per evidenti ragioni il nostro mos maiorum non ce lha, non lo capisce e verosimilmente lo disprezza. Basta rifarsi a un esempio di cronaca recente: il comportamento degli immigrati in massima parte islamici nei campi di sfollati formatisi in seguito al terremoto dellEmilia. Di episodi ce ne sono stati moltissimi: abbiamo visto questa gente buttare nel fango le razioni cibo ricevute dalla Protezione Civile, se contenevano carne di maiale, infischiandosene altamente del fatto che sarebbero tornate buone per gli sfollati nativi, mostrare ovunque un atteggiamento di arrogante supponenza, dileggiare i soccorritori soprattutto se donne. Quanto basta, se ce ne fosse stato bisogno, per rimarcare la differenza fra noi e loro. E pensiamo ai nostri centri storici, le viuzze e gli angoli medievali di città come Firenze il cui centro storico è un grande museo a celo aperto, le logge e le statue trasformate in immondezzai e orinatoi. Silvano Lorenzoni parla dellinsensibilità delle popolazioni semitiche per le arti visive come un fatto prima percettivo che estetico, e credo abbia ragione da vendere.
Il rispetto per il cibo che è costato fatica procurare, il rispetto per il lavoro, il senso della gratitudine, il senso dellobbligazione contratta nei confronti di chi ti ospita, lamore per larte, la cultura, la tradizione; tutte cose ben presenti nel nostro mos maiorum e assenti in quello semitico-mediorientale, lo sapevano bene anche i Romani: Punica fides.
Ora, è chiaro che tutto ciò non solo non ha nulla a che fare con il cristianesimo, è un deposito antico che è sopravvissuto, un retaggio che ci è pervenuto nonostante il cristianesimo, ma è qualcosa che la Chiesa, schierata a favore dellimmigrazione, del mondialismo, del meticciato, dell’ accoglienza a chi non vuole integrarsi con noi ma soppiantarci, fa di tutto per compromettere.
Io devo ammettere di non aver letto il libro di Polia, Il seme e la pienezzada cui questo articolo è tratto (cosa volete, lidea di dare soldi a questa gente non è che mi sorrida: basta già la truffa dellotto per mille e dellIMU che dobbiamo pagare anche al posto degli enti ecclesiastici), tuttavia mi sembra che già il titolo rimandi a un ordine didee comune tra i cattolici tradizionalisti: lidea delle culture, delle religioni, delle spiritualità antiche come barlume aurorale di ciò che la rivelazione cristianaavrebbe manifestato in tutta la sua pienezza. Questa affermazione di unincredibile arroganza intellettuale che vorrebbe cooptare e fagocitare tutto quanto la cultura antica ha prodotto, svela nel momento in cui vorrebbe nasconderlo, un fatto essenziale: il cristianesimo è stato rottura violenta dellordine preesistente già ben prima che cominciassero le crociate e i roghi degli eretici. Il mos maiorum dei nostri antenati non poteva che esprimersi, e di fatto si espresse, a favore delle antiche fedeltà e contro la nova religio importata a forza dallOriente. Due millenni possono aver cambiato le cose? Il tempo agisce sulle vicende umane, non sui principi e gli ideali.
Quanto tempo occorre perché la sovversione diventi tradizione? Lo stesso tempo che serve ripetere una menzogna perché diventi verità, cioè non può succedere mai.
Sarebbe inutile – penso – interrogare Mario Polia sulle contraddizioni del monoteismo: lorigine del male in un mondo che si suppone opera di un creatore onnipotente, onnisciente e immensamente buono, o il dogma trinitario in palese contrasto con lassunto di fondo monoteista. Polia è un antropologo. Questo significa che ha un tipo di cultura professionaleche non solo non inclina alle problematiche filosofiche, ma è un ostacolo alla loro comprensione. La pseudo-scienza antropologica oggi in voga tende a mettere sullo stesso piano il pensiero razionale (che gravissima colpa è insito nella cultura europea) e il balbettio superstizioso delle culture che la political correctness oggi in voga non consente più di chiamare primitive. Vi rimando a questo riguardo al mio scritto Il fantasma dello stregonesu Ereticamente.
Il cristianesimo ha tolto al mondo gran parte della sua sacralità. Si avrebbe quasi voglia di invitare i cristiani a fare l’ultimo passo, sbarazzandosi del loro ultimo unico Dio, e rivelarsi per perfetti atei. Non è un’astrazione, si può essere atei e rimanere pienamente, perfettamente abramitici. Milioni di uomini l’hanno fatto: Karl Marx e tutti i suoi seguaci.
Il marxismo non è altro che cristianesimo spinto alle sue estreme conseguenze: una verità del genere che i tradizionalisti cattolici preferiscono ignorare.
Ma la verità ignorata rimane sempre tale.

20 Comments

  • Filippo Accorsi 8 Novembre 2012

    Bellissimo articolo, come sempre… credo che la conclusione dia fastidio a qualcuno…

  • Filippo Accorsi 8 Novembre 2012

    Bellissimo articolo, come sempre… credo che la conclusione dia fastidio a qualcuno…

  • Anonymous 8 Novembre 2012

    Che bello vedere una persona che si firma!C’è chi non mette il suo nome e cognome come “timbro etico” alle sue opinioni…Condivido il commento del signor Filippo Accorsi.Steno Lamonica.

  • Anonymous 8 Novembre 2012

    Che bello vedere una persona che si firma!C’è chi non mette il suo nome e cognome come “timbro etico” alle sue opinioni…Condivido il commento del signor Filippo Accorsi.Steno Lamonica.

  • Anonymous 10 Novembre 2012

    Come si fa ancora a credere che sia stato il cristianesimo a far crollare l’Impero romano? Questa è una pura menzogna di matrice massonica, non c’è nessuno storico autorevole che affermerebbe oggi una cosa simile. A meno che non si voglia considerare Nietzsche uno storico. Sorvoliamo del tutto gli insulti a Mario Polia del tipo “ma ci è o ci fa? Possibile che sia così palesemente disinformato, o non sarà piuttosto in malafede?” (questa frase sarebbe semmai da rivolgere all’autore di questo articolo); la profondità e la qualità delle sue opere (per chi vorrà leggerle) parlano da sole. D’altronde ognuno sceglie i propri maestri: chi preferisce il massone Arturo Reghini e chi invece segue gli studiosi cristiani come Mircea Eliade, Pio Filippani-Ronconi o Juenger

  • Anonymous 10 Novembre 2012

    Come si fa ancora a credere che sia stato il cristianesimo a far crollare l’Impero romano? Questa è una pura menzogna di matrice massonica, non c’è nessuno storico autorevole che affermerebbe oggi una cosa simile. A meno che non si voglia considerare Nietzsche uno storico. Sorvoliamo del tutto gli insulti a Mario Polia del tipo “ma ci è o ci fa? Possibile che sia così palesemente disinformato, o non sarà piuttosto in malafede?” (questa frase sarebbe semmai da rivolgere all’autore di questo articolo); la profondità e la qualità delle sue opere (per chi vorrà leggerle) parlano da sole. D’altronde ognuno sceglie i propri maestri: chi preferisce il massone Arturo Reghini e chi invece segue gli studiosi cristiani come Mircea Eliade, Pio Filippani-Ronconi o Juenger

  • Anonymous 10 Novembre 2012

    Finiamola una volta per tutte di far finta di credere che l’impero romano sia crollato nel 476, esso di fatto è morto un secolo prima, quando Costantino ha iniziato a demolirlo dopo aver trasferito la capitale a Bisanzio, Costantinopoli, la “sua” città per costruire sui suoi cocci una realtà diversa, orientale, non-romana, bizantina appunto, sotto il segno del cristianesimo.
    Gli autori che lei cita, li conosco bene, e mi permetta di dire in tutta franchezza che non importa quanto erudite siano queste persone, sono in ogni caso in contraddizione totale: il cristianesimo irrompe nel mondo antico come sovversione, come rinnegamento di tutti i valori tradizionali. Essere cattolici e tradizionalisti rimane una contraddizione di termini.
    Fabio Calabrese

  • Anonymous 10 Novembre 2012

    Finiamola una volta per tutte di far finta di credere che l’impero romano sia crollato nel 476, esso di fatto è morto un secolo prima, quando Costantino ha iniziato a demolirlo dopo aver trasferito la capitale a Bisanzio, Costantinopoli, la “sua” città per costruire sui suoi cocci una realtà diversa, orientale, non-romana, bizantina appunto, sotto il segno del cristianesimo.
    Gli autori che lei cita, li conosco bene, e mi permetta di dire in tutta franchezza che non importa quanto erudite siano queste persone, sono in ogni caso in contraddizione totale: il cristianesimo irrompe nel mondo antico come sovversione, come rinnegamento di tutti i valori tradizionali. Essere cattolici e tradizionalisti rimane una contraddizione di termini.
    Fabio Calabrese

  • Anonymous 10 Novembre 2012

    La contraddizione è evidente quando lei parla di tradizionalismo in senso generico (che dal suo punto di vista dovrebbe opporsi al cattolicesimo), ma non sa definire chiaramente che cos’è questa tradizione che difenderebbero, sempre secondo lei, i “veri tradizionalisti”. Infatti non esiste una “tradizione pagana” : su questo punto si schiantano tutti i tradizionalisti neopagani, e mi auguro che nessuno possa credere alla fandonia secondo la quale esisterebbe una casta sacerdotale che – segretamente – avrebbe conservato ininterrotta la tradizione precristiana di Roma. Per i lettori che fossero interessati, mi permetto di inserire qui in link dello scritto integrale di Mario Polia che lei ha citato nel suo articolo e che ho recuperato da internet http://www.grisrimini.org/documenti/vari/tradizione.htm

    cordialità

  • Anonymous 10 Novembre 2012

    La contraddizione è evidente quando lei parla di tradizionalismo in senso generico (che dal suo punto di vista dovrebbe opporsi al cattolicesimo), ma non sa definire chiaramente che cos’è questa tradizione che difenderebbero, sempre secondo lei, i “veri tradizionalisti”. Infatti non esiste una “tradizione pagana” : su questo punto si schiantano tutti i tradizionalisti neopagani, e mi auguro che nessuno possa credere alla fandonia secondo la quale esisterebbe una casta sacerdotale che – segretamente – avrebbe conservato ininterrotta la tradizione precristiana di Roma. Per i lettori che fossero interessati, mi permetto di inserire qui in link dello scritto integrale di Mario Polia che lei ha citato nel suo articolo e che ho recuperato da internet http://www.grisrimini.org/documenti/vari/tradizione.htm

    cordialità

  • Anonymous 11 Novembre 2012

    Accetto che lei ha un punto di vista molto diverso dal mio, e a differenza di altri che mi hanno replicato su questo sito, l’ha espresso con molta civiltà, ma perché non si firma?
    Fabio Calabrese

  • Anonymous 11 Novembre 2012

    Accetto che lei ha un punto di vista molto diverso dal mio, e a differenza di altri che mi hanno replicato su questo sito, l’ha espresso con molta civiltà, ma perché non si firma?
    Fabio Calabrese

  • Anonymous 7 Dicembre 2012

    Mi permetto di inserirmi nella discussione.
    Onestamente penso che di Mario Polia lei abbia capito ben poco, se mi posso permettere.
    Dalla sua descrizione Polia risulterebbe uno di quegli storici che come basi “storiche” usano Quo Vadis(che lei stesso mi pare abbia citato in un altro articolo), secondo cui la storia del mondo si divide tra cristianesimo/paganisimi vari.
    Nulla più falso.
    Polia non disconosce affatto il valore tradizionale del paganesimo romano, e basterebbe leggere diverse sue pubblicazioni a riguardo.
    Semplicemente tratta esso come una particolare forma tradizionale(sulla accezione che da Polia di essa, dovremmo riferirci a Guènon), ovvero come oggetta a decadenza, e non a differenza di come credono molto neo-pagani attuali(ecco l’accusa di Polia) come una tradizione monolitica immutata nel corso di tutta la storia romana fino alla comparsa del Cristianesimo, e peraltro non accomunabile a mano leggera con altri paganesimi precristiani(celtico, greco etc).
    Anzi, è surreale leggere il nome di Polia accostato a quello di Nitoglia, visto che Nitoglia nei confronti di Polia(per il suo immenso lavoro sui “residui” tradizionali pre-cristiani, se così possiamo chiamarli, italiani e delle culture sudamericane, e per la sua vicinanza col pensiero perennialista di Guènon) ha un’opinione certamente peggiore di quella che lei stesso dice di avere.
    Nessun “barlume aurorale”, a maggior ragione trattandosi in questo caso di una religione anteriore al Cristianesimo(anche se questo discorso meriterebbe di essere approfondito, così come tutti i discorsi triti e ritriti dei presunti “imprestiti” del Cristianesimo dalle precedenti credenze o religione).
    Certamente Polia(e confesso io stesso) riterrebbe favolistica la sua versione della storia europea e del cristianesimo, ma il Polia da lei tracciato rimane in ogni caso assolutamente distorto da quel che è realmente.

    Nicola Asuni.

  • Anonymous 7 Dicembre 2012

    Mi permetto di inserirmi nella discussione.
    Onestamente penso che di Mario Polia lei abbia capito ben poco, se mi posso permettere.
    Dalla sua descrizione Polia risulterebbe uno di quegli storici che come basi “storiche” usano Quo Vadis(che lei stesso mi pare abbia citato in un altro articolo), secondo cui la storia del mondo si divide tra cristianesimo/paganisimi vari.
    Nulla più falso.
    Polia non disconosce affatto il valore tradizionale del paganesimo romano, e basterebbe leggere diverse sue pubblicazioni a riguardo.
    Semplicemente tratta esso come una particolare forma tradizionale(sulla accezione che da Polia di essa, dovremmo riferirci a Guènon), ovvero come oggetta a decadenza, e non a differenza di come credono molto neo-pagani attuali(ecco l’accusa di Polia) come una tradizione monolitica immutata nel corso di tutta la storia romana fino alla comparsa del Cristianesimo, e peraltro non accomunabile a mano leggera con altri paganesimi precristiani(celtico, greco etc).
    Anzi, è surreale leggere il nome di Polia accostato a quello di Nitoglia, visto che Nitoglia nei confronti di Polia(per il suo immenso lavoro sui “residui” tradizionali pre-cristiani, se così possiamo chiamarli, italiani e delle culture sudamericane, e per la sua vicinanza col pensiero perennialista di Guènon) ha un’opinione certamente peggiore di quella che lei stesso dice di avere.
    Nessun “barlume aurorale”, a maggior ragione trattandosi in questo caso di una religione anteriore al Cristianesimo(anche se questo discorso meriterebbe di essere approfondito, così come tutti i discorsi triti e ritriti dei presunti “imprestiti” del Cristianesimo dalle precedenti credenze o religione).
    Certamente Polia(e confesso io stesso) riterrebbe favolistica la sua versione della storia europea e del cristianesimo, ma il Polia da lei tracciato rimane in ogni caso assolutamente distorto da quel che è realmente.

    Nicola Asuni.

  • Franco 17 Gennaio 2019

    Questo articolo è …pura fantascienza.

  • Franco 17 Gennaio 2019

    Questo articolo è …pura fantascienza.

  • Michele Simola 18 Gennaio 2022

    La chiesa cattolica è stata la distruttrice del mondo classico, della Grecia e della Roma repubblicana prima e imperiale successivamente, quella Roma “Caput mundi” che piaccia o no aveva conquistato tutto il mondo allora conosciuto, la cui opera non si esauri’ con la conquista di nuovi territori e popolazioni, ma che continuò soprattutto con la sua opera civilizzatrice: costruzione di strade, ponti che ancor oggi sono esistenti, acquedotti costruiti con tale maestria e capacità che in molte regioni d’Europa soddisfano ancora le necessità degli abitanti.
    Purtroppo l’inizio della fine della grandezza di Roma comincia con l’avvento del cristianesimo, giudaico, imposto dal rinnegato Costantino per convenienza politica: ricordiamo che Costantino non era occidentale e tale culto mefitico che aveva insito il seme della distruzione veniva dalle sue terre, da oriente, nelle regioni occidentali dell’impero era poco o nulla diffuso. Nelle regioni occidentali i culti pagani rimasero radicati molto più a lungo, l’occidente mantenne e direi mantiene anche oggi la nostalgia dei culti solari e dei suoi dei. La chiesa di Roma, non è mai riuscita a sradicare realmente la religione del radicamento e le sue vere cattedrali che erano costituite dai boschi e da luoghi che promanano una potente forza energetica.
    Il giudaismo è stato aiutato, come affermava Miguel Serrano, dal cristianesimo per il raggiungimento dei suoi fini terrestri, e il papa polacco è stato colui che ha gettato la maschera e ha fatto capire quali interessi serviva. I suoi predecessori non sono stati diversi da lui, lo hanno fatto con più discrezione.
    I “Mos Maiorum” per chi è veramente discendente da quel popolo che soggiogo’ il mondo, con le sue leggi, il suo genio, le sue capacità militari, dovrebbero essere insite nella memoria del sangue che è la nostra memoria genetica che richiama alla mente capacità innate che fanno parte del nostro passato!
    Il cristianesimo, fu veramente religione costruita a tavolino, prima che da Costantino, che fondamentalmente tradì il suo credo, il mitraismo di cui fu il pontifex maximus fino alla sua morte; dal giudeo Saulo di Tarso chiamato anche San Paolo, di certo egli stesso non credeva nelle fandonie che predicava, tuttavia il successo fu assicurato dagli strati sociali in cui predicava, schiavi e plebe che difficilmente avevano grandi speranze di ascesa sociale: l’immortalità democratica, l’eguaglianza, non potevano non suscitare un fascino su questi uomini! Fondamentale il vangelo serve i farabutti che sono capaci di manipolarlo.
    Il passo di rinnegare il “crocifisso”, lo ha compiuto secondo me il papa argentino che sembra più eretico del tedesco eresiarca Lutero. Di sicuro persegue i fini del mondialismo più sfrenato ed è uno dei fautori di un immigraziinismo sfrenato.
    Oggi più che mai il cristianesimo si è mostrato come distruttore dell’occidente europeo, favorisce la tirannia della finanza internazionale apolide, ricordiamo che la sua banca, lo IOR è stata ed è, la più grande lavatrice esistente. A questo punto è facile affermare che indulge all’amoralita’, quella stessa amoralita’ che finge di combattere. Amoralita’, depravazione e corruzione albergano nella chiesa di Roma e sono il cancro che diffonde nel mondo.
    Oltre ad avere impedito per due millenni l’unità territoriale Italiana, la chiesa cristiana ha cercato di spegnere nell’uomo la scintilla del divino che esso rappresenta.
    Oggi servirebbe un novello “barone folle”, quel Roman Von Unghern Sternberg che rappresentò, anche se per poco, una specie di epifania dell’ira divina per i rossi comunisti sovietici, che sono sono stati un parto del cristianesimo.

  • Michele Simola 18 Gennaio 2022

    La chiesa cattolica è stata la distruttrice del mondo classico, della Grecia e della Roma repubblicana prima e imperiale successivamente, quella Roma “Caput mundi” che piaccia o no aveva conquistato tutto il mondo allora conosciuto, la cui opera non si esauri’ con la conquista di nuovi territori e popolazioni, ma che continuò soprattutto con la sua opera civilizzatrice: costruzione di strade, ponti che ancor oggi sono esistenti, acquedotti costruiti con tale maestria e capacità che in molte regioni d’Europa soddisfano ancora le necessità degli abitanti.
    Purtroppo l’inizio della fine della grandezza di Roma comincia con l’avvento del cristianesimo, giudaico, imposto dal rinnegato Costantino per convenienza politica: ricordiamo che Costantino non era occidentale e tale culto mefitico che aveva insito il seme della distruzione veniva dalle sue terre, da oriente, nelle regioni occidentali dell’impero era poco o nulla diffuso. Nelle regioni occidentali i culti pagani rimasero radicati molto più a lungo, l’occidente mantenne e direi mantiene anche oggi la nostalgia dei culti solari e dei suoi dei. La chiesa di Roma, non è mai riuscita a sradicare realmente la religione del radicamento e le sue vere cattedrali che erano costituite dai boschi e da luoghi che promanano una potente forza energetica.
    Il giudaismo è stato aiutato, come affermava Miguel Serrano, dal cristianesimo per il raggiungimento dei suoi fini terrestri, e il papa polacco è stato colui che ha gettato la maschera e ha fatto capire quali interessi serviva. I suoi predecessori non sono stati diversi da lui, lo hanno fatto con più discrezione.
    I “Mos Maiorum” per chi è veramente discendente da quel popolo che soggiogo’ il mondo, con le sue leggi, il suo genio, le sue capacità militari, dovrebbero essere insite nella memoria del sangue che è la nostra memoria genetica che richiama alla mente capacità innate che fanno parte del nostro passato!
    Il cristianesimo, fu veramente religione costruita a tavolino, prima che da Costantino, che fondamentalmente tradì il suo credo, il mitraismo di cui fu il pontifex maximus fino alla sua morte; dal giudeo Saulo di Tarso chiamato anche San Paolo, di certo egli stesso non credeva nelle fandonie che predicava, tuttavia il successo fu assicurato dagli strati sociali in cui predicava, schiavi e plebe che difficilmente avevano grandi speranze di ascesa sociale: l’immortalità democratica, l’eguaglianza, non potevano non suscitare un fascino su questi uomini! Fondamentale il vangelo serve i farabutti che sono capaci di manipolarlo.
    Il passo di rinnegare il “crocifisso”, lo ha compiuto secondo me il papa argentino che sembra più eretico del tedesco eresiarca Lutero. Di sicuro persegue i fini del mondialismo più sfrenato ed è uno dei fautori di un immigraziinismo sfrenato.
    Oggi più che mai il cristianesimo si è mostrato come distruttore dell’occidente europeo, favorisce la tirannia della finanza internazionale apolide, ricordiamo che la sua banca, lo IOR è stata ed è, la più grande lavatrice esistente. A questo punto è facile affermare che indulge all’amoralita’, quella stessa amoralita’ che finge di combattere. Amoralita’, depravazione e corruzione albergano nella chiesa di Roma e sono il cancro che diffonde nel mondo.
    Oltre ad avere impedito per due millenni l’unità territoriale Italiana, la chiesa cristiana ha cercato di spegnere nell’uomo la scintilla del divino che esso rappresenta.
    Oggi servirebbe un novello “barone folle”, quel Roman Von Unghern Sternberg che rappresentò, anche se per poco, una specie di epifania dell’ira divina per i rossi comunisti sovietici, che sono sono stati un parto del cristianesimo.

  • Michele Simola 22 Gennaio 2022

    I nostri padri Romani, veneravano i Lari, nelle edicole presenti nelle case romane, sia che trattavasi di ricche dimore che nelle case della plebe, erano raffigurati gli antenati, il cui culto era celebrato dal “pater familias”, tale culto vedeva come primi protettori delle dimore e della discendenza familiare, gli antenati della famiglia stessa. Orbene io ricordo che nel meridione sul finire degli anni 50 e nei primi anni 60 del secolo scorso, in ogni casa in ogni villa vi erano quadri di nonni e bisnonni risalenti alla metà o fine del 1800, belle fotografie antiche trasformate in quadri, di cui ne possiedo qualcuna del periodo 1860/1870, queste foto non avevano un ruolo solamente celebrativo familiare, ma erano dei veri e propri protettori della famiglia, si veneravano gli avi. Parliamo di personaggi appartenenti alla famiglia che non avevamo mai conosciuto, dai quali ci separavano tre o quattro generazioni, ricordo i lumini accesi non solo il due novembre, ma anche nei periodi di festività solenni. Non credo proprio che ciò fosse legato al bubbone costituito dalla cristianità, credo che avesse un vago ricordo delle nostre origini pagane, tante volte sentivo i nostri vecchi rivolgersi ai loro avi come a degli dei casalinghi, appartenenti al casato per sangue, questo non mi pare che sia molto cristiano, è molto più eretico, pagano, legato alle nostre origini ancestrali.
    Nel “profondo sud” come sull’arco alpino e appenninico questi riti, i legami familiari, intesi come sangue e radicamento nel suolo che dovrebbe essere sacro, sono così diffusi che molti stentano a credere che possa essere vero.
    Come ha detto molte volte Lei stesso in molti articoli ed anche nel suo libro la coerenza della razza Italiana esiste e non presenta difformità da nord a sud, nonostante le favole e i desiderata dei sinistri e degli imbecilli che hanno in spregio la propria razza e le proprie origini.

  • Michele Simola 22 Gennaio 2022

    I nostri padri Romani, veneravano i Lari, nelle edicole presenti nelle case romane, sia che trattavasi di ricche dimore che nelle case della plebe, erano raffigurati gli antenati, il cui culto era celebrato dal “pater familias”, tale culto vedeva come primi protettori delle dimore e della discendenza familiare, gli antenati della famiglia stessa. Orbene io ricordo che nel meridione sul finire degli anni 50 e nei primi anni 60 del secolo scorso, in ogni casa in ogni villa vi erano quadri di nonni e bisnonni risalenti alla metà o fine del 1800, belle fotografie antiche trasformate in quadri, di cui ne possiedo qualcuna del periodo 1860/1870, queste foto non avevano un ruolo solamente celebrativo familiare, ma erano dei veri e propri protettori della famiglia, si veneravano gli avi. Parliamo di personaggi appartenenti alla famiglia che non avevamo mai conosciuto, dai quali ci separavano tre o quattro generazioni, ricordo i lumini accesi non solo il due novembre, ma anche nei periodi di festività solenni. Non credo proprio che ciò fosse legato al bubbone costituito dalla cristianità, credo che avesse un vago ricordo delle nostre origini pagane, tante volte sentivo i nostri vecchi rivolgersi ai loro avi come a degli dei casalinghi, appartenenti al casato per sangue, questo non mi pare che sia molto cristiano, è molto più eretico, pagano, legato alle nostre origini ancestrali.
    Nel “profondo sud” come sull’arco alpino e appenninico questi riti, i legami familiari, intesi come sangue e radicamento nel suolo che dovrebbe essere sacro, sono così diffusi che molti stentano a credere che possa essere vero.
    Come ha detto molte volte Lei stesso in molti articoli ed anche nel suo libro la coerenza della razza Italiana esiste e non presenta difformità da nord a sud, nonostante le favole e i desiderata dei sinistri e degli imbecilli che hanno in spregio la propria razza e le proprie origini.

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