A guardare l’umanità essa sembra un congresso permanente di pensatori, di filosofi e di critici. Ma vediamo cosa ne pensa Schopenhauer, il filosofo che fece dire alla natura “l’uomo non è nulla”[1].
“Odo il ruotare del mulino, ma non vedo la farina”[2]. Per Schopenhauer è il pensare a vuoto, anzi il non pensare, è la bancarotta del pensiero, nulla avendo da produrre e da scambiare, cioè pensieri. E se non c’è motivo di non credere che anche gli animali siano capaci di pensare, qualche dubbio è legittimo [oh ironia!] tra gli uomini, che spesso muovono la bocca quasi avessero un boccone di cose intelligenti per poi scoprire che stanno masticando il nulla. E dunque non è impertinenza interrompere chi non dice nulla.
Su certi uomini, dice il filosofo cinico, il pensiero è una caricatura della fronte. Neppure un sussulto di sopracciglio potrebbe far credere che c’è vita. Un vuoto nel capo, sovente celato con abbondanza di particolari e di pensieri altrui, in mancanza di propri; del peso di tale carico si rallegrano e lo esibiscono soprattutto gli eruditi.
Qual e’ la sua strada spesso non si capisce, il pensiero è in certuni altri un pensiero sfuggente. Schopenhauer non lesina né elemosina. Leggete il suo trattatello sull’arte di insultare, potrebbe servirvi.
Guardare un libro è spesso guardare un cadavere. E chi non piangerebbe davanti ad un pensiero morto? [oh ironia!] Sopravvive la povera vedova e l’orfano grazie alla minestra riscaldata di pensieri altrui. È la repubblica delle vedove e degli orfani, e dei dotti che li assistono. Salvo che molti dotti che danno il braccio alla vedova ricevono essi stessi in prestito da altri.
Schopenhauer non ama nessuno, né i dotti né gli ignoranti: in questo è il suo egualitarismo. Non v’è numero di parole che faccia di un uomo un dotto o un ignorante ma il possesso dell’intelletto che tutto muove, anche se stesso, e che sta come goccia nel deserto e condanna alla morte di sete.
Note:
[1] voce L’individuo in L’arte di insultare, A. Schopenhauer, Adelphi, Milano, 2017, pag. 83
[2] voce Il gergo dei filosofi universitari, cit., pag. 71
Alessandra Pennetta
Nota biografica
“Ernst Junger ed io siamo fratelli gemelli separati alla nascita”: così ama presentarsi Alessandra Pennetta (Padova 1971) mettendo subito in chiaro il suo legame con il filosofo tedesco. Studi in Scienze Politiche, attualmente è iscritta alla Scuola di Bioetica della Fondazione Lanza della città di Padova. La Storia e la Filosofia le insegnano a vivere e a sopportare il suo Secolo. Scrive poesie taglienti come Frammenti di uno specchio di vita esploso a colpi d’anima. Ha un blog (www.inpuntadipenny.blogspot.com) e i suoi lavori compaiono nelle riviste on line atuttadestra ed electomag.