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11 Ottobre 2024
Esteri

Se la democrazia teme anche un fiore – Enrico Marino

“L’Austria ferma l’ultradestra”, con questo titolo trionfalistico e muscolare il Corriere della Sera ha annunciato la risicata vittoria del massone verde Van der Bellen che, battendo per poche migliaia di voti Norbert Hofer candidato del FPO, ha capovolto i risultati del primo turno. In realtà la vittoria di Van der Bellen – che potrebbe persino non essere immune da brogli – non premia un progetto politico, ma è dovuta solo alla campagna anti-Hofer condotta congiuntamente da tutte le opposizioni austriache, una accozzaglia tenuta unita con l’unico mastice costituito dall’intento di fermare l’avanzata populista. Infatti, quando un movimento di destra – di qualunque destra sia – rischia di vincere, c’è sempre un’”emergenza democratica” o una “deriva autoritaria” che si materializzano e che forniscono il pretesto per dare vita a una grande ammucchiata nel nome dell’antifascismo e della democrazia. Era già accaduto in Francia col FN, ora è avvenuto in Austria. Anzi, nel caso austriaco si sono mobilitate e hanno giocato un ruolo importante anche le pressioni anti-Hofer arrivate dalla Germania e dalla stessa UE.

E tuttavia, se si pensa che già nel 2000, allorchè la coalizione di Centrodestra guidata da Jörg Haider si era affermata alle elezioni, l’Unione europea aveva minacciato di adottare delle sanzioni diplomatiche contro Vienna per indurre la maggior parte dei cittadini che votavano per Haider a cambiare opinione, appare evidente come questa volta i metodi “intimidatori e ricattatori” utilizzati non abbiano ottenuto i clamorosi risultati sperati.

Il fatto che il solo FPO sia riuscito a tenere testa alla Ue e a tutti gli altri suoi concorrenti rappresenta comunque “una vittoria de facto” di quel movimento nazionale e del suo progetto politico che da solo ha ottenuto il 50% dei voti, lo stesso numero che hanno ottenuto tutti i partiti suoi avversari coalizzati a sostenere Van der Bellen.

Ma ormai la strada è segnata e solo un miracolo, che non ci sarà, potrebbe nel prossimo futuro rovesciare nuovamente le sorti di una vecchia politica ormai messa alle corde dal vento di una rivolta che cresce, che ha origini profonde e che sta lentamente ma inesorabilmente conquistando larghi starti sociali popolari e della media borghesia. Una rivolta politica e culturale capace di dare nuove speranze al posto del disastro attuale, per ricordare che l’Europa dei popoli non è quella delle insopportabili direttive di Bruxelles, ma quella che rivendica la propria Tradizione millenaria e la sovranità della sua storia, della sua civiltà, della sua cultura e della sua identità a fronte di chi vorrebbe svenderle e diluirle in un limaccioso universalismo consumistico e meticcio.

L’ostilità alle politiche di “questa” Europa è destinata a crescere perché la sua classe dirigente e il suo spirito ispiratore sono quelli che sul piano sociale favoriscono la penetrazione d’una immigrazione incontrollata e su quello economico sostengono gli interessi delle élite finanziarie e industriali a scapito di contadini e operai, artigiani e professionisti e commercianti.

Per questo lo scontro sarà sempre più aperto e il fossato sempre più ampio tra un ceto popolare vessato economicamente e socialmente, rappresentato e difeso dalle sue avanguardie identitarie, e una casta di sinistra-liberal cosmopolita impegnata a tutelare i propri interessi e a non recedere dalle sue fallimentari politiche d’accoglienza. Pur di conservare i loro privilegi costoro sono pronti a tutto e continueranno a ricorrere al ricatto della paura e alla rievocazione dei fantasmi di una storia che loro stessi hanno creato e stravolto.

Ancora una volta, ma per un soffio, sono riusciti nel loro sporco gioco, addirittura accusando il fiordaliso, una volta indossato all’occhiello da Norbert Hofer, simbolo dei nazionalisti pangermanici nell’Ottocento e poi fatto proprio dai nazisti, per evocare cupi scenari nibelungici in caso di vittoria del FPO.

Ma se un semplice fiore può rappresentare un pericolo, vuol dire che questa loro democrazia e questa loro Europa sono arrivate all’ultimo giro. Anche perché, come scrisse un poeta “Potranno togliere tutti i fiori, ma non fermeranno mai la Primavera”.

2 Comments

  • nota1488 26 Maggio 2016

    Haider l’hanno proprio ammazzato, e penso che anche Hofer abbia ricevuto minacce di morte per non denunciare vigorosamente il broglio incredibile ai danni del suo partito.

  • nota1488 26 Maggio 2016

    Haider l’hanno proprio ammazzato, e penso che anche Hofer abbia ricevuto minacce di morte per non denunciare vigorosamente il broglio incredibile ai danni del suo partito.

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