L’interesse di Julius Evola verso i territori metafisici dell’eros e il sesso, «la più grande forza magica della natura», risulta antecedente alla stesura della Metafisica del sesso. L’importanza di questo libro consiste anche nel far conoscere testi e procedimenti antichi in anticipo sulla cultura del tempo, e, talvolta, ancora oggi poco conosciuti. (…). L’autore della Metafisica del sesso ha subito incomprensioni e travisamenti, favoriti dall’argomento che, a fine anni Cinquanta, era visto in maniera ancora più moralistica di oggi. A Evola, per esempio, è stata attribuita l’etichetta di essere un “teorico dell’orgia” per aver osato affrontare il discorso in maniera inedita. Nell’orgia rituale, infatti, nel suo circuito energetico, possono “spezzarsi” le barriere esistenti fra l’uomo e la società, la natura e gli dei, facendo circolare la forza, la vita, i germi di un livello più alto. Gli stessi eccessi della frenesia dionisiaca illimitata entrano nel fuoco del sacro, favorendo lo spirito di chi vi partecipa: in talune iniziazioni orgiastiche c’era la possibile rivelazione di segreti e procedimenti.
La forma propria nella quale il mondo tradizionale esprime i significati ultimi dell’essere è stata, come chiave archetipica, “il mito”. Nell’amore sessuale è riconosciuta la forma più universale in cui gli esseri cercano oscuramente di superare momentaneamente la dualità e la frontiera fra Io e non-Io, l’Io e il Tu: per un’appropriazione estatica dell’Unizione. In questi insegnamenti ricorre spesso il tema della dualità o polarità originaria, posto in termini metafisici o attraverso figure divine e mitologiche. L’uomo cerca di scoprire, nella stessa divinità, il segreto e l’essenza del sesso. Prima di esistere fisicamente, esso esisteva già come forza superindividuale e principio trascendente nelle sfere del sacro, del cosmico, dello spirituale. (…) La forza energetica del sesso, radice stessa dell’individuo vivente, non può essere realmente soppressa. Può essere affermata e trasmutata asceticamente in vista della sua sacralizzazione e realizzazione di ordine soprannaturale. Il fine è il trascendimento della condizione umana in una effettiva rigenerazione e in un mutamento. La trasformazione della forza, che si manifesta ordinariamente nel sesso, avverrà anzi da sé, senza interventi violenti o specifici. Il segno più sicuro di questo conseguimento non è l’avversione puritana per il sesso bensì l’indifferenza e la calma verso esso. (…) Il seme è una energia dinamica che bisogna convertire in energia superiore. Un antico insegnamento esoterico indica che il padroneggiare ogni impulso, anche solo fisico, avente una certa intensità, libera una più ampia e sottile energia. Questa può essere utilizzata per la contemplazione e la realizzazione spirituale. Nei percorsi dell’eros sacralizzato e dell’uso non naturalistico del sesso, l’aspetto rituale ed evocatorio ha sempre avuto una funzione fondamentale. Nel congiungimento magico-rituale tantrico si produrrebbe l’affioramento del piacere in sé atemporale legato allo stato non-duale, alla suprema unità, all’incondizionato. Il significato superiore dell’amore sessuale, che non va identificato con l’istinto alla riproduzione, deve aiutare i sessi a completarsi, a integrarsi interiormente nell’immagine umana che diviene originaria. Nello spirito dello yoga tantrico si legge in un testo: «Che bisogno ho io di una donna esterna? Ho una donna dentro di me».
Nelle tradizioni di numerosi popoli il principio femminile è stato associato non solo al principio della “seduzione”, ma anche all’elemento “demonico”, che ci conduce alla metafisica della sessualità umana. Questa natura tende ad asservire e assorbire il principio della virilità trascendente o magica in funzione demetrica o afroditica: non tanto sul piano materiale e umano, con riferimento alla procreazione e al desiderio, quanto su un piano occulto. Per questa sua demonìa essenziale l’autore parla della «morte suggente» che all’uomo può venire dalla donna. Questa tendenza del femminile è presente nelle forme “infere”, così come in quelle “celesti”: «La “donna” se può dare la vita, sbarra, o tende a sbarrare, l’accesso a ciò che sta al di là della vita». «La seconda possibilità etica muliebre» corrisponde al tipo dell’amante che, in un clima eroico e trasfigurante, desidera l’uomo come il proprio “signore e sposo”, venerandolo anche come il proprio dio. Questa, superando ogni esclusivo egoismo personale, fa della propria offerta quasi un atto sacrificale: pur conservando il potenziale disgregatore, vivificante e demonico della donna assoluta afroditica, lo libera dal lato distruttivo e suggente. L’idea della morte suggente, che può venire dalla donna, non riguarda la semplice energia vitale o nervosa ma piuttosto il principio di essere dell’uomo, della sua virilità trascendente. In relazione a ciò è stata riconosciuta nell’asceta una forma superiore di virilità. Questa oscuramente eccita e risveglia la donna assoluta. Un esempio è la Salomè wildiana: al centurione preso d’amore per lei, che tutto le offre e che per lei si uccide, essa viceversa “vuole” Jokanan, il profeta.
Evola porta l’attenzione su La teoria magnetica dell’amore. Secondo il sapere di antiche tradizioni estremo-orientali si desta reciprocamente, nell’essere più profondo di un uomo e di una donna che si frequentano anche senza contatti, una speciale energia o “fluidità” immateriale, detta Tsing. In questa attrazione fluida si stabilisce la loro corrispondenza e complementarietà di Yin e Yang: polarità e principi puri del femminile e maschile. Questa speciale forza, magneticamente indotta, ha per controparte lo stato di vibrazione, di diffusa ebbrezza e di desiderio proprio all’eros umano. La semplice presenza della donna, di fronte all’uomo, suscita dunque il grado elementare della forza Tsing e dello stato corrispondente. Maggiore sarà l’energia di questa polarità nella magia sessuale, crescente in proporzione al grado di sessuazione dei rispettivi sessi, tanto più selvaggia sarà la forza del magnetismo e la quantità di energia liberatesi attraverso l’unione sessuale. Nel rapporto senza contatti fisici l’eros può propiziare lo stato fluidifico, producendo una intensità-vertigine quasi inconcepibile per l’uomo e la donna comuni. Amarsi e desiderarsi senza movimento, in modo continuo, aspirandosi reciprocamente in una esaltazione che procede senza tema in possibili zone di vertigine. Una ebbrezza che s’impossessa dell’amante, portandolo al limite, sulla soglia di uno stato estatico. Alimentando questa vicinanza, “sottilizzata” ed esasperata, l’uomo sviluppa il dominio di sé che può trovare nello stesso amplesso, nell’abbraccio della donna e nella immedesimazione dissolutiva con la sua sostanza fluidifica, mettendolo in condizione di arrestare il seme e di derivare l’onda nel punto apicale dell’orgasmo erotico. Il pericolo può essere quello di una completa intossicazione sessuale, senza scampo, avendo assorbito negli strati più profondi dell’essere la forza femminile con attivazione dell’energia elementare del sesso e del desiderio.
Nelle pratiche superiori di tipo tantrico l’esperienza del sesso può essere usata come mezzo per avere contatti con il soprasensibile e per intensificare l’esperienza sessuale. In modo particolare, prolungando anormalmente la durata dell’orgasmo e del piacere. Come nel taoismo cinese l’uomo cerca semplicemente la sostanza fluidifica complementare da assorbire o usare come eccitante per rafforzare la propria qualità Yang. L’incontro dell’alchimia magnetica fra due esseri di sesso opposto provoca una completa ubriacatura di luce astrale, la cui ebbrezza costituisce la base della fascinazione amorosa, in quanto gli amanti vivono in una dimensione fra sogno e morte. L’aspetto tipico “sognante” negli innamorati è frequente. Questa speciale forza ha lo stato di vibrazione diffusa nel desiderio dell’eros umano. Alcuni momenti dell’amore potrebbero non esistere più: questa è la tragedia esistenziale di ogni vero amore. L’amplesso fluidico e l’amore magico entrano nell’eros: non solo come strumento di desiderio o brama sessuale, ma come Amore con qualcosa di più sottile e vasto. I fluidi energetici entrano nella “figurazione” della Magia sexualis: nel suo atto di “sprofondare” e nel “sentirsi portare in alto”. L’atto magico “avviene” nello stesso momento in cui tutte le forze e le energie, unite, riescono a toccare la radice del sesso opposto. (…) Quando lo stato di magnetismo cessa, si allontana irrimediabilmente anche la sua attrazione.
NOTA. Il testo riprende parti del saggio di V. Conte Metafisica del sesso in sguardi di Magia sexualis, pubblicato su AA.VV., Eros Magia Sacro in Julius Evola, a cura di G. de Turris, A. Scarabelli, G. Sessa, Fondazione Julius Evola / Pagine, Roma 2020. Il saggio è stato redatto in occasione del Convegno di Studi Per un eroticamente s/corretto: 60 anni di “Metafisica del sesso” di Julius Evola a Roma (Associazione Oroincontri) il 24 novembre 2018, a cui l’autore ha partecipato.
Vitaldo Conte
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