8 Ottobre 2024
Filantropia Intervista Libreria

Soros e l’Open Society: un libro di cui c’era bisogno. Intervista a cura di EreticaMente

 

È appena uscito, per i tipi di Arianna Editrice, un libro di cui c’era bisogno: Soros e l’Open Society. Scritto da Roberto Pecchioli, nostro collaboratore giunto alla settima fatica letteraria, ripercorre la vita di George Soros, il miliardario ebreo americano di origine ungherese e la sua azione metapolitica e finanziaria, dispiegata attraverso la sua creatura, la Fondazione per la Società Aperta (Open Society Foundation).

Mancava nel panorama editoriale italiano un saggio dedicato al tema dei cosiddetti filantropi, i miliardari che cambiano il mondo, le idee, la visione della vita di interi popoli a colpi di donazioni, il potere del denaro che svuota la libertà. Il libro mostra scena e retroscena dell’azione di Soros e della fondazione, fornendo un’interpretazione dei suoi moventi, gli stessi degli altri filantropi, i signori del capitalismo globalista, uniti da un obiettivo, omologare le varie civiltà in nome di una pretesa superiorità della “società aperta”, il rullo compressore che cancella ogni diversità, tradizione, comunità come retaggi della società chiusa.

Scrive Pecchioli: “la loro presunta generosità umanitaria ha creato un mondo in cui i miliardari esercitano più potere che mai. Le grandi ONG e le fondazioni filantropiche sono diventate uno dei comitati d’affari della cupola tecno capitalistica, lo strato di vernice benevolo dedicato a catturare – comprandolo – il consenso di massa per neutralizzare il conflitto sociale e culturale imponendo il dominio tecno-scientifico, un lucroso investimento che capovolge la dimensione pubblica del potere, della partecipazione, della sovranità, della decisione politica a favore delle oligarchie private, i signori del denaro”.

George Soros è un protagonista del nostro tempo e l’Open Society un’utopia realizzata che diventa incubo. Soros ha speso decine di miliardi di dollari per realizzare il suo sogno messianico; chi lo apprezza lo chiama filantropo, chi lo odia è convinto che sia una specie di incarnazione del male. Di certo rappresenta il potere plutocratico che si fa dominio sulle coscienze attraverso una visione del mondo il cui centro è il nome della Fondazione che gli sopravvivrà, l’OSF.

Attivo in molteplici scenari economici, sociali, finanziari, per George Soros ogni crisi equivale a una possibilità di intervento, diffusione e proselitismo della sua visione del mondo. La straordinaria ricchezza, il retroterra culturale, i legami politici e la sua esperienza nel trarre profitto dalle crisi connaturate al sistema-mondo capitalistico, fanno di questo finanziere spregiudicato un catalizzatore di molte delle turbolenze geopolitiche di un tempo in cui è protagonista indiscusso.

Abbiamo intervistato l’autore, e la prima domanda è sulla figura personale di George Soros.

D. Chi è, alla fine, l’uomo Soros?

R. E’ un arzillo signore di novantadue anni che ha speso gran parte della vita per diventare ricco e, attraverso il denaro, realizzare un sogno che chiama Società Aperta. Trasferitosi giovanissimo in Inghilterra dopo un’avventurosa adolescenza ungherese, fu accolto alla London School of Economics, l’università dei fabiani, il circolo d’élite il cui simbolo è un lupo vestito in pelle d’agnello. Fu allievo di Karl Popper, autore del saggio La società aperta e i suoi nemici. Rimase folgorato da quelle idee e dedicò la vita a metterle in pratica.

D. Che cosa significa Società Aperta?

R. Per Popper – e per Soros – è il liberismo economico assoluto – la privatizzazione del mondo – innestato in una società materialista e consumista in cui gli uomini perdono ogni riferimento etico, tradizionale, spirituale. E’ il dominio dell’economia e la mercantilizzazione della vita. Popper ha offerto al pensiero liberale radicale una scappatoia potente. Per lui, infatti, la società aperta è tale solo per chi la appoggia. Per tutti gli altri, è sigillata; Popper fornì l’arsenale concettuale per ciò che vediamo in questi anni: cultura della cancellazione, proibizione delle idee non allineate, poiché “non si può essere tolleranti con gli intolleranti”. Ma chi stabilisce chi sono gli uni e gli altri? Società aperta è il nome che Soros ha dato alla sua creatura, la Open Society Foundation, alla quale ha conferito gran parte del suo patrimonio e che ha distribuito oltre trenta miliardi di dollari.

D. Soros è davvero il Grande Burattinaio Globale?

R. No, non è la Spectre di James Bond. E’ un simbolo, il capofila di una piccolissima minoranza di straricchi il cui progetto è rifare il mondo e cambiare alla radice la creatura uomo. Il suo, il loro, non è un progetto economico – possiedono tutto e fanno parte dell’oligarchia che crea il denaro – bensì un’idea di dominio totale sull’uomo attraverso la sua riconfigurazione. Resettano l’uomo di ieri e di sempre – le sue credenze, la religione, la comunità, le identità e le appartenenze – fanno una tabula rasa morale, culturale, valoriale, su cui edificano la loro società aperta.

D. Tu spieghi che Soros è stato collaboratore e poi membro della galassia Rothschild negli anni inglesi. Qual è l’origine della sua ricchezza?

R. George Soros ha imparato assai bene la lezione della finanza speculativa: è senza scrupoli, abile e con le giuste entrature. Le sue operazioni più spericolate, tuttavia, sono state in qualche modo ideologiche. La società aperta odia gli Stati nazionali, la sovranità e l’indipendenza dei popoli. Nel 1992, già ricco e dopo aver contribuito con la sua Fondazione alla fine dell’Unione Sovietica, ha dato l’assalto alla sterlina, la valuta dell’impero britannico, e contemporaneamente alla lira. Guadagnò somme favolose – si dice un miliardo di dollari al giorno in quelle giornate frenetiche – mettendo in ginocchio due Stati.

D. Che cosa fece, in concreto? E quali furono le conseguenze?

R. Gettò sul mercato somme crescenti per abbattere il valore della lira italiana e della sterlina. All’epoca vigeva il cosiddetto serpente monetario, un sistema di cambi entro una banda di oscillazione rigida tra le valute europee, embrione della futura moneta unica. Scommettendo contro Italia e Inghilterra, certo della (finta) neutralità della Bundesbank tedesca e con il sostegno delle banche americane, costrinse l’Inghilterra a ritirarsi dal sistema monetario. Il Regno Unito non aderì alla moneta unica europea e una concausa è proprio in quei drammatici giorni. La mia opinione è che Soros non agì solo per denaro, ma in sinergia con i settori dell’anglosfera che volevano tenere il declinante impero lontano dall’Europa e vicino al padrone americano.

D. In Italia che cosa avvenne?

R. La Banca d’Italia si impegnò in una vana difesa della lira che svuotò le riserve e creò un buco enorme, forse sessantamila miliardi. Nello stesso anno, i gioielli di famiglia delle “partecipazioni statali” (banche pubbliche e grandi aziende) vennero svendute agli stessi speculatori che organizzarono l’attacco di cui Soros fu protagonista. Dicono nulla il panfilo Britannia e i nomi dei partecipanti alla riunione che spartì le spoglie della nostra economia e finanza, tra cui Mario Draghi?

D. Hai accennato al ruolo di Soros nel disfacimento del blocco sovietico. Puoi dirci qualcosa di più?

R. Soros è ungherese di nascita: il suo nome e cognome originario era Gyorgy Schwartz. Fin dagli anni Ottanta finanziò l’opposizione clandestina nel suo paese, in Romania e anche in Urss, formando ai suoi ideali liberisti in economia e radicali nei valori etici i giovani locali più promettenti. Fondò un’università a Budapest, oggi trasferita a Vienna perché l’Ungheria ha cacciato Soros e le sue organizzazioni. Tentò addirittura di influire sulle scelte della Cina post Mao, ma fu bandito durante la rivolta di Tienanmen. Da allora, non ha mai nascosto un forte rancore anticinese. Uomini di Soros hanno raggiunto posizioni di governo e sono diventati primo ministro nell’era post sovietica in Romania, in Ungheria e anche nella Russia degli anni Novanta, depredata delle sue ricchezze.

D. Quali idee, quali movimenti, partiti, sistemi di idee appoggia Soros nel mondo?

R. L’Open Society è in prima fila nelle campagne a favore dell’aborto libero, della legalizzazione delle droghe, dell’eutanasia e delle teorie omosessualiste (LGBT). E’ stato il primo a lavorare per l’eutanasia con il cosiddetto Progetto Morte. Le somme che ha donato a queste cause ammontano a molti miliardi di dollari. E’ finanziatore del Partito Democratico Usa e, in Europa, sostiene vari movimenti di sinistra. In Italia sono stati finanziati da Soros il Partito Radicale di Pannella (che riuscì a farlo tesserare al partito) e Più Europa. Emma Bonino è dirigente dell’Open Society. Incredibile ma vero, Soros è stato insignito di laurea honoris causa dall’Università di Bologna, consegnata da Romano Prodi.

D. Si dice che Soros sia anche un dominus dell’immigrazione. Che cosa c’è di vero?

R. L’OSF è la maggiore finanziatrice delle ONG che agiscono in appoggio alle rotte migratorie clandestine. Le navi, i droni e gli aerei di cui dispongono sono costosissime e la longa manus del sedicente filantropo è la più generosa nel finanziarle: Open Arms, Sea Watch e simili.

D. Quello che spieghi è sconcertante. Ma quali sono le motivazioni di tanto attivismo e di quelle scelte politiche?

R. L’uomo forgiato dall’iperclasse globalista è un essere che va dominato; non deve pensare, sentirsi parte di una comunità, non ha principi morali né deve porsi domande di senso. Deve limitarsi a lavorare per consumare con l’intermezzo di piaceri triviali, “mutare d’accento e di pensier”, indifferente ai legami e alla famiglia, secondo la volontà dei padroni della Società Aperta. Infine scomparire se vecchio, debole, malato. A proposito dell’immigrazionismo e delle battaglie sull’aborto libero, le campagne di Soros e dei filantropi non riguardano l’Africa. Il fatto è che bisogna decostruire innanzitutto l’uomo europeo e occidentale, e per questo tutto vale, anche l’appoggio al femminismo più radicale e alla cultura della cancellazione. L’esito è l’uomo sradicato, senza idee, senza passato e indifferente al futuro, una specie zoologica d’allevamento.

D. Nel libro, dedichi molto spazio al controllo che Soros esercita sulle grandi istituzioni internazionali. Fai qualche esempio.

R. Non solo Soros: l’Organizzazio0ne Mondiale della Sanità è controllata da Bill Gates. Soros ha una grande influenza sull’ONU: diversi segretari generali furono dirigenti delle sue organizzazioni e l’attuale presidente dell’OSF, Lord Malloch Brown, fu vice segretario delle Nazioni Unite. Non sono le uniche porte girevoli. L’OSF è punto di riferimento e finanziatrice di numerosi membri della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, delle istituzioni dell’UE e di europarlamentari. Soros è l’unico individuo con una sua politica estera. Ha costituito e finanzia, sulla falsariga del CFR americano (Council for Foreign Relations), l’ECFR, Consiglio Europeo delle Relazioni Estere, un laboratorio riservato di cui fanno parte personalità politiche, imprenditori e grand commis di Stato, tra cui l’eterno Giuliano Amato. Vedete come tutto si tiene se si capisce da chi sono finanziate, volute e imposte le politiche migratorie, i “nuovi diritti”, la banalizzazione delle dipendenze, la decomposizione della famiglia e del tessuto comunitario. Io stesso non immaginavo di imbattermi, nelle ricerche per il libro, in un potere tanto esteso, ramificato e così provvisto di mezzi. Soros è un protagonista di primo piano, ma una pedina tra le altre della privatizzazione del mondo e della costruzione di un’umanità dominata dall’oligarchia finanziaria e tecnologica, alleata con l’apparato di potere politico, economico e riservato degli Usa e dell’Occidente. E’ stato anche tra gli ispiratori del Forum Economico di Davos, di cui il figlio minore, Alexander Soros, è dirigente “.

D. Un’ ultima domanda: Soros, Il Covid e la guerra in Ucraina.

R. Soros ha stanziato una somma ingente in aiuti alle popolazioni: va ringraziato, pur se lo fatto con il solito criterio. Soldi agli amici, nulla agli altri. E’ socio di Bill Gates nella principale impresa che produce i tamponi per la rilevazione del virus e, attraverso la sua estesa rete mediatica (possiede un’importante agenzia di stampa) ha sostenuto e ispirato tutte le misure e i blocchi dei governi. Quanto all’Ucraina, Soros, le grandi ONG, tra cui la NED (National Endowment for Democracy, emanazione della CIA) hanno attivamente sostenuto i golpe ucraini del 2004 e 2014, addirittura organizzando veri e propri casting tra ucraini emigrati per individuare la nuova classe dirigente filo occidentale. Nessuna novità: Soros e l’OSF sono stati in prima fila in tutte le “rivoluzioni colorate” e le primavere arabe, sempre dalla parte degli interessi delle oligarchie occidentali. A marzo ha affidato a un articolo scritto di pugno un duro pronunciamento anti russo.”

Per chi vuole capire la realtà fuori dalla narrazione ufficiale, George Soros e l’Open Society è un libro da leggere come un romanzo. Al di là della figura di Soros, non crederete più che il mondo sia un giardino di miliardari filantropi e che il bene comune sia l’obiettivo di un immenso dispositivo di potere privato: il dominio mondiale dell’oligarchia tecno finanziaria.

 

 

 

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