La Fondazione Evola, anche quest’anno, ha dato alle stampe il proprio Annuario. Si tratta di Studi Evoliani 2016. Evola e la cultura tedesca, nelle librerie per i tipi della Fondazione Evola-Arktos (per ordini: info@edizioniarktos.it, euro 22,00). Negli anni scorsi si era registrato qualche ritardo nella periodicità della pubblicazione, ora il tempo è stato recuperato, per cui nel 2018 verrà regolarmente distribuito il numero del 2017, già in preparazione. La prima sezione del volume raccoglie le relazioni degli studiosi che, nel dicembre 2016, a Roma, si incontrarono per il convegno dedicato alla discussione del tema “Evola e la cultura tedesca”. Giovanni Sessa, nel suo scritto, individua nell’idealtipo della “Germania segreta”, di cui sotto il profilo storico si è esemplarmente interessato Ernst Kantorowicz, lo strumento di riferimento di cui il filosofo romano si è avvalso nel suo attraversamento della cultura tedesca. Giovanni Perez, curatore del volume che raccoglie gli scritti evoliani dedicati a Nietzsche, illustra il suo approccio al pensatore tedesco. Massimo Donà, docente di filosofia teoretica presso l’Università “San Raffaele” di Milano, legge in modo inusuale i rapporti Evola-Jünger, servendosi di ampia documentazione, mentre il prof. Antonio Caracciolo, già docente di Filosofia del diritto alla ‘Sapienza’ e traduttore di Schmitt, discute i rapporti tra il tradizionalista e il giurista.
Per rilevanza biografica dobbiamo segnalare lo scritto dell’avvocato cassazionista Luigi Morrone che, alla luce di vasta documentazione reperita nel Fondo Somenzi, custodito presso l’Archivio del ‘900 del MART, museo di Rovereto, smentisce quanto finora sostenuto sul caso “Evola-Danzi”. Tra i documenti consultati ed inediti, vi sono quelli riguardanti il processo che vide coinvolti i due personaggi, nel novembre 1930. Somenzi, futurista e sodale di Danzi, fu parte in causa nella contesa. Dalla documentazione acquisita risulta che non fu Danzi ad adire le vie legali contro il “vigliacco” Evola, che rifiutò il duello. Al contrario, il processo fu intentato contro Danzi perché il giornalista aveva osato, non potendolo fare a norma di codice, lanciare il cartello di sfida. Inoltre, questi, nella circostanza, diffamò Evola attraverso una lettera circolare. Danzi e Somenzi furono condannati ad un risarcimento pecuniario per i danni causati ad Evola. La situazione è dunque l’esatto contrario di come era stata presentata sino al momento della scoperta di questo nuovo materiale. Morrone chiarisce ogni aspetto della vicenda dal punto di vista storico-giuridico, discute i documenti del processo e individua, con estrema meticolosità, le ragioni giuridiche ostative alla degradazione di Evola per il rifiuto della sfida a duello. La degradazione può plausibilmente essere imputata al dissenso politico nei confronti del Regime manifestato da Evola negli scritti de La Torre. Evola non fu un “vigl
Quanti, negli anni scorsi, hanno irriso Evola a proposito della veridicità delle giovanili intenzioni suicide, dovranno ricredersi. Lo dimostra Alessio de Giglio nel suo scritto. In queste pagine si evince un’evidente concordanza fra testi evoliani apparsi sulla rivista Ur, chiarificatori del senso effettivo da attribuirsi all’espressione “suicidio metafisico”, che poco, come il lettore potrà constatare, ha a che fare con un suicidio effettivo. Dall’annuario si viene a conoscenza di un’altra significativa ed inaspettata novità: una voce dedicata ad Evola compare nel Nuovo Dizionario di Mistica, pubblicato, nientemeno, che dalla Libreria Editrice Vaticana. I “nemici di sempre” si interessano ad Evola! La cosa è stata già sottolineata dai critici, soprattutto perché padre Stéphane Oppes OFM, pur incorrendo in qualche veniale svista biografica, complessivamente esprime un giudizio positivo sulla “mistica” evoliana. Dopo la riproduzione della voce redatta dal docente dell’Antonianum di Roma, a proposito della presunta “mistica” evoliana, nel volume trovano spazio gli interventi chiarificatori e le messe a punto in tema di Nuccio D’Anna e Giovanni Sessa. Anche questo episodio conferma, una volta di più, l’impossibilità di ridurre Evola a sterile “immaginetta” sezionale, ad uso e consumo di adoratori superficiali, dato lo spessore della sua proposta e, naturalmente, non si tratta di nessun cedimento della Fondazione alla “neo-sovversione cristiana”, come qualche malevolo osservatore ha voluto asserire.
La sezione saggi è arricchita dal contributo di Giandomenico Casalino, inerente l’esegesi evoliana del pitagorismo, nonché dallo scritto di ambito estetico di Vitaldo Conte, relativo al dada-pensiero evoliano, argomento che il docente dell’Accademia di Roma sta approfondendo da anni. La novità di Studi Evoliani 2016 va colta anche nella sezione, Un filosofo in guerra, in cui compaiono alcune delle recensioni relative all’ultimo libro che il Segretario della Fondazione, Gianfranco de Turris, ha dedicato al filosofo ed uscito per i tipi di Mursia. Il volume ha avuto, in poco tempo, dato il successo di pubblico e di critica, due ristampe e due edizioni, ma già se ne annuncia una terza, arricchita di nuovi documenti e rivelazioni su due anni cruciali, per Evola, l’Europa ed il mondo, il biennio 1943-1945. Era opportuno, quindi, presentare una documentazione degli interventi più significativi prodotti sul libro . La parte conclusiva dell’Annuario contiene la sezione “Rassegne”, che raccoglie una serie di recensioni dedicate a pubblicazioni di argomento evoliano o di indirizzo tradizionale. Studi Evoliani 2016 dimostra quanto intenso sia il lavoro messo in campo dalla Fondazione per diffondere, come stabilito dal suo statuto, l’opera e il pensiero di Julius Evola.
Giacomo Rossi