Anche quest’anno è puntualmente nelle librerie l’Annuario della Fondazione Evola, Studi Evoliani 2018. L’opera artistica completa di Evola, edito dalle Edizioni Arktos (per ordini: edizioniarktos@yahoo.it. pp. 261, euro 22,00). Lo scopo di questa pubblicazione periodica è informare gli studiosi e i lettori del filosofo romano, o chi fosse interessato al pensiero di Tradizione, intorno a tutto quanto in tema si è prodotto in Italia e/o all’estero, nel corso dell’ultimo anno. Questo numero del 2018 è particolarmente ricco di contributi stimol
Molto ricca la sezione dei Saggi. Tra essi segnaliamo lo scritto del filosofo russo Aleksandr Dugin, che propone un itinerario teorico di grande interesse, centrato sul confronto con la post modernità, al fine di superarla. Le pagine di Dugin discutono di individuo assoluto e di soggetto radicale, suo succedaneo nel mondo contemporaneo: in esso il pensatore slavo individua il nuovo soggetto della storia. Nazzareno Mollicone ricorda la figura dello scrittore e artista, Giuseppe Aziz Spadaro, da poco scomparso, e già Presidente della Fondazione, mentre Giovanni Damiano presenta il pioneristico e rilevante contributo fornito dal prof. Piero Di Vona, che recentemente ci ha lasciato, all’esegesi dell’opera evoliana. Riccardo Scarpa si occupa dell’iniziazione guerriera in Tolkien, mentre Giacomo Rossi affronta il tema dell’estetica tradizionale. Teodoro de la Grange analizza e discute le prospettive politico-tradizionali rilevabili nel film, Il primo Re. Infine, Giandomenico Casalino, intrattiene il lettore sui rapporti tra la Scienza della Logica hegeliana e il pensiero ermetico.
Non basta. Il volume, infatti, richiama l’attenzione su altri aspetti, poco noti, del percorso evoliano. Nuccio D’Anna analizza i rapporti tra il pensatore tradizionalista e lo storico delle religioni Walter Friedrich Otto, mentre Gianfranco de Turris accompagna uno scritto di Bruno Spampanato, intellettuale vicino alla «sinistra» fascista, chiarendo i suoi rapporti con Evola. Guido Andrea Pautasso presenta la «polemica occulta», di cui nulla finora si sapeva, sviluppatasi negli anni Trenta sulle pagine della rivista Il Mistero, tra Ippolito Amicarelli ed Julius Evola, in tema di «spiritismo». Emerge, inoltre, dal contributo di Giuseppe Stilo, un interesse poco noto di Evola, sul quale, ad oggi, poco si è indagato o detto: l’interesse per gli Ufo. Veniamo così a sapere che il filosofo tradusse il «primo vero» libro sugli Ufo, risultato degli studi e delle ricerche di Donald Keyhoe. In tema, peraltro, Evola scrisse dei pezzi giornalisti, pubblicati su quotidiani italiani che sono riprodotti anche nell’annuario. Questo per sottolineare la diversità degli interessi e delle pubblicazioni evoliane. Dalla lettura di Studi Evoliani 2018 si esce persuasi che l’azione indefessa prodotta, in più decenni, dalla Fondazione che porta il nome del pensatore tradizionalista, comincia a sortire frutti significativi. Andrea Scarabelli ricorda, nel suo contributo, come a Milano, tra gli eventi realizzati durante Bookcity nel Novembre 2018, si sia svolto il Processo a Julius Evola. L’incontro pubblico, moderato dal giornalista di Libero, Francesco Specchia, ha avuto quali Pubblici Ministeri il prof. Davide Bigalli ed il giornalista Antonio Carioti, e per Avvocati difensori, Gianfranco de Turris e lo stesso Scarabelli. Alla fine, tutto sommato, la sentenza è stata assolutoria. Nonostante i distinguo, è stata riconosciuta l’originalità speculativa di Evola. A conferma di ciò, Tebaldo di Santangelo rileva che, quasi nello stesso periodo dell’evento milanese, il Sindaco del Comune di Sutri, nel viterbese, Vittorio Sgarbi, ha intitolato un piazzale della storica cittadina a «Julius Evola, filosofo». Nella stessa giornata Pietrangelo Buttafuoco ha tenuto una prolusione su Evola e il suo pensiero alla presenza di un pubblico attento. Studi Evoliani 2018 si chiude con un’ampia rassegna di recensioni, relative a recenti pubblicazioni evoliane o di interesse tradizionale. L’annuario è, inoltre, impreziosito da immagini, per lo più inedite, a corredo degli articoli. Riteniamo, pertanto, che questo numero possa confermare il successo del numero del 2017.
Giovanni Sessa