Sarzana (SP) 02 Ottobre 2015
a cura di Luca Valentini
Venerdì 2 Ottobre 2015 alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto il tredicesimo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha continuato la disamina del pensiero di Eraclito.
In codesta occasione, l’analisi del filologo ligure ha investigato primariamente il concetto stesso di Physis, in quanto principio generatore che ama celarsi, una sorta di origine “originante”, un’essenza perpetua che genera tutti gli elementi del mondo manifestato, rimanendo occultata, celata alla moltitudine, ma non ai Sapienti. In ciò è possibile ritrovare la natura naturans della concezione panteistica di Spinoza, come, similmente, il vuoto quantistico come generatore delle particelle, nella fisica contemporanea:
“l’Origine ama nascondersi” (Frammento 116).
La dimensione fenomenologica, tutto ciò che appare ai sensi dell’uomo, rappresentano il visibile dell’invisibile: è il mistero di ciò che non si può dire, ma si può intuire come fondamento del Cosmo. Si può cogliere la dinamicità della vita, come tensione fulminea che si palesa e che va colta istantaneamente, non cristallizzandola tramite le gabbie categoriali del pensiero razionale. Tale tensione, Angelo Tonelli, l’ha accostata alla Volontà di rappresentazione presente in Schopenhauer.
Con tale prospettiva ermeneutica è possibile cogliere tutta l’alto valore maieutico che si deve necessariamente attribuire all’esperienza del Divino, ad una sorta di empirismo del Sacro. In merito, Giorgio Colli ha fatto notare come si debba acquisire una conoscenza dell’ “armonia nascosta”, tramite cui decifrare i segni divini nascosti nell’esperienza sensibile:
“…le cose che posso vedere, udire, conoscere direttaente, io prediligo” (Frammento 83).
Come testimoniano anche i frammenti seguenti, l’esperienza, di cui ci accenna, può essere unicamente di natura iniziatica, in quanto strumento di consapevolezza del Lògos, di dispiegamento del Principio Nascosto nel Cosmo. Pertanto, è necessario che l’iniziato acquisisca una particolare potestà di visione, uno sguardo intelligibile che sappia combinare ed armonizzare le apparenti diversità del fenomenico.
Tutto ciò implica l’esplicazione delle detta esperienza iniziatica, capace di cogliere l’unità radicale nella Totalità delle cose, un anelito unificante e sapienziale con il potere di ricondurre l’umano alla sua primordiale origine divina:
“…gli uomini che amano la sapienza devono essere testimoni diretti di molte cose” (Frammento 78).
L’empirismo sacrale è nel dominio dell’immediato, del istantaneo, come la folgore di Zeus, che, come detto, si smarrisce quando sottoposto alla rappresentazione formale. Tale è il senso del frammento 118, in cui Eraclito, in piena dimensione apofatica, rammenta, tramite un indovinello, l’inganno in cui lo stesso Omero è ricaduto, per non aver compreso il senso unitario della radice manifesta, nella reciproca implicazione degli opposti, come interpretato sempre da Giorgio Colli.Il riferimento apofatico si giustifica nell’armonia dell’invisibile che risulta essere più potente di quella manifesta, configurandosi, quest’ultima, come surreale e dormiente.
Si esplicita, secondo Angelo Tonelli, tutta la metafora del percorso sapienziale, in cui vi è una pluralità degli stati di coscienza, umani e di origine divina, in cui l’indole ricopre il ruolo del Nume che dimora occultato nella nostra interiorità, come espressione di un doppio livello sottile dell’individualità. Ciò impone, riferendoci alla dottrina eraclitea, di riflettere circa il senso profondo del concetto di individualità, per lo più se connesso con un centro di natura divina che trascende questa intera dicotomia interiore.
In Eraclito, infatti, ci si concentra sulla figura del Sapiente, con tali caratteristiche, la via dell’individuo essendo intesa in maniera profondamente diversa rispetto a quella che è l’accezione comune. Se le forme universe si armonizzassero nella radice una noumenica, sarebbe possibile comprendere la loro filigrana che le integra nell’Indistinto, nell’impersonale:
“…se tutte le cose che sono diventassero fumo, le narici le distinguerebbero” (Frammento 119).
Da ciò è possibile desumere, in conclusione, secondo l’interpretazione del filologo ligure, come i confini dell’anima non sono decifrabili tramite strumenti di investigazione umana. Emerge l’idea dell’infinità del mondo spirituale, della profondità della dimensione dell’Essere, che non può mai essere colto e sistematizzato entro gli angusti confini del pensiero razionale:
“…i confini dell’anima, per quanto lontano tu vada, non li scoprirai, neanche se percorri tutte le vie: così abissalmente si dispiega” (Frammento 108).
Nel prossimo incontro, che si svolgerà Venerdì 9 Ottobre e che sarà sempre relazionato da Ereticamente, Angelo Tonelli concluderà la sua disamina circa la figura ed il pensiero di Eraclito.
* I frammenti citati non seguono la consueta numerazione Diehl Kranz, ma sono estratti dal testo Dell’Origine, curato da Angelo Tonelli, per le Edizioni Feltrinelli.
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