8 Ottobre 2024
Sapienza Greca Tradizione

Sulle tracce della Sapienza…a lezione da Angelo Tonelli – Decima Parte – Eraclito e la metafisica del Fuoco

Sarzana, 11 Settembre 2015

a cura di Luca Valentini

Venerdì 11 Settembre 2015 alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto il decimo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha iniziato la disamina del pensiero di Eraclito.

Eraclito, secondo l’analisi del filologo ligure, può essere considerato il Sophòs più antico e più estraneo alle precedure mentali di natura filosofica. Nel suo pensiero si evidenzia l’importanza data al riferimento dell’attualità come tempo senza tempo, come espressione del noumenico Aion, che è stato già considerato nei precedenti seminari.

Tonelli 3 Nel suo pensiero, il senso profondo dell’unità cosmica lo rende particolarmente affine alla dottrina orientale del Taoismo, come complementarietà degli opposti – ying – yang -. In ciò, Tonelli si pone con uno sguardo molto diverso rispetto agli studiosi moderni e prettamente accademici, i quali rifiutano qualsivoglia livello di connessione tra la dottrina eraclitea e l’Oriente:

“…non comprendono come distinguendosi da se stesso, con se stesso concordi: armonia d’inversioni, come dell’arco e della lira…” (Frammento 15)

E’ importante, in tal senso, riproporre un inciso, che è stata proposto ai partecipanti del seminario. Secondo Giorgio Colli, la filosofia ha rappresentato una decadenza rispetto alla dimensione sapienziale, sciamanica ed arcaica, al contrario di molto studiosi, i quali minimalizzano l’importanza dei Sapienti, rispetto alle grandi figure di Platone ed Aristotele.

La dottrina eraclitea è assolutamente di natura intuitiva e non concede il minimo spazio a fraintendimenti razionalistici. Similmente ad altri presunti “minori”, come Parmenide, Democrito ed agli orfico-pitagorici, in Eraclito l’esperienza conoscitiva diretta è assolutamente non mediata, né da fedi né da sistemi di pensiero.

Nella tempra “non conforme” del Sapiente, Eraclito consacra il proprio libro nel tempio di Artemide ad Efeso, quasi a testimoniare una precisa gestualità iniziatica, che si rivolge ad una divinità selvatica, dello spazio non misurato, di rango lunare. In ciò, si emerge tutta la sua indole che, alla fine della propria esistenza terrena, lo fece ritirare nella natura, a mangiare radici, per protesta verso gli abitanti di Efeso, contro cui scagliò severe invettive. Si palesa una precisa dicotomia, tra Sapienti e cittadini, tra risvegliati e dormienti.

Un altro aspetto, considerato da Angelo Tonelli, è quello dell’Idea Monistica che accomuna Eraclito alla cultura orientale, completando e correndosi con la predetta conciliazione degli opposti. In tale prospettiva, il Fuoco Sacro diviene un principio centrale, forse derivato dalla tradizione zoorastriana e persiana, di origine iperborea. Muta il concetto di Physis, che non è più intesa come semplice Natura, ma diviene l’Origine, che rasente l’Assoluto. In ciò, il Fuoco, Pyr, è il volto manifesto dell’Essere, è l’espressione nel cosmo del Nume Supremo, secondo un preciso ordinamento. E’ incerta ma probabile, a tal proposito, la connessione con le Tavolette di Olbia – analizzate nella precedente relazione -, e con la via iniziatica orfico – dionisiaca: nella scrittura eraclitea, infatti, si ritroverà l’idea dell’unità di tutte le cose.

La metafisica del Fuoco si esplicita secondo una visione che non è assolutamente creazionistica, il mondo esistendo in costante perennità, molteplice nelle sue espressioni, secondo le diverse gradazione che assume il Fuoco stesso: si concilia con tale evidenza l’insegnamento alchimico dei veri regimi di fuoco, così come espresso dalla dottrina ermetica rinascimentale, fino a quella partenopea ottocentesca, ma ancora vivente. Il Pyr non è solo un’entità materiale, ma anche radice di ogni elemento fenomenico, in cui la correlazione con le dottrine non – dualiste orientali, come l’Advaita Vedanta, è assolutamente evidente:

“…questo cosmo non lo fece nessuno degli Dei né degli uomini, ma sempre era, ed è, e sarà, Fuoco sempre vivente, che con misura divampa e con misura si spegne…(Frammento 2).

Secondo il filologo ligure, a tal punto, è fondamentale riconoscere un’attribuzione di una specifica intelligenza all’elemento considerato, dotato di una vera e propria Phronesis, di un’identità, di altezza sapienziale: econdo l’interpretazione di Colli e ripresa da Tonelli, si configura tale Sapienza tramite l’esclusiva conoscenza di se stessi.Tonelli 2

E la conoscenza di se stessi è una conoscenza non razionale, non meditata, ma intuitiva, istantanea come il Fuoco, elemento sempre attivo, in cui l’istante è il momento del non tempo, è l’immediatezza, l’exaiphnes nella VII lettera di Platone, la scintilla, exaphthen phos:

“…ma tutto governa la Folgore…” (Frammento 9).

Nella razionalità mediata, nell’ambito della doxa, dell’opinione, dei punti di vista, della dialettica non è possibile cogliere la conformità di tutte le cose al Divino. La centralità dello stato di coscienza, che, se permane nello stato sunnambolico, non ha la capacità di cogliere l’armonia del Tutto:

…belle, per il Dio, sono tutte le cose, e giuste; ma gli uomini ne hanno ritenute giuste alcune, ingiuste le altre” (Frammento 10).

Ciò conferma la presenza nell’uomo di diversi stati di coscienza, essendo lo stato di coscienza ordinario, quello dei dormienti “artefici delle cose che sorgono nel cosmo”, ammonisce lo stesso Eraclito. Il risvegliato, l’Egregoros, è, invece, colui che la visione unitaria della vita, della Natura e di se stesso, accedendo, tale iniziato, un lume innanzi e dentro se stesso. Nel percorso di ascesi realizzativa, pertanto, si attua sempre un combattimento, una dialettica interiore, tra una parte dormiente ed un’altra relativamente illuminata: in ciò potrebbe ritrovarsi la giustificazione della valorizzazione eraclitea del valore guerriero, in cui emerge un atteggiamento molto realistico, che tiene conto delle indefinite diversità della Totalità. Un tema importante – che pone Eraclito molto vicino alla visione buddhistica dell’ascesi – è quello di riconoscere l’inevitabile difficoltà di combattere la sfera del desiderio, anche se nel riferimento greco prevale un’assoluta elasticità di visione, non rigida, non dogmatica, non inficiata da alcuna mortificazione a – naturale. In diversi altri frammenti citati da Angelo Tonelli, emerge tutta l’enigmaticità del percorso iniziatico, che vive nella dimensione mortale, ma che vuole trasfigurare detto stato di passività, in cui si manifesta un’affermazione graduale e differenziata del Divino, ma allo stesso tempo altamente unitario. Ciò, però, non preclude, in conclusione, di considerare un mistero ulteriore. Nonostante la Totalità di tutte le cose, nonostante il Fuoco sia l’elemento radicale di ogni fenomeno cosmico, Eraclito afferma che

“…di quanti ho udito gli insegnamenti, nessuno è giunto a conoscere che la Sapienza è disgiunta da tutte le cose…” (Frammento 36).

Nel prossimo incontro, che si svolgerà Venerdì 18 Settembre e che sarà sempre relazionato da Ereticamente, Angelo Tonelli continuerà la sua disamina circa la figura ed il pensiero di Eraclito.

 

* I frammenti citati non seguono la consueta numerazione  Diehl Kranz, ma sono estratti dal testo Dell’Origine, curato da Angelo Tonelli, per le Edizioni Feltrinelli.

1 Comment

  • flores 18 Settembre 2015

    L’articolo mi sembra solo un mero esercizio di erudizione. Mi spiace perché non mi va di criticare chi non conosco e perché può darsi che l’autore ne sappia più di me. Ma non ho capito il senso dello scritto. Sarà colpa mia.

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