7 Ottobre 2024
Appunti di Storia

ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: inizia la dissidenza fascista (dicembre 1922) 3^ parte – Giacinto Reale

    Forni soldato valoroso non era certo l’uomo diplomatico di cui cominciava ad avere urgente bisogno la politica mutata della nostra gente. (Salvatore Bianchi Martina, Fascismo vigevanese, Milano, 1928)   Cesare Forni, “l’Ercole biondo” della Lomellina inizia la dissidenza fascista. È giunto il momento di occuparci – sia pure in maniera sbrigativa – di

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ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: inizia la dissidenza fascista (dicembre 1922) 2^ parte – Giacinto Reale

  Noi, oggi più che mai siamo col Duce, con Benito Mussolini, il creatore del nostro movimento, e gli daremo il nostro più incondizionato appoggio. Nella presente crisi, Mussolini si batte per l’ideale. E allora Mussolini è nel vero, e se è nel vero, noi dobbiamo essere con lui. (Forni su “Il Risveglio” del 26

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ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: inizia la dissidenza fascista (dicembre 1922) 1^ parte – Giacinto Reale

Cesare Forni, cavaliere errante del patriottismo, che bastonò mezzo mondo e minacciò l’altra metà” (“Critica politica” 1923, fasc. III)     Cesare Forni, “l’Ercole biondo” della Lomellina inizia la dissidenza fascista.   Cominciamo col chiarire un voluto equivoco. Cesare Forni non è un “agrario” nel senso che più comunemente e spregiativamente si dà a questa

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ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: d’Annunzio fa pace con i fascisti (Milano, 3 agosto 1922) – 3^ parte – Giacinto Reale

Il 3 agosto d’Annunzio è a Milano, per incontrarsi col suo Editore, Treves, e firmare un contratto. Alloggia all’hotel Cavour, e, poichè conta nella tarda serata di tornare a Gardone, ha già pre-allertato l’autista. L’arrivo di Finzi scombussola i suoi piani, e il clamore del corteo che sta sopravvenendo lo spinge ad affacciarsi al balconcino

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ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: d’Annunzio fa pace con i fascisti (Milano, 3 agosto 1922) – 2^ parte – Giacinto Reale

Ma l’assalto degli squadristi fu irrimediabile e travolgente. Nessuna furia di sovversivi, né organizzazione di difesa poteva più frenarli. (Mario Alonge Parco, Faceva caldo a Milano)   Il 1° agosto il Direttorio del Fascio milanese nominava nel suo seno un Comitato Segreto di Azione; le squadre milanesi furono mobilitate e pronte agli ordini dei comandanti.

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ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: d’Annunzio fa pace con i fascisti (Milano, 3 agosto 1922) – 1^ parte – Giacinto Reale

    Se, a 48 ore dalla proclamazione dello sciopero, il Governo non sarà riuscito a stroncarlo, i fascisti provvederanno essi direttamente alla bisogna. (circolare datata 31 luglio della Direzione Nazionale del PNF)   Alla fine del 1921, ormai sconfitti sul campo, le forze di sinistra cercano disperatamente di uscire dall’angolo nel quale sono state

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Armando Cancellada, cavaliere della morte – Pietro Cappellari

Uno squadrista veneziano dimenticato…   […] Il 6 Giugno seguente, verso le 15:00, sei Cavalieri della Morte si ritrovarono presso l’osteria delle Botteselle di Maria Silvestri, in Via Garibaldi, a Venezia, per dissetarsi con una birra[1]. Presa una fisarmonica, gli squadristi presero a cantare La Canzone del Piave e Tripoli bel suon d’amore. Uno di

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Aspettando la rivoluzione: Venezia, estate del 1922 – parte terza – Giacinto Reale

     “…adoperano mezzi illegittimi e si avvalgono dell’uso della forza derivante dall’Associazione e dal contegno in pubblico baldanzosamente prepotente dei gregari, con l’occupare case… favorire al fuga di persone in stato di arresto… chiudere negozi, togliere segni ed emblemi, esporre o ritirare vessilli” (così l’ordine di arresto a carico dei Cavalieri, allo scioglimento)  

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 Aspettando la rivoluzione: Venezia, estate del 1922 – parte seconda – Giacinto Reale

    I combattenti che fanno parte dei Cavalieri della Morte non hanno altri diritti da rivendicare, bensì doveri da compiere, quasi a continuare la loro missione di guerra con una nuova missione di pace che educhi il popolo al lavoro e alla fratellanza. (Gino Covre, in una pubblica conferenza del maggio del 1922)  

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Aspettando la rivoluzione: Venezia, estate del 1922 – parte prima – Giacinto Reale

  L’alta borghesia dimostra una completa cecità di fronte al fenomeno fascista… Fino ad oggi l’alta borghesia si aggrappava a noi, non per simpatia o per convinzione, ma solo per interesse e per paura del bolscevismo… Dico a questa massa di imbecilli… da quando in qua abbiamo detto a questa gretta, tirchia, frolla e leggera

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