6 Novembre 2024
Appunti di Storia Controstoria

Torino, 25 aprile: mamma vado forse a morire (prima parte) – Giacinto Reale

“L’Ufficiale zompa come un grillo tra i sedili, e il suo lavoro di braccia è di una persuasione particolare”.   Il 26 febbraio del 1921 si svolge, a Torino, il Congresso dei Fasci piemontesi. Al termine di un biennio che nell’ex Capitale sabauda è stato più duro che altrove, per la presenza di forti masse

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Italia 1921: Empoli, 1° marzo – terza parte – Giacinto Reale

“Il fascismo, invece, vede sorgere i suoi gruppi a decine e decine, per generazione spontanea, tanto che, fra qualche mese tutta l’Italia sarà in nostro potere”.   Francamente incomprensibile appare il giudizio conclusivo di Cantagalli, che rovescia i termini della questione, e scarica sulle vittime (meglio sui “fascisti” … che non c’erano) la responsabilità dell’accaduto:

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Italia 1921: Empoli, 1° marzo – seconda parte – Giacinto Reale

“Col solo ombrello in mano, gridando ad alta voce: “Non sparate, non siamo fascisti”.   L’episodio più efferato delle giornate della rivolta, iniziata a Firenze, si ha, però, ad Empoli, il 1° marzo. È lì che due camion di Carabinieri e Marinai, scambiati per fascisti, sono attaccati dalla folla inferocita che fa una strage. Un

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Empoli, 1° marzo: il brodo di Carabiniere – prima parte – Giacinto Reale

“L’è inutile pigliarsela con i pesci piccini e che l’è meglio pescare quelli grossi, e, allora, via per Firenze, a cercarli”.   A Firenze, la mattina di domenica 27 febbraio, dopo averci pensato molto su, le Autorità concedono ai giovani liberali l’autorizzazione per un corteo che, con un paio di centinaio di ragazzi aderenti al

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Il “FARO LUMINOSO” di San Bartolomeo in Bosco – Pietro Cappellari

Critiche? Molte se ne possono fare e se ne dovranno fare, oltre a quelle che, in genere, sono rivolte alla politica generale dei Fasci. E si critichi pure; ma si tratta di giovani, di anime generose, di gente che non è abituata alle sottili alchimie dei gabinetti prefettizi, ai patteggiamenti con la Loggia e l’Arcivescovado;

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Minervino Murge, 23 Febbraio: la morte di un contadino (terza parte) – Giacinto Reale

“Muti raccontò, tra le matte risate, il grido che i fascisti meridionali lanciavano ogni qualvolta vedevano arrivare il loro comandante: “Per don Ciccio, eia eia allalà”.   Ciò che emerge chiaramente, con le violenze del 1919-20 è la inadeguatezza delle Forze dell’Ordine a controllare la situazione, ancor più nei piccoli centri pugliesi, dove il presidio

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Minervino Murge, 23 Febbraio: la morte di un contadino (seconda parte) – Giacinto Reale

“Non aveva per compagni che un fucile da guerra, il cavallo e il cane”.   Nelle settimane successive all’assassinio di Ferruccio Barletta, Minervino vive in un clima quasi preinsurrezionale. I grossi proprietari, confermando una tradizione di viltà che ha contribuito al degenerare della situazione, si trasferiscono nei centri vicini, e la Camera del Lavoro resta

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Minervino Murge, 23 Febbraio: la morte di un contadino (prima parte) – Giacinto Reale

“Quando i contadini ritornavano alle loro case, reputavano di avere diritto alla spartizione della terra. La frase “la terra ai contadini” suscitò un grande generale incendio in quel dopoguerra”.   La guerra vittoriosa ha, per comune ammissione, un protagonista di assoluta rilevanza. Sono stati principalmente i “contadini soldati eroi delle trincee”, come si dice, che

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Modena, 24 Gennaio: fuoco sul corteo funebre – 3^ parte – Giacinto Reale

 “È mort Lenin – l’è una mezz’ora – al pussa ancora – sta brutta bestia” I fatti del 24 sono destinati ad avere risonanza nazionale, per le particolarissime modalità (l’ attacco a un corteo funebre non si era mai visto prima) e per l’evidente premeditazione da parte degli aggressori che vogliono il morto (sono appostati

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Controstoria Storie italiane

San Piero a Sieve, 10 Dicembre 1920: Il “Primo Omicidio” degli Squadristi – Pietro Cappellari

Al Dicembre 1920 si fanno risalire le prime spedizioni punitive squadriste, come istintiva reazione allo stato di disordine, caos e violenza del Biennio Rosso: il 7 Dicembre, a Castel San Piero dell’Emilia (Bologna), quattro autocarri di fascisti al comando di Gino Baroncini invasero improvvisamente il centro cittadino. Per rappresaglia alla precedente aggressione di un loro

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