Ex oriente lux, ma sarà poi vero? (Ottava parte)
Di Fabio Calabrese Gli anglosassoni la chiamano “serendipity”, con un’espressione che è intraducibile in italiano tranne che nella brutta italianizzazione “serendipità”. L’origine del termine, però, è italiana, risale a un racconto di Cristoforo Armeno che fu tradotto in inglese da Horace Walpole nel XVIII secolo, e indica la capacità o la fortuna di fare scoperte