26 Novembre 2024
Filosofia

Heidegger – A colloquio con Francesco Alfieri sui Quaderni Neri – Giovanni Sessa

Martin Heidegger è pensatore cruciale del Novecento. Egli, come molti intellettuali dell’epoca, si confrontò con la dimensione magmatica che il “secolo breve” assunse sotto il profilo politico. Non poteva essere diversamente. Fin dal periodo giovanile, nella fase aurorale della costruzione del proprio filosofare, aveva colto la ‘priorità’ del momento pratico rispetto a quello teoretico. Tale

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Filosofia

L’Umanismo – Antonio Filippini

Causa, tesi, “fare”, mentale, anima, uomo, queste sono le corrispondenze e mettendo sul trono un elemento, anche tutti gli altri finiranno sul trono. La rivolta del mentale contro lo spirituale, è la stessa cosa della rivolta dell’Anima contro lo Spirito, e della rivolta dell’uomo contro Dio. L’umanismo massonico così come qualsiasi altro tipo di umanismo,

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Punte di Freccia

L’inutile pretesa della bellezza – Mario Michele Merlino

Sala Verdi, spaziosa e nuda, all’interno del Complesso del Vittoriano, dove si accede per visitare il Museo del Risorgimento (confesso non esserci mai stato). Sento risuonare, ora con accenti addolorati ora con intenti carichi d’orgoglio rivendicativo, vecchi e reiterati richiami al ‘vero’ e al ‘buono’ e, va da sé, al ‘bello’. Patetici mi appaiono e

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Filosofia

La filosofia e i suoi equivoci (3^ parte) – Il pregiudizio dialettico di Antonio Filippini

Duro a morire il pregiudizio dialettico. Certi filosofi idealisti sostengono che l’intelletto, nell’atto che pone o concepisce una determinazione, la isola da tutto il resto e la concepisce come un assoluto, però siccome assoluta non è, allora essa finirà per coincidere o addirittura divenire il suo contrario. Obiezione che si può muovere: se io sono

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Ārya Filosofia

Capire la modernità con il Viṣṇu Purāṇa – Riccardo Tennenini

I Purana, la cui intitolazione letteralmente tradotta significa “antiche storie”, sono un corpus dottrinario di antichi testi indù, redatti in lingua sanscrita, di natura principalmente mitico e cultuale, il cui scopo primario era anche quello di erudire sacralmente coloro che non erano considerati dvija (i “nati due volte”, i componenti delle prime tre caste indù,

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Filosofia Libreria

Autarchia spirituale – Daniele Palmieri

Sinossi: “Il mondo è una scena, la vita un passaggio: tu vieni, vedi e te ne vai” dice Democrito. Siamo pellegrini dell’Essere. Potremmo vagare spaesati chiedendoci come e perché siamo finiti qui, oppure goderci il viaggio e dargli un significato, ossia una meta, come se fossimo venuti al mondo per compiere una missione che soltanto noi

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Tradizione

La Religione della Mente – Giandomenico Casalino

Se accogliamo l’etimologia della parola religione che la fa derivare sia da Lattanzio (Divinaeinstitutiones, IV, 28,2) che da Servio (AdAeneadum, VIII, 349), che è accettata da Ernout-Meillet nel Dictionaireethimologiquede la langue latine e che intende religio da religare, cioè collegare, relazionare, mediare, quindi legarsi faccia a faccia con il Divino, con gli Dei; allora possiamo

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Filosofia

La Filosofia e i suoi equivoci(2^ parte) – Antonio Filippini

L’idealismo assoluto di Hegel ha implicato l’eliminazione totale di ogni trascendenza, ammettendo come unica realtà il mondo del pensiero e del mentale umano e quindi il mondo dell’uomo, e interessandosi solo delle leggi che governano tale mondo. Errore fatale, perché pensiero e idea, intelletto e ragione umana e perfino l’uomo stesso, sono elementi intermedi e

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Filosofia

La Filosofia e i suoi equivoci – Antonio Filippini

Alla fine anche certi filosofi hanno dovuto ammettere la bontà di quel principio che afferma che: “Un qualsiasi principio o potere creativo permane sempre trascendente e incondizionato rispetto a ciò che crea o manifesta, pena cessare di essere “principio” e di essere “creativo” “. Solo che non si è voluto trarne le logiche conclusioni finali,

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Filosofia Società

Dal post-punk alla post-verità – Giorgio Bulzi

Nell’era degli anni ’80 fummo abituati e indotti a usare la parola ‘post’. Forse fu J.F. Lyotard, già esponente del post-strutturalismo, a introdurla nel ’79 con un suo libro, “La condizione postmoderna”. E poi il romanziere Tondelli con il suo “Un week-end post-moderno”. La parola ‘post’ fu usata anche singolarmente, quasi a significare uno stato

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