Miracolo.
Ebbene si, anche ’sto mese è festa. Ecco il Vernacoliere lì in edicola che m’aspetta. In prima di coperta recita: «mensile di satira, umorismo e mancanza di rispetto in vernacolo livornese e in italiano». Strepitoso!
La modestia che sempre ha contraddistinto la testata non ha mai fatto trapelare il dato di fatto, cioè che si tratta dell’unico mensile italiano che dice la verità. O, almeno, ci prova.
Qualcuno storcerà il nasino, qualcun’altro sbobinerà la trattazione sul significato della verità in senso lato e in senso stretto e la semantica in senso italiano della correttezza deontologica nel campo dell’informazione, soprattutto se comunista, e via così. Ma il dato di fatto rimane, lì, monolitico, tutto da leggere e da ammirare, perché proprio a pagina 8 si dedica lo spazio ad un tema scottante, la crisi economica.
Il titolo esplica nonché introduce lo spinosissimo argomento: «Renzi per i bisognosi. Topa di stato ai disoccupati e alle disoccupate un cazzo! Vivaci proteste delle femministe» (Cardinali M., Topa di Stato, in il Vernacoliere, n. 983, Livornocronaca, Livorno 2014, p. 8). Mai nessun’altro aveva osato tanto.
Ma la prima di coperta le batte tutte: «Un prete Scrive a Sindaco e Prefetto AMMONITE IL VERNACOLIERE. Ha Parlato di Preti Pedofili» (Ibidem, p. 1). E quel birbantello del Cardinali riporta le lettere di tutti: del don Medori di Livorno che protesta contro le locandine del Vernacoliere appese in edicola, la risposta della Prefettura, nonché la propria affermando con una certa verve che non si è più «al tempo del Papa Re» (Cardinali M., Ammonite il Vernacoliere! Ai ragazzini non far sapere che i preti pedofili glielo puntano al sedere, in il Vernacoliere, n. 983, Livornocronaca, Livorno 2014, p. 2).
Intanto mi tengo la mandibola che tenta di uscire dalle attaccature condilari per il gran ridere (già, sono incappato nella frase “conchiusiva et catartica” del Cardinali: «Ma si sa, per certuni fa più scandalo il pensiero dissacrante che una reverente “inculatio puerorum”») (Ivi).
Ma ecco cascarmi l’occhio su di un’altra rivista: Chiesa viva.
Mensile d’informazione e cultura, Chiesa viva «la verità vi farà liberi», mi appare come un cazzotto nel plesso solare. Mani intrecciate grondanti sangue (e mi auguro vivamente che sia succo d’amarena) sostengono simbolicamente il titolo d’effetto: «sacrifici umani».
Quasi meccanicamente e senza por pensiero sull’atto, acquisto anche ’sta rivista. Volto pagina e a momenti la mascella mi casca per davvero: «sacrifici umani… coinvolto anche il card. Joseph Ratzinger?».
Un istintivo moto di repulsione mi spingerebbe la manina a gettare l’appena acquisita rivista nel secchione della spazzatura. Ma poi mi trattengo.
«Magari si tratta di un giornale di satira politica et ecumenica», mi dico meditabondo «… farà il paio col Vernacoliere».
E invece no, perché la rivista è stata messa in piedi da Monsignor Luigi Villa, da poco scomparso, ex agente segreto del Vaticano, incaricato di individuare massoni e trame massoniche nel noto Stato nello Stato (o, meglio, negli Stati): la Chiesa di Roma.
In pratica, come riportato nell’articolo d’apertura, Monsignor Villa ha pianificato la sua battaglia contro Joseph Ratzinger, alias Benedetto XVI, oggi papa in pensione.
Per silurarlo si sono studiate e pubblicate le insegne liturgiche di Benedetto XVI, fatte di simboli definiti satanici, sigilli di Salomone, stelle a cinque punte, rappresentazioni del dio Pan e chi più ne ha più ne metta.
L’esegesi sul simbolismo biblico mi sta facendo pensare alle impennate missilistiche di Peter Kolosimo, quand’ecco che a pagina 11 compare un’altra mitra demoniaca (Adessa F., Sacrifici Umani, in Chiesa Viva, anno XLIII, n° 475, Brescia 2014, p. 11). Stavolta rido meno, perché le stelle ebraiche sono chiarissime. Beh, in effetti, il cristianesimo non è l’interpretazione paoliniana di una corrente ebraica?
E poi arrivano i Templari. Certo, sono come il prezzemolo e non passano mai di moda, ma quest’altra pagina ha un titolo intrigante: «Il nuovo pallio satanico di Benedetto XVI». E già la mascella mi si contrae con il leggere «Lo stemma del 30° grado “cavaliere kadosh”».
Mi sovviene quindi alla mente, come monello birbantello, il libro Il segreto dei Padri fondatori (La nascita degli Stati Uniti fra puritani, massoni e la creazione del Nuovo Ordine Mondiale) di Nicholas Hagger, dove Massoni, Templari e Rosa Croce apparterrebbero ad un’unica organizzazione per il controllo del mondo, diretta da emanazioni ebraiche più o meno consistenti.
Tutto ciò un po’ m’ammoscia. Ne ho abbastanza. Riapro il mio mitico Vernacoliere.
L’«uccello padulo».
Quel “senza peli sulla linguaccia” del Cardinali riporta evidenziata la frase principe del prete di Livorno, Don Edoardo Medori: «“Penso che i minori vadano tutelati a tutti i costi anche da certe Locandine che stravolgono la verità di fatti e di persone e inoltre sollecitano percorsi rovinosi nella mente dei nostri ragazzi. Rivolgo alle Istituzioni in indirizzo, un sollecito perché intervengano presso l’Editore de Il Vernacoliere invitandolo alla prudenza e alla saggezza, come segno di rispetto per tutti, specialmente per i minori”» (Cardinali M., Ammonite il Vernacoliere!, op. cit., p. 2).
Ma questo il prete doveva scriverlo a Chiesa Viva! non al Vernacoliere.
Perché Franco Adessa dichiara: «Il 15 settembre 2012, il Tribunale Internazionale per i Crimini della Chiesa e dello Stato, emise un mandato pubblico di comparizione, nei confronti di alte autorità politiche e della Chiesa cattolica, relativo ad un genocidio di bambini indiani in Canada. Scaduto il termine, iniziò il processo». (Adessa F., Sacrifici Umani, op. cit., p. 2).
E questo è niente, a confronto di quanto soggiunge: «Padre Villa morì il 18 novembre 2012; l’edizione speciale di “Chiesa viva”, di ben 128 pagine, dal titolo “Benedetto XVI?”, uscì con la data di febbraio e fu spedita agli abbonati e a tutto il clero d’Italia, il 25 gennaio 2013. Pochi giorni dopo, fu inviata anche l’edizione in spagnolo a tutto il Clero delle nazioni di questa lingua. L’11 febbraio, Benedetto XVI dava le sue dimissioni. Il 25 febbraio 2013, perveniva in Vaticano una condanna di Benedetto XVI a venticinque anni di prigione e Francesco rispondeva con un decreto col quale si rifiutava di consegnare il “Papa emerito” alla giustizia. Nel maggio 2013, Toos Nijenhuis, una donna olandese, obbligata per anni da suo padre a partecipare a rituali satanici, testimoniò di aver visto il card. Ratzinger uccidere una bambina, in un castello in Francia. L’ottobre seguente, un altro testimone oculare confermò quanto detto da Toos Nijenhuis, dichiarando anche lui di aver visto il card. Joseph Ratzinger uccidere una bambina, nell’autunno del 1987» (Ibidem, p. 3).
Inaudito, semplicemente inaudito!
Chiappe al vento.
Tutto quanto scritto da Chiesa Viva mi lascia assolutamente basito, ma, in ogni caso, certamente Benedetto XVI che fa le corna come una star dell’Heavy Metal mi lascia assai più perplesso. Che cos’avrà desiderato comunicarci?
In ogni caso Franco Adessa ci sbobina prima «La discendenza ebrea di Benedetto XVI» (Adessa F., Sacrifici Umani, op. cit., p. 35) e poi la solita soap opera di Pike e Mazzini: «Il generale Albert Pike, Capo supremo degli Illuminati di Baviera e il suo braccio destro, Giuseppe Mazzini, negli anni 1870-71, elaborarono il piano delle tre Guerre mondiali del ventesimo secolo» (Ibidem, p. 38).
Ma piantiamola qui! Non dilunghiamoci e torniamo alle nostre grasse, anzi, grassissime risate.
Tanto per cogliere il destro, ecco che dice una vignetta del “mitico”, dal titolo «l’eterna lotta tra il bene e il male. (con Papa Francesco che regge in mano un pallone da calcio)», la quale recita: «Rivoluzionaria idea di Francesco: “se il risultato non si sblocca si va ai rigori”» (il Vernacoliere, ottobre 2014, p. 21).
Tanto per non essere di parte colgo pure il sinistro, con la vignetta palesata in «miracolo al meeting di rimini», dove un seriosissimo manager esclama al telefono: «alleluiona!!!», con il seguente scioglimento: «Imprenditore aderisce a CL e vince A SORPRESA l’appalto per l’expo» (Ivi).
Malelingue prezzolate.
Nemmeno il povero Francesco I, non il re, ma il Papa della Chiesa di Roma che di nome fa Jorge Bergoglio, se la cava liscia: «Due ragazze hanno affermato di essere state violentate dal Card. Jorge Bergoglio, mentre partecipava ad un rituale di sacrifici umani. Otto testimoni oculari, con prove presentate alla ICLCJ di Bruxelles, hanno confermato queste dichiarazioni. Secondo le dichiarazioni dei testimoni, questi rituali di sacrifici di bambini, effettuati da membri del satanico Nono Cerchio, sono avvenuti nelle primavere degli anni 2009 e 2010, in zone rurali dell’Olanda e del Belgio. Da documenti provenienti dagli archivi vaticani, e consegnati da un prominente funzionario vaticano, ex impiegato della Curia vaticana, alla Corte di Giustizia, il card. Jorge Bergoglio risulta essere stato coinvolto in riti satanici di sacrifici di bambini, al tempo in cui era prete e vescovo in Argentina. Un altro testimone ha affermato di essere stato presente all’incontro di Jorge Bergoglio con la Giunta militare, nel periodo della “Guerra Sporca” dell’Argentina degli anni ’70. Secondo questa testimonianza, Bergoglio collaborò in un traffico di bambini, figli di prigionieri scomparsi, per inserirli in un circolo internazionale di sfruttamento di minori, gestito da un ufficio del Vaticano» (Adessa F., Il nono cerchio, in Chiesa Viva, numero unico, ottobre, Brescia 2014, pp. 2-3). Nell’originale, così come si è riportato, i passi salienti sono in grassetto.
Che dire?
Nulla, non c’è proprio alcunché da dire, pare tutto un colossale delirio. Speriamo solo che la giornata lavorativa passi in fretta perché stasera c’è la partita!
Meno male che ancora una volta mi risolleva lui, il Vernacoliere, che facendo capolino dalla tasca della mia giacca mi regala dall’angolo di pagina 3 la vignetta con un volto capellone e sofferente il quale mormora: «Padre, perdona loro perché sanno fin troppo bene quello che fanno…»
Gianluca Padovan