di Rosanna Nisticò*
WikiLeaks, l’organizzazione di Julian Assange, offrirà una ‘taglia’ di 100 mila euro a chi gli invierà una copia del trattato TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) per ottenere informazioni sicure relative a quella parte ‘oscura’ delle negoziazioni in corso tra USA e UE. E’ ritenuto il segreto più importante per l’Europa.
Assange ha avviato una raccolta fondi attraverso una campagna di crowfunding e, già alle ore 14.00 di ieri, secondo il sito Wired.co.uk, sono stati raccolti 44.871 dollari da 1.067 persone tra cui figurano politici, filosofi, stilisti e giornalisti che hanno contribuito all’iniziativa di Assange.
Che cos’è il TTIP?
Il TTIP è un trattato transatlantico di libero scambio UE-USA, un accordo negoziato in segreto tra Europa e Stati Uniti che, una volta firmato, sigillerà il patto di un nuovo blocco globale per il controllo finale e il dominio delle maggiori corporation. Tecnicamente, mira a favorire la fluidità commerciale e i passaggi doganali tra USA e Europa per coalizzare contro i mercati emergenti e il patto dei BRICS (Brasile, Cina, Russia, India e Sudafrica).
Se ne parla dal 2014. Il sentore che sia un trattato ‘pericoloso’ sta nel fatto, innanzitutto, che viene tenuta segreta una parte ‘oscura’ che in pochi conoscono: l’accordo commerciale tra USA e UE si sta definendo in segreto e ci si chiede perché. In più, da quanto è trapelato finora, pare che preveda l’entrata in scena di organismi transnazionali indipendenti dai governi creati con un potere decisionale proprio, di natura commerciale.
L’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) è stata creata dagli USA per favorire il business americano e fronteggiare l’organizzazione dei BRICS. Per bypassare il Wto gli USA hanno creato i cosiddetti “Tre grandi T”: il TPP (Trattato Transpacifico), il TTIP (Trattato di libero scambio Europa-USA) e il TISA, tutti negoziati in gran segreto e da cui sono esclusi i mercati emergenti (Brasile, Cina, Russia, India, Sud Africa).
Tali accordi fanno parte, in realtà, di una guerra geopolitica tra Stati Uniti e Cina e gli USA hanno, perciò, necessità di creare una ‘grande comunità’ integrando 51 Paesi nel mondo, 1.6 miliardi di persone e 2/3 del Pil mondiale.
Seppure WikiLeaks abbia rivelato 4 capitoli del TPP, l’intero trattato resta tuttora segreto.
Agli stessi parlamentari europei sono state imposte pesanti restrizioni nell’accesso al testo delle negoziazioni: non possono prendere appunti, viene loro proibito di accedere a documenti chiave, prima di accedere al TTIP devono consegnare tutti i dispositivi elettronici all’ambasciata USA e devono giurare di tenere riservato ciò che leggono.
Quando e se alcuni parlamentari europei arrivano alla sala lettura del trattato, due guardie dell’ambasciata USA controllano tutto ciò che fanno e vedono. Qualcosa di assurdo: non stiamo parlando di un trattato sulla sicurezza ma di un accordo commerciale.
Hanno, invece, il pieno accesso (ovvero l’accesso VIP) le maggiori corporation, le grandi multinazionali che da subito hanno influenzato le negoziazioni. E’ ovvio: queste negoziazioni non puntano al reciproco abbassamento delle tariffe ma sono, in realtà, accordi per le corporation, create per fare gli interessi delle multinazionali e prevedono pochissime regole e intromissioni da parte del governo e delle autorità. In segreto stanno decidendo la salute, l’ambiente, la privacy, l’istruzione, la disponibilità di farmaci e tanto altro per l’intera comunità.
Attraverso l’ISDS (International State Dispute Settlement) le grandi multinazionali americane potranno usare un tribunale segreto internazionale per promuovere azioni legali contro gli Stati europei se agiranno contro i loro interessi: è un nuovo potere conferito dal sistema TTIP, un sistema giudiziario parallelo di cui hanno diritto solo le corporation USA.
Gli ISDS sono tribunali internazionali che permettono “alle aziende di promuovere azioni legali contro gli Stati per tutto ciò che le imprese ritengono condizionante per i loro investimenti” spiega WikiLeaks.
Non si tratta di qualcosa di teorico, è già successo con la British-American Tobacco che ha trascinato in tribunale l’Australia dopo che quest’ultima ha approvato una legge ponendo un limite alla pubblicità delle sigarette; è avvenuto con la Vattenfal svedese che si è mossa legalmente contro la Germania per una cifra di 3,7 miliardi di dollari ‘accusandola’ di aver gradualmente eliminato l’energia nucleare.
Questa è una guerra alla democrazia o, se non vogliamo usare un termine tanto obsoleto e poco credibile, una guerra contro quel minimo di libertà di cui ogni Stato ha diritto e che si è conquistato col sangue nel corso della storia.
L’uniformarsi delle regole finanziarie tra USA ed Europa porterebbe ad un impoverimento dei controlli e delle tutele dei consumatori, secondo diversi analisti.
Oltretutto, sono molti ad aver fatto notare il lato grottesco di tutta la questione: gli USA dettano regole agli Europei quando proprio negli Stati Uniti, da circa 10 anni, si sono aperte le più profonde crisi finanziarie provocate proprio dalle ‘maglie larghe’ dei controlli. Crisi finanziarie che hanno avuto ripercussioni a livello internazionale e le cui protagoniste, tanto indiscusse quanto intoccabili, sono una decina di banche mondiali.
Il MEP di Green, Bas Eickhout, ha riferito alla testata The Guardian che “questi documenti mostrano in modo convincente che TTIP non solo rappresenta un pericolo per il futuro abbassando gli standard europei, ma che tutto questo sta già accadendo mentre parliamo”.
Nel suo covo allestito nell’ambasciata ecuadoriana di Londra per sostenere la campagna di crowdfunding, il fondatore di WikiLeaks Julian Assange ha riferito: “La segretezza del TTIP getta un’ombra sul futuro della democrazia europea. Sotto questa ‘copertura’ si celano interessi ‘speciali’, c’è molto più dell’assedio finanziario contro la Grecia cui abbiamo assistito. Il TTIP coinvolge la vita di tutti gli europei, oscura il futuro democratico dell’Europa in quanto apre un conflitto a lungo termine con l’Asia. Il tempo della sua segretezza è finito, deve finire ora”.
La stessa strategia di ricerca attraverso una ricompensa è già stata usata da Wikileaks a giugno per TPP (Trans-Pacific Partnership Agreement). Wikileaks ha pubblicato documenti trapelati in relazione a TPP e TISA (Trade in Services Agreement); in particolare, quelli della TISA, riferiscono di rimuovere le barriere commerciali da autorizzazioni, servizi finanziari, telecomunicazioni, e-commerce e tanto altro. I tre accordi commerciali coinvolgono 53 Paesi, 1.6 miliardi di persone e due terzi dell’economia globale – tutti, ad eccezione dei BRICS.
“Puntano a creare un nuovo regime legale internazionale che permette a società transnazionali di aggirare le Corti nazionali, di evadere le protezioni ambientali, il controllo su Internet della polizia postale a favore dell’industria, di limitare la disponibilità di medicine generiche e di ridurre drasticamente la sovranità legislativa di ogni Paese” avverte il no-profit.
Finora, si sono dichiarati d’accordo con la raccolta fondi per la ricompensa personaggi di spicco come l’ex primo Ministro della Finanza greco Yanis Varoufakis, Vivenne Westwood, il giornalista americano Glenn Greenwald, il giornalista investigativo John Pilger, il filosofo bielorusso Evgeny Morozov, Daniel Ellsberg, Terry Gilliam e il filosofo sloveno Slavoj Žižek. E, ovviamente, lo stesso Assange.
Nel frattempo, il provocatore australiano sembra fermo nella sua intenzione di bypassare le denunce a suo carico da parte di due donne in Svezia, relative alla coercizione illegale e ad una denuncia di molestia sessuale. Le dichiarazioni risalgono al 2010 e, secondo la giurisdizione svedese, lo statuto di limitazioni sulle denunce scadranno rispettivamente giovedì e martedì prossimi. Questa settimana gli accusatori svedesi hanno affermato che negozieranno con l’ambasciata ecuadoriana dove Assange è rifugiato dal 2012 per sfuggire alla polizia del Regno Unito. Tali denunce sono un modo come un altro per ostacolare ancora di più l’operato di Assange? Probabile…
Chi sostiene il TTIP vede l’Europa e gli USA come un mercato unico e intende eliminare le barriere delle regole. Chi non lo sostiene si chiede quanto siano sicuri gli standard di sicurezza USA a tutti i livelli, a cominciare dal cibo OGM che l’Europa ha rifiutato essendo stato ritenuto cancerogeno. Con il TTIP i consumatori in Europa non avranno più diritto di scegliere. Qui non si tratta del fatto che le grandi multinazionali vogliono intensificare il loro potere. Peggio: vogliono impedire agli Stati europei di modificare le loro regole. A zero possibilità per gli 820 milioni di cittadini europei di dibattere e decidere della propria vita.
Di seguito, riportiamo il video diffuso da WikiLeaks sul TTIP che, spiegando i motivi di riservatezza dell’accordo, sottolinea la decisione USA di far passare la triade di ‘accordi commerciali’ internazionali al di fuori dell’Organizzazione mondiale del Commercio reagendo all’opposizione da parte dei BRICS (Brasile, Cina, Russia, India e Sudafrica) nel tentativo perverso di impedire la crescita delle economie emergenti.
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