11 Ottobre 2024
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Umanità al tramonto. Critica della ragion tecnica di Luigi Iannone

Non bisogna cadere nell’errore interpretativo per cui la tecnica non è né buona né cattiva e che l’efficacia o gli svantaggi dipendano da come la si utilizzi.
La tecnica ci domina.
Non necessita di alcun principio etico, e tantomeno della politica, perché rappresenta la forma più evoluta di totalitarismo.
Non produce caos ma ordine.
Pronta a colonizzare, grazie anche al capitalismo, ogni ambiente e a diventare fattore regolativo della intera esistenza sociale e individuale. Ma se Dio è morto e la filosofia non può più “pensarsi”, allora non sembrano intravedersi molte speranze per l’umanità.
Una nuova alba potrà presentarsi solo con una “frattura della Storia” perché il tempo della fine e dell’inizio si svelerà solo quando avremmo attraversato il fluissimo pericolo nichilistico.

images-page-001Luigi Iannone, laurea in Scienze politiche e giornalista pubblicista, collabora alle pagine culturali de Il Giornale e di altre numerose testate. Ha pubblicato volumi su Giuseppe Prezzolini, John Ronald Reuel Tolkien, Ernst Junger, Carl Schmitt e due libri-intervista: il primo con Ernst Nolte, Storia, Europa e modernità (2008), il secondo con Roger Scruton, il suicidio dell’Occidente (2010). Tra i suoi ultimi libri: Manifesto antimoderno (2010), con l’introduzione di Marcello Veneziani; Il profumo del nichilismo (2012), con saggio introduttivo di Alain de Benoist; Sull’inutilità della destra (2014).

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