Versiamo ogni anno miliardi di euro nelle casse dell’Unione Europea per farci massacrare con trattati, regolamenti e direttive che ci hanno impoverito togliendo i dazi ai prodotti cinesi, alle arance marocchine, all’olio tunisino e ad altri nemici della nostra agricoltura; hanno anche preteso che alzassimo l’età pensionabile e hanno fatto in modo da concederci meno mutui e prestiti. In pratica, stiamo pagando i nostri carnefici mentre dovremmo riprenderci i miliardi che gli diamo ogni anno e investirli in sviluppo nel nostro Paese.
Abbiamo 7456 km di coste che costituiscono una frontiera dell’UE, ma siamo stati lasciati soli a fronteggiare un’immigrazione epocale mentre le navi di mezza Europa continuano a scaricare sulle nostre coste migliaia di clandestini.
Su 100 immigrati diretti in Europa, secondo le stime dell’OIM (Organismo Internazionale per le Migrazioni), 97 arrivano in Italia e tutti e 97 devono restare in Italia dal momento che i nostri vicini hanno serrato i confini e il Regolamento di Dublino ancora oggi ci costringe a prendere in carico ogni persona che mette piede sul suolo italiano.
Non contenti di tutto questo, per l’insipienza della nostra classe politica, andiamo a prelevare altri clandestini direttamente sulle coste libiche e stiamo per introdurre la sciagurata normativa che attraverso lo ius soli regalerà la cittadinanza a chiunque nascerà nel nostro Paese.
Abbiamo problemi di flussi, di ricettività, di equità sociale e di ordine pubblico.
Abbiamo 10.000 detenuti islamici nelle nostre carceri, 300 dei quali sono considerati ad alto rischio di terrorismo e, poiché non li isoliamo in strutture modello Guantanamo, siamo costretti a trasferirli continuamente, da una prigione all’altra, per evitare che facciano proselitismo e radicalizzino i loro correligionari. Con costi e dispendi di energie immaginabili.
Difronte a questa drammatica emergenza, abbiamo politici e ministri irresponsabili che propongono addirittura di arruolare i clandestini nell’esercito, come accadde coi barbari ai tempi dell’Impero Romano della cui decadenza, per certi aspetti, sembra talvolta di ripercorrere le fasi, ma senza che nel nostro crollo ci sia nulla della tragica grandezza dei nostri avi quanto, piuttosto, la miseria e lo squallore di una mediocre e grottesca replica.
Siamo al punto di doverci difendere dalla criminalità importata in casa nostra dall’Africa e dal medio oriente e, soprattutto, da chi la protegge o addirittura la promuove in ruoli istituzionali. Esiste un brodo di coltura dell’islamismo che dovrebbe essere emarginato e che invece viene introdotto nelle rappresentanze politiche locali e nazionali e viene candidato ed eletto nelle liste del Pd e di Sel, cioè dei movimenti comunisti-americanizzati, che rappresentano oggi la miscela più putrida e perniciosa che sia mai scaturita da una ibridazione ideologica e politica.
Sono questi laidi radical progressisti che hanno lavorato in tutto l’occidente in modo formidabile nell’ingannare e manipolare la gente, per modificare i cervelli e le coscienze seminandovi il caos, scambiando i valori tradizionali con altri falsi e costringendo a credere in quelle falsità. Episodio dopo episodio, s’è consumata la tragedia della morte dei popoli europei, dell’esaurimento della loro consapevolezza e delle loro identità. La letteratura, il teatro, il cinema, l’informazione tutto è diventato rappresentazione ed esaltazione delle qualità umane più basse, con artisti e media che in ogni modo hanno veicolato nelle coscienze il culto del sesso, della violenza, di una falsa libertà priva di condizionamenti, dell’individualismo sfrenato e dell’egoismo sociale, dell’arrivismo, della negazione di ogni gerarchia e di ogni ordine superiore, della liceità di drogarsi e di tutta l’immoralità possibile.
E’ una disgregazione sociale che ha investito tutta l’Europa e l’Italia che si chiama mondialismo, modernismo, relativismo, genetismo e culto dell’illimitato potere della scienza e dell’individuo, tutti protesi nell’attacco finale alla naturalità e al valore della vita. Il declino biologico s’è accompagnato all’aborto e infine è esploso nelle rivendicazioni innaturali dei matrimoni e della genitorialità omosessuale, assecondando il concetto di sterilità nelle unioni ma favorendo l’inversione conclamata per legge dei rapporti di genere e il mercimonio delle madri e dei nascituri.
A questo hanno lavorato e lavorano coloro che, da posizioni istituzionali o di potere politico, finanziario e mediatico, perseguono l’obiettivo di neutralizzare l’uomo ed eliminare la Nazione in tutte le sue articolazioni economiche, politiche, sociali e culturali, creando il debito, prosciugando il credito, paralizzando le forze sociali, espropriando i poteri istituzionali, attaccando a fondo il risparmio, deturpando e svendendo l’ambiente, mettendo all’asta gli asset industriali ed economici dello stato.
E tutto questo, mentre con le mistificazioni dello Ius Soli e del meticciato si punta anche all’avvento di una massiccia immigrazione coatta per globalizzare definitivamente quel che resta di nazionale e di identitario
Oggi sappiamo con certezza che attraverso le immigrazioni incontrollate sono entrati anche in Italia foreign fighters e terroristi islamisti e abbiamo verificato che non solo molte moschee sono finanziate da paesi fondamentalisti, ma anche che le stesse moschee esportano capitali all’estero verso centri di reclutamento islamico.
Tutto questo è stato negato per anni dai politici radical-progressisti che stanno lentamente creando anche nel nostro Paese le condizioni per il radicamento di comunità di clandestini e le premesse per l’esplosione di futuri conflitti sociali ed etnici.
Ancora una volta siamo costretti a batterci su due fronti: uno interno, contro i radical progressisti distruttori di ogni ordine naturale e uno esterno, contro i tagliagole aizzati e manovrati secondo un programma studiato a tavolino dagli strateghi delle lobby sioniste e statunitensi.
Ancora una volta siamo costretti a incarnare un destino di lotta che accomuni tutti coloro che non si piegano alla logica dell’oro né a quella dell’eversione sociale, ma percorrono una terza via di riscatto e rivoluzione.
Una lotta tanto più difficile in quanto rivolta per un verso contro un’aggressione esterna bestiale e fondamentalista, ma per un altro verso orientata anche nei confronti dell’eversione ideale e sociale della nostra stessa comunità di appartenenza.
Si ripropone in nuove forme l’antica lotta contro “i nemici di dentro e di fuori”.
Laddove gli intrecci e le complicità tra islamismo e sionismo, americanismo e progressismo si fanno più stretti e impenetrabili e, mentre puntano alla dissoluzione dei popoli europei, alimentano quello stesso terrorismo che apparentemente avversano.
Si crea il mostro dell’Islam, ma ci si avvale dello stesso per portare avanti spregiudicate politiche di aggressione in Siria e in Iraq e sostenere le mire espansionistiche israeliane sui territori arabi, dal Golan alla Palestina.
Mentre continua l’aggressione ebraica alle fonti di sussistenza del popolo palestinese (prima fra tutte l’acqua del Giordano requisita dagli israeliani), la criminale idiozia degli amerikani ha resuscitato un islamismo assassino che era rimasto per centinaia di anni relegato nei libri di storia, dopo che prima Lepanto e poi Vienna avevano definitivamente stroncato i sogni del califfato. Quel mostro costruito a tavolino per destabilizzare intere aree di interesse economico e di approvvigionamento petrolifero, oggi s’è emancipato dai suoi stessi artefici e minaccia l’Europa mentre si mantiene apertamente con noti traffici illegali diretti verso l’occidente e con l’aiuto finanziario di Paesi collegati direttamente allo schieramento atlantista.
In questo scenario, privi di un’autonoma iniziativa geopolitica italiana, siamo costretti addirittura a subire – com’è avvenuto prima con Gheddafi e ultimamente col caso Regeni – le spregiudicate iniziative altrui e a rincorrere, come nel 2011, l’avventurismo dell’amministrazione Usa.
Per questo, controbattere alle plurime minacce che incombono sarà possibile solo a una comunità trasversale europea formata da individui che sappiano mantenere diritta la barra sui veri nemici, imperialisti e mondialisti, per puntare diritti al cambiamento e realizzare l’unità di un’Europa sociale e identitaria, che si opponga a ogni meticciato e a ogni falso universalismo. Forgiare un nuovo destino per la rinascita dell’Europa sarà compito di coloro, tradizionalisti, patrioti e identitari, che sapranno restare saldi nei loro principi e impassibili dinanzi alla sovversione, insensibili a ogni aggressione e indifferenti a ogni volgare accusa di razzismo o xenofobia, ma anzi fieri di sentirsi definire populisti, estremisti, antidemocratici, o anche – come accade per chi scrive – orgogliosamente fascisti.
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