La storia è o era nota al punto da passare in proverbio, anche se il più delle volte non se ne traggono le conseguenze giuste. Immaginatevi il povero Esaù che torna dal lavoro stanco e affamato e chiede al fratello il piatto di lenticchie. Alla richiesta di Giacobbe di cedergli in cambio la primogenitura, avrà risposto “Ma si, ti do quello che vuoi” senza badare all’enormità del compenso che era stato preteso.
il rapporto fra etica e religione. Si può partire da un punto di vista oggettivo e mettere l’accento sulla dimensione pubblica, la societas, la civitas, e l’etica è il campo normale delle relazioni fra gli uomini. In questa prospettiva, ciascuno è libero di seguire una propria via in vista della salvezza ultraterrena, ma non è consentito né derogare in base a ciò ai propri doveri civici né mirare a far prevalere il proprio culto sugli altri con la costrizione. Io vorrei evidenziare che si tratta di qualcosa di più e di diverso del concetto moderno di tolleranza religiosa che non è altro che la vicendevole sopportazione fra individui reciprocamente estranei nell’ambito di una società totalmente atomizzata sulla scala del singolo, e proprio per questo ridotta a massa sostanzialmente informe.
Di una certa utilità sono anche i concetti formulati da Hegel nella Fenomenologia dello spirito, là dove il filosofo idealista individua i tre momenti dello spirito oggettivo: diritto, morale, eticità; a condizione però di tenere presente che egli legge il fenomeno storico esattamente al contrario: all’eticità antica con il suo equilibrio di interiorità ed esteriorità, sono succeduti prima la morale cristiana, poi il diritto moderno, astratto, esteriore, formalistico, non vincolante sul piano etico. In due millenni noi non abbiamo assistito a un progresso, ma a un regresso spirituale.
e più sorprendente è che quasi contemporaneamente al testo di Cacciari, mi sono venuti alle mani in un modo che fa davvero pensare alle coincidenze significative care a Carl Gustav Jung, gli scritti di due storici che ne confermano e quasi ne riecheggiano le tesi con una sintonia che ha del bizzarro.
Ricercatori indipendenti come Luigi Cascioli, David Donnini, Giancarlo Tranfo hanno indagato le vere origini del cristianesimo vagliando i testi evangelici, i documenti antichi, le prove archeologiche, e sono giunti a conclusioni che se pure differiscono in alcuni particolari, sono straordinariamente convergenti come quadro d’insieme, rivelano quella verità che la Chiesa cerca di nasconderci da due millenni: il cristianesimo nasce sul tronco del messianesimo ebraico, come materializzazione dell’attesa di quel messia che avrebbe dovuto non redimere l’umanità ma, in modo molto più circoscritto, ripristinare la teocrazia davidica ponendo fine al dominio romano. Poi con ogni probabilità un tentativo di rivolta finito male e l’esecuzione del leader della setta, Joshua (Gesù), detto Cristo (Christos, “il consacrato”, “l’unto” non è altro che la traduzione in greco del termine ebraico Masiah, “messia”) sulla croce, che era il patibolo che i Romani riservavano agli schiavi e ai ribelli. Quindi il colpo di genio di qualcuno, forse Saul (Paolo) di Tarso, che ha trasformato il messia della rivolta fallita in un redentore universale e il supplizio sulla croce in una gloriosa auto-immolazione per la salvezza dell’umanità.
conomia politica è la “scienza” che scopre le leggi dell’interesse individuale, mi spiego. “Sono queste due “scienze” a costituire la Modernità, e precisamente questa Modernità che oggi il Cattolicesimo si trova davanti come il Nemico”.
neopagana. In Germania il nazionalsocialismo non ebbe di questi problemi. Di questa situazione, il Vaticano era pienamente consapevole e cospirò contro il fascismo fin dall’inizio.
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