11 Ottobre 2024
Crisi Ucraina

Un Viaggio a Leopoli (Ucraina)

Ottobre 2014

            Il 4 ottobre scorso ero a Leopoli (Ucraina occidentale) dove ho partecipato al matrimonio di un amico con una ragazza del posto. Ne ho approfittato per fermarmi alcuni giorni e visitare la città, fra le maggiori dell’Ucraina con quasi ottocentomila abitanti, “famigerata” nelle cronache di questi tempi per essere la centrale del nazionalismo ucraino antirusso e delle milizie “nazifasciste” di Pravy Sektor.

L’Ucraina Oggi: Leopoli/Lviv si trova all’estremo occidente, al confine con al Polonia
L’Ucraina Oggi: Leopoli/Lviv si trova all’estremo occidente, al confine con al Polonia

 

Per capire le ragioni dei nazionalisti ucraini occorre subito mettere mano alla cartina geografica e provare a riassumere tanti secoli di storia travagliata. Leopoli (Lviv in ucraino, Lwow in polacco, Lemberg in tedesco…) è il capoluogo della regione storica della Galizia, e, a differenza di Kiev e dell’est del paese, da sempre nell’orbita russa, ha fatto parte per secoli della Polonia e poi, fino al 1918, dell’Impero Austro-Ungarico. La città ha quindi un’impronta architettonica e culturale assolutamente mitteleuropea, con i suoi ottimi caffè e pasticcerie; il grande teatro e i palazzi in stile Belle Epoque ricordano molto Praga o Cracovia e solo per questo Leopoli merita una visita turistica accurata.

Leopoli/Lviv capoluogo della Galizia Austriaca fino al 1918, in alto a destra
Leopoli/Lviv capoluogo della Galizia Austriaca fino al 1918, in alto a destra

In virtù di questa secolare appartenenza polacca ed austriaca, dal punto di vista religioso la popolazione ucraina, pur mantenendo il rito ortodosso, è in comunione con la chiesa di Roma, per cui si parla di comunità greco-cattoliche, i cosiddetti uniati, doppiamente perseguitati da Stalin proprio per la loro ostinata indipendenza dai più controllabili patriarcati ortodossi di Mosca e Kiev.

Dopo essere ritornata fra le due guerre sotto l’amministrazione polacca, con il patto Ribbentrop-Molotov del 1939 la città e la regione passarono per breve tempo all’URSS, una stagione di terrore che vide l’NKVD, la polizia politica comunista, all’opera con deportazioni, stragi ed esecuzioni sommarie per ripulire la città e le campagne da ogni elemento “reazionario e borghese”.

Nel 1941, quando iniziò l’Operazione Barbarossa, i tedeschi furono accolti subito come liberatori e la quasi totalità degli uomini abili (non sono segnalati in alcun modo e in nessuna fonte movimenti partigiani comunisti “autoctoni”) partecipò alla lotta antisovietica inquadrata principalmente in due organizzazioni.

Molti uomini furono arruolati direttamente nella Wehrmacht e nelle Waffen SS, in particolare si formò la 14° Waffen-Grenadier-Division der SS “Galizien” (ukrainische Nr. 1), unità dotata di forte spirito di corpo che combattè tenacemente sul fronte dell’est. Lo stemma della divisione era naturalmente il leone, da sempre simbolo di Leopoli.

WaffenUcrainaMolti appartenenti alle Waffen SS ucraine riuscirono comunque ad arrendersi agli alleati e, in base ai confini del 1939, a farsi passare per polacchi, evitando quindi di essere riconsegnati a Stalin e sterminati, come gli angloamericani fecero con i “collaborazionisti” russi dell’armata Vlassov e con i cosacchi dell’atamano Krasnov di stanza nel nostro Friuli, in una delle operazioni più infami e vergognose di tutta la guerra.

La salvezza di molti di questi valorosi uomini ha permesso il fiorire di una diaspora nazionalista ucraina molto forte, soprattutto in Canada, ma anche in Sudamerica, Australia, USA, che dal 1991 ha contribuito a dare forza alla nuova Ucraina indipendente.

Nella campagne e nei villaggi della Galizia e della Volinia si formò poi un’altra importante organizzazione anticomunista, questa volta indipendente dai tedeschi: l’UPA (Ukrains’ka Povstans’ka Armija) Esercito Insurrezionale Ucraino, sotto la guida del capo carismatico Stepan Bandera.

 Con la sua bandiera rosso-nera l’UPA raccoglieva l’eredità della da noi poco conosciuta Armata Nera di Nestor Ivanovič Machno, che durante la guerra civile russa (1918-21) combattè sia contro l’Armata bianca dei reazionari zaristi, sia contro l’Armata rossa dei bolscevichi, nel segno di un’ideologia anarchica e comunitarista che metteva al centro i poveri contadini cui furono distribuite le terre (poi sterminati da Stalin come kulaki), per un’Ucraina indipendente e libera.upa

L’UPA si propose quindi come una “Terza Posizione” e, un po’ come accadde con i cetnici di Draza Mihailovic in Jugoslavia e Serbia, combattè inizialmente anche contro i tedeschi che volevano germanizzare la regione e la città (ribattezzata Lemberg come ai tempi dell’Austria), oltre che contro i partigiani polacchi dell’Armata nazionale (Armia Krajowa), che nutrivano anch’essi mire annessionistiche sulla zona.

Ma ben presto l’incalzare del comune nemico comunista spinse l’UPA, che aveva raggiunto le dimensioni di un esercito di circa centomila uomini ben organizzati e inquadrati, a dirigere le sue forze contro l’armata rossa e ancora fino al 1949-50, ben oltre la fine della guerra, nelle paludi, nelle foreste e nelle campagne, fu attiva una efficace guerriglia contro l’occupante sovietico.

Stepan Bandera, riparato in occidente per organizzare la diaspora dei rifugiati e per sollecitare aiuti alleati (che ovviamente non arrivarono), venne assassinato, presumibilmente da un sicario del KGB, a Monaco di Baviera nel 1959, ed è oggi venerato a Leopoli come un eroe nazionale e un padre della Patria.

Leopoli e la Galizia hanno quindi “goduto” di appena 45 anni di dominio sovietico-comunista (1945-1991, anno dell’indipendenza dell’Ucraina dall’URSS) che, senza nemmeno il retaggio di una precedente appartenenza russa, come per Kiev e l’Ucraina Orientale, sono stati ancora più duri che nel resto dell’impero sovietico: 45 anni di deportazioni, paura, povertà. Fatalmente, il nemico sovietico-comunista qui ha finito con l’identificarsi con la Russia e i russi in senso lato, generando l’equivoco su cui si basa la crisi odierna.

leopoli3leopoli4Leopoli/Lviv, pur essendo una città bella e affascinante, vicina al cuore dell’Europa e con prezzi per noi bassissimi, non è mai stata una meta turistica molto quotata; doveva ricevere un forte impulso in occasione degli europei di calcio del 2012 disputati in Ucraina e Polonia, ma la crisi economica e il conflitto in corso hanno fatto sì che per il momento la città sia ancora lontana dai grandi flussi commerciali e  turistici che hanno “corrotto” molte capitali dell’Est Europa.

Passeggiando per le vie della città si nota subito un clima di forte mobilitazione patriottica: bandiere nazionali ovunque, manifesti con appelli alla resistenza all’invasore russo e ad arruolarsi come volontari, presenza in ogni locale di cassette per raccogliere fondi per kit di primo soccorso e vettovaglie per i combattenti all’Est. Anche la TV trasmette tutto il giorno immagini della guerra nel Donbass che qui da noi non si sono mai viste (villaggi distrutti, combattimenti casa per casa, interviste ai comandanti e ai volontari…)

leopoli5leopoli6Anche nelle guide (per la Lonely Planet non è “gay-friendly” come le più aperte – ed è tutto dire –  kiev e Odessa) Leopoli è descritta come molto tradizionalista e attaccata alle proprie radici e così è. Siamo entrati in una chiesa un giovedì pomeriggio alle 18,30 ed era in corso una normale messa feriale: la chiesa era gremita di persone, moltissimi i giovani fermatisi qui evidentemente dopo il lavoro, la funzione solenne e cantata come da noi nemmeno a Natale, le sacre icone avvolte da una stola con ricamati i motivi tradizionali della tradizione nazionale slava (molto simili alla “greca” e alla croce uncinata).

madonna

Un aspetto estremamente piacevole è che quando si parla con qualcuno di “partigiani” e di “resistenza” a Leopoli si da per scontato, è sottinteso, che si sta parlando dei guerriglieri anticomunisti dell’UPA di Bandera e questo per me, che sono emiliano, costituisce una soddisfazione impagabile.

A tal proposito nel centro città si trova il “mitico” pub-ristorante “Kryjivka”, ricavato unendo cantine e seminterrati di palazzine contigue, in modo da ricreare lo stile dei rifugi sotterranei dei guerriglieri nazionalisti dell’UPA (detti anche banderisti, dal comandante in capo Stepan Bandera) disseminati nelle paludi e nelle foreste della Galizia, della Polesia e della Volinia negli anni ’40.

Il locale non ha indirizzo né insegna, occorre trovarlo da soli, magari grazie alle indicazioni di qualche passantesoldati: bisogna bussare e, quando ad aprire si presenta nientemeno che un ragazzo vestito da guerrigliero banderista con cantinatanto di vecchio mitra tra le mani, occorre dire “Slava Ukraini” (gloria all’Ucraina), se gli piacete (se avete i capelli lunghi e la maglietta del “Che” meglio evitare direttamente…) lui risponderà “Heroyam slava” (gloria ai suoi eroi) e vi offrirà un bicchierino della vodka locale in segno di ospitalità.cantina2

Il locale si dipana nelle cantine ricoperte di manifesti, bandiere, poster e foto dell’UPA e delle Waffen SS ucraine; ci sono poi appese in gran numero uniformi, armi ed equipaggiamenti più o meno originali, con tanto di negozio che vende gadget e soldati2magliette.

E’ sicuramente un’operazione commerciale, per certi aspetti anche di dubbio gusto, ma visti i Mc-Donalds e i tanti altri locali a tema che ammorbano le nostre città, direi che possiamo concedere questo “peccato veniale” ai camerati ucraini, tanto più che la birra locale è buonissima e viene servita letteralmente a fiumi e a un prezzo bassisimo.

La parte che mi ha maggiormente impressionato in questo viaggio è stata però la visita al cimitero monumentale Lychakivske, su una collina tra gli alberi in una atmosfera autunnale gotico-romantica davvero unica.

cimitero1Ma non è solo per le atmosfere dark e romantiche che occorrecimitero2 andare: a un certo punto si apre alla vista il monumento alle Waffen-SS ucraine della divisione Galizia, costruito di recente, ovviamente dopo la caduta del comunismo e l’indipendenza del 1991. Qui vengono a farsi seppellire i vecchi reduci della divisione, anche dal Canada e dall’Australia. Accanto ad essi, si trovano una trentina di tombe fresche, con la terra ancora smossa e la croce di legno, ricoperti di corone e mazzi di fiori gialli e blu: sono i caduti delle milizie volontarie “fasciste” della guerra in corso contro i separatisti filorussi, che hanno voluto farsi seppellire accanto ai combattenti del fronte dell’Est della seconda guerra mondiale! Molti i ragazzi nati chi nell’89, chi nel ’93, caduti in giugno o nel luglio di quest’anno: vedere questi giovani soldati sepolti accanto ai reduci delle SS è stata per me un’immagine fortissima e resterà un ricordo indelebile.

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In un’altra zona del cimitero era presente il monumento eretto in epoca sovietica ai caduti dell’armata rossa: i lastroni di marmo con i nomi dei soldati sono piuttosto malmessi e mancano completamente i fiori, e al posto della statua all’eroe dell’unione sovietica è presente una semplice croce di legno dedicata alle vittime dell’NKVD e ai deportati nei Gulag.


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Accanto al monumento sovietico ormai in rovina sta sorgendo un altro, più grande memoriale dedicato all’UPA di Bandera, ma lo stile delle tombe con la croce di ferro tedesca stilizzata è sempre lo stesso delle sepolture dei caduti delle Waffen SS.

 

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La crisi ucraina ha diviso profondamente il variegato ambiente della cosiddetta “destra radicale” fra chi manifesta una fedeltà incondizionata alla Russia di Putin e chi sostiene, per affinità ideale, le ragioni dei camerati ucraini.
E’ evidente che dal punto di vista geopolitico è in atto una vergognosa manovra, come sempre opera dei poteri forti mondialisti con base in USA, per allontanare la Russia dall’Europa, sfruttando abilmente le antiche rivalità etniche e storiche che ho descritto e la buona fede della gran parte dei nazionalisti ucraini.
Chi scrive ha sempre visto nella nuova Russia post-comunista l’ultima speranza per l’Europa di affrancarsi dal dominio statunitense e un’ancora di salvezza per il nostro continente sia dal punto di vista economico che etnico, culturale, geopolitico e financo “spirituale”. Il sogno di generazioni di militanti nazional-rivoluzionari è e sempre sarà un grande spazio imperiale europeo “da Lisbona a Vladivostok”.
Detto questo dobbiamo per forza schierarci contro gli abitanti di Leopoli e della Galizia, che hanno difeso per cinquanta anni con indomito coraggio le loro radici e la loro identità; che, unici al mondo, in combattimento levano in alto ancora una volta le nostre bandiere e i nostri simboli e che, infine, una volta uccisi si fanno seppellire accanto ai caduti delle SS, onorati e venerati come eroi da tutto il popolo? Dobbiamo appiattirci anche noi al livello della nuova propaganda antifascista che descrive i nazionalisti di Leopoli come mercenari neonazisti assetati di sangue?
Fra le parti in conflitto ci sono sicuramente infiltrati di ogni specie, mercenari e agitatori al soldo di NATO, USA e Israele, ma non per questo dobbiamo smettere di ragionare e di batterci in nome della verità contro la disinformazione e la propaganda dei media prezzolati di regime.
Certo, se esistesse un’Europa veramente unita e sovrana la soluzione di un conflitto del genere sarebbe semplicissima: le legittime istanze indipendentiste della Galizia e di Leopoli rispetto al mondo russo, ad esse estraneo e ostile, sarebbero accolte nel seno di una confederazione eurasiatica in cui la posizione mediana dell’Ucraina sarebbe il punto di unione, non certo di divisione.
Il sogno di tutti credo sia quello di veder marciare un giorno uniti i camerati ucraini e russi verso Ovest per unirsi a noi e liberare l’Europa tanto dal nemico interno, annidato nei palazzi a Bruxelles e Strasburgo, quanto dal nemico esterno, sia esso americano, sionista o islamico.
Nel frattempo, credo che sia più utile impiegare il tempo a studiare ed informarsi, piuttosto che dividersi in tifoserie e scatenarsi in polemiche da bar su internet: c’è una guerra fratricida in corso e i combattenti in buona fede di entrambe le parti meritano rispetto, specialmente chi è partito volontario invece di rimanere dietro una tastiera a chattare ed ora è sepolto alla meno peggio da qualche parte nel Donbass, in attesa di unirsi ai camerati caduti di ieri e di oggi nel cimitero degli eroi di Leopoli.

Giovanni Facchini

20 Comments

  • giacinto reale 10 Ottobre 2014

    bell’articolo, e molto coinvolgente…fin qui non mi sono espresso sulla questione, perché mi mancavano molti elementi “seri” di valutazione e giudizio….comincio da qui, grazie, Giovanni
    PS: una curiosità: parente di quell’Eugenio che proprio in Russia combattè, prima del vigliacco agguato che gli tose la vita ?

    • Giovanni Facchini 10 Ottobre 2014

      Grazie per il commento. No Eugenio Facchini non è mio parente, ma il suo ricordo e quello della Brigata Nera di Bologna costituita in suo onore resteranno per sempre

  • giacinto reale 10 Ottobre 2014

    bell’articolo, e molto coinvolgente…fin qui non mi sono espresso sulla questione, perché mi mancavano molti elementi “seri” di valutazione e giudizio….comincio da qui, grazie, Giovanni
    PS: una curiosità: parente di quell’Eugenio che proprio in Russia combattè, prima del vigliacco agguato che gli tose la vita ?

    • Giovanni Facchini 10 Ottobre 2014

      Grazie per il commento. No Eugenio Facchini non è mio parente, ma il suo ricordo e quello della Brigata Nera di Bologna costituita in suo onore resteranno per sempre

  • Accad 10 Ottobre 2014

    Ottimo articolo! Bravo e grazie.
    Non sarebbe ora che rappresentanti di tutte le “organizzazioni” europee, dall’Atlantico a Vladivostok si mettano a tavolino e discutano su ciò che ci unisce e non su ciò che ci divide? Senza questa volontà il sogno di un impero dal Portogallo alla Siberia non si avvererà mai. Siamo agli sgoccioli finanza, immigrazione, ebola; un altro anno e sarà la fine.

  • Accad 10 Ottobre 2014

    Ottimo articolo! Bravo e grazie.
    Non sarebbe ora che rappresentanti di tutte le “organizzazioni” europee, dall’Atlantico a Vladivostok si mettano a tavolino e discutano su ciò che ci unisce e non su ciò che ci divide? Senza questa volontà il sogno di un impero dal Portogallo alla Siberia non si avvererà mai. Siamo agli sgoccioli finanza, immigrazione, ebola; un altro anno e sarà la fine.

  • Mauro 10 Ottobre 2014

    Vedo con piacere che, chi come me, è stato in Ucraina e particolarmente nell’ovest ha una chiarissima visione delle cose.
    Sottoscrivo ogni virgola, chi non va non può capire. Chi non conosce gli Ucraini e la loro storia non potrà mai capire, non si può sputare sulla nostra storia non si può sputare su un popolo che sta magnificamente combattendo per la propria storia. Di fronte abbiamo una nuova yalta, e putin è straordinariamente colpevole perchè per altre 3 generazioni non sarà piu’ possibile unificare l’Europa. Ennesima occasione buttata.
    una sola cosa… hai dimenticato di citare il massacro di 10 milioni di Ucraini e la russificazione seguente. Però per molti italiani gli Ucraini dovevano sperare di nuovo nei russi…

    • Giovanni Facchini 11 Ottobre 2014

      Grazie. Non ho citato l’Holodomor, il genocidio ucraino a cavallo fra gli anni ’20 e ’30, sia per ragioni di spazio sia perchè Leopoli e la Galizia per fortuna non ne furono toccati, in quanto fra due guerre la zona come ho scritto faceva parte della rinata Polonia. Il terrore rosso da quelle parti incominciò “solo” nel 1939-41 e poi dal 1944…

  • Mauro 10 Ottobre 2014

    Vedo con piacere che, chi come me, è stato in Ucraina e particolarmente nell’ovest ha una chiarissima visione delle cose.
    Sottoscrivo ogni virgola, chi non va non può capire. Chi non conosce gli Ucraini e la loro storia non potrà mai capire, non si può sputare sulla nostra storia non si può sputare su un popolo che sta magnificamente combattendo per la propria storia. Di fronte abbiamo una nuova yalta, e putin è straordinariamente colpevole perchè per altre 3 generazioni non sarà piu’ possibile unificare l’Europa. Ennesima occasione buttata.
    una sola cosa… hai dimenticato di citare il massacro di 10 milioni di Ucraini e la russificazione seguente. Però per molti italiani gli Ucraini dovevano sperare di nuovo nei russi…

    • Giovanni Facchini 11 Ottobre 2014

      Grazie. Non ho citato l’Holodomor, il genocidio ucraino a cavallo fra gli anni ’20 e ’30, sia per ragioni di spazio sia perchè Leopoli e la Galizia per fortuna non ne furono toccati, in quanto fra due guerre la zona come ho scritto faceva parte della rinata Polonia. Il terrore rosso da quelle parti incominciò “solo” nel 1939-41 e poi dal 1944…

  • Accad 11 Ottobre 2014

    Se UE e USA non si fossero intromessi, tutto sarebbe stato tranquillo. Se l’unione degli europei deve passare per le banche allora è bene ciascuno stato difenda i propri diritti. Visto che l’autodeterminazione dei popoli parte proprio dagli USA usare l’ipocrisia pro bono porta a delle conseguenze.

  • Accad 11 Ottobre 2014

    Se UE e USA non si fossero intromessi, tutto sarebbe stato tranquillo. Se l’unione degli europei deve passare per le banche allora è bene ciascuno stato difenda i propri diritti. Visto che l’autodeterminazione dei popoli parte proprio dagli USA usare l’ipocrisia pro bono porta a delle conseguenze.

  • Ferd56 12 Ottobre 2014

    Bisognerebbe avvisare i “camerati” ucraini che a Berlino non governa più il Führer.
    Pensate che nell’immediato dopo guerra si sarebbe consentita la nascita del MSI se fosse stato movimento autenticamente fascista o bastava l’essere anticomunista per essere a servizio degli Usa?
    Tra l’altro a Leopoli non si assiste a un assedio agli ucraini da parte dei russi. Sono gli ucraini che tentano di cacciare e massacrare oltre i confini la maggioranza russofona a vantaggio geopolitico di chi conosciamo bene. Vedremo a breve la resistenza di questi “camerati” all’installazione di basi straniere.

  • Ferd56 12 Ottobre 2014

    Bisognerebbe avvisare i “camerati” ucraini che a Berlino non governa più il Führer.
    Pensate che nell’immediato dopo guerra si sarebbe consentita la nascita del MSI se fosse stato movimento autenticamente fascista o bastava l’essere anticomunista per essere a servizio degli Usa?
    Tra l’altro a Leopoli non si assiste a un assedio agli ucraini da parte dei russi. Sono gli ucraini che tentano di cacciare e massacrare oltre i confini la maggioranza russofona a vantaggio geopolitico di chi conosciamo bene. Vedremo a breve la resistenza di questi “camerati” all’installazione di basi straniere.

  • Imperium 16 Ottobre 2014

    Finalmente un’articolo equilibrato che è foriero di ulteriori e doverosi approfondimenti a largo spettro:

    cristianesimo ortodosso/cristianesimo greco-cattolico (e cattolico)

    principi socio-meta-politici della weltanschauung nazionalsocialista

    divisioni interne al nazionalsocialismo riguardo l’espansionismo ad est nei modi e nei fini

    l’invenzione dell’Unione Sovietica da parte del giudaismo plutocratico mondialista per la distruzione dell’Europa

    diaspora ucraina negli stati plutocratici fautori della disfatta europea e relativi legami dalla guerra fredda fino alle attuali tragiche vicende.

    reale conoscenza e comprensione degli europei delle proprie origini indoeuropee negli aspetti etnici e metafisici, per la propria salvezza immediata (fisica) e per l’edificazione di un Sacrum Imperium eurasiatico da Dublino a Vladivostok; cioè per la propria salvezza umana e spirituale futura.

    Ciò che mi pare più conclamata è la capitolazione-trasmutazione della Weltanschauung nazionalsocialista ma anche fascista europea. Risoltasi miseramente nel suo contrario (anche per limiti ed errori propri), cioè dissoltasi nel nulla, si è appunto tramutata in una becera reazione di destra al soldo delle potenze finanziarie e messianiche giudaico mondialiste. Il fenomeno ha assunto dal dopo guerra ad oggi aspetti particolarmente tragici e kitsch come in America Latina, in Italia con il MSI e con le destre francesi.
    Questa orribile e deforme creatura si è tenuta insieme per decenni con il penoso collante dell’anticomunismo, facendo finta (capibile visto il fine ultimo) o peggio non sapendo, che il comunismo è stato ideato e sostenuto dalle forze della sovversione mondiale di marca atlantica a cui lei si è sottomessa volontariamente.
    In questa debacle europea hanno buttato via la propria vita migliaia di persone in buona fede come stiamo vedendo anche attualmente, circuìti da vere e proprie carogne che continuano a farla franca.
    Attenzione, ciò vale anche per la parte avversa, i compagni sono stati ugualmente gabbati in Europa mentre in Russia direi che sono stati letteralmente stuprati da una macchina omicida foraggiata con milioni di dollari giudeo-anglo-americani. Lo sappiamo questo?
    Lo sanno gli ucraini (anche i filo-russi)?

    Quante questioni/contraddizioni irrisolte ma non irrisolvibili se si mettesse sulla bilancia della storia l’onestà intellettuale. Da Krasnov del nostro Friuli (mio padre aveva i cosacchi in casa, uomini d’onore) a Vasslov, anime del grande dramma slavo e comunista; la ribollita della guerra patriottica russa; la messa in scena del presunto nazionalsocialismo (nazismo) dei destri alla Pinochet ucraini, per citarne alcune.

    Non possiamo continuare a fare gli imbecilli volontari, allora un po di domande retoriche:

    cosa c’ha insegnato l’ebreo Disraeli?
    chi, come e perché ha voluto e portato a termine la prima e la seconda guerra mondiale?
    chi ha voluto il golpe in Ucraina?
    chi sono gli ebrei che comandano in quel paese?
    qual’è la weltanschauung nazionalsocialista di Pravy Sektor e soci?
    a che scopo l’alleanza con la finanza liberista e mondialista?
    perché le stragi di stampo latinoamericano nell’est filorusso?
    perché la sinistra e la destra italiane parlano la stessa lingua e appoggiano le stesse forze in Ucraina?
    chi e perché vuole la terza guerra mondiale?

    Putin e la Russia sono certamente l’unica salvezza per questo pianeta e l’embrione di una alleanza continentale eurasiatica, da Dublino a Vladivostok, ma per ottenerla noi in Europa dobbiamo ripartire dalla verità storica, da ciò che è stato veramente a livello politico e metapolitico dai primi del novecento al ’45, dalla Kultur indoeuropea. Per arrivare all’Imperium.

    Altrimenti, senza speranza alcuna, affogheremo in questa cloaca di menzogne, di mistificazioni e di becera propaganda a triplo fine.

  • Imperium 16 Ottobre 2014

    Finalmente un’articolo equilibrato che è foriero di ulteriori e doverosi approfondimenti a largo spettro:

    cristianesimo ortodosso/cristianesimo greco-cattolico (e cattolico)

    principi socio-meta-politici della weltanschauung nazionalsocialista

    divisioni interne al nazionalsocialismo riguardo l’espansionismo ad est nei modi e nei fini

    l’invenzione dell’Unione Sovietica da parte del giudaismo plutocratico mondialista per la distruzione dell’Europa

    diaspora ucraina negli stati plutocratici fautori della disfatta europea e relativi legami dalla guerra fredda fino alle attuali tragiche vicende.

    reale conoscenza e comprensione degli europei delle proprie origini indoeuropee negli aspetti etnici e metafisici, per la propria salvezza immediata (fisica) e per l’edificazione di un Sacrum Imperium eurasiatico da Dublino a Vladivostok; cioè per la propria salvezza umana e spirituale futura.

    Ciò che mi pare più conclamata è la capitolazione-trasmutazione della Weltanschauung nazionalsocialista ma anche fascista europea. Risoltasi miseramente nel suo contrario (anche per limiti ed errori propri), cioè dissoltasi nel nulla, si è appunto tramutata in una becera reazione di destra al soldo delle potenze finanziarie e messianiche giudaico mondialiste. Il fenomeno ha assunto dal dopo guerra ad oggi aspetti particolarmente tragici e kitsch come in America Latina, in Italia con il MSI e con le destre francesi.
    Questa orribile e deforme creatura si è tenuta insieme per decenni con il penoso collante dell’anticomunismo, facendo finta (capibile visto il fine ultimo) o peggio non sapendo, che il comunismo è stato ideato e sostenuto dalle forze della sovversione mondiale di marca atlantica a cui lei si è sottomessa volontariamente.
    In questa debacle europea hanno buttato via la propria vita migliaia di persone in buona fede come stiamo vedendo anche attualmente, circuìti da vere e proprie carogne che continuano a farla franca.
    Attenzione, ciò vale anche per la parte avversa, i compagni sono stati ugualmente gabbati in Europa mentre in Russia direi che sono stati letteralmente stuprati da una macchina omicida foraggiata con milioni di dollari giudeo-anglo-americani. Lo sappiamo questo?
    Lo sanno gli ucraini (anche i filo-russi)?

    Quante questioni/contraddizioni irrisolte ma non irrisolvibili se si mettesse sulla bilancia della storia l’onestà intellettuale. Da Krasnov del nostro Friuli (mio padre aveva i cosacchi in casa, uomini d’onore) a Vasslov, anime del grande dramma slavo e comunista; la ribollita della guerra patriottica russa; la messa in scena del presunto nazionalsocialismo (nazismo) dei destri alla Pinochet ucraini, per citarne alcune.

    Non possiamo continuare a fare gli imbecilli volontari, allora un po di domande retoriche:

    cosa c’ha insegnato l’ebreo Disraeli?
    chi, come e perché ha voluto e portato a termine la prima e la seconda guerra mondiale?
    chi ha voluto il golpe in Ucraina?
    chi sono gli ebrei che comandano in quel paese?
    qual’è la weltanschauung nazionalsocialista di Pravy Sektor e soci?
    a che scopo l’alleanza con la finanza liberista e mondialista?
    perché le stragi di stampo latinoamericano nell’est filorusso?
    perché la sinistra e la destra italiane parlano la stessa lingua e appoggiano le stesse forze in Ucraina?
    chi e perché vuole la terza guerra mondiale?

    Putin e la Russia sono certamente l’unica salvezza per questo pianeta e l’embrione di una alleanza continentale eurasiatica, da Dublino a Vladivostok, ma per ottenerla noi in Europa dobbiamo ripartire dalla verità storica, da ciò che è stato veramente a livello politico e metapolitico dai primi del novecento al ’45, dalla Kultur indoeuropea. Per arrivare all’Imperium.

    Altrimenti, senza speranza alcuna, affogheremo in questa cloaca di menzogne, di mistificazioni e di becera propaganda a triplo fine.

  • MAURIZIO BAROZZI 17 Ottobre 2014

    Interessante l’articolo di F acchini, mamolto più pertinente l’intervento di Imperium.
    Io mi auguro che si possano spazzare via certi immaginari collettivi, che non stanno né in cielo né in terra: non bastano alcuni simboli, tatuaggi di svastiche e altro per considerare camerati certi gruppi.
    Tutto il fenomeno neonazista mondiale, da quelli americani che si vestono da SS e SA come a carnevale, ad altri, sono chiaramente operazioni di intelligence, gruppi tenuti in piedi per i più svariati , e spesso criminali, fabbisogni dell’Occidente. Si pesca in ambienti che hanno letteralmente evocato, Come un ectoplasma il nazista disegnato dalla propaganda di guerra e dalla successiva letteratura, filmografia e perfino dai fumetti: il nazista sadico, assassino, psico patico, depravato sessualmente. Questo immaginario si è alfine materializzato in varie frangi giovanili, infime minoranze. Ma il fenomeno nazionalsocialista fu una genuina espressine del popolo tedesco, interna al popolo tedesco, e non ha niente a che vedere con queste infime minoranze equivoche, che se non ci fossero, l’Occidente ed anche l’ebraismo avrebbero dovuto inventarle!
    Pe l’Ukraina la faccenda è un po’ diversa, perché a queste specificità si accoppiano esigenze nazionaliste del luogo, retaggi storici ed etnici non indifferenti. Nei quali però noi non dobbiamo entrare.
    Non vedo perché si dovrebbe solidarizzare con il nazionalismo ukraino e non con quello filo russo, oltretutto aggredito e che invece sta combattendo la nostra stessa lotta contro l’Occidente..
    Non ci inventiamo Europe millennarie, terze vie, perché di tutto questo non c’è più niente, siamo veramente al punto zero di tutti i valori e di tutte le realtà storiche. Il fascismo e il nazionalsocialsimo sono cicli storici che si sono chiusi nel 1945. I retaggi ideali, l’identificazione con la Tradizione, e altro, non sono merce da far passare per sporche operazioni.
    More solito però si riscontra, indubbiamente, che i gruppi di destra, più o meno neonazisti, gratta gratta, operano in funzione occidentale. In Ukraina hanno portato la EU, in attesa di portare la Nato e le sue basi criminali, si mantengono in piedi con i finanziamenti e gli armamenti e gli addestramenti atlantici.
    Non possono che essere considerati nemici, per il semplice motivo che noi dovremmo avere un solo nemico, irriducibile, l’OCCIDENTE e il suo braccio armato Usa – Israel. L’Occidente che ci ha privato di ogni residuo di sovranità nazionale, ci ha messo in casa 113 basi straniere, ci ha colonizzato militarmente, culturalmente ed economicamente.
    Per le leggi di guerra, tutto ciò che si oppone a questo nemico è nostro alleato, e tutto ciò che lo agevola è nostro nemico.

  • MAURIZIO BAROZZI 17 Ottobre 2014

    Interessante l’articolo di F acchini, mamolto più pertinente l’intervento di Imperium.
    Io mi auguro che si possano spazzare via certi immaginari collettivi, che non stanno né in cielo né in terra: non bastano alcuni simboli, tatuaggi di svastiche e altro per considerare camerati certi gruppi.
    Tutto il fenomeno neonazista mondiale, da quelli americani che si vestono da SS e SA come a carnevale, ad altri, sono chiaramente operazioni di intelligence, gruppi tenuti in piedi per i più svariati , e spesso criminali, fabbisogni dell’Occidente. Si pesca in ambienti che hanno letteralmente evocato, Come un ectoplasma il nazista disegnato dalla propaganda di guerra e dalla successiva letteratura, filmografia e perfino dai fumetti: il nazista sadico, assassino, psico patico, depravato sessualmente. Questo immaginario si è alfine materializzato in varie frangi giovanili, infime minoranze. Ma il fenomeno nazionalsocialista fu una genuina espressine del popolo tedesco, interna al popolo tedesco, e non ha niente a che vedere con queste infime minoranze equivoche, che se non ci fossero, l’Occidente ed anche l’ebraismo avrebbero dovuto inventarle!
    Pe l’Ukraina la faccenda è un po’ diversa, perché a queste specificità si accoppiano esigenze nazionaliste del luogo, retaggi storici ed etnici non indifferenti. Nei quali però noi non dobbiamo entrare.
    Non vedo perché si dovrebbe solidarizzare con il nazionalismo ukraino e non con quello filo russo, oltretutto aggredito e che invece sta combattendo la nostra stessa lotta contro l’Occidente..
    Non ci inventiamo Europe millennarie, terze vie, perché di tutto questo non c’è più niente, siamo veramente al punto zero di tutti i valori e di tutte le realtà storiche. Il fascismo e il nazionalsocialsimo sono cicli storici che si sono chiusi nel 1945. I retaggi ideali, l’identificazione con la Tradizione, e altro, non sono merce da far passare per sporche operazioni.
    More solito però si riscontra, indubbiamente, che i gruppi di destra, più o meno neonazisti, gratta gratta, operano in funzione occidentale. In Ukraina hanno portato la EU, in attesa di portare la Nato e le sue basi criminali, si mantengono in piedi con i finanziamenti e gli armamenti e gli addestramenti atlantici.
    Non possono che essere considerati nemici, per il semplice motivo che noi dovremmo avere un solo nemico, irriducibile, l’OCCIDENTE e il suo braccio armato Usa – Israel. L’Occidente che ci ha privato di ogni residuo di sovranità nazionale, ci ha messo in casa 113 basi straniere, ci ha colonizzato militarmente, culturalmente ed economicamente.
    Per le leggi di guerra, tutto ciò che si oppone a questo nemico è nostro alleato, e tutto ciò che lo agevola è nostro nemico.

  • Mary 8 Ottobre 2015

    E il genocidio degli ebrei ucraini? Qualcuno lo ricorda?

  • Mary 8 Ottobre 2015

    E il genocidio degli ebrei ucraini? Qualcuno lo ricorda?

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