11 Ottobre 2024
Ahnenerbe

Una Ahnenerbe casalinga, dodicesima parte

E’ quasi sorprendente dover ritornare sul tema delle origini dopo tutto quello che abbiamo già visto sull’argomento. Io credo di aver tracciato al riguardo un quadro sufficientemente chiaro e che non vedo alcun motivo di modificare, tuttavia le cose da dire sono ancora tante.

La cosa dovrebbe essere ovvia, ma per chiarezza e correttezza sarà bene spiegarla una volta di più: la questione delle origini è strettamente connessa alla problematica razziale, infatti, le razze umane così come sono attualmente e la cui esistenza l’ideologia democratica oggi dominante si sforza in tutti i modi di negare, sono ovviamente il risultato della storia, del cammino nel tempo della nostra specie.

Chiaramente, se noi europei fossimo, ad esempio, come si è sostenuto e si sostiene da parte democratica, il prodotto di un’immigrazione africana recente, le differenze fra noi e le popolazioni africane si limiterebbero forse alla pigmentazione della pelle e poco altro, mentre in realtà sappiamo che non è così.

In tutte le specie animali ci sono razze, perché quella umana non dovrebbe averne? Il motivo è squisitamente ideologico, se ne ammettiamo l’esistenza, dovremmo ammettere che le differenze ereditarie fra le diverse popolazioni umane non riguardano solo l’aspetto fisico, ma anche le attitudini comportamentali e le capacità intellettive, che le differenze che riscontriamo fra uomo e uomo non sono per intero il prodotto dell’ambiente e dell’educazione, e a questo punto il dogma democratico dell’uguaglianza crolla miseramente.

Per questi motivi, stavolta l’aggiornamento del lavoro della nostra Ahnenerbe casalinga, più che la tematica delle origini in senso stretto,  riguarderà la problematica razziale.

Tutti noi conosciamo – penso – la vicenda di Galileo Galilei che fu uno degli episodi più drammatici della storia della scienza. Nel 1633, in seguito alla pubblicazione del “Dialogo dei Massimi Sistemi”, Galileo finì davanti al tribunale dell’inquisizione, che fu particolarmente duro nei suoi confronti perché nel 1616 aveva già ricevuto un’ingiunzione a non divulgare la teoria copernicana.

Ora immaginate che Galileo, invece di essere il coraggioso ribelle che fu, si fosse adeguato a quanto l’inquisizione e lo spirito censorio della controriforma pretendevano da lui. Con tutta probabilità, avrebbe cercato di non diffondere il copernicanesimo ma, essendo uno scienziato onesto e competente, la verità sarebbe trapelata quasi da ogni sua parola, e non sarebbe stato difficile “leggerla tra le righe”.

Il grande tabù della nostra epoca oggi non è la teoria di Copernico. Che il nostro pianeta giri intorno al sole, è un fatto assodato quasi per tutti (fanno per la verità eccezione gli islamici estremisti che lo negano in base a un passo del corano. Che l’islam sia un soprassalto di ignoranza e fanatismo fra le popolazioni meno acculturate di questo pianeta, questo è un fatto indubbio, e quei tradizionalisti, a cominciare da René Guenon, che vedono nell’islam una forza “tradizionale” probabilmente non si rendono conto a quale livello abbassano il concetto di tradizione, ma questo è un discorso che abbiamo ampiamente visto altre volte).

Il grande tabù della nostra epoca è la questione razziale. L’ortodossia democratica, i cui metodi sono indubbiamente più sottili ma non meno coercitivi, non meno in grado di distruggere la carriera e la vita delle persone di quanto lo fosse il tribunale dell’inquisizione, vuole imporci di non vedere l’esistenza delle razze – stranamente, in tutto il mondo animale, la specie umana sarebbe l’unica in cui non esistono razze – esattamente come l’inquisizione della controriforma pretendeva che non ci si rendesse conto che la nostra Terra e tutti gli altri pianeti del nostro sistema ruotano intorno al sole.

Un esempio di “Galileo consenziente” in questo campo potrebbe essere Luigi Luca Cavalli-Sforza, che è stato un pioniere nello studio della genetica delle popolazioni, e fa parte di una generazione di insigni ricercatori italiani che non è molto probabile sia destinata ad avere successori, stante il degrado delle nostre istituzioni accademiche e il pochissimo che l’Italia investe nella ricerca.

Mercoledì 5 novembre, “The Vice Channel Italia” ha pubblicato un’intervista a Cavalli-Sforza nell’occasione del novantaduesimo compleanno dello scienziato. Apparentemente, le sue affermazioni sono quanto di più ortodossamente antirazzista è possibile concepire, ma leggendo con attenzione fra le righe, si colgono i segni di una convinzione ben diversa, da parte di un uomo che ha dedicato la sua vita a questo genere di studi, in contrasto con l’ortodossia che “occorre” proclamare.

Tanto per cominciare, riflettendo le idee espresse da Cavalli-Sforza, l’articolo s’intitola “La sopravvivenza del più colto”. La cultura, la trasmissione di idee è un elemento di grande importanza nella storia umana, e oggi possiamo constatare quanto tende ad essere sottovalutata, sostituita dal fracasso mediatico e dall’esibizione di forza muscolare.

Come se non bastasse, sapete chi cita Cavalli-Sforza come grande esempio di grande sovrano promotore della cultura? Qualcuno a noi molto caro e da sempre inviso ai guelfi di ogni specie: il grande Federico II di Svevia.

Passiamo oltre: lo scienziato si lascia scappare un’osservazione che un “buon” inquisitore democratico (e sappiamo che ce ne sono a pacchi) dovrebbe avvertire come un campanello d’allarme:

“Le differenze veramente importanti vigono fra gli individui, non fra i gruppi”. Se è vero, e tutto lascia pensare che lo sia, diamo addio all’idea di evoluzione dell’umanità come fenomeno collettivo. Di colpo, ci torna alla mente Nietzsche che, non con il metodo scientifico, ma con l’intuizione poetica e il pensiero filosofico, è stato un geniale anticipatore:

“Lo scopo dell’umanità non può trovarsi al termine di essa, ma nei suoi tipi più elevati”.

Dal racconto che lo scienziato fa della storia delle sue ricerche, emergono fatti che è poco definire sconcertanti: ad esempio ricorda che per studiare il genoma della popolazione italiana occorsero tre anni, ma, quando si tratto di avviare nel 1991 l’ “Human Genome Diversity Project”, ce ne vollero dieci solo per definire il protocollo etico. Non c’è dubbio, la genetica e quello che potrebbe rivelarci su noi stessi, FANNO PAURA, fanno paura soprattutto al potere, perché potrebbero distruggere le favole democratiche.

Un altro episodio lo conferma: un progetto di studio sul DNA degli indiani Na-Dene del Canada fu aspramente avversato da un’associazione per la difesa dei diritti dei nativi americani, che l’accusò di essere “colonialista”, cosa tanto più assurda vista la fama di ricercatore “antirazzista” dello stesso Cavalli-Sforza. Ma non c’è niente da fare, ricerche di questo tipo fanno paura, anche perché sotto sotto c’è il timore generalizzato che da esse potrebbe uscire la verità che tutti, almeno a livello istintivo, conoscono ma nessuno vuole ammettere: l’eccellenza dell’uomo caucasico rispetto ad altri tipi umani.

Infine, la ciliegina sulla torta, una breve frase: “Etnia o razza vogliono dire quasi la stessa cosa”.

Ma come? Per decenni tutta l’antropologia culturale si è sforzata di spiegarci che il concetto di etnia è un concetto culturale che non ha nulla a che fare con l’ereditarietà biologica e la genetica, che a fare l’etnia sono il linguaggio, il modo di vestirsi, le credenze religiose, le usanze culturali e via dicendo, e questo qui, con una semplice frasetta spazza via decenni di elucubrazioni di Claude Levi-Strauss e allievi!

Non ci fermiamo qui, perché recentemente qualcuno, e precisamente gli amici del gruppo European and Indoeuropean Identity and Ethnic Religions, hanno rimesso in circolazione in internet un articolo apparso su La Repubblica.it del 2005. L’articolo di Armand Marie Leroi e tradotto da Emilia Benghi, ha un titolo che è tutto un programma (e almeno per questa volta, non si tratta certo di un programma di sinistra): “Razza: gli scienziati negano che esista, ma i dati genetici lo confermano”.

In realtà, noi sappiamo bene che se gli scienziati negano l’esistenza delle razze, questo non avviene per una loro particolare perversione o voglia di contrastare l’evidenza, ma – e ne abbiamo visto le volte precedenti diversi esempi che adesso non mi sembra necessario ripetere – perché costretti dal potere democratico che può “democraticamente” distruggere le loro carriere con estrema facilità.

L’articolo di Leroi è alquanto sorprendente, e tanto per essere chiari ne riporto uno stralcio:

“Se i moderni antropologi citano il concetto di razza, lo fanno invariabilmente solo per scoraggiarne l’uso e per bocciarlo. Lo stesso vale per molti genetisti. «La razza è un concetto sociale, non scientifico», sostiene il dottor Craig Venter, voce autorevole, poiché è stato il primo a “sequenziare” il genoma umano. L’ idea che le razze umane non siano altro che costrutti sociali è opinione prevalente da almeno trent’anni. Ma ora forse le cose sono sul punto di cambiare. Lo scorso autunno la prestigiosa rivista Nature Genetics ha dedicato un ampio supplemento all’interrogativo se le razze umane esistano e, in caso affermativo, che valenza abbiano.

L’ iniziativa editoriale era motivata in parte dal fatto che varie istituzioni sanitarie americane stanno attribuendo alla razza un ruolo importante nelle politiche per tutelare al meglio il pubblico, spesso a dispetto delle proteste degli scienziati. Nel supplemento circa due dozzine di genetisti hanno espresso le loro opinioni. Sotto il linguaggio specialistico, le frasi prudenti e la cortesia accademica, emerge chiaramente un dato: l’adesione alla tesi dei costrutti sociali si sta sfaldando. Alcuni sostengono addirittura che, se correttamente esaminati, i dati genetici dimostrano chiaramente che le razze esistono”.

Quanto sia autorevole il parere di Craig Venter, adesso lo sappiamo bene: quest’uomo, capofila degli scienziati antirazzisti si è (successivamente alla pubblicazione dell’articolo di Leroi che è del 2005, per la verità) rivelato niente altro che un ciarlatano. A una decina di anni di distanza dalla famosa mappatura del DNA umano del 2001, ha confessato di non aver mappato altro genoma che il proprio, e non – come aveva asserito – quello di centinaia di persone appartenenti alle più diverse popolazioni del pianeta, e successivamente ha ancor più compromesso la propria credibilità scientifica cercando di far passare un semplice batterio OGM come una vita artificiale creata ex novo.

Se gli antirazzisti fanno conto dell’autorevolezza di un uomo come Craig Venter, allora possiamo dormire sonni tranquilli, o almeno potremmo dormirli se il confronto fra loro e noi avvenisse su di una base paritaria, e alle loro spalle non ci fosse tutto il peso repressivo della macchina del potere, interessata a far sì che la gente non abbia modo di conoscere la verità.

Continuiamo ad esaminare questo articolo che contiene delle affermazioni davvero sorprendenti, si ha la sensazione che i redattori di “Repubblica” non si siano resi conto di cosa stessero pubblicando, e io penso di dover esprimere tutta la mia gratitudine agli amici che hanno ripescato dopo nove anni e mi hanno segnalato questo articolo davvero eccezionale:

“La razza è solo una semplificazione che ci consente di parlare razionalmente, benché non con grande precisione, delle differenze genetiche, piuttosto che culturali o politiche. Ma è una semplificazione a quanto pare necessaria. E’ particolarmente penoso vedere i genetisti umani rinnegare ipocritamente l’ esistenza delle razze pur indagando la relazione genetica tra «gruppi etnici». (…).

Il riconoscimento dell’esistenza delle razze dovrebbe avere vari effetti positivi. Tanto per cominciare eliminerebbe la frattura che vede governi e opinione pubblica ugualmente pronti ad accettare categorie di cui molti, forse la maggior parte degli studiosi e degli scienziati, negano l’esistenza. Secondo, ammettere l’esistenza delle razze può migliorare l’assistenza sanitaria. Razze diverse sono predisposte a contrarre patologie diverse. Un afroamericano corre un rischio di ammalarsi di cardiopatia ipertensiva o di cancro della prostata circa tre volte maggiore rispetto ad un americano di origini europee, ma nel suo caso il rischio di sviluppare la sclerosi multipla è dimezzato. Tali differenze potrebbero derivare da fattori socioeconomici, ma nonostante ciò i genetisti hanno iniziato a cercare di stabilire differenze legate alla razza nelle frequenze delle variabili genetiche che provocano le malattie. Sembra che le stiano trovando.

La razza può anche influenzare la terapia. Gli afroamericani rispondono poco ad alcuni dei farmaci principalmente usati nel trattamento delle cardiopatie – in particolare i betabloccanti e gli inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina. Le ditte farmaceutiche ne tengono conto. Molti nuovi farmaci oggi portano l’ avvertenza che la loro efficacia può risultare ridotta per alcuni gruppi etnici o razziali”.

Queste ultime affermazioni appaiono alquanto utopiche: certamente per il potere “democratico” la salute della gente conta enormemente di meno del mantenimento del dogma dell’inesistenza delle razze, e della spinta al mescolamento razziale, in obbedienza ai dettami del piano Kalergi.

Alla fine, il discorso è sempre quello, SI VUOLE che la gente pensi contro ogni evidenza che le razze non esistano per imporre una società meticcia frutto del mescolamento etnico, una società dove l’atomizzazione dell’individuo sia completa, non esistendo fra l’uno e l’altro alcun legame di etnia, di nazionalità, di appartenenza, quindi un’umanità facilmente manipolabile dal potere dietro le quinte.

La menzogna serve all’oppressione, e difendere la verità, la conoscenza della realtà delle cose, è il primo passo per difendere la libertà.

Fabio Calabrese

28 Comments

  • Michele Ruzzai 17 Novembre 2014

    Complimenti a Fabio Calabrese per questo bell’articolo.
    L’immagine di copertina, ripresa dal libro “The passing of the Great Race” di Madison Grant, mi offre oltretutto lo spunto per fare una piccola osservazione: la significativa somiglianza evidenziata tra la distribuzione della razza nordica – la parte in rosso – ed uno dei due valori estremi di scala della “prima componente principale” della variabilità genetica europea, segnalata da Cavalli Sforza. Mi sembra davvero significativo, e sintomatico di un certo approccio odierno, il fatto che la distribuzione di questa “componente principale” venga interpretata nell’ottica dell’avanzamento da sud-est verso nord-ovest dei primi agricoltori neolitici provenienti dall’Anatolia, oltretutto in maniera non del tutto corretta, dal momento che l’altro valore estremo non risiede nell’attuale Turchia (come dovrebbe essere, se la mappa di Cavalli Sforza rappresentasse il movimento migratorio partito da lì) ma nell’Arabia Saudita settentrionale, sede assolutamente incongrua in quest’ottica.
    Basta INVERTIRE il senso del movimento e ne esce un’onda con una dinamica da nord-ovest VERSO sud-est che, guarda caso, corrisponde ad una delle migrazioni preistoriche segnalatici da Julius Evola, probabilmente quella meno antica ma demograficamente più massiccia, che fu legata alla definitiva sommersione, dopo il cataclisma principale che distrusse Atlantide 13.000 anni fa, delle sue aree più settentrionali rimaste temporaneamente ancora intatte, comprendendo anche il “Doggerland” che risiedeva nell’attuale Mare del Nord; il fatto è peraltro confermato anche dalla ricerca preistorica “ufficiale” ed avvenne forse nel Mesolitico, da cui le ipotesi di Spanuth e Latham su un collegamento tra questo cataclisma e l’origine delle migrazioni indoeuropee.
    D’altro canto, non viviamo in tempi che hanno letteralmente INVERTITO ogni valore ed ogni prospettiva normale, in qualsiasi campo ?
    Un caro saluto
    Michele Ruzzai

  • Michele Ruzzai 17 Novembre 2014

    Complimenti a Fabio Calabrese per questo bell’articolo.
    L’immagine di copertina, ripresa dal libro “The passing of the Great Race” di Madison Grant, mi offre oltretutto lo spunto per fare una piccola osservazione: la significativa somiglianza evidenziata tra la distribuzione della razza nordica – la parte in rosso – ed uno dei due valori estremi di scala della “prima componente principale” della variabilità genetica europea, segnalata da Cavalli Sforza. Mi sembra davvero significativo, e sintomatico di un certo approccio odierno, il fatto che la distribuzione di questa “componente principale” venga interpretata nell’ottica dell’avanzamento da sud-est verso nord-ovest dei primi agricoltori neolitici provenienti dall’Anatolia, oltretutto in maniera non del tutto corretta, dal momento che l’altro valore estremo non risiede nell’attuale Turchia (come dovrebbe essere, se la mappa di Cavalli Sforza rappresentasse il movimento migratorio partito da lì) ma nell’Arabia Saudita settentrionale, sede assolutamente incongrua in quest’ottica.
    Basta INVERTIRE il senso del movimento e ne esce un’onda con una dinamica da nord-ovest VERSO sud-est che, guarda caso, corrisponde ad una delle migrazioni preistoriche segnalatici da Julius Evola, probabilmente quella meno antica ma demograficamente più massiccia, che fu legata alla definitiva sommersione, dopo il cataclisma principale che distrusse Atlantide 13.000 anni fa, delle sue aree più settentrionali rimaste temporaneamente ancora intatte, comprendendo anche il “Doggerland” che risiedeva nell’attuale Mare del Nord; il fatto è peraltro confermato anche dalla ricerca preistorica “ufficiale” ed avvenne forse nel Mesolitico, da cui le ipotesi di Spanuth e Latham su un collegamento tra questo cataclisma e l’origine delle migrazioni indoeuropee.
    D’altro canto, non viviamo in tempi che hanno letteralmente INVERTITO ogni valore ed ogni prospettiva normale, in qualsiasi campo ?
    Un caro saluto
    Michele Ruzzai

  • Anacronista 30 Novembre 2014

    La cosa più assurda è la concezione moderna secondo la quale si deve aspettare le conclusioni degli “scienziati” per confermare ciò che si è sempre avuto davanti agli occhi. Se certe caratteristiche esteriori e interiori sono tipiche di alcuni gruppi piuttosto che altri, è ovvio ed evidente che le razze esistono, né più né meno che per i cani o i gatti. Semmai la classificazione può entro certi limiti variare; non però la sostanza. Ma non aspettiamoci alcuna logica dal “politically correct”; non è buffo, ad esempio, che esistano leggi a favore delle minoranze razziali in paesi secondo cui le razze non esistono? Chiaramente, come scritto nell’articolo, la negazione assurda dell’evidenza ha il solo scopo di promuovere il meticciato globale e perfezionare l’atomizzazione della società a favore dei soliti noti.

  • Anacronista 30 Novembre 2014

    La cosa più assurda è la concezione moderna secondo la quale si deve aspettare le conclusioni degli “scienziati” per confermare ciò che si è sempre avuto davanti agli occhi. Se certe caratteristiche esteriori e interiori sono tipiche di alcuni gruppi piuttosto che altri, è ovvio ed evidente che le razze esistono, né più né meno che per i cani o i gatti. Semmai la classificazione può entro certi limiti variare; non però la sostanza. Ma non aspettiamoci alcuna logica dal “politically correct”; non è buffo, ad esempio, che esistano leggi a favore delle minoranze razziali in paesi secondo cui le razze non esistono? Chiaramente, come scritto nell’articolo, la negazione assurda dell’evidenza ha il solo scopo di promuovere il meticciato globale e perfezionare l’atomizzazione della società a favore dei soliti noti.

  • Darius 22 Maggio 2015

    All’inizio sono presenti due grossissime forzature nel discorso: la prima è che ammettere differenze dal punto di vista fisico porti inevitabilmente a dover accettare/riscontrare/affermare l’esistenza di differenze a livello comportamentale e di capacità intellettive, cosa mai provata da studi scientici e che scade in frenologia lombrosiana; la seconda è che l’ammissione di differenze negli esseri umani dal punto di vista intellettivo, comportamentale e fisico (le prime due già smentite) faccia crollare la democrazia, questa è una gigantesca idiozia, le differenze tra le persone sussistono eccome e sono sotto gli occhi di tutti, come il quoziente intellettivo, le prestazioni fisiche sportive migliori, l’equilibrio mentale migliore, l’attitudine allo studio… La democrazia non si basa sull’eguaglianza delle persone, ma sulla parità di diritti e doveri slegati da qualsiasi differenza, in pratica una persona più intelligente ha gli stessi diritti di una meno intelligente, ma non per questo si nega che la prima è più intelligente della seconda.

  • Darius 22 Maggio 2015

    All’inizio sono presenti due grossissime forzature nel discorso: la prima è che ammettere differenze dal punto di vista fisico porti inevitabilmente a dover accettare/riscontrare/affermare l’esistenza di differenze a livello comportamentale e di capacità intellettive, cosa mai provata da studi scientici e che scade in frenologia lombrosiana; la seconda è che l’ammissione di differenze negli esseri umani dal punto di vista intellettivo, comportamentale e fisico (le prime due già smentite) faccia crollare la democrazia, questa è una gigantesca idiozia, le differenze tra le persone sussistono eccome e sono sotto gli occhi di tutti, come il quoziente intellettivo, le prestazioni fisiche sportive migliori, l’equilibrio mentale migliore, l’attitudine allo studio… La democrazia non si basa sull’eguaglianza delle persone, ma sulla parità di diritti e doveri slegati da qualsiasi differenza, in pratica una persona più intelligente ha gli stessi diritti di una meno intelligente, ma non per questo si nega che la prima è più intelligente della seconda.

  • Lucio Tassi 22 Maggio 2015

    Caro Darius, immagino che tu sia l’ennesimo ebetino democratico “antifascista”, che mangia le banane contro il “razzismo”, che lotta per “i diritti dei gay” e altri personaggi da psichiatria. Che ci siano popoli che hanno costruito civiltà straordinarie che hanno forgiato il mondo e popoli in cui si vede solo la miseria morale, non c’è bisogno di studi scientifici, basta vedere la realtà nuda e cruda. Che ci siano uomini SUPERIORI E DEGNI, e uomini squallidamente INFERIORI, che non si capisce la loro esistenza, anche qui basta aprire gli occhi. Capisco che faccia male a gente psicologicamente fragile come te. So che vi piacerebbe nascondere la realtà creando quel paradiso in terra che é la società multirazziale, femminista, gay-friendly, ecc.. in tutto si confonde, in cui gli uomini superiori vengono umiliati, derisi da plebaglia rancorosa. Aspetto di vedere come ti comporterai di fronte a un negretto desiderosi di vendetta verso i bianchi “sfruttatori, o di fronte a un esaltato del Califfato. Gli parlerai dei valori della democrazia? Povero cretino!

  • Lucio Tassi 22 Maggio 2015

    Caro Darius, immagino che tu sia l’ennesimo ebetino democratico “antifascista”, che mangia le banane contro il “razzismo”, che lotta per “i diritti dei gay” e altri personaggi da psichiatria. Che ci siano popoli che hanno costruito civiltà straordinarie che hanno forgiato il mondo e popoli in cui si vede solo la miseria morale, non c’è bisogno di studi scientifici, basta vedere la realtà nuda e cruda. Che ci siano uomini SUPERIORI E DEGNI, e uomini squallidamente INFERIORI, che non si capisce la loro esistenza, anche qui basta aprire gli occhi. Capisco che faccia male a gente psicologicamente fragile come te. So che vi piacerebbe nascondere la realtà creando quel paradiso in terra che é la società multirazziale, femminista, gay-friendly, ecc.. in tutto si confonde, in cui gli uomini superiori vengono umiliati, derisi da plebaglia rancorosa. Aspetto di vedere come ti comporterai di fronte a un negretto desiderosi di vendetta verso i bianchi “sfruttatori, o di fronte a un esaltato del Califfato. Gli parlerai dei valori della democrazia? Povero cretino!

  • Accad 24 Maggio 2015

    “La democrazia si basa su….”. Quale democrazia? Quella sovietica? Quella americana? Quella islamica? Quella ateniese? O cosa? Qualcuno scrisse: <>.
    La democrazia “primeva” ossia l’ateniese, escludeva coloro che non erano cittadini, coloro che non possedevano e coloro che erano schiavi; e questa fu la prima democrazia figuriamoci le attuali.

  • Accad 24 Maggio 2015

    “La democrazia si basa su….”. Quale democrazia? Quella sovietica? Quella americana? Quella islamica? Quella ateniese? O cosa? Qualcuno scrisse: <>.
    La democrazia “primeva” ossia l’ateniese, escludeva coloro che non erano cittadini, coloro che non possedevano e coloro che erano schiavi; e questa fu la prima democrazia figuriamoci le attuali.

  • Michele Ruzzai 24 Maggio 2015

    In merito al discorso sulla democrazia, io credo che uno dei punti fondamentali sia quello inerente alle modalità della “partecipazione” del cittadino al bene comune, e quindi al diritto di voto. Oggi, questo viene garantito in partenza e quindi dato per scontato per il solo fatto di “esistere”, a prescindere dalla qualità, dalla preparazione e dall’impegno della persona che ne beneficia. A mio avviso, invece, il diritto di voto dovrebbe essere un traguardo finale, l’attestazione consequenziale di un atteggiamento, liberamente scelto e potenzialmente accessibile alla più amplia platea (salvo alcune limitazioni di base quali, ad esempio, un livello minimo di istruzione, l’assenza di reati penali contro il patrimonio e la persona…), atteggiamento volto non solo al soddisfacimento delle propre attività e necessità personali, ma anche ad una tensione più generale e meno individualistica verso la Comunità alla quale si appartiene. A quel punto, la persona in questione avrebbe legittimamente il diritto di esprimere un parere in merito a tematiche di più ampia portata, mentre in caso contrario il suo potere dovrebbe a mio avviso circoscriversi al solo ambito di strutture più esecutivo-corporative legate all’attività lavorativa esercitata.

  • Michele Ruzzai 24 Maggio 2015

    In merito al discorso sulla democrazia, io credo che uno dei punti fondamentali sia quello inerente alle modalità della “partecipazione” del cittadino al bene comune, e quindi al diritto di voto. Oggi, questo viene garantito in partenza e quindi dato per scontato per il solo fatto di “esistere”, a prescindere dalla qualità, dalla preparazione e dall’impegno della persona che ne beneficia. A mio avviso, invece, il diritto di voto dovrebbe essere un traguardo finale, l’attestazione consequenziale di un atteggiamento, liberamente scelto e potenzialmente accessibile alla più amplia platea (salvo alcune limitazioni di base quali, ad esempio, un livello minimo di istruzione, l’assenza di reati penali contro il patrimonio e la persona…), atteggiamento volto non solo al soddisfacimento delle propre attività e necessità personali, ma anche ad una tensione più generale e meno individualistica verso la Comunità alla quale si appartiene. A quel punto, la persona in questione avrebbe legittimamente il diritto di esprimere un parere in merito a tematiche di più ampia portata, mentre in caso contrario il suo potere dovrebbe a mio avviso circoscriversi al solo ambito di strutture più esecutivo-corporative legate all’attività lavorativa esercitata.

  • Darius 25 Maggio 2015

    Complimenti per la risposta, come se avessi difeso il sistema democratico concepito attualmente. Le ragioni per le quali non è ben concepito le ha individuate Ruzzai, mentre il caro Lucio è partito subito vomitando le solite trite e ritrite idiozie sulla società multirazziale e sui pericolosissimi froci. Ora dimmi, per quale motivo la filosofia è nata in Grecia e non in Germania? Forse perché le condizioni ambientali hanno permesso a quei popoli di non dover solo pensare a mangiare e sopravvivere per tutta la loro vita? Ah no scusa, probabilmente tu ritieni i nordici i portatori di qualsiasi forma di civiltà, probabilmente pure in Giappone lol. E visto che ti preoccupi tanto di beduini invasati di Maometto, cosa credi che essere democratico significhi essere un coglione che sventola l’ulivo? Dai prova con qualche zucchetta dei centri sociali, io sono razionalista e voi invasati romantici che esigono che tutti diano via il culo per la comunità che piace a loro potete anche sparire.

  • Darius 25 Maggio 2015

    Complimenti per la risposta, come se avessi difeso il sistema democratico concepito attualmente. Le ragioni per le quali non è ben concepito le ha individuate Ruzzai, mentre il caro Lucio è partito subito vomitando le solite trite e ritrite idiozie sulla società multirazziale e sui pericolosissimi froci. Ora dimmi, per quale motivo la filosofia è nata in Grecia e non in Germania? Forse perché le condizioni ambientali hanno permesso a quei popoli di non dover solo pensare a mangiare e sopravvivere per tutta la loro vita? Ah no scusa, probabilmente tu ritieni i nordici i portatori di qualsiasi forma di civiltà, probabilmente pure in Giappone lol. E visto che ti preoccupi tanto di beduini invasati di Maometto, cosa credi che essere democratico significhi essere un coglione che sventola l’ulivo? Dai prova con qualche zucchetta dei centri sociali, io sono razionalista e voi invasati romantici che esigono che tutti diano via il culo per la comunità che piace a loro potete anche sparire.

  • Lucio Tassi 26 Maggio 2015

    Caro Darius! mi spiace per te ma sono qua e non sparisco.
    a) “ritieni i nordici i portatori di qualsiasi forma di civiltà, probabilmente pure in Giappone”, nel mio articolo non hai mai accennato a nessuna superiorità nordica, ritengo che gli europei TUTTI e gli asiatici (Sì, i brutti “musi gialli), sono stati i popoli che hanno plasmato il mondo come lo conosciamo, e ci hanno donato arti incommensurabili,mentre altri popoli, a cominciare dall’Africa subsahariana non hanno concepito nulla di significativo. Per la cronaca sto leggendo molti autori greci e dell’India Antica!
    b)”pericolosissimi froci”. I gay é gente che ha problemi con la loro sessualità (l’omosessualità come concetto non esiste da nessuna parte). Semplice scaricano i loro problemi sessuali e il loro rancore sugli altri che hanno una sessualità normale, e oggi grazie alle lobby mediatiche, e grazie anche alla cara democrazia che si preoccupa di tutelare le minoranze prentendono addirittura di imporsi come modello sociale. Stia tranquillo, non ho fobia dei gay, semplicemente mi fanno pena.
    c) “E visto che ti preoccupi tanto di beduini invasati di Maometto, cosa credi che essere democratico significhi essere un coglione che sventola l’ulivo?”. Non mi preoccupo dei beduini, semplicemente trovo divertente come possono convivere la società democratica-progressista-femminista e la mentalità islamica.
    d) “io sono razionalista e voi invasati romantici che esigono che tutti diano via il culo per la comunità”. Io sono razionalista più di tanti che si proclamano alla ragione, e invece non sono che cristiani spretati, a cominciare dagli atei laicisti. Semplicemente io sono orgoglioso di essere europeo e difendo il mio continente. C’è qualcuno che non è orgoglioso? Semplicemente vada a farsi fottere.
    Il suo invito a sparire è il più fulgido esempio di che cos’è oggi la democrazia. Tollerare qualsiasi idiozia (quelle sì vere). purchè rientri nei canoni del politicamente corretto, zittire, aggredire, sognare di mandare al rogo, chinque si discosta da questa linea.
    Caro Darius! mi spiace per te ma sono qua e non sparisco.
    a) “ritieni i nordici i portatori di qualsiasi forma di civiltà, probabilmente pure in Giappone”, nel mio articolo non hai mai accennato a nessuna superiorità nordica, ritengo che gli europei TUTTI e gli asiatici (Sì, i brutti “musi gialli), sono stati i popoli che hanno plasmato il mondo che conosciamo, mentre altri popoli, a cominciare dall’Africa subsahariana non hanno concepito nulla di significativo. Per la cronaca sto leggendo molti autori greci e dell’India Antica!
    b)”pericolosissimi froci”. I gay é gente che ha problemi con la loro sessualità (l’omosessualità come concetto non esiste da nessuna parte). Semplice scaricano i loro problemi sessuali e il loro rancore sugli altri che hanno una sessualità normale, e oggi grazie alle lobby mediatiche, e grazie anche alla cara democrazia che si preoccupa di tutelare le minoranze prentendono addirittura di imporsi come modello sociale. Stia tranquillo, non ho fobia dei gay, semplicemente mi fanno pena.
    c) “E visto che ti preoccupi tanto di beduini invasati di Maometto, cosa credi che essere democratico significhi essere un coglione che sventola l’ulivo?”. Non mi preoccupo dei beduini, semplicemente trovo divertente come possono convivere la società democratica-progressista-femminista con la mentalità islamica.
    d) “io sono razionalista e voi invasati romantici che esigono che tutti diano via il culo per la comunità”. Io sono razionalista più di tanti che si proclamano alla ragione, e invece non sono che cristiani spretati, a cominciare dagli atei laicisti. Semplicemente io sono orgoglioso di essere europeo e difendo il mio continente. C’è qualcuno che non è orgoglioso? Semplicemente vada a farsi fottere.
    Il suo invito a sparire è il più fulgido esempio di che cos’è oggi la democrazia. Tollerare qualsiasi idiozia (quelle sì vere). purchè rientri nei canoni del politicamente corretto, zittire, aggredire, sognare di mandare al rogo, chinque si discosta da questa linea.
    Caro Darius! mi spiace per te ma sono qua e non sparisco.
    a) “ritieni i nordici i portatori di qualsiasi forma di civiltà, probabilmente pure in Giappone”, nel mio articolo non hai mai accennato a nessuna superiorità nordica, ritengo che gli europei TUTTI e gli asiatici (Sì, i brutti “musi gialli), sono stati i popoli che hanno plasmato il mondo che conosciamo, mentre altri popoli, a cominciare dall’Africa subsahariana non hanno concepito nulla di significativo. Per la cronaca sto leggendo molti autori greci e dell’India Antica!
    b)”pericolosissimi froci”. I gay é gente che ha problemi con la loro sessualità (l’omosessualità come concetto non esiste da nessuna parte). Semplice scaricano i loro problemi sessuali e il loro rancore sugli altri che hanno una sessualità normale, e oggi grazie alle lobby mediatiche, e grazie anche alla cara democrazia che si preoccupa di tutelare le minoranze prentendono addirittura di imporsi come modello sociale. Stia tranquillo, non ho fobia dei gay, semplicemente mi fanno pena.
    c) “E visto che ti preoccupi tanto di beduini invasati di Maometto, cosa credi che essere democratico significhi essere un coglione che sventola l’ulivo?”. Non mi preoccupo dei beduini, semplicemente trovo divertente come possono convivere la società democratica-progressista-femminista con la mentalità islamica.
    d) “io sono razionalista e voi invasati romantici che esigono che tutti diano via il culo per la comunità”. Io sono razionalista più di tanti che si proclamano alla ragione, e invece non sono che cristiani spretati, a cominciare dagli atei laicisti. Semplicemente io sono orgoglioso di essere europeo e difendo il mio continente. C’è qualcuno che non è orgoglioso? Semplicemente vada a farsi fottere.
    Il suo invito a sparire è il più fulgido esempio di che cos’è oggi la democrazia. Tollerare qualsiasi idiozia (quelle sì vere). purchè rientri nei canoni del politicamente corretto, zittire, aggredire, sognare di mandare al rogo, chinque si discosta da questa linea.
    Spariscono gli uomini codardi come lei. Saluti.

  • Lucio Tassi 26 Maggio 2015

    Caro Darius! mi spiace per te ma sono qua e non sparisco.
    a) “ritieni i nordici i portatori di qualsiasi forma di civiltà, probabilmente pure in Giappone”, nel mio articolo non hai mai accennato a nessuna superiorità nordica, ritengo che gli europei TUTTI e gli asiatici (Sì, i brutti “musi gialli), sono stati i popoli che hanno plasmato il mondo come lo conosciamo, e ci hanno donato arti incommensurabili,mentre altri popoli, a cominciare dall’Africa subsahariana non hanno concepito nulla di significativo. Per la cronaca sto leggendo molti autori greci e dell’India Antica!
    b)”pericolosissimi froci”. I gay é gente che ha problemi con la loro sessualità (l’omosessualità come concetto non esiste da nessuna parte). Semplice scaricano i loro problemi sessuali e il loro rancore sugli altri che hanno una sessualità normale, e oggi grazie alle lobby mediatiche, e grazie anche alla cara democrazia che si preoccupa di tutelare le minoranze prentendono addirittura di imporsi come modello sociale. Stia tranquillo, non ho fobia dei gay, semplicemente mi fanno pena.
    c) “E visto che ti preoccupi tanto di beduini invasati di Maometto, cosa credi che essere democratico significhi essere un coglione che sventola l’ulivo?”. Non mi preoccupo dei beduini, semplicemente trovo divertente come possono convivere la società democratica-progressista-femminista e la mentalità islamica.
    d) “io sono razionalista e voi invasati romantici che esigono che tutti diano via il culo per la comunità”. Io sono razionalista più di tanti che si proclamano alla ragione, e invece non sono che cristiani spretati, a cominciare dagli atei laicisti. Semplicemente io sono orgoglioso di essere europeo e difendo il mio continente. C’è qualcuno che non è orgoglioso? Semplicemente vada a farsi fottere.
    Il suo invito a sparire è il più fulgido esempio di che cos’è oggi la democrazia. Tollerare qualsiasi idiozia (quelle sì vere). purchè rientri nei canoni del politicamente corretto, zittire, aggredire, sognare di mandare al rogo, chinque si discosta da questa linea.
    Caro Darius! mi spiace per te ma sono qua e non sparisco.
    a) “ritieni i nordici i portatori di qualsiasi forma di civiltà, probabilmente pure in Giappone”, nel mio articolo non hai mai accennato a nessuna superiorità nordica, ritengo che gli europei TUTTI e gli asiatici (Sì, i brutti “musi gialli), sono stati i popoli che hanno plasmato il mondo che conosciamo, mentre altri popoli, a cominciare dall’Africa subsahariana non hanno concepito nulla di significativo. Per la cronaca sto leggendo molti autori greci e dell’India Antica!
    b)”pericolosissimi froci”. I gay é gente che ha problemi con la loro sessualità (l’omosessualità come concetto non esiste da nessuna parte). Semplice scaricano i loro problemi sessuali e il loro rancore sugli altri che hanno una sessualità normale, e oggi grazie alle lobby mediatiche, e grazie anche alla cara democrazia che si preoccupa di tutelare le minoranze prentendono addirittura di imporsi come modello sociale. Stia tranquillo, non ho fobia dei gay, semplicemente mi fanno pena.
    c) “E visto che ti preoccupi tanto di beduini invasati di Maometto, cosa credi che essere democratico significhi essere un coglione che sventola l’ulivo?”. Non mi preoccupo dei beduini, semplicemente trovo divertente come possono convivere la società democratica-progressista-femminista con la mentalità islamica.
    d) “io sono razionalista e voi invasati romantici che esigono che tutti diano via il culo per la comunità”. Io sono razionalista più di tanti che si proclamano alla ragione, e invece non sono che cristiani spretati, a cominciare dagli atei laicisti. Semplicemente io sono orgoglioso di essere europeo e difendo il mio continente. C’è qualcuno che non è orgoglioso? Semplicemente vada a farsi fottere.
    Il suo invito a sparire è il più fulgido esempio di che cos’è oggi la democrazia. Tollerare qualsiasi idiozia (quelle sì vere). purchè rientri nei canoni del politicamente corretto, zittire, aggredire, sognare di mandare al rogo, chinque si discosta da questa linea.
    Caro Darius! mi spiace per te ma sono qua e non sparisco.
    a) “ritieni i nordici i portatori di qualsiasi forma di civiltà, probabilmente pure in Giappone”, nel mio articolo non hai mai accennato a nessuna superiorità nordica, ritengo che gli europei TUTTI e gli asiatici (Sì, i brutti “musi gialli), sono stati i popoli che hanno plasmato il mondo che conosciamo, mentre altri popoli, a cominciare dall’Africa subsahariana non hanno concepito nulla di significativo. Per la cronaca sto leggendo molti autori greci e dell’India Antica!
    b)”pericolosissimi froci”. I gay é gente che ha problemi con la loro sessualità (l’omosessualità come concetto non esiste da nessuna parte). Semplice scaricano i loro problemi sessuali e il loro rancore sugli altri che hanno una sessualità normale, e oggi grazie alle lobby mediatiche, e grazie anche alla cara democrazia che si preoccupa di tutelare le minoranze prentendono addirittura di imporsi come modello sociale. Stia tranquillo, non ho fobia dei gay, semplicemente mi fanno pena.
    c) “E visto che ti preoccupi tanto di beduini invasati di Maometto, cosa credi che essere democratico significhi essere un coglione che sventola l’ulivo?”. Non mi preoccupo dei beduini, semplicemente trovo divertente come possono convivere la società democratica-progressista-femminista con la mentalità islamica.
    d) “io sono razionalista e voi invasati romantici che esigono che tutti diano via il culo per la comunità”. Io sono razionalista più di tanti che si proclamano alla ragione, e invece non sono che cristiani spretati, a cominciare dagli atei laicisti. Semplicemente io sono orgoglioso di essere europeo e difendo il mio continente. C’è qualcuno che non è orgoglioso? Semplicemente vada a farsi fottere.
    Il suo invito a sparire è il più fulgido esempio di che cos’è oggi la democrazia. Tollerare qualsiasi idiozia (quelle sì vere). purchè rientri nei canoni del politicamente corretto, zittire, aggredire, sognare di mandare al rogo, chinque si discosta da questa linea.
    Spariscono gli uomini codardi come lei. Saluti.

  • Lucio Tassi 26 Maggio 2015

    Ho sbagliato a fare copia e incolla, e ci sono tre copie del mio articolo. Mi scuso e spero si capisca il mio contenuto

  • Lucio Tassi 26 Maggio 2015

    Ho sbagliato a fare copia e incolla, e ci sono tre copie del mio articolo. Mi scuso e spero si capisca il mio contenuto

  • Darius 1 Giugno 2015

    Caro Luciano, a quanto pare abbiamo idee più simili di quanto pensassi dal tuo primo commento che era estremamente aggressivo in modo del tutto ingiustificato. Non sono affatto un eunuco di sinistra amante dell’idiozia spacciata per diversità, ma non sono nemmeno una persona che giudica un’altra in base alla sua discendenza razziale. Sono d’accordo che la cultura di molti popoli è incompatibile con la nostra attuale, semplicemente perché siamo più moderni e razionali di loro, e questo comprende anche le religioni in generale. Il mio invito a sparire era ovviamente figurato, dato che un romantico vive con una mentalità che si rifà a 200 anni fa e solitamente ha velleità di imporla a tutti quanti.

  • Darius 1 Giugno 2015

    Caro Luciano, a quanto pare abbiamo idee più simili di quanto pensassi dal tuo primo commento che era estremamente aggressivo in modo del tutto ingiustificato. Non sono affatto un eunuco di sinistra amante dell’idiozia spacciata per diversità, ma non sono nemmeno una persona che giudica un’altra in base alla sua discendenza razziale. Sono d’accordo che la cultura di molti popoli è incompatibile con la nostra attuale, semplicemente perché siamo più moderni e razionali di loro, e questo comprende anche le religioni in generale. Il mio invito a sparire era ovviamente figurato, dato che un romantico vive con una mentalità che si rifà a 200 anni fa e solitamente ha velleità di imporla a tutti quanti.

  • Anonimo 1 Giugno 2015

    Darius ti ricordo che quelli che parlavano di “democrazia” all’inizio dell’età moderna erano gli illuministi che criticavano la monarchia in quanto non ritenevano valido il diritto divino e affermavano che tutti gli esseri umani all’interno DI UNO STESSO POPOLO erano tra di loro non certo uguali ma simili, nessuno dei grandi dell’illuminismo avrebbe mai detto la sciocchezza che uno che fosse nato e cresciuto in Francia o in Inghilterra, sarebbe mai stato un giorno come un francese o un inglese (quelli veri si intende), forse l’unico che avrebbe potuto sostenere una cosa del genere era Rousseau, ma si sa che era uno che aveva le sue turpe mentali (si fa riferimento alla fatto che era un pedofilo chiaramente). Per trovare qualche altro autore famoso che sostenga una cosa del genere bisogna aspettare Karl Marx e abbiamo visto tutti a cosa hanno portato le sue “brillanti” teorie, teorie di cui oggi sono invasati Unione Europea (non Europa!) e Stati Uniti d’America, Stati Uniti di cui Marx, da questo punto di vista, sarebbe molto orgoglioso e che di certo lo sarebbero per George Washington. Poi si può affermare che l’impero romano fosse “multietnico” e infatti ci sono stai imperatori romani che, oltre di Roma, erano di origine, gallica, iberica, greca, illirica ecc anche dall’oriente ma mai africani, quei romani che parlavano tanto dell’idea di popolo, il popolo di Roma, strano! Insomma impero multietnico si, ma come l’Europa del 1800! O di come, dopo la caduta dell’impero romano, ci sia stata una forte rinascita della civiltà solo dove sono arrivati popoli nordici e non nelle altre vecchie parti dell’impero. O come la civiltà sia nata in medio oriente e poi non si sa perché, non hanno più fatto niente, se non qualche nota a margine di minor rilievo. O si può anche dire che i greci non erano un popolo nordico, infatti quasi tutti i loro dei avevano gli occhi chiari e spesso anche i capelli, gli eroi dell’iliade erano quasi tutti biondi e con gli occhi chiari, e guarda caso Achille era biondo occhi azzurri. Poi che la filosofia stessa sia nata dai greci e sia qualcosa di tipicamente europeo è un fatto noto a tutti, secondo il tuo ragionamento popoli a cui non era più necessario l’impegnarsi completamente per sopravvivere sarebbero dovuti arrivare prima alla filosofia, ma allora perché non ci sono riusciti prima tutti i popoli delle altre parti del mondo che avevano già imperi e grandi forze economiche ? Spero che non vorrai affermare che la filosofia si sia in qualche modo originata dall’oriente perché qua cadiamo nel ridicolo.

    Ti ricordo inoltre che gli stessi che affermano la democrazia (che vuol dire potere al popolo) sono i primi che negano l’esistenza dei popoli, che gli riducono ad un ammasso di individui, a una popolazione e basta, mi dici come può esserci una democrazia senza popolo ?? L’applicazione in certi ambiti del contrattualismo da parte dei rivoluzionari francesi era, in molti casi, l’affermazione di qualcosa che esisteva già realmente e non l’inverso che sarebbe crollato su se stesso come (casualmente) è capitato all’URSS, tra l’altro dove non c’è mai stato il vero comunismo ma ci si è fermati alla “fase” di dittatura del proletariato, non solo perchè non c’era la volontà dei suoi padroni di arrivare ad attuarlo ma perchè era un utopia e per di più sbagliata e ingiusta anche a livello teorico. Ciò che è stato iniziato dall’illumismo è stato portato avanti e completato dal romanticismo e dalla cultura del 1900, certo che gli illuministi dovevano iniziare da qualche parte nel loro studio ma fermarsi all’aspetto e alla visione razionalista del mondo mi sembra davvero molto limitante e inoltre considera che non c’è opposizione serrata tra illuminismo e romanticismo, ma semplicemente per motivi temporali il secondo ha potuto completare, correggere e ampliare il primo. Che le differenze fisiche portano anche a differenze caratteriali e intellettuali è evidente, negarlo vorrebbe dire negare la realtà, siamo fatti anche di “carne” la dualità “assoluta” tra anima e corpo non corrisponde al vero, ambedue vanno a costituire il nostro essere.

    Mi permetto di dire che non penso che qua si discuta tanto se la democrazia stia effettivamente in piedi o no ma della qualità di questo “sistema”, di come esso sia o no, se esso sia giusto, libero e corrisponda al vero, il fatto che temporalmente e spazialmente sia più o meno esteso è soltanto indicativo.

    In commento all’articolo dico che probabilmente chi come René Guenon vedono nell’islam qualcosa di “tradizionale”, o vedono quelle poche manifestazioni di vera cultura che ha avuto il mondo islamico e che si sono potute originare dal residuo lasciato da altre culture e sopratutto popoli, oppure hanno un concetto di tradizione come di qualcosa legato, non al suo valore in sè, ma al tempo, in pratica un’abitudine. Poi ci sarebbe la questione che ogni cultura e influenza quando arriva dall’esterno viene assimilata “a modo” della cultura che la riceve, mi spiego meglio, il cristianesimo, dove è arrivato in Europa, ha preso un “carattere” europeo in quanto, se così non fosse stato, sarebbe stato rifiutato in blocco dagli europei, si è dovuto adattare insomma, ma ciò ha continuato a creare tensione all’interno del nostro mondo perchè era qualcosa che alla fine non corrispondeva al modo di essere europeo. Questa tensione poi, insieme ad altre cause ovviamente, è andata a concorrere ad avvenimenti come lo scontro tra chiesa e impero e l’ulteriore scissione tra la chiesa cattolica di Roma e le varie professioni protestanti che gia avvertivano il bisogno di qualcosa di diverso e così mediando la chiesa cattolica con il concilio di Trento e altre riforme e i protestanti con le loro professioni sono riusciti a conservarsi fino ai giorni nostri. Altri fatti che risentono in modo minore di questa tensione possono essere i sentimenti di contrasto alla società che saranno tra le premesse della rivoluzione francese e dei movimenti sviluppati nel 1800 dove non a caso riesce a emergere per contrasto una forma vuota di ateismo data dal sofismo marxista. Fatto sta che gli europei quando pensano al cristianesimo difficilmente hanno un idea di esso che sia quella vera, originaria dei testi sacri, molti europei che professano il cristianesimo se gli capita di leggere la bibbia, al di là delle possibili difficoltà linguistiche, si sentono smarriti, ciò si avverte anche in una parte della chiesa stessa che non riesce ad accettare questo “eccesso” di cosmopolitismo e mondialismo a cui la chiesa è tornata, il Cristo e il Dio che si immaginano gli europei centrano poco o niente con il cristo e il dio abramitici (per quanto questa frase possa sembrare logicamente contraddittoria ha un suo perché dato dal senso del dissidio che esprime). Analogo vale per l’islam, l’islam quello vero non è per niente una religione di pace se non quando sono tutti musulmani o morti, al limite schiavi, nel Corano c’è scritto esplicitamente e la “tradizione” lo conferma, i così detti musulmani moderati non sono veri musulmani al massimo sono di cultura musulmana ma nulla di più, esattamente come il cristiano che non va a messa la Domenica né tanto meno dice le preghiere prima di andare a dormire, è un vero cristiano.

    Riguardo alla frase “Etnia o razza vogliono dire quasi la stessa cosa” penso ci sia la possibilità che intendesse dire che razza sia il modo che alcuni usano per indicare l’etnia, forse ripensando al fatto che le razze sono nient’altro che i tipi umani ma ciò presupporrebbe la totale negazione dell’evidenza delle caratteristiche fisiche e comunque se a fare l’etnia sarebbero il linguaggio, il modo di vestirsi, le credenze religiose, le usanze culturali ecc allora che cosa è che fa queste ultime ? Perciò ritengo molto più probabile l’interpretazione da lei esposta, se come da qui traspare, il “sistema” ha bisogno di un controllo sempre più stretto intorno alla ricerca scientifica vuol dire che si sta avvicinando a mostrare una validità come quella dell’URSS, ma ciò non vuol dire per niente che sia prossimo al crollo, tutt’altro, la sua fase terminale non sarà necessariamente quella in cui sarà più debole ma semplicemente il termine del suo sviluppo.
    A mio modesto parere il problema delle razze non sta tanto nel fatto che esso sia un concetto culturale, scientifico o altro perché la loro esistenza è evidente a tutti ma nel fatto che anche se le scienze così dette “moderne” non potessero dare la prova dell’esistenza delle razze o avrebbero un difetto al loro interno o più semplicemente non sarebbero idonee a questa indagine, perché ciò vorrebbe dire che esse negano l’evidenza e sarebbe come dire che “i nervi portano al cuore”. Per quanto le scienze empiriche ci hanno dimostrato che i loro risultati, oltre a importanti sviluppi pratici, ci danno conoscenza, anche con un alto grado di certezza, non bisogna cadere nell’errore di considerare valide solo esse, come fanno molti al giorno d’oggi (e che genialmente inseriscono tra queste anche la matematica). Esistono altre scienze ed ognuna ha la sua validità, la verità sta nell’intero e questa non è una conquista ottenuta dalle scienze empiriche.

    • Primula Nera 2 Giugno 2015

      E qui ti sbagli,vi sono stati imperatori anche di origine africana,Settimio Severo nacque a Leptis Magna in Libia,ed era di origine berbera.E ,ad essere sinceri,fu anche uno tra gli imperatori migliori,oltre a dare vita a una intera dinastia(quella dei Severi).

      • Anonimo 2 Giugno 2015

        Non sono stato molto chiaro in effetti, nella prima parte della frase intendevo dire che erano di origine gallica, iberica ecc ma non mi importa affatto da dove vengono ma che cosa sono, anche se venissero dal Sud Africa non è detto che sia un problema. Africano è un termine che uso per evitare di andare in giro come un deficiente a dire “nero”, “di colore” o cose del genere, che lo si vuole o no la neo-lingua cambia valore alle cose o le inventa addirittura. I berberi probabilmente, non erano una popolazione strettamente associabile agli africani in genere, al loro interno ci sono anche tratti di biondismo, pertanto non mi esprimo a riguardo. Comunque non cambia il succo del discorso perchè 1 o 2 possono anche capitare e considerando come abbia preso il potere. Per essere migliori io credo che oltre ad essere “forte” “potente” ecc si debba andare nella direzione giusta, fare qualcosa di “positivo” e leggendo da Wikipedia che dice: “Severo, una volta divenuto imperatore, avviò importanti riforme militari che toccarono numerosi aspetti dell’esercito romano e che costituirono le basi del successivo sistema fondato sugli imperatori militari” “Creò la prima forma di autocrazia militare, togliendo potere al Senato dopo aver messo a morte numerosi membri dello stesso” ” ricambiò l’ostilità senatoria subito dopo la vittoria su Clodio Albino, ordinando l’esecuzione di 29 senatori” “sostituendoli con suoi favoriti, soprattutto africani e siriani” “attribuì e ampliò i poteri degli ufficiali dell’esercito investendoli anche di cariche pubbliche che erano solitamente appannaggio del senato.” “Utilizzò i proventi della vendita delle terre confiscate agli avversari politici per creare una cassa imperiale privata, il fiscus. Il fiscus era distinto dall’aerarium che era la cassa dello Stato” ” Appena giunto a Roma avviò l’epurazione della guardia pretoriana, che dopo due secoli di dominio dell’influenza italica (…), fu smantellata e riorganizzata con quadri e organici a lui fedeli, tratti dal contingente danubiano. Da allora in poi l’accesso alla Guardia Pretoriana, un tempo avente un prerequisito geografico e culturale, sarebbe stata appannaggio dei soldati più battaglieri, quelli dell’Illirico nel III secolo.” “Il regno di Settimio Severo fornisce un interessante esempio dei metodi di persecuzione dei cristiani” “Settimio Severo non promulgò nuovi provvedimenti contro i cristiani, ma consentì l’applicazione di vecchie leggi (…). Non sono dimostrate persecuzioni sistematiche, ma anzi, ci sono prove che l’imperatore in molte occasioni proteggesse i cristiani dall’accanimento popolare, come sembra testimoniare Tertulliano nell’ Ad Scapulam.” “In generale si può dire che i cristiani continuarono a vivere in un periodo di bonam et largam pacem come scrive Tertulliano,[9] se si escludono alcuni episodi locali, come in Africa, di persecuzioni che andrebbero interpretati alla luce di un dissenso politico (più che religioso), mentre lo stesso imperatore non appariva turbato dal fenomeno cristiano, né vi ravvisava un fattore di pericolo” “Un regime assolutistico confermato dallo sviluppo cui giunse la res privata imperiale, ormai di pari peso a quella statale. Per finanziare l’ingente spesa che serviva a mantenere l’esercito, causa anche l’aumento stesso del soldo, cioè della paga, ricorse all’espediente di dimezzare la quantità di metallo prezioso contenuto nelle monete, differenziando il valore intrinseco da quello nominale (reddito da signoraggio). Cominciò così una crescente inflazione e una tesaurizzazione delle monete di metallo prezioso.”, non mi trovo d’accordo con l’opinione che sia uno dei migliori imperatori anzi aveva una visione abbastanza personale del suo ruolo e non vide molti problemi che causeranno grandi danni all’impero, quasi mi verrebbe da dire che visse di rendita ma sopratutto che un imperatore romano prima deve essere romano e poi imperatore altrimenti tanto ne vale.

        • Primula Nera 6 Giugno 2015

          A parlare di popolazioni nere(o “di colore”nella sua variante “politically correct”)non vi sarebbe stato nulla di male,e sarebbe stato anche corretto,perchè(perlomeno per quanto io ne sappia)non vi sono stati imperatori romani neri.Parlare di Africa,invece non è corretto,perchè le popolazioni berbere del Nord vanno comunque considerate africane,al di là di certe caratteristiche fisiche europoidi,ed oltretutto ancora oggi le popolazioni del Nord Africa sono in buona parte berbere(seppur incrociati con gli arabi),ragion per cui Settimio Severo è ,a tutti gli effetti,un imperatore di origine africana(anche se non nero).
          Settimio Severo ridusse i poteri del senato,è vero,ma questo non ne fa necessariamente un personaggio negativo,almeno secondo me.Rimane comunque il fatto che conseguì importanti vittorie militari ovunque fosse impegnato(soprattutto contro i Parti,nemico storico a Oriente dell’Impero romano)e il periodo del suo dominio fu caratterizzato da una certa stabilità(cosa non affatto scontata).

  • Anonimo 1 Giugno 2015

    Darius ti ricordo che quelli che parlavano di “democrazia” all’inizio dell’età moderna erano gli illuministi che criticavano la monarchia in quanto non ritenevano valido il diritto divino e affermavano che tutti gli esseri umani all’interno DI UNO STESSO POPOLO erano tra di loro non certo uguali ma simili, nessuno dei grandi dell’illuminismo avrebbe mai detto la sciocchezza che uno che fosse nato e cresciuto in Francia o in Inghilterra, sarebbe mai stato un giorno come un francese o un inglese (quelli veri si intende), forse l’unico che avrebbe potuto sostenere una cosa del genere era Rousseau, ma si sa che era uno che aveva le sue turpe mentali (si fa riferimento alla fatto che era un pedofilo chiaramente). Per trovare qualche altro autore famoso che sostenga una cosa del genere bisogna aspettare Karl Marx e abbiamo visto tutti a cosa hanno portato le sue “brillanti” teorie, teorie di cui oggi sono invasati Unione Europea (non Europa!) e Stati Uniti d’America, Stati Uniti di cui Marx, da questo punto di vista, sarebbe molto orgoglioso e che di certo lo sarebbero per George Washington. Poi si può affermare che l’impero romano fosse “multietnico” e infatti ci sono stai imperatori romani che, oltre di Roma, erano di origine, gallica, iberica, greca, illirica ecc anche dall’oriente ma mai africani, quei romani che parlavano tanto dell’idea di popolo, il popolo di Roma, strano! Insomma impero multietnico si, ma come l’Europa del 1800! O di come, dopo la caduta dell’impero romano, ci sia stata una forte rinascita della civiltà solo dove sono arrivati popoli nordici e non nelle altre vecchie parti dell’impero. O come la civiltà sia nata in medio oriente e poi non si sa perché, non hanno più fatto niente, se non qualche nota a margine di minor rilievo. O si può anche dire che i greci non erano un popolo nordico, infatti quasi tutti i loro dei avevano gli occhi chiari e spesso anche i capelli, gli eroi dell’iliade erano quasi tutti biondi e con gli occhi chiari, e guarda caso Achille era biondo occhi azzurri. Poi che la filosofia stessa sia nata dai greci e sia qualcosa di tipicamente europeo è un fatto noto a tutti, secondo il tuo ragionamento popoli a cui non era più necessario l’impegnarsi completamente per sopravvivere sarebbero dovuti arrivare prima alla filosofia, ma allora perché non ci sono riusciti prima tutti i popoli delle altre parti del mondo che avevano già imperi e grandi forze economiche ? Spero che non vorrai affermare che la filosofia si sia in qualche modo originata dall’oriente perché qua cadiamo nel ridicolo.

    Ti ricordo inoltre che gli stessi che affermano la democrazia (che vuol dire potere al popolo) sono i primi che negano l’esistenza dei popoli, che gli riducono ad un ammasso di individui, a una popolazione e basta, mi dici come può esserci una democrazia senza popolo ?? L’applicazione in certi ambiti del contrattualismo da parte dei rivoluzionari francesi era, in molti casi, l’affermazione di qualcosa che esisteva già realmente e non l’inverso che sarebbe crollato su se stesso come (casualmente) è capitato all’URSS, tra l’altro dove non c’è mai stato il vero comunismo ma ci si è fermati alla “fase” di dittatura del proletariato, non solo perchè non c’era la volontà dei suoi padroni di arrivare ad attuarlo ma perchè era un utopia e per di più sbagliata e ingiusta anche a livello teorico. Ciò che è stato iniziato dall’illumismo è stato portato avanti e completato dal romanticismo e dalla cultura del 1900, certo che gli illuministi dovevano iniziare da qualche parte nel loro studio ma fermarsi all’aspetto e alla visione razionalista del mondo mi sembra davvero molto limitante e inoltre considera che non c’è opposizione serrata tra illuminismo e romanticismo, ma semplicemente per motivi temporali il secondo ha potuto completare, correggere e ampliare il primo. Che le differenze fisiche portano anche a differenze caratteriali e intellettuali è evidente, negarlo vorrebbe dire negare la realtà, siamo fatti anche di “carne” la dualità “assoluta” tra anima e corpo non corrisponde al vero, ambedue vanno a costituire il nostro essere.

    Mi permetto di dire che non penso che qua si discuta tanto se la democrazia stia effettivamente in piedi o no ma della qualità di questo “sistema”, di come esso sia o no, se esso sia giusto, libero e corrisponda al vero, il fatto che temporalmente e spazialmente sia più o meno esteso è soltanto indicativo.

    In commento all’articolo dico che probabilmente chi come René Guenon vedono nell’islam qualcosa di “tradizionale”, o vedono quelle poche manifestazioni di vera cultura che ha avuto il mondo islamico e che si sono potute originare dal residuo lasciato da altre culture e sopratutto popoli, oppure hanno un concetto di tradizione come di qualcosa legato, non al suo valore in sè, ma al tempo, in pratica un’abitudine. Poi ci sarebbe la questione che ogni cultura e influenza quando arriva dall’esterno viene assimilata “a modo” della cultura che la riceve, mi spiego meglio, il cristianesimo, dove è arrivato in Europa, ha preso un “carattere” europeo in quanto, se così non fosse stato, sarebbe stato rifiutato in blocco dagli europei, si è dovuto adattare insomma, ma ciò ha continuato a creare tensione all’interno del nostro mondo perchè era qualcosa che alla fine non corrispondeva al modo di essere europeo. Questa tensione poi, insieme ad altre cause ovviamente, è andata a concorrere ad avvenimenti come lo scontro tra chiesa e impero e l’ulteriore scissione tra la chiesa cattolica di Roma e le varie professioni protestanti che gia avvertivano il bisogno di qualcosa di diverso e così mediando la chiesa cattolica con il concilio di Trento e altre riforme e i protestanti con le loro professioni sono riusciti a conservarsi fino ai giorni nostri. Altri fatti che risentono in modo minore di questa tensione possono essere i sentimenti di contrasto alla società che saranno tra le premesse della rivoluzione francese e dei movimenti sviluppati nel 1800 dove non a caso riesce a emergere per contrasto una forma vuota di ateismo data dal sofismo marxista. Fatto sta che gli europei quando pensano al cristianesimo difficilmente hanno un idea di esso che sia quella vera, originaria dei testi sacri, molti europei che professano il cristianesimo se gli capita di leggere la bibbia, al di là delle possibili difficoltà linguistiche, si sentono smarriti, ciò si avverte anche in una parte della chiesa stessa che non riesce ad accettare questo “eccesso” di cosmopolitismo e mondialismo a cui la chiesa è tornata, il Cristo e il Dio che si immaginano gli europei centrano poco o niente con il cristo e il dio abramitici (per quanto questa frase possa sembrare logicamente contraddittoria ha un suo perché dato dal senso del dissidio che esprime). Analogo vale per l’islam, l’islam quello vero non è per niente una religione di pace se non quando sono tutti musulmani o morti, al limite schiavi, nel Corano c’è scritto esplicitamente e la “tradizione” lo conferma, i così detti musulmani moderati non sono veri musulmani al massimo sono di cultura musulmana ma nulla di più, esattamente come il cristiano che non va a messa la Domenica né tanto meno dice le preghiere prima di andare a dormire, è un vero cristiano.

    Riguardo alla frase “Etnia o razza vogliono dire quasi la stessa cosa” penso ci sia la possibilità che intendesse dire che razza sia il modo che alcuni usano per indicare l’etnia, forse ripensando al fatto che le razze sono nient’altro che i tipi umani ma ciò presupporrebbe la totale negazione dell’evidenza delle caratteristiche fisiche e comunque se a fare l’etnia sarebbero il linguaggio, il modo di vestirsi, le credenze religiose, le usanze culturali ecc allora che cosa è che fa queste ultime ? Perciò ritengo molto più probabile l’interpretazione da lei esposta, se come da qui traspare, il “sistema” ha bisogno di un controllo sempre più stretto intorno alla ricerca scientifica vuol dire che si sta avvicinando a mostrare una validità come quella dell’URSS, ma ciò non vuol dire per niente che sia prossimo al crollo, tutt’altro, la sua fase terminale non sarà necessariamente quella in cui sarà più debole ma semplicemente il termine del suo sviluppo.
    A mio modesto parere il problema delle razze non sta tanto nel fatto che esso sia un concetto culturale, scientifico o altro perché la loro esistenza è evidente a tutti ma nel fatto che anche se le scienze così dette “moderne” non potessero dare la prova dell’esistenza delle razze o avrebbero un difetto al loro interno o più semplicemente non sarebbero idonee a questa indagine, perché ciò vorrebbe dire che esse negano l’evidenza e sarebbe come dire che “i nervi portano al cuore”. Per quanto le scienze empiriche ci hanno dimostrato che i loro risultati, oltre a importanti sviluppi pratici, ci danno conoscenza, anche con un alto grado di certezza, non bisogna cadere nell’errore di considerare valide solo esse, come fanno molti al giorno d’oggi (e che genialmente inseriscono tra queste anche la matematica). Esistono altre scienze ed ognuna ha la sua validità, la verità sta nell’intero e questa non è una conquista ottenuta dalle scienze empiriche.

    • Primula Nera 2 Giugno 2015

      E qui ti sbagli,vi sono stati imperatori anche di origine africana,Settimio Severo nacque a Leptis Magna in Libia,ed era di origine berbera.E ,ad essere sinceri,fu anche uno tra gli imperatori migliori,oltre a dare vita a una intera dinastia(quella dei Severi).

      • Anonimo 2 Giugno 2015

        Non sono stato molto chiaro in effetti, nella prima parte della frase intendevo dire che erano di origine gallica, iberica ecc ma non mi importa affatto da dove vengono ma che cosa sono, anche se venissero dal Sud Africa non è detto che sia un problema. Africano è un termine che uso per evitare di andare in giro come un deficiente a dire “nero”, “di colore” o cose del genere, che lo si vuole o no la neo-lingua cambia valore alle cose o le inventa addirittura. I berberi probabilmente, non erano una popolazione strettamente associabile agli africani in genere, al loro interno ci sono anche tratti di biondismo, pertanto non mi esprimo a riguardo. Comunque non cambia il succo del discorso perchè 1 o 2 possono anche capitare e considerando come abbia preso il potere. Per essere migliori io credo che oltre ad essere “forte” “potente” ecc si debba andare nella direzione giusta, fare qualcosa di “positivo” e leggendo da Wikipedia che dice: “Severo, una volta divenuto imperatore, avviò importanti riforme militari che toccarono numerosi aspetti dell’esercito romano e che costituirono le basi del successivo sistema fondato sugli imperatori militari” “Creò la prima forma di autocrazia militare, togliendo potere al Senato dopo aver messo a morte numerosi membri dello stesso” ” ricambiò l’ostilità senatoria subito dopo la vittoria su Clodio Albino, ordinando l’esecuzione di 29 senatori” “sostituendoli con suoi favoriti, soprattutto africani e siriani” “attribuì e ampliò i poteri degli ufficiali dell’esercito investendoli anche di cariche pubbliche che erano solitamente appannaggio del senato.” “Utilizzò i proventi della vendita delle terre confiscate agli avversari politici per creare una cassa imperiale privata, il fiscus. Il fiscus era distinto dall’aerarium che era la cassa dello Stato” ” Appena giunto a Roma avviò l’epurazione della guardia pretoriana, che dopo due secoli di dominio dell’influenza italica (…), fu smantellata e riorganizzata con quadri e organici a lui fedeli, tratti dal contingente danubiano. Da allora in poi l’accesso alla Guardia Pretoriana, un tempo avente un prerequisito geografico e culturale, sarebbe stata appannaggio dei soldati più battaglieri, quelli dell’Illirico nel III secolo.” “Il regno di Settimio Severo fornisce un interessante esempio dei metodi di persecuzione dei cristiani” “Settimio Severo non promulgò nuovi provvedimenti contro i cristiani, ma consentì l’applicazione di vecchie leggi (…). Non sono dimostrate persecuzioni sistematiche, ma anzi, ci sono prove che l’imperatore in molte occasioni proteggesse i cristiani dall’accanimento popolare, come sembra testimoniare Tertulliano nell’ Ad Scapulam.” “In generale si può dire che i cristiani continuarono a vivere in un periodo di bonam et largam pacem come scrive Tertulliano,[9] se si escludono alcuni episodi locali, come in Africa, di persecuzioni che andrebbero interpretati alla luce di un dissenso politico (più che religioso), mentre lo stesso imperatore non appariva turbato dal fenomeno cristiano, né vi ravvisava un fattore di pericolo” “Un regime assolutistico confermato dallo sviluppo cui giunse la res privata imperiale, ormai di pari peso a quella statale. Per finanziare l’ingente spesa che serviva a mantenere l’esercito, causa anche l’aumento stesso del soldo, cioè della paga, ricorse all’espediente di dimezzare la quantità di metallo prezioso contenuto nelle monete, differenziando il valore intrinseco da quello nominale (reddito da signoraggio). Cominciò così una crescente inflazione e una tesaurizzazione delle monete di metallo prezioso.”, non mi trovo d’accordo con l’opinione che sia uno dei migliori imperatori anzi aveva una visione abbastanza personale del suo ruolo e non vide molti problemi che causeranno grandi danni all’impero, quasi mi verrebbe da dire che visse di rendita ma sopratutto che un imperatore romano prima deve essere romano e poi imperatore altrimenti tanto ne vale.

        • Primula Nera 6 Giugno 2015

          A parlare di popolazioni nere(o “di colore”nella sua variante “politically correct”)non vi sarebbe stato nulla di male,e sarebbe stato anche corretto,perchè(perlomeno per quanto io ne sappia)non vi sono stati imperatori romani neri.Parlare di Africa,invece non è corretto,perchè le popolazioni berbere del Nord vanno comunque considerate africane,al di là di certe caratteristiche fisiche europoidi,ed oltretutto ancora oggi le popolazioni del Nord Africa sono in buona parte berbere(seppur incrociati con gli arabi),ragion per cui Settimio Severo è ,a tutti gli effetti,un imperatore di origine africana(anche se non nero).
          Settimio Severo ridusse i poteri del senato,è vero,ma questo non ne fa necessariamente un personaggio negativo,almeno secondo me.Rimane comunque il fatto che conseguì importanti vittorie militari ovunque fosse impegnato(soprattutto contro i Parti,nemico storico a Oriente dell’Impero romano)e il periodo del suo dominio fu caratterizzato da una certa stabilità(cosa non affatto scontata).

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