8 Ottobre 2024
Livio Cadè Società

Una verità al 100% – Livio Cadè

Avvertenza: un lettore, che vuol restare anonimo, mi ha inviato questo articolo. Nel pubblicarlo preciso che, oltre a dubitare dell’attendibilità di certi dati, non condivido le idee qui esposte. Aggiungo che, nell’attuale tumulto di opinioni, è difficile capire chi abbia torto o ragione. Ma, nel dubbio, ho sempre ritenuto più affidabile l’opinione della minoranza.

I

 Nei numeri è la sicurezza” (Giovenale)

Fonti affidabili ci dicono che questa è l’estate più calda da migliaia di anni. Antichi egizi, fenici, assiro-babilonesi, greci, romani, celti, goti, uomini del medioevo e del rinascimento ecc., nessuno di loro ha mai dovuto sopportare temperature così roventi. Il mondo soffre oggi di un’ipertermia che, se non curata, potrebbe provocare effetti catastrofici. Anche se alcuni si ostinano a negarlo, è un dato inoppugnabile. E se questo può da un lato preoccuparci, dall’altro è motivo di orgoglio. Infatti, per la prima volta nella storia, l’uomo ha strumenti sicuri per conoscere la verità.

In passato tutto era continuamente esposto al dubbio, la gente mancava di convinzioni saldamente fondate. Oggi invece, grazie alla scienza statistica, l’uomo ha eliminato le sue incertezze. Ogni fenomeno sociale, naturale o psicologico può esser tradotto in numeri, in proporzioni esatte. Questo ci permette di sapere con precisione quanto un’affermazione sia credibile o un evento prevedibile.

In epoche meno razionali della nostra gli uomini brancolavano come ciechi, inciampando nella realtà attimo dopo attimo. Come potevano sapere che le probabilità di precipitazioni erano del 52% o che il loro potere d’acquisto era calato del 115%? I cinquantenni potevano forse indovinare di avere un 59% di probabilità di ammalarsi di tumore al retto? Se oggi mettiamo insieme cento uomini di mezza età, 41 di loro possono guardare con fiducia al futuro del loro intestino. In passato erano lasciati in balìa del fato, senza possibilità di controllo sul loro destino. L’incertezza li costringeva a vivere nella paura, in quel timore che trae origine dall’ignoranza.

Oggi invece, anche chi di loro dovesse ammalarsi avrebbe il conforto dalla statistica. Saprebbe che ha il 65% di probabilità di morire entro un anno, il 38% in due anni ecc. E visto che le probabilità di una sopravvivenza a dieci anni sono del 4%, egli potrebbe, associandosi a 24 compagni con il suo stesso problema, guardare ancora con speranza al futuro. E per sperare di campare altri quindici anni (evento la cui probabilità è dello 0,5%) gli sarebbe sufficiente unirsi ad altri 199 malati come lui. La vita non è più, come un tempo, soggetta al capriccio del caso.

Prendiamo il caso di una donna sposata. Oggi sa che la probabilità d’essere tradita dal marito è del 72%. Questo dato le permette di ritenersi una delle 28 mogli con un marito fedele, e di sperare in un matrimonio duraturo. Certo, vi sono casi di flagranza in cui il tradimento ha un’evidenza del 99,99% (concedendo al fedifrago uno 0,01% di scuse plausibili). Ma anche in questi casi la statistica potrebbe informare la donna tradita che nel caso divorzi e si risposi le probabilità di un secondo divorzio sono del 69%, o che le possibilità di venir assolta dall’accusa di uxoricidio sono intorno al 2%. Il che le permette di decidere liberamente e consapevolmente della propria vita.

Ma è chiaro che il problema si sarebbe potuto evitare se i coniugi avessero usato il linguaggio preciso della statistica. Avrebbero potuto dire: “il nostro amore interno lordo è in calo tendenziale annuo del n% il che ormai comporta circa un n% totale. Serve dunque una manovra correttiva che favorisca una ripresa – almeno al n% – della nostra felicità coniugale nei prossimi cinque anni”, ovviamente dando a n il suo esatto valore.

Questi esempi dimostrano l’importanza fondamentale della statistica. Ogni decisione, ogni aspetto della vita, richiede precise indicazioni percentuali, proiezioni a breve, medio o lungo termine. Le diete come gli investimenti finanziari, le credenze religiose come l’attività sessuale, tutto dipende oggi dalla statistica. I suoi benefici coprono ogni campo e nessuno li potrebbe contestare se non ricorrendo a dati statistici, il che sarebbe una palese contraddizione.

Niente esprime meglio il valore della modernità che la percentuale, il poter illuminare l’intera gamma dei fenomeni con un %, portando chiarezza dove prima c’erano solo ombre e oscurità. Questo ha reso obsoleti e inservibili i vecchi modelli di verità, religiosi, filosofici e persino scientifici. Non servono infatti speculazioni o teorie sperimentali, sempre dubbie e confutabili. È il dato percentuale a riflettere l’oggettività del mondo reale, a tradurre la vita in precisi schemi matematici.

Questo richiede però uno sviluppo della razionalità. Secondo alcuni il problema è che l’uomo usa solo il 10% del proprio cervello. Ma questa idea è illogica perché, se usassimo effettivamente un decimo delle nostre capacità mentali, non potremmo saperlo. Infatti, per dire che uno strumento rende al 10%, dovremmo conoscere il suo funzionamento al 100%. In realtà, il vero problema non è cerebrale ma demografico e scolastico.

Occorre incoraggiare le coppie istruite a fare più figli e, viceversa, limitare le nascite nelle coppie formate da persone incolte. Infatti, tutti sanno che un bambino con genitori ignoranti ha il 78% di probabilità di restare ignorante. Se anche i nonni erano ignoranti, tale probabilità sale al 93%. L’ideale sarebbe perciò che solo le persone con un alto livello scolastico si riproducessero. Ma in questo senso la statistica ci inclina al pessimismo.

La natalità delle coppie con scarsa cultura è infatti di 2,3 figli contro lo 0,7 per le coppie in possesso di un’educazione superiore. E le proiezioni per i prossimi 10 anni indicano un ulteriore decremento nella prolificità delle coppie più acculturate, passando da 0,7 figli a 0,5. Il rischio, per altro, è che questo 0,5 comprenda solo la metà inferiore, producendo esseri umani senza cervello. Probabilità che è chiaramente del 50%. E questo è un dato gravissimo che deve farci riflettere.

II

Son lo spirito che nega” (Goethe)

Se evoco questa drammatica possibilità è perché indizi di una società scarsamente razionale stanno già emergendo. Vi sono per esempio molti che ancora non credono alle statistiche ufficiali. Questo fenomeno, comunemente detto ‘negazionismo’, è oggi una minaccia per l’intera società. Perciò trovo condivisibile la proposta di renderlo un reato penalmente perseguibile.

Attenzione però! Non possiamo criminalizzare ogni negazione. Questo renderebbe anche l’affermare qualcosa un delitto, perché omnis determinatio est negatio. Non si può impedire alla gente di negare che la terra sia piatta o di laicamente negare i miracoli, l’esistenza di Dio ecc. In certo modo siamo tutti negazionisti. Occorre dunque chiarire il problema. Prendiamo cinque recenti affermazioni:

  1. chi non si vaccina muore e fa morire gli altri
  2. il riscaldamento globale è colpa dell’uomo
  3. è in corso una grave emergenza climatica
  4. tale emergenza si contrasta con una politica green
  5. i governi si adoperano per il bene dei cittadini

È chiaro come il negarle possa provocare gravi danni sociali. Questo è dunque il tipo di negazionismo che va denunciato. Prendiamo ora queste contro-affermazioni:

  1. chi si vaccina rischia gravi effetti collaterali
  2. il riscaldamento globale dipende da fattori naturali
  3. sono in corso pericolosi esperimenti per manipolare il clima
  4. le politiche green servono solo come copertura a speculazioni economiche
  5. i governi si adoperano per impoverire la gente e ridurne pesantemente la libertà

Ogni cittadino assennato sente il dovere di negare simili tesi, per altro sostenute da paranoiche teorie della cospirazione. Dovremmo per questo giudicarlo un negazionista? In senso letterale sì, ma il suo sarebbe un negazionismo legittimo, giusta reazione ad asserzioni false e pericolose.

Con quale criterio definiamo quindi il carattere illecito del negare? Riferendoci alla verità dei fatti. Il negazionista colpevole è colui che nega o distorce la realtà. Il negazionista innocente è invece colui che la giudica con cognizione di causa, e se nega certe cose lo fa a ragion veduta. Quindi, con piena liceità può negare le negazioni del negazionista che negano la verità (negatio negationis).

Potremmo a questo punto chiederci: qual è la verità? Domanda cui Cristo stesso non rispose. Tuttavia Cristo non disponeva di mezzi statistici. Il punto è che finché diamo alla verità caratteri filosofici o religiosi, ognuno conserverà dubbi e convinzioni personali. La verità resterà simile a una sfinge che fissa enigmatica il vuoto. E non potremo mai decidere obiettivamente cosa affermare o negare.

Il rimedio a tale scetticismo è la statistica. Considerando che solo i suoi schemi percentuali possono esprimere obiettivamente la realtà, otteniamo la seguente regola: la verità è l’opinione condivisa dalla maggioranza. Si dirà che non tutte le opinioni sono egualmente qualificate. Tuttavia, anche limitando il dato statistico agli esperti, non risolveremmo il problema. Vi sono infatti esperti ancora inesperti e altri con maggior esperienza. E tra un esperto e l’altro può esservi lo stesso divario intellettuale che corre tra un bambino e un uomo maturo. Un premio Nobel per la fisica, percentualmente, vale più o meno di dieci fisici mediocri? È impossibile dirlo.

C’è poi il problema morale. Dovremmo calcolare quali vantaggi personali si possano trarre dall’aderire a una tesi piuttosto che a un’altra, e noi sappiamo che la coscienza umana è in larga misura corruttibile. Tuttavia, esaminare e matematizzare i moventi di chi afferma o nega qualcosa significherebbe bloccarsi in un’analisi interminabile, pregiudicando la validità dei dati statistici.

Dobbiamo perciò considerare competenza e moralità elementi trascurabili, prevedere cioè che onestà e malafede, genio e stupidità, si compensino a vicenda. Se quindi una certa ipotesi è numericamente predominante, dobbiamo semplicemente adeguarci alla sua superiorità statistica. Fortunatamente i media già da tempo ci hanno predisposti a questa più oggettiva percezione della verità. Ma è ora che anche la legge intervenga.

Ovviamente dovremo attribuire una diversa rilevanza penale alle varie forme di negazionismo. Nessuno intende mandare in galera chi nega che la bresaola sia meglio della mortadella o che Omero sia mai esistito. Il dolo emerge nella misura in cui alcune negazioni possono indurre comportamenti lesivi degli interessi collettivi, della salute e della morale pubblica. Per esempio: negare che i vaccini vadano resi obbligatori, negare che si debba ridurre l’emissione di CO2, negare che l’identità sessuale sia una libera scelta ecc. Il dubbio è: chiamato in giudizio, il negazionista potrà difendersi negando di negare? Lascio ai giuristi il compito di risolvere questo paradosso.

Qualcuno dirà infine che non può esservi una verità al 51% e nemmeno al 99%, perché una cosa o è vera o è falsa, e non esistono mezze verità ma solo mezze bugie. Questo significa non cogliere il senso profondo della verità statistica: nel momento in cui un’opinione prevale essa diviene una verità al 100%, e come tale va resa inviolabile, come i tabù nelle società tribali. Perché di questo ha bisogno oggi il mondo, di verità non dubitabili.

È dunque giusto censurare, emarginare, punire i negazionisti. Perché rifiutano l’unica verità oggi possibile, quella basata su criteri statistici che sono, di fatto, un riflesso di principi democratici, e in tal modo minacciano il fondamento stesso della nostra società. Perciò tali individui son più dannosi di ogni pandemia e di ogni cambiamento climatico. Dipendesse da loro, l’umanità si estinguerebbe rapidamente, sterminata dai virus, o liquefatta da temperature estive degne di una fornace infernale.

22 Comments

  • Feli 30 Luglio 2023

    “Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi… dire ‘Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni’ e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze. La preghiera, l’invocazione, si chiama ‘smisurata’ proprio perché fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stesso.”
    Fabrizio De André

    • Livio Cadè 30 Luglio 2023

      La ‘maggioranza’ è per me un concetto negativo in sé stesso, quando sposta l’idea di ‘valore’ sul piano della quantità. Oggi la ‘maggioranza’ significa anche ‘pensiero unico’, egemonia di una certa visione del mondo, imposta con la forza e la menzogna.
      Non bisogna però dimenticare che è una minoranza (tra l’altro minima, numericamente insignificante) che stabilisce quest’ordine di cose, che controlla le linee di azione, di pensiero e anche il normale sentire della maggioranza.
      E oggi questa minoranza dominante è di fatto un’associazione criminale.
      La ‘minoranza’ in cui io ripongo le mie (poche) speranze è invece quella che resiste alla tirannia del ‘pensiero unico’ ecc.

      • Feli 30 Luglio 2023

        I pochissimi, o minoranza malvagia, sono coloro che animano la massa. Come ottimi mandriani la direzionano con grande maestria ora a destra e poi a sinistra, prima avanti e dopo indietro con moto continuo e caotico.
        I tantissimi, o massa acritica, sono coloro che si lasciano governare senza opporre la minima resistenza tricerandosi e giustificandosi proprio in nome del grande numero.
        Poi ci sono gli ultimi, gli eretici, i liberi di spirito ed è a loro che guardo e propendo con la convinzione che almeno loro, almeno noi “consegneremo alla morte una goccia di splendore, di umanità, di libertà.”
        Un caro saluto.

  • Albertone 66 30 Luglio 2023

    Pericolosissimo concetto sostenere che:
    È dunque giusto censurare, emarginare, punire i negazionisti. Perché rifiutano l’unica verità oggi possibile, quella basata su criteri statistici che sono, di fatto, un riflesso di principi democratici, e in tal modo minacciano il fondamento stesso della nostra società. Perciò tali individui son più dannosi di ogni pandemia e di ogni cambiamento climatico. Dipendesse da loro, l’umanità si estinguerebbe rapidamente, sterminata dai virus, o liquefatta da temperature estive degne di una fornace infernale.
    Equivale a dire che la maggioranza le prende tutte giuste e che la minoranza deve crepare.
    Mentre “negare” evidenze create ad arte pro domo di chissà chi diventa un reato anche se, casualmente, suffragate da interpretazione “differente” di dati condivisi.
    Insomma lo dico Io che sono maggioranza e voi, zecche, vi attaccate!

    Chiederete scusa a quelli messi al rogo nel frattempo?

    La forza del dubbio? Mai considerata vero? Il tragico “e se…” negato in nome di una statistica che diviene vieppiú manipolabile quando i grandi numeri consentono di inserire quello che a qualcuno piace secondo il sentiment ora in auge? Chi li fa, li raccoglie, i grandi numeri?

    Auguro all’autor# di essere vittima del suo stesso desiderio e di essere sicuramente e giustamente riabilitato post mortem.

    • Livio Cadè 30 Luglio 2023

      Forse Le è sfuggito qualcosa…

      • Paola 30 Luglio 2023

        …eh..

        • Paola 30 Luglio 2023

          …cmq, riguardo gli ecoansiosi detentori di verità, ho visto (per sventura) la performance sciagurata di una sciagurata che ansimava a un festival del cinema e l’ancora più sciagurato ministro Fichetto Pratin (o forse non si scrive così…) che frignava a sua volta. Solo che non ho capito se recitava solo la ipercrinita ansimante o anche Fichetto.

          • Livio Cadè 30 Luglio 2023

            No, non dica così, che poi ci accusano di essere cinici, o eco-cinici. L’eco-ansia (o ecofobia o futurofobia) è una malattia, e dobbiamo comprendere il disagio di chi ne soffre…

          • Paola 30 Luglio 2023

            Ha ragione…però ho compensato scrivendo Fichetto Pratin. È green ed ecorilassante. Evoca natura e spazi verdi. Un aiuto per la sofferenza che non ho compreso.

          • Livio Cadè 30 Luglio 2023

            È perdonata…

  • Elena 30 Luglio 2023

    Qualche incompetente osa dire che il prossimo fine settimana le temperature saranno ottobrine anzichè agostane.
    https://www.facebook.com/photo?fbid=10228267704890751&set=a.10200596786695090

    Chi è caduto nella trappola della mitovirusologia cadrà ora nella mitologia del ‘global boiling’?

  • Livio Cadè 30 Luglio 2023

    Gentile Elena, io non ho competenze specifiche in materia di clima. Ho cercato di girare il suo commento all’autore dell’articolo ma mi hanno riferito che è al Sud ad appiccare incendi.
    Per quel che riguarda la domanda sulle trappole, ho l’impressione che sia retorica. Comunque sì, penso che la gente ci cadrà una seconda volta.
    Io temo però che una pandemia di eco-psicosi potrebbe creare fenomeni ancor peggiori del Covid.

  • Carlo 30 Luglio 2023

    Trovo il testo di anonimo pubblicato talmente assurdo, talmente folle, talmente demenziale che mi domando se sia serio o se sia una (non troppo simpatica) provocazione intellettuale. A aggiungo due osservazioni per il nostro anonimo: 1- l’anonimato non è mai cosa decente, né su internet, né tantomeno nella vita di tutti i giorni, ci racconta che qualcosa non funziona nella mente di chi se ne serve, o nella sua anima, non è un bello spettacolo. 2- prima di scrivere corbellerie cervellotiche su internet, prova almeno ad approfondire le tue conoscenze sul soggetto di cui parli e soprattutto: per favore, migliora la qualità del tuo Italiano è davvero indecorosa.

    • Livio Cadè 2 Agosto 2023

      La ringrazio per le Sue preziose osservazioni. Non posso che condividerle e le inoltrerò quanto prima all’anonimo autore.

  • Francesco Maggi 31 Luglio 2023

    Nulla di nuovo sotto il sole. È sempre e solo con la paura che intendono controllarci. Ieri c’erano le religioni con il sacro terrore dell’aldilà, oggi ( con l’anima in disuso nelle società occidentali ) c’è uno strumento che sembra più sofisticato : la SCIENZA
    Stessi controllori, stesso obbiettivo e scrostando la vernice dorata in fondo lo stesso metodo.

    • Paola 31 Luglio 2023

      Ho visto ora…qualcuno ha giustamente notato che l’ecoansimante ha l’aspetto (e non solo) di una prèfica. Azzeccatissimo.

      • Livio Cadè 1 Agosto 2023

        Come non commuoversi? Delle vere ‘professioniste’…

        https://www.youtube.com/watch?v=KPTWPVe4zbE&ab_channel=luogocomune2

        • Paola 1 Agosto 2023

          Quanto rimpiango i metodi educativi di un tempo…

          • Livio Cadè 2 Agosto 2023

            A proposito di eco-ansia, riporto una notizia da poco diramata e che non può non allarmarci:
            “Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) c’è il rischio che il riscaldamento del pianeta, causando lo scioglimento dei ghiacciai artici, riporti in vita Godzilla”.
            Una nuova terribile minaccia grava quindi sulla nostra economia e sulla nostra salute.

  • Alberto Sordini 1 Agosto 2023

    Quella che viene qui chiamata minoranza, etichettata come negazionista, niente è che la seconda faccia dello stesso bacato sistema. I pensatori veramente liberi si collocano al di fuori di quelli che devono essere due “mainstreaming” paralleli. Anzi, quello minoritario è più pericoloso perché costruito ad arte per raggruppare consensi. Infatti i facenti parte assumono in toto, a pacchetto, le variegate teorie negazioniste, senza discernere. Questo fa comodo ai fondatori del mainstreaming minoritario. Diversamente il pensatore libero non ha un blocco pensante a cui fare riferimento, salvo poi essere etichettato come appartenente talvolta al maggioritario, talvolta al minoritario (negazionisti) talvolta al misto.

  • Angelo Parisotto 1 Agosto 2023

    Chi si ostina ad ascoltare un solo strumento non capirà mai la sublime armonia di una sinfonia. Lasciamo queste persone nella loro cattiveria. Angelo

  • investigator13 3 Agosto 2023

    la furia della natura che stiamo vivendo è anche colpa dell’uomo che vuole sovvertire le Leggi del Creato vuoi con la tecnologia vuoi con le guerre…Le guerre oggi non si combattono più con le baionette ma con bombe che sprigionano energia all’ennesima potenza, tanto da interferire sull’atmosfera, essendo non in grado di contenere tanto calore, lo trasborda nella stratosfera, cuscinetto che deve rimanere sempre freddo per indebolire i raggi del del sole che arrivano sulla terra. Ecco quindi nello spazio la guerra la guerra tra caldo e freddo, I risultati li vediamo dal clima completamente sconvolto a danno dell’umanità intera. . .

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