“Quando la maggior parte di una società è stupida allora la prevalenza del cretino diventa dominante ed inguaribile”. Questo sosteneva un libro degli scrittori torinesi Fruttero e Lucentini del 1985, La prevalenza del cretino”, appunto. Alcuni anni dopo, un insigne economista pavese, Carlo M. Cipolla, docente a Berkeley, scrisse un elegante pamphlet intitolato ”Le leggi fondamentali della stupidità umana”, le cui prime tre premesse sono le seguenti: 1) gli stupidi danneggiano l’intera società; 2) gli stupidi al potere fanno più danni degli altri; 3) gli stupidi democratici usano le elezioni per mantenere alta la percentuale di stupidi al potere.
Sono assolutamente persuaso della veridicità di quanto citato, ed inserisco me stesso a pieno titolo nello sterminato esercito dei cretini e degli stupidi, anzi dei più fessi di tutti, giacché non sono riuscito a far nulla, nella mia vita, per impedire il male che vedevo crescere attorno a me, di cui la recentissima legge sulle cosiddette unioni civili è una perfetta rappresentazione.
Quando un’intera classe dirigente lavora per la distruzione della civiltà comune, del resto, poca difesa ha il popolo, che da sempre è abituato a credere “nei superiori” e pratica i vizi approvati dalla cricca di potere con la stessa indifferenza con cui seguiva le virtù suggerite nel passato. Ernst Junger, nel Trattato del Ribelle, stimava nel due per cento dell’umanità coloro che sono pronti a dire no a chi comanda, Costanzo Preve, filosofo marxiano e comunitarista, si spinse sino al cinque per cento, scusandosi immediatamente per l’ottimismo.
La legge sulle unioni civili è, oggettivamente, una norma cretina. La sua ipocrisia è devastante, ed è un capolavoro di democristianeria del trio Renzi, Boschi, Alfano. La legge, infatti, è chiaramente la legalizzazione del matrimonio omosessuale sotto falsa denominazione. Tra le regole relative, infatti, che permettono la scelta del cognome di uno dei simil-coniugi, l’art. 20 recita quanto segue: “Al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole coniuge, coniugi, o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi (…) si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso“.
L’art. 45 chiarisce altresì che la medesima equiparazione vale anche per le graduatorie relative all’assegnazione di alloggi di edilizia popolare, che, detto per inciso, erano state concepite per sostenere le giovani coppie desiderose di farsi una famiglia (quell’altra, quella dei trogloditi normali), e gli anziani. In una realtà della specie, non si capisce per quale motivo due conviventi eterosessuali, che hanno liberamente deciso di non contrarre matrimonio, dovrebbero unirsi civilmente, se gli effetti sono i medesimi. La comunione dei beni o l’eredità erano già possibili con atti notarili, e quanto alle lacrimevoli ipotesi prospettate, di non poter assistere i partner nei ricoveri ospedalieri, già superate nella realtà quotidiana, sarebbe bastata qualche modifica al codice civile.
Tecnicamente, la legge apre la strada a forme di bigamia, gran progresso, e non esclude la possibilità delle adozioni per gli invertiti: quale tribunale, infatti, non accetterà la scontata obiezione relativa all’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, in assenza di un formale divieto? Gli unici cittadini disuguali saranno i bambini, privati del diritto naturale ad avere un padre ed una madre, ma certo nuove cretine disquisizioni sulla “omogenitorialità“ rassicureranno Angelino Alfano, che ha fatto scudo con il proprio ampio petto all’introduzione delle adozioni omosessuali.
Questo nel merito della legge; quanto alla sostanza, cito il pontefice del progressismo liberal, Barack (Hussein) Obama, che affermò la natura di diritto fondamentale del matrimonio tra persone dello stesso, ed i numerosi commentatori italiani che hanno assicurato, commossi, che adesso siamo più liberi. La prevalenza del cretino, appunto.
Matrimonio significa compito, dovere (munus) della madre, ossia il dovere di allevare i figli, e, per estensione, legame che legittima i figli nati dall’unione. Analogamente patrimonium indicava il dovere paterno di provvedere alla famiglia. Per questo è nata, nelle civiltà di tutto il mondo, l’istituzione che chiamiamo matrimonio, celebrata sempre con fasto e pubblica enfasi, poiché sanciva l’alleanza tra famiglie e preludeva alla riproduzione della comunità attraverso la nascita dei figli, e la legalizzazione della paternità. Non vi è, quindi, matrimonio, se non tra uomo e donna.
“Questo” matrimonio certifica il disinteresse di questa società a riprodurre se stessa: è dunque un atto autolesionistico, possibile solo nella prevalenza, o nel dominio di scriteriati. Un dominio radicato nella volontà prometeica, ma infine stupidissima, di creare un’umanità nuova, “altra”.
Il circo del cretinismo progressista, giustamente, esulta. A Roma fasci di luce arcobaleno hanno illuminato Fontana di Trevi, mentre manifestavano felici i migliori italiani di oggi: Vladimir Luxuria, la ex deputata lesbica signora Concia, il sottosegretario di governo Scalfarotto, sodomita di rango, l’immancabile fatina Boschi che piangeva di commozione. Attorno a loro, il pittoresco (gli altri aggettivi che ho in mente mi assicurano la querela ) popolo LGBT, che, per i pochi giurassici rimasti, significa lesbiche, gay, bisessuali, transessuali. La meglio gioventù.
Intanto, lavorano duramente per obbligare le scuole ad insegnare l’equivalenza di ogni pulsione ed attrazione sessuale, e per mettere al bavaglio, con nuove leggi per delitti d’opinione, a chi non è d’accordo con loro. Non abbiano paura: le leggi della stupidità umana rendono improbabili vere reazioni, dal momento che il novantanove per cento dei mezzi di comunicazione sono da quella parte. Ciò che rende sospetta alle persone pensanti qualsiasi idea sostenuta con questa veemenza ed intolleranza dalle centrali di consenso, al contrario rassicura due immense categorie umane, i conformisti ed i cretini.
Emma Bonino, una delle due grandi personalità italiane viventi (l’altra è Giorgio Napolitano…) indicate da un extracomunitario argentino che si impiccia dei fatti nostri, tale Bergoglio, ha già impegnato il caravanserraglio progressista su adozioni gay, eutanasia, biotecnologia riproduttiva. I radicali restano i migliori agenti della globalizzazione e dei padroni del vapore, quindi delle nuove tecnologie, e tutto sommato, anche degli impresari di pompe funebri.
Angelino Alfano, già noto per le sue qualità di bagnino che trae a riva chiunque voglia approdare sulle coste europee, si accontenta, e consiglia di non tentare la strada del referendum abrogativo: virtuosamente, teme che un’eventuale sconfitta apra la via alle adozioni gay ed agli affitti uterini, già utilizzati dal buon Nichi Vendola e dal suo ganzo (pardon, coniuge in Canada). La verità è che la legge che nega in radice i principi naturali è stata promossa da politici che si dichiarano cattolici, l’omino senza quid, appunto, l’onnipresente Boschi, e, naturalmente, Matteo Renzi. Almeno tacciano, e non approfittino troppo del punto 3 della legge di Carlo Cipolla, quello che parla degli stupidi democratici e della percentuale di stupidi al potere.
Matteo è sempre il migliore, ed ha sfoderato una delle sue frasi ad effetto, dichiarando che lui sì è cattolico, ma ha giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. Qui i cretini sono quelli che gli danno retta: per un credente cristiano, il Vangelo è parola di Dio, e non può quindi che prevalere su ogni altra fonte normativa o testo scritto. La Costituzione, che abbiamo già definito come la più bugiarda ed inapplicata della Terra, è solo un compendio di principi che, in un certo momento storico, un determinato popolo pone a base della propria convivenza civile. Immagino che qualunque ateo colga la differenza, Matteo no, egli è un cattolico adulto, o forse adulterato, e segue l’idolatria della cosiddetta Carta, introdotta dal tristo monaco Dossetti e del siciliano di Firenze Giorgio La Pira.
Mi correggo, più prosaicamente, segue gli ordini impartiti dall’Impero e dai suoi proconsoli dell’Unione Europea, che hanno imposto legislazioni a favore degli omosessuali : non nasconda dietro ideali civili la sua qualità di fedele esecutore delle prescrizioni dei “superiori”, quelli che stanno nelle banche, nelle logge riservate, nei circoli come la Trilaterale, ricevuta di recente a Roma con tutti gli onori istituzionali dovuti dai maggiordomi ai padroni di casa.
La prevalenza del cretino raggiunge vertici insuperabili nelle parole di uno dei funzionari d’alto bordo della casta italica, il professore di economia Tito Boeri, prestato alla patria come presidente dell’INPS. Il mandarino di regime ha rassicurato il popolo sofferente: pagare la reversibilità ai superstiti delle unioni civili, per i quali suggerisco il vocabolo politicamente corretto di paravedovi, non metterà in crisi i conti della Previdenza Sociale. Sarà dura, parlano di somme un po’ a vanvera, forse il costo è tra uno e quattro miliardi di euro, così almeno azzarda la stampa amica (quasi tutta). Non ci facciamo più caso, ma sono dai duemila agli ottomila miliardi del vecchio conio, le rimpiante lirette.
Vere o false che sino le stime finanziarie, non risulta che siano state indicate risorse nella legge che pone l’Italia tra le nazioni “civili”, o che siano stati abrogati gli articoli della costituzione sulla quale Renzi ha giurato con occhi umidi e mano sul petto, che impediscono deficit di bilancio e che comunque impongono di definire e reperire le risorse economiche necessarie. Negare o tagliare la reversibilità alle vedove normali si può, quanto meno se ne parla, e si può agevolmente negare l’indennità di accompagnamento a famiglie stremate dalla malattia di tanti anziani, ma non si tocchino i nuovi “diritti” delle belle famiglie arcobaleno. Che Renzi e tutte le plebi arcobaleno siano incostituzionali? Probabilmente sì, a partire dall’articolo 29, che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, e non sodalizio innaturale fondato sull’unione civile.
Cretini noi, che le beviamo tutte, ed applaudiamo persino questa gente. Giuseppe Prezzolini, che non era un vero pessimista, ma un realista bene informato sulla natura del nostro popolo, fondò la Società degli Apoti, ossia di coloro “che non se la bevono”. Pochi adepti, in questo territorio di pecore matte detto Italia, già invano ammonito da Dante! “Se mala cupidigia altro vi grida, uomini siate, e non pecore matte, sì che ‘l Giudeo di voi tra voi non rida!”. Sempreché si possa citare Dante senza essere denunciati per omofobia (i sodomiti li mandò all’Inferno), antisemitismo o anti islamismo, dato che anche il profeta Maometto è tra i dannati, seminatori di discordia.
In paradiso andrà certamente Monsignor Galantino, segretario dei vescovi italiani, che con esemplare clericalismo ha finto di indignarsi per la legge di cui parliamo. Il prelato calabrese, al contrario, si è limitato alla modica quantità di lamenti, offeso non dal merito, che dovrebbe riguardarlo come pastore di anime italiote, ma dal metodo, ovvero dalla richiesta del voto di fiducia, che tronca ogni discussione parlamentare, ma che non fa parte delle competenze episcopali. Sarebbe da elogiare il tranchant “non mi immischio” del superiore di Galantino, Bergoglio, se non si ingerisse così spesso nei fatti nostri in materia di immigrazione, se non fosse destinatario di ingenti somme dei contribuenti italiani, con l’otto per mille delle imposte, con le ampie esenzioni dalle imposte sugli immobili ed il business dell’accoglienza.
Peraltro, i principi della legge naturale non possono essere patrimonio dei soli credenti. Che il matrimonio sia questione di due sessi e che abbia lo scopo di provvedere alla nascita ed all’educazione dei nuovi membri della comunità è senso comune, e non materia di fede. Allo stesso modo, se si ritiene meritevole di tutela legale qualunque forma di convivenza, che lo si faccia con opportune modifiche al codice civile e senza aggravi economici per la cittadinanza: la pensione di reversibilità, come i migliori punteggi delle graduatorie, sono provvidenze che esprimono proprio la natura pubblica di bene da tutelare costituito dalla famiglia, luogo della nascita e dell’educazione della prole.
Parasposi e paravedovi omosessuali sono un’altra cosa, come ogni altra convivenza. Con questa legge sbagliata, inoltre, centinaia di migliaia di persone, indipendentemente dalle inclinazioni sessuali, si sentiranno autorizzate a diventare unione civile per lucrare vantaggi e diritti, con sfacelo della compagine sociale, raggiro della volontà del legislatore e, ovviamente, sfascio dei conti pubblici.
Un’osservazione la dedichiamo all’onorevole Monica Cirinnà, la pasionaria arcobaleno promotrice della legge. Il profilo che ella pone nel suo sito personale riferisce del suo impegno politico, ovviamente, ma anche della sua scelta vegetariana e del fatto che lei ed il marito, un altro esponente del PD, hanno “tanti figli non umani, quattro cani, Arno Luna e Orso maremmani enormi, e Libera, una piccola Beagle che ho salvato dalla morte per sperimentazione nel terribile canile Green Hill, a quattro gatti tutti salvati dalla strada, Red Tiger Mizzi e Rosita, due meravigliose cavalle e una famigliola di asini amiatini. “
Perfetto esempio di alto e benestante liberalprogressista, non ha figli suoi, ma ne ha molti di “non umani”, e naturalmente, non mangia carne, perché le si spezzerebbe il cuore. Crede fermamente nei “diritti”, quelli individuali ed impropriamente chiamati civili, certamente avrà personale di servizio straniero, anzi extracomunitario. Christopher Lasch ha chiamato il modus vivendi di quella classe cultura del narcisismo, Costanzo Preve è stato più netto, definendoli ceto medio-alto globale semicolto.
Sono il nuovo clero secolare della religione del mercato e dei “diritti”, il ceto(semi)dirigente che si specchia in se stesso ed a cui guardano i lettori di Repubblica, i quadri del pubblico impiego e dell’insegnamento, gli impiegati di concetto della cultura, come li ha chiamati Marcello Veneziani.
I cretini di successo, insomma. Siamo nelle loro mani, indifferenti ai poveri, agli operai, agli anziani, alla gente comune, nemici giurati dei mangiatori di carne (qualcuno ci definisce cannibali…), infastiditi dalle famiglie numerose, che fanno baccano e non sempre profumano. Hanno sostenuto ogni riforma o idea gradita al potere economico e finanziario, a partire dall’allungamento dell’età pensionabile e della precarizzazione, sono d’accordo per tagliare molte detrazioni fiscali, ma hanno imposto quelle relative alle spese per gli animali domestici (i figli non umani, splendidi, per carità, ma una certa preferenza per quelli umani ci piacerebbe di più).
E’ il ceto affluente per antonomasia, figli e nipoti dell’Occidente senza patria e senza futuro, indifferente a qualunque Dio, con troppe famiglie per averne una vera, sfruttatori ma “di sinistra”.
Cari Fruttero e Lucentini, avevate ragione voi sulla prevalenza del cretino. E lei, professor Cipolla, doveva avere più ascolto con le sue leggi sulla stupidità, specie il punto 5: i ragionevoli sono più vulnerabili degli stupidi perché generalmente vengono sorpresi dall’attacco e non riescono ad organizzare una difesa razionale perché l’attacco non ha alcuna struttura razionale.
E’ così, cari arcobaleno, cari invertiti, cara signora Cirinnà dai molti figli non umani : come si può rispondere ad un argomento così cretino come quello che “ ha vinto l’amore”?
6 Comments