Arrivati a mezza estate, le fanfare dei media embedded, hanno ricominciato a suonare, più forte che mai. Il pericolo pandemico sembrava oramai scampato, la campagna vaccinale pareva esser stata il Deus ex machina, in grado di far ripartire i meccanismi di economie inceppate da un’interruzione coatta delle attività ma, specialmente, di quelle tanto agognate libertà di movimento. E così a milioni, gli europei, pur di non rifarsi ingabbiare in insensati e nocivi “lockdown”, son corsi a farsi vaccinare, ovverosia a frasi iniettare dei mix sostanze, le cui reali conseguenze sulla salute collettiva, sono a tutt’oggi, ignote o ancora poco approfondite.
Come in un brutto sogno però, quella bestiolina molesta che credevamo aver sconfitto, relegandola nell’album dei brutti ricordi, ha nuovamente fatto capolino, in una veste più nuova ed inedita: quella “Delta”, stavolta di provenienza indiana ed ancor più contagiosa delle altre. E rieccoti subito, alte risuonare le lugubri campane dei virologi. Eccoti subito, lo spauracchio di “zone gialle” e del rinnovo delle tanto adorate “restrizioni”. Ma, per non far vedere che tutto è stato inutile, insensatoe nocivo, eccoti la soluzione “di compromesso”.
Il Pass Verde, che ci schederà, sequenzierà, tutti, come tanti buoi destinati al macello, umano, economico e sociale. La scusa è sempre quella: la sicurezza, la tutela, la collettività, ma la verità è, al solito, ben diversa. Quello del Pass, è il primo e decisivo passo verso una società, che aspira al controllo totale dei suoi membri. Ora è il virus, domani saranno gli stati d’animo psicotici, le tendenze comportamentali, in base alle quali arrivare al controllo totale delle opinioni dei cittadini, sempre a tutela della salute dei cittadini, naturalmente. Il colossale “panoptikon”, la macchina repressiva, messa su dal Globalismo non si ferma, è in pieno movimento.
Qualche mese fa, qualcuno aveva teorizzatola fine del Globalismo, beatamente cullandosi in una illusione oggi giunta al suo capolinea. E qui sono assolutamente necessarie due osservazioni, che derivano dal semplice buon senso. Ancora una volta, gli Stati poco o nulla fanno per tutelare la salute di TUTTI i cittadini, inclusi coloro che di vaccini non vogliono sentire parlare. Mascherine e coperture sanitarie varie, restano a pagamento, al pari di tamponi e quant’altro. Né alcuno pensa alla depurazione dell’aria che si respira negli ambienti chiusi. Su questo fronte, tutto, stranamente tace.
Altro punto. All’occhio di qualunque attento osservatore, dovrebbe risultare alquanto sospetta, l’apparizione di varianti, proprio nel momento in cui si andavano riaccendendo speranze ed aspettative varie. Una coincidenza questa, che non può non farci chiedere se, dietro a tutto questo, non vi sia la manina di qualche prezzolato untorello. Sospetti, illazioni, ipotesi, chissà…Fatto sta che,da molti ambiti, dalla politica ai media, già si sentono levarsi alte le vocette di coloro che evocano la criminalizzazione di chi contesta vaccini, Pass Verdi e quant’altro.
Eppure, potrà sembrar strano, ma tutto questo può rappresentare un’inaspettata opportunità. La pandemia è sopraggiunta in uno scenario caratterizzato da una profonda crisi sistemica del Capitalismo Globale, accompagnata una sua altrettanto diffusa e generalizzata critica, da parte di un eterogeneo mix di forze che, qualcuno ha voluto definir genericamente “populiste”. Se da una parte, la contestazione delle elites dominanti a livello planetario, con l’instaurazione dello stato d’emergenza da pandemia, può aver subito una brusca decelerazione, dall’altra però, con i disagi socio economici provocati dalle misure restrittive, ha considerevolmente ed inaspettatamente aumentato lo scontento generalizzato.
Ora, qui si tratta di capire, per chi voglia realmente cambiare l’attuale status, quali possano esser le prospettive e le coordinate per una concreta azione antagonista. Ad oggi, il fronte di contestazione anti sistema, è costituito da una infinita costellazione di associazioni e movimenti tutti, il più delle volte, in contrasto tra loro. E, tanto per riadattare il mai dimenticato slogan leninista “estremismo, malattia infantile del comunismo”, nel più attuale “frazionismo, malattia infantile dell’antagonismo”, sarà proprio da questo punto che toccherà ripartire, se si vorrà riavvolgere il bandolo della matassa.
Ad oggi, pensare alla costituzione di un soggetto politico unitario dell’antagonismo globale, dotato di una specifica e ben definita gerarchia, è quanto di più illusorio si possa fare. Dal punto di vista socio politico il contrapporsi con una definita e ben più debole struttura, ad una struttura forte ed articolata in mille strutture e sotto strutture, come quella rappresentata dal Globalismo nel suo insieme, costituirebbe una fatica improba e dagli scarsi risultati. Questo, a causa della superiore capacità del Sistema Globale di identificare e neutralizzare, attraverso la molteplicità delle proprie strutture, qualsiasi soggetto determinato e strutturato, in un modo o nell’altro.
Un lavoro di “equipe”, inserito in una più complessiva “strategia dell’arcipelago”, renderebbe sicuramente le cose molto più difficili al Globalismo. Ben venga, pertanto, il superamento delle vecchie dicotomie novecentesche “destra” e “sinistra”, in favore di una più diffusa e più netta divisione tra “globale” ed “anti-globale”. Il tutto, senza però dimenticare, quelle che dovrebbero essere le linee di indirizzo per una concreta azione di contrapposizione, ovverosia arrivare alla totale destrutturazione del Sistema Globale, partendo dalle sue istituzioni politiche ed economiche (Accordi Gatt, EuroBanca, Comunità Europea, Moneta Unica e via dicendo).
Una sfida sicuramente difficile, ma non impossibile, pertanto. Ancora una volta, a muovere le cose non potrà che essere la volontà dei singoli, ritornando a collocare l’uomo al centro dell’universo e non l’anodino grigiore Tecno Economico Globale.
UMBERTO BIANCHI
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